8654 EGITTO: nuove manifestazioni a piazza Tahrir

 
20110401 21:13:00 redazione-IT

[b]di Elisa Ferrero[/b]

In questi istanti si sta concludendo la giornata di manifestazioni in piazza Tahrir, nel cosiddetto giorno del "salvataggio della rivoluzione". A giudicare dai commenti dei partecipanti, la giornata è stata un successo, se non altro perché ha rinfrancato gli animi. Non c’è stato il milione di persone atteso, "solo" decine di migliaia di persone, ma del resto era difficile immaginarsi una partecipazione maggiore, a circa un mese e mezzo di distanza dal "venerdì della vittoria". Alla manifestazione hanno sostanzialmente preso parte solo i giovani della rivoluzione, niente partiti e niente islamisti, incluso i Fratelli Musulmani (anche se qualcuno aveva affermato sui giornali che avrebbe partecipato). C’erano invece i rappresentanti di molte categorie professionali, come i giudici e gli avvocati. Una manifestazione variegata come al solito, dunque. Degna di nota anche la gran quantità di venditori ambulanti che hanno approfittato dell’occasione per incrementare i loro affari.

Per seguire la manifestazione, ho nuovamente fatto ampio uso dei social network e delle tv di internet, scelta obbligata per poter rendermi conto, oltre che degli avvenimenti, anche dell’atmosfera che si respirava in piazza, visto che la copertura mediatica di tali dimostrazioni è sempre scarsa. Tuttavia, piccolo segno di cambiamento, una cybernauta ha notato che oggi, per la prima volta in assoluto, la tv egiziana ha aperto il tg con piazza Tahrir.

Venendo alla giornata di oggi, comunque, tutto si è svolto pacificamente. Passato mezzogiorno, diversi cortei sono partiti dalle moschee e dalle chiese dei quartieri del Cairo, confluiti poi in piazza Tahrir, dove i dimostranti si sono disposti su un lato della piazza per non bloccare interamente il traffico. Stessa cosa ad Alessandria e in altre città, nelle relative piazze centrali. La temperatura era decisamente torrida, a sentire i partecipanti, con punte oltre i 35 gradi, tanto che in molti hanno scherzato dicendo: "Meno male che abbiamo fatto la rivoluzione a gennaio, altrimenti, con questo tempo, non ce l’avremmo mai fatta!". In effetti, il caldo ha creato qualche problema, perché non si è pensato di portare adeguate scorte d’acqua. Tuttavia, l’atmosfera gioiosa non è stata affatto rovinata da questo contrattempo, anzi tutto il contrario. L’atmosfera era gioiosa, ma anche pervasa da uno spirito rivoluzionario per niente acquietato. Uno degli slogan di oggi, infatti, è stato: "Il popolo che fa la rivoluzione a metà, si scava la fossa da solo". E la piazza ha ancora tante, importanti richieste, avanzate con forza al governo Sharaf e alle forze armate, entrambi meno popolari di un tempo tra le fila dei giovani. Tali richieste includono: il processo rapido dei "simboli della corruzione" del vecchio regime, con relativa confisca dei loro beni, lo scioglimento del Partito Nazional Democratico, il repulisti dell’informazione dai fantocci di Mubarak, la liberazione dei restanti prigionieri di opinione e il permesso di manifestare pacificamente, senza restrizioni (a proposito, anche Amnesty International si è pronunciata contro la nuova legge egiziana che limita fortemente il diritto di manifestare).

E’ stato un vero piacere, oggi, rivedere i giovani egiziani in piazza e poter riassaporare ciò che chiamerei la loro spontanea vitalità democratica. C’erano capannelli di discussione ovunque, dibattiti ad ogni angolo, con tanta voglia di esprimere la propria opinione. Uno dei punti centrali del dibattito è l’opportunità o meno di una riconciliazione con gli esponenti del vecchio sistema di potere. Chiaramente, la maggioranza vuole che prima paghino per i crimini commessi e restituiscano agli egiziani il maltolto, anche in termini di dignità.

La cosa più bella di questi giovani, tuttavia, è vedere il modo in cui discutono. Anche negli scontri più duri, il dibattito resta sempre civile. Si vede che credono nel dibattito e, pur nella differenza di opinioni, hanno un linguaggio comune. Ribattono argomenti con argomenti, non scadono negli insulti personali, né usano parole svuotate di significato. E’ stata una vera boccata d’aria anche per me poter seguire queste discussioni, distogliendo lo sguardo – e le orecchie – dai penosi e indecenti dibattiti italiani. Loro sì che sanno dare il giusto valore alla libertà di opinione e di espressione, dato che ne sono stati privati per lunghissimo tempo. Al di là delle difficoltà che la rivouzione sta incontrando sulla sua strada, i giovani sono ancora ben consci della differenza rispetto a prima. Un tweet di oggi, ad esempio, mi ha commosso. Diceva: "E’ comunque una bella cosa poter marciare senza essere picchiati, inondati di gas lacrimogeni, colpiti dai cannoni ad acqua, trattati come bestiame e arrestati". Un altro tweet, invece, dal cuore di piazza Tahrir, diceva semplicemente: "Sono felice".

Anche in questa giornata ha potuto sfogarsi l’irrefrenabile senso dell’umorismo egiziano. E’ inutile, non importa se il periodo è delicato, complicato o perfino drammatico, gli egiziani amano scherzare su tutto. Un gruppo di giudici, presieduto nientemeno che dal vice presidente della Corte di Cassazione, ha inscenato in mezzo alla piazza un finto processo a Mubarak. Un attore si è messo davanti al viso un cartone con la faccia di Mubarak ed è partita l’esilarante messa in scena. Tra il serio e il faceto, ovviamente, perché le accuse nel finto processo erano tutte autentiche. Una ragazza, molto divertita, ha detto che non avrebbe mai potuto perdersi, prima di morire, il processo di Mubarak, nemmeno quello finto. Poi, verso le tre e mezza, è arrivata la notizia di un terremoto al Cairo, di magnitudo 6. In realtà, l’epicentro è stato a Creta, ma il terremoto si è sentito in tutto il nord dell’Egitto. Apriti cielo! Quale occasione per sbizzarrirsi con le battute! Il primo commento che ho registrato su Twitter è stato: "Così, però, non c’è stabilità!". Dopodiché, tempo un’ora o poco più, una pagina di Facebook già raccoglieva decine di battute sul terremoto: "I salafiti negano di avere alcun legame con il terremoto che ha colpito Alessandria poco fa", "La televisione egiziana nega che ci sia stato alcun terremoto, affermando che il paese gode di piena stabilità, sono solo voci tendenziose", "E’ un complotto salafito-islamo-liberal-cristiano con la partecipazione di qualche elemento di Hamas!", e via così…

Insomma, i giovani della rivoluzione non hanno perso il loro spirito, ma neanche la determinazione a proseguire la rivoluzione che, come ben sanno, non finirà qui. Forse, la marcia del milione tornerà anche venerdì prossimo. Nel frattempo, vedremo le reazioni alla giornata di oggi da parte di governo ed esercito. Se risponderanno alle richieste della piazza, sarà un segno che la piazza non ha perso il suo potere di far pressioni.

 

 
 
 

Views: 0

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI