8647 Obama autorizza operazioni segrete Cia in territorio libico

 
20110331 16:20:00 redazione-IT

di Emanuele Riccardi

ANSA- Armare o non armare gli insorti in Libia? Anche negli Usa il dibattito è acceso, con il presidente Barack Obama che non esclude questa possibilità. Intanto però, il Capo della Casa Bianca, secondo l’agenzia Reuters avrebbe già autorizzato, firmando un ordine segreto, operazioni di appoggio ai ribelli da parte della Cia. Operazioni che secondo il sito web del New York Times sono già iniziate "da alcune settimane", con agenti disseminati sul territorio libico per individuare obiettivi per i raid aerei e per contatti con la ‘rivoluzione’ assieme a colleghi dell’MI6 britannico. E questo, osserva il giornale, nonostante Obama abbia detto più volte che in Libia non intende inviare forze di terra, peraltro non previste dalla risoluzione Onu.

Se quanto scrive il New York Times sarà confermato, le polemiche non mancheranno. Già l’ipotesi di fornire armi ai rivoltosi, secondo il giornale, divide l’amministrazione e sulla questione è in corso "un acceso dibattito" tra Casa Bianca, Dipartimento di Stato e Pentagono. Come riconosce lo stesso portavoce di Obama, Jay Carney, il Cnt, il governo provvisorio dei ribelli, ha dato qualche primo segnale incoraggiante dicendosi pronto alla democrazia, ma i timori riguardano eventuali infiltrazioni di al Qaida, che non si possono escludere, nonostante i primi segnali provenienti dalla Libia non siano troppo preoccupanti. Tutti hanno infatti in testa l’Afghanistan, dove la situazione si è impantanata anche a causa delle forniture di armi statunitensi ai ribelli che combattevano contro le truppe sovietiche, negli anni dell’occupazione di Mosca. Citando fonti ufficiali di alto livello, il Nyt scrive che "alcuni temono che fornire armi possa significare un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti in una guerra civile" mentre "alcuni combattenti potrebbero avere legami con al Qaida".

Secondo le fonti del quotidiano, si parla ampiamente della questione in seno alla Casa Bianca, il Dipartimento di Stato ed il Pentagono, e ci sono state richieste molto precise ai servizi di intelligence per tentare di capire qual è la reale presenza di al Qaida tra i ribelli. Al momento non è stata presa ancora nessuna decisione. Martedi Obama ha detto di non escludere l’ipotesi di fornire armi ai ribelli (ma si potrebbe anche scartarla), e ieri il segretario di Stato Hillary Clinton ha confermato al Congresso che nessuna decisione è stata ancora presa.

Al Senato, il comandante in capo delle forze Nato, l’Ammiraglio James Stavridis, è stato infine il primo a non escludere la presenza di al Qaida tra i ribelli libici, anche se non ha voluto drammatizzare. Sugli aiuti ai ribelli, "nulla è stato tolto dal tavolo" delle discussioni "per quanto riguarda l’assistenza letale", cioé la fornitura di armi, ha confermato oggi Carney, ricordando le parola di Obama della vigilia. Carney ha aggiunto che gli Stati Uniti rimangono "fiduciosi che la coalizione, responsabile per il controllo della no-fly zone e la protezione di civili in Libia, sarà in grado di portare la missione al successo". Rispondendo ad una domanda sull’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti dell’opposizione in Libia, Carney ha riconosciuto che non tutti i movimenti anti-Gheddafi "sono amici degli Stati Uniti".

 

 
 
 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI