8721 Italia dei Valori contro il bombardamento della Libia

 
20110427 12:22:00 redazione-IT

[b]di Antonio Di Pietro[/b]

Bombardare una Nazione non ci pare possa essere considerato uno sviluppo né naturale né costituzionalmente corretto della nostra presenza in Libia. Né può valere l’ipocrita giustificazione che tutto ciò sarebbe già stato autorizzato dalle Nazioni Unite e dal Parlamento italiano. Infatti, l’Onu non ha mai avallato tale scelta e, soprattutto, le nostre Camere non hanno mai discusso, né approvato un provvedimento in cui c’era scritto, nero su bianco, di fare guerra ad un’altra nazione. E’ stato solo deliberato di impedire che avvenissero dei massacri della popolazione inerme durante una guerra civile.

Già! Perché di guerra civile si tratta e pertanto l’Italia non dovrebbe interferire nelle decisioni interne di un altro Stato, ma solo prodigarsi per fornire assistenza, solidarietà e supporto umanitario alla popolazione civile libica.

Antonio Di Pietro

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Nucleare, Libia, Francia: le bugie di un Governo incapace
di Felice Belisario

Ci avevano detto che l’Italia non avrebbe bombardato la Libia, che sul nucleare serviva una pausa di riflessione in nome della scurezza, che avremmo insegnato alla Francia come si sta in Europa. Ce l’avevano detto ma non era vero, e infatti se lo sono rimangiato subito. Così fa il nostro governo, questo è il metodo Berlusconi: dice, racconta frottole, trucca le partite, promette e non mantiene e quando pure alza la voce con l’Europa poi subito torna a cuccia.

Partiamo dalla Libia, da Gheddafi, quello che il presidente del Consiglio non voleva nemmeno disturbare quando scoppiò la rivolta. Tanto non voleva disturbarlo che ora ha deciso di lanciargli contro qualche bombetta qua e là…. Eppure era stato proprio Berlusconi, seguito a ruota da La Russa e Frattini, ad assicuraci che non sarebbe successo: “Bombardare? No, facciamo già abbastanza”. Chi l’ha detto? Ma il premier, il 15 aprile, in Consiglio dei ministri. Stesso giorno, ecco il ministro La Russa: “Non pensiamo di modificare il nostro apporto alle operazioni militari in Libia. Agli Usa confermerò che la nostra missione non cambia”. Un giorno prima, 14 aprile. A ‘Il Sole 24 Ore’ che gli chiede se i nostri aerei attaccheranno o no, il ministro Frattini spiega che “su qualsiasi cambiamento sarebbe necessario un dibattito parlamentare e un consenso ampio”. Evidentemente scherzava, perché sul via libera ai bombardamenti il Parlamento non è stato nemmeno interpellato.

Ma il meglio, ossia il peggio di sé, il governo l’ha dato sul nucleare. Un’indecenza? Molto di più. Una truffa vera e propria, un imbroglio ai danni degli italiani confessato senza pudore dallo stesso Berlusconi, che in materia (di truffe) è evidentemente un esperto. Dopo aver girato attorno alla questione per settimane, mandando in giro il ministro Romani a raccattare figuracce ovunque, il presidente del Consiglio oggi ha candidamente ammesso di non avere alcuna intenzione di rinunciare al nucleare e che la ‘moratoria’ varata dal governo ha il solo scopo di boicottare il referendum per timore che il progetto atomico sia cancellato dagli italiani. Insomma, Berlusconi vuole deliberatamente scippare i cittadini del diritto di esprimersi su una tema di fondamentale importanza ben sapendo che la sua folle strategia è contro la volontà degli italiani. Senza vergogna!

Terzo, ma non meno importante, il rapporto con la Francia, sceso ai minimi dopo lo scoppio dell’emergenza immigrazione sulle nostre coste. Stando agli annunci ‘bellicosi’ delle scorse settimane, Berlusconi avrebbe alzato la voce con Sarkozy, avrebbe ‘finalmente’ bacchettato Parigi. E’ successo il contrario, la ‘partita’ è finita 4-0 per i francesi, col Cavaliere a spacciare poi la disfatta per una onorevole sconfitta. Sull’emergenza migranti il governo è passato dalle accuse per la mancanza di solidarietà all’ammissione, dello stesso Berlusconi, che lo sforzo fatto dalla Francia “è cinque volte superiore a quello dell’Italia”. Poi abbiamo pure sposato la linea, ovviamente e notoriamente francese, per una modifica in senso restrittivo del trattato Schengen. Anche sulla vicenda Lactalis-Parmalat non c’è stata storia, con buona pace di Tremonti e del provvedimento antiscalate varato in tutta fretta proprio per stoppare i francesi. Finirà così con un pezzo di buona economia italiana regalato dal governo alla Francia e noi, ancora una volta, a leccarci le ferite. Della Libia, e della linea pro bombe voluta fortemente da Sarkozy, ho già detto, così come del nucleare. Su tutto il resto meglio stendere un velo pietoso.

http://www.antoniodipietro.it/

 

 
 
 

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