8776 Brasile. Sempre più attivo sul mercato internazionale di armi

 
20110509 16:14:00 redazione-IT

La mostra Latin America Aerospace Defence (LAAD), che si è tenuta a Rio de Janeiro dal 12 al 15 aprile, ha dimostrato che il Brasile vuole diventare una potenza militare regionale e rientrare attivamente sul mercato internazionale delle armi, dopo il declino degli ultimi anni, seguito agli exploit degli anni ’80 (quando le industrie belliche carioche poterono beneficiare dei massici acquisti iracheni per la guerra Iran-Iraq, 1980-88).

All’evento hanno partecipato 55 delegazioni provenienti da 53 paesi, 600 aziende hanno esposto i loro prodotti e 24.000 visitatori. Si sono tenuti anche dei seminari di studio (interessante quello sull’integrazione delle forze armate con quelle di polizia: si preparano nuovi scenari di guerra urbana?).

Per comprendere l’importanza della mostra ricordiamo che il Brasile ha avviato un programma di riarmo che prevede il concorso dell’industria bellica nazionale. Chi vuole vincere uno dei ricchi contratti brasiliani deve, infatti, coinvolgere l’industria locale garantendo il trasferimento di tecnologia avanzata.

È così ad esempio per i contratti vinti dalla Francia per la produzione di elicotteri e di sottomarini (tra cui uno nucleare, il cui reattore è di produzione brasiliana, mentre lo scafo e altre componenti sono francesi) e per il più volte rimandato programma di acquisto di 36 caccia, al quale il Presidente francese Sarkozy tiene moltissimo, perché il Brasile potrebbe essere il primo acquirente francese del Rafale, finora mai esportato. Nonostante Lula, avesse dato all’amico Nicolas, l’assicurazione in linea di principio, della vittoria del caccia francese, la nuova Presidente Wilma Roussouf, sembra propensa a riaprire la competizione e a favorire l’F18 statunitense.

Per “spingere” il Rafale, Parigi ha accettato di acquistare 10-12 KC390, un aereo da trasporto militare, progettato dalla brasiliana Embraer, alla cui costruzione contribuirà la Dassault (fabbricante del Rafale).

Embraer ha costituito una nuova divisione “Difesa e Sicurezza” per rafforzare la sua presenza nel mercato militare, dove i suoi velivoli di addestramento (usati anche nella controguerriglia) sono apprezzati da tempo in tutto il mondo.

Un’altra azienda attiva da 50 anni nel settore bellico è la Avibras che produce razzi e missili (usati dall’Iraq di Saddam contro l’Iran ed esportati in Arabia Saudita e Libia), mentre la Friuli Aerospace (evidentemente fondata da migranti italiani) produce kit per trasformare bombe “stupide” in armi guidate.

Il gigante delle costruzioni Odebrecht ha a sua volta creato una “divisione difesa”, nella quale è confluita la Mectron, un’azienda che produce radar e missili antiradar (venduti al Pakistan), che ha stipulato un accordo di collaborazione con la EADS, il gigante europeo della difesa.

La Elbit israeliana ha creato una propria filiale brasiliana (AEL) che ha stretto un rapporto commerciale con Embraer. A sua volta la Israel Aerospace Industries (IAI) con il gruppo brasiliano Synergy Group ha formato una joint venture, denominata EAE Aerospace Solutions. Queste manovre sono in vista dell’assegnazione del gigantesco contratto (11 miliardi di dollari) per la

sorveglianza terrestre (SIFRON) e marittima (SISGAAZ per la protezione dei giacimenti petroliferi offshore), che va a completare il sistema SIVAM creato negli anni ’90 per sorvegliare l’Amazzonia.

http://www.misna.org/diplomatico/brasile-sempre-piu-attivo-sul-mercato-internazionale-di-armi/

 

 
 
 

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