8796 ITALIA: IL SISTEMA BERLUSCONIANO CEDE. A MILANO E NAPOLI SI DECIDE UNA PARTE DI FUTURO.

 
20110517 23:35:00 redazione-IT

[b]di Rodolfo Ricci[/b]

I risultati delle elezioni amministrative italiane di mezzo termine mostrano un quadro del Paese in profondo cambiamento.
Nel mezzo della grande crisi economica, i cui effetti più duri sono in arrivo, nel mezzo della guerra neoimperialista alla Libia che vede l’Italia tra i paesi aggressori, le forze politiche del centro-sinistra raccolgono un evidente successo nella grande maggioranza delle città e delle provincie. Cede il PDL, che perde dovunque in percentuale e voti assoluti.
Grandi città come Torino e Bologna, vedono l’affermazione del centro-sinistra al primo turno. Ma sono Milano e Napoli (che andranno al ballottaggio tra due settimane), che raccolgono l’attenzione generale: a Milano un esponente storico della sinistra milanese, Giuliano Pisapia, già deputato di Rifondazione Comunista, che si era affermato alle primarie del centrosinistra, arriva al 48% dei voti e stacca di oltre 7 punti il sindaco PDL Moratti, ex ministra della Pubblica Istruzione, per la quale Berlusconi in persona si era speso con grande vigore nelle ultime settimane. Berlusconi, candidato n.1 della lista, raccoglie meno della metà delle preferenze del 2006.

A Napoli, l’ex magistrato Luigi De Magistris, parlamentare europeo dell’Italia dei Valori, supera il candidato del PD Mario Morcone e andrà al ballottaggio contro il candidato del PDL Lettieri.

Si tratta della seconda e terza città del paese, la prima, Milano, simbolo stesso del berlusconismo e della cultura neoliberista italiana, dove un candidato di sinistra vince il primo turno alla grande, mettendo in discussione l’assunto per cui nel cuore del capitalismo italiano, debba per forza prevalere un approccio moderato (di destra o di sinistra); la seconda, Napoli, capitale del meridione, della precarietà e della disoccupazione, dove prevale un candidato “radicale” presentatosi in alternativa alla destra e al centrosinistra ufficile.

Notevoli le affermazioni della sinistra extrapralamentare e dei cosiddetti “grillini”, adepti del comico genovese Beppe Grillo che raggiungono il 10% a Bologna e il 5% a Milano.

Il risultato, atteso ma per certi versi sorprendente, denota un decisivo cedimento della destra e allude ad un forte cambiamento nel corpo elettorale a livello nazionale; la quotidianità della crisi e l’incertezza nel futuro cambiano lo scenario politico. Anche la Lega Nord, che perde voti per la prima volta da anni, ne è coinvolta pienamente.

Anche se il risultato decisivo sarà quello del ballottaggio tra due settimane, si può affermare che la fase storica connotata dal berlusconismo e dal neoliberismo all’italiana sta terminando.

Ciò non significa che si è di fronte ad uno scenario realmente alternativo sul piano nazionale e neanche sul piano delle amministrazioni locali, tutte fortemente indebitate e sotto pressione.

Ci sarà da vedere, come, in relazione al contesto europeo, con l’irrigidirsi dell’austerità monetarista decisa alla fine di marzo con l’assunzione delle leggi di stabilità che obbligheranno l’Italia (e tutti gli enti locali) a misure draconiane, il centro sinistra italiano sarà in grado di elaborare una strategia politica autonoma e programmi adeguati da presentare alla prossima occasione elettorale nazionale.

Mentre le elezioni amministrative privilegiano, giustamente, la capacità di governo locale, in quelle politiche è prioritario comprendere quale sarà il progetto per il paese delle diverse forze politiche: essenzialmente si tratta di capire cosa si intenda fare rispetto al cosiddetto contenimento della spesa pubblica e del welfare, della contrattazione e delle relazioni industriali, del modello di sviluppo (crescita, sostenibilità) e delle questioni legate all’ambiente e alla qualità della vita; e rispetto allo scenario internazionale vi è da decidere il ruolo futuro dell’Italia rispetto all’Europa, al quadro mediterraneo e al rapporto nord-sud del mondo, ovvero ad una opzione di relazioni multipolari oppure di sudditanza all’impero in fase di decomposizione.

La partita futura obbligherà ad assumere cioè responsabilità precise e a fornire orientamenti chiari.

Per il momento si può riconoscere l’apertura intelligente della segretaria di Bersani (PD) con il superamento dell’autosufficienza (o vocazione maggioritaria), che conferma la necessità di persone, contenuti e prospettive di sinistra, se si vuole prevalere contro le destre.

Se questa apertura si possa tradurre in programma convincente per un paese a sovranità non limitata, è il quesito a cui i prossimi mesi dovranno dare risposta.
La partita è aperta e si gioca su un palcoscenico glocal e global. Entrambi i piani sono contendibili.

 

 
 
 

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