8712 25 Aprile 2011. Cambia, todo cambia: L'Italia bombarda la Libia

 
20110426 19:43:00 redazione-IT

[b]di Rodolfo Ricci[/b]

Così cantava Mercedes Sosa, la grande cantante argentina. La sua voce che accompagna l’ultimo film di Nanni Moretti, Habemus Papam, riecheggia con inquietudine, intorno al 25 aprile 2011, sessantasei anni dalla liberazione dal nazifascismo.
Il 25 aprile 2011, mentre in poche piazze si ricorda la Liberazione, un Presidente del Consiglio con un bassissimo indice di gradimento, informa che gli aerei italiani bombarderanno la Libia; sono passati 100 anni dall’invasione coloniale del bel suol d’amor e sessantasei dalla fine della seconda guerra mondiale.

[i]Cambia, todo cambia.[/i]

Dissolta la sinistra alle ultime elezioni grazie anche al voto utile di tal Walter Veltroni, dissolto il movimento pacifista grazie anche all’appeal del Premio Nobel per la Pace Barack Obama che ha trasformato in interventista tutta la sinistra-centro europea (cosa che peraltro avvenne già ai tempi della guerra in Jugoslavia quando un altro democratico, Bill Clinton, governava gli USA e un ex comunista, Massimo D’alema era stato insediato a Montecitorio dal simpatico Francesco Cossiga).

Dissolta anche la minima parvenza politica dell’UE, mai come in questa occasione, spaccata in più tronconi e divenuta terreno di scontro tra le sue potenze regionali, con l’unica eccezione della Germania che già si profila come nuovo attore globale ed autonomo accanto ai paesi del Bric.

Resta solo la BCE a garantire la natura mercantile e neoliberista dell’invenzione continentale, BCE che magari lascieranno dirigere a Mario Draghi, in modo da soddisfare la vanità degli statisti nostrani.

[i]Cambia, todo cambia.[/i]

Il 26 Aprile 2011 (oggi), un Presidente della Repubblica con un alto indice di gradimento, dichiara che il bombardamento della Libia è la “naturale conseguenza” di decisioni già prese a marzo, sotto la sua personale direzione del Consiglio Supremo di Difesa. Siamo così edotti che la decisione di marzo era pregna di conseguenze naturali, di cui quella di ieri non sarà, con molta probabilità, l’ultima.

Ma l’Articolo 11 della Costituzione, Presidente Napolitano ? Forse che il Consiglio Supremo di Difesa si è trasformato sotto la sua egida in Consiglio Supremo di Guerra ? Oppure vi è qualche strutturale conflitto di interesse tra le rispettive funzioni ?

[i]Cambia, todo cambia.[/i]

La Lega Nord per bocca di Calderoli fa sapere di non condividere la decisione e il PD, con abile mossa, decreta la crisi di Governo e già si presenta come salvatore della Patria, poiché è pronto a sostenere la decisione di Berlusconi, se “ la decisione sarà in linea con la risoluzione 1973 dell’ONU”, che, se ben ricordiamo, istituiva la no-fly zone sulla Libia.

Ma il PD è il Partito Democratico, una sorta di prolungamento di quello di Barack Obama, che fu di Bill Clinton. Ed è contro la guerra solo se a scatenarla è un Presidente USA repubblicano. In ciò, per la verità, non si assiste ad un grande cambiamento.

Solo che impressiona verificare la sostanza culturale di questo partito nel giorno del 25 Aprile.

Inoltre il PD è per la strenua difesa della Costituzione solo in riferimento al tema della Giustizia (La legge è uguale per tutti) e ovviamente solo in chiave anti berlusconiana. Per il resto si lascia a tutti pieno arbitrio e libera interpretazione della Carta.

Quanto alla Legge internazionale (quella dell’Onu e delle sue decisioni ancorchè assunte da un parzialissimo Consiglio di Sicurezza), che non sia uguale per tutti è un’ovvietà che non tange questi autorevoli esponenti.

