8690 EGITTO: un'altra spallata al regime – notizie dalla rivoluzione egiziana

 
20110414 20:16:00 redazione-IT

[b]di Elisa Ferrero[/b]

Giornata indaffarata, oggi, per governo e forze armate, scandita da bollettini contrastanti sulla salute di Mubarak, sempre all’ospedale di Sharm el-Sheykh. Dapprincipio sembrava che avesse avuto un infarto, poi un’equipe di medici ha assicurato che il suo cuore batteva come quello di un trentenne, quindi si è sparsa la notizia che Mubarak fosse soltanto molto scioccato per l’arresto dei figli, ma camminasse tranquillo sulle proprie gambe. Le sue condizioni sono gravi, no anzi, si sono stabilizzate, si può trasferire, niente affatto, non si può ancora… Medici egiziani, giordani, tedeschi, americani, tutti ad alternarsi nel dare il proprio parere. Persino il celebre cardiochirurgo Magdi Yacoub, alla fine, si è offerto di intervenire per accertare la questione. Non c’è dubbio, comunque, che Mubarak e famiglia siano scioccati. I tiranni lo sono sempre quando si scoprono nudi.

Ha particolarmente colpito l’affermazione di Mubarak, durante il suo interrogatorio, diffusa oggi dai giornali. Ha confessato che lui avrebbe voluto dimettersi già il 28 gennaio, il giorno della collera, ma che poi era stato convinto dai suoi collaboratori a non farlo, perché la piazza, secondo loro, chiedeva soltanto un ricambio di governo. Insomma, nel caso peggiore Mubarak è un gran bugiardo, ma anche nel caso in cui sia stato sincero, questa confessione dimostra il baratro che lo separava dalla società egiziana.

Intanto, i "cuccioli" Mubarak, alias Gamal e Alaa, alias i prigionieri numero 23 e 24, restano in carcere, assieme ai loro compagni del Partito Nazional Democratico. Le indagini su di loro e sul padre riprenderanno il 19 aprile. Pare che il fascicolo sui loro reati contenga già più di diecimila pagine… E’ inoltre iniziata un’inchiesta sul cognato dei due "cuccioli", l’uomo d’affari Magdi Rasikh. Presto, la famiglia Mubarak sarà di nuovo riunita.

Nella giornata di oggi, tuttavia, il governo di Essam Sharaf ha dato un’altra poderosa spallata a ciò che resta del vecchio regime, i cosiddetti fulul (bisognerebbe cominciare a scrivere un dizionario della rivoluzione). Infatti, è finalmente partita la vasta operazione di ricambio dei governatori in tutto l’Egitto. Sono cadute ben diciassette teste, sostituite da altrettanti nomi nuovi, tra cui anche un copto, nel governatorato di Qena. Nessuna donna. Drasticamente ridotta, tra i governatori, la componente militare. C’è stata anche una ristrutturazione dei governatorati stessi, con l’accorpamento di 6 Ottobre (nome di citttà) con Giza e Helwan con il Cairo. La cosa importante è che un’altra delle richieste della rivoluzione è stata accolta.

Ciliegina sulla torta è stato il comunicato numero 36 del Supremo Consiglio delle Forze Armate, con il quale l’esercito ha dichiarato che ripeterà il processo di Walid Sami Saad, uno dei giovani manifestanti arrestati nelle scorse settimane. Le forze armate hanno accolto la supplica della madre del giovane, apparsa ieri sulle pagine del giornale al-Wafd. Inoltre, l’esercito ha annunciato che rivedrà anche i processi di tutti gli arrestati durante le manifestazioni. Ora si attende che alle parole seguano i fatti (pare che l’esercito avesse già fatto un annuncio simile un po’ di tempo fa, ma non avesse poi mantenuto le promesse). Tuttavia, mi preme sottolineare la lotta di questa madre. Non è l’unica. Le madri di prigionieri politici, blogger, semplici manifestanti, stanno silenziosamente conducendo una lotta tenace, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustize commesse a danno dei propri figli (anche mariti, fratelli, padri…). Spesso non sono donne particolarmente acculturate, o politicizzate, ed è bene ricordarle, perché anche loro stanno dando un grande contributo alla trasformazione del proprio paese.

Un’ultima buona notizia è stata la riapertura della chiesa di Atfih, quella che era stata incendiata tempo fa da alcuni musulmani del paese. E’ stata ricostruita dall’esercito in 28 giorni e oggi si è potuta tenere la prima messa, giusto in tempo per le festività di Pasqua. Questa volta, le forze armate hanno mantenuto la loro promessa.

C’è però un’altra questione interessante che sta venendo a galla sulla scena politica egiziana. Si tratta della successione di Amr Musa che, essendo candidato alla Presidenza, ha lasciato il suo posto a capo della Lega Araba. Finora, il Segretario Generale della Lega Araba è sempre stato un egiziano, sintomo della leadership storica dell’Egitto nel mondo arabo. Anche questa volta l’Egitto ha presentato un candidato, ma si è subito aperta una polemica. Il candidato in questione è Mostafa el-Fiqqi, ex ministro e membro del PND. Sono gli stessi egiziani a non amarlo, perché è considerato un elemento del vecchio regime. Forse, allora, avrà più chances l’altro candidato: Abdel Rahman al-Atiyyah, del Qatar. Sarà interessante seguire questa vicenda. Gli stravolgimenti nell’area mediorientale non potranno non avere effetto anche all’interno della Lega Araba, da sempre ritenuta debole e vano strumento della politica araba condivisa. Forse, però, le cose cambieranno, pertanto sarà interessante vedere come si ridefiniranno i rapporti di forza nella Lega.

 

 
 
 

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