Quante sono le risoluzioni ONU mai rispettate da Israele ?
E quali sono state le conseguenze ?

Ieri, ai funerali di Vittorio Arrigoni, in un paesino nei pressi di Lecco, non era presente alcun esponente della sinistra.

[i]Cambia, todo cambia.[/i]

Ieri, 25 Aprile, si è dimesso il direttore della Agenzia del Quatar Al Jazeera, il tunisino Ghasan Ben Jeddo. Le motivazioni: “mancanza di obiettività e di professionalità nella copertura degli eventi medio-orientali, includendo quelli del Barhein e dello Yemen”.

Ghasan Ben Jeddo ritiene che la TV Al Jazeera non rappresenti più un’informazione imparziale e indipendente. Secondo il giornalista, Al Jazeera ha lanciato una campagna diffamatoria contro la Siria e si è ormai trasformato in un mezzo di propaganda.

Come ha già fatto – si può aggiungere- per la copertura degli eventi libici, dalle fosse comuni inesistenti, ai bombardamenti delle folle con i jet, ai 10.000 morti nei primi giorni di sollevazione dei ribelli a Bengasi, alla fuga di Gheddafi, ecc. ecc., senza invece dar mai notizia delle unità francesi e britanniche presenti a Bengasi fin dai primi giorni della rivolta, ecc.

La cosa incredibile è che la risoluzione 1973 dell’ONU era fondata e motivata da queste pregnanti “informazioni” che avevano scatenato l’universale biasimo del dittatore pazzo e assassino e che con convinzione e dovizia di particolari (falsi) hanno ripreso tanti giornali e media, per esempio da La Repubblica, L’Unità e dal TG3.

L’emiro del Quatar, proprietario di Al Jazeera, è anche colui cha ha inviato suoi jet a bombardare la Libia ed è anche l’intermediario della vendita del petrolio libico proveniente dalle zone della Cirenaica in mano ai ribelli sul mercato internazionale.
(Oltre che strenuo protettore mediatico degli altri emirati
del Golfo e della democratica e feudale Arabia Saudita).

E’ oramai di evidenza mondiale che l’intervento franco-inglese-americano-italiano in Libia sia fondato su enormi falsità e recentemente, anche un noto giornalista italiano, Gianni Minoli, su Rai-2, intorno alla mezzanotte, ne ha dato abbondantemente conto.

Ma l’intera politica internazionale che conta e quella italiana che conta molto poco, a partire dal PD, fa finta di niente. Più si dimostrano le menzogne più gli apparati politico-economici proseguono la loro azione, anche se oltre la metà della popolazione europea è contro la guerra.

[i]Cambia, todo cambia.[/i]

Cominciate ad avere qualche problema con la vostra fede politica ?

In molti vanno da tempo sostenendo che non esiste più la classica distinzione tra destra e sinistra. Giorgio Gaber ne aveva già parlato negli anni ’80. In molti ne avevano desunto che diventava indifferente posizionarsi a destra o a manca, e molti altri, tra cui il sottoscritto, ritenevano che fosse una delle classiche manovre di una rinascente cultura qualunquista (cioè di destra).

Invece oggi penso che sia ancora peggio di come me lo ero rappresentato. Fatte salve tante brave persone che continuano a credere fermamente, viene da pensare che tutto sia in mano a due potentati che si confontano solo per la mera gestione o conquista del potere e per la parallela sussistenza dei propri apparati. E che in questo confronto, tutto appare strumentale, rimpinzato di ipocrisia, falsità e secondi fini.
Il popolo bue svolge soltanto la funzione di tifoseria e di rating a sostegno delle diverse scuderie.

Niente di nuovo sotto il sole ?

Forse, ma la fine di una fede, dal punto di vista sociale, può causare grossi sconvolgimenti. E se davvero todo cambia, potrebbe anche cambiare tutto.

 

 
 
 

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