8792 1948-2011: Ricordare la Nakba palestinese

 
20110515 22:15:00 redazione-IT

1948-2011: Ricordare la Nakba palestinese

1948. L’esercito israeliano espelle con la violenza 750.000 palestinesi da più di 400 villaggi che vengono distrutti o evacuati. E la Nakba, la catastrofe, quella che Ilan Pappe, storico israeliano, definisce la pulizia etnica di tre quarti dei palestinesi di allora. I profughi non possono più ritornare alle loro case come invece prevede la IV Convenzione di Ginevra.

1948. Le Nazioni Unite approvano la Risoluzione 194 che riconosce ai profughi palestinesi il diritto al ritorno dalle case, dai villaggi e dalle terre da cui erano stati espulsi con la forza.

2011. Attualmente i profughi palestinesi sono circa 4 milioni, rifugiati in 59 campi profughi in Cisgiordania, Gaza, Libano e negli altri stati arabi confinanti, più ci sono i palestinesi della diaspora sparsi in tutto il mondo Tutti attendono ancora soluzioni concrete, una di queste è il Diritto al Ritorno previsto dalla risoluzione n.194 dell’Onu e di vedere così riconosciuta da Israele l’ingiustizia subita nel 1948, mai sanata e ritenuta tutt’oggi una questione“non negoziabile” dalle autorità israeliane.

La Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato nel 2010 due nuove leggi contenenti disposizioni apartamente discriminatorie rivolte ai palestinesi cittadini di Israele (che vivevano nei Territori Palestinesi Occupati nel ’48, ndr). Una di queste è apertamente diretta a impedire le celebrazioni della Nakba palestinese.

Si tratta dei decreti II e III, che vanno ad aggiungersi ad una precedente legge proposta dal deputato di “Israel Beituna“, Alex Miller, conosciuta con il titolo di “Legge sulla Nakba“, la “Catastrofe” nella quale l’85% del popolo palestinese fu espulso con la forza dalle truppe e dai coloni israeliani. Con la prima legge, Miller aveva chiesto che “apparati, organizzazioni e autorità statali che si rifiutavano di riconoscere il carattere ebraico e democratico dello Stato di Israele, non dovevano ricevere finanziamenti da parte del governo. Chi ha già ricevuto questi fondi, ne subirà la revoca“.

Oggi, giunge la continuazione di quella legge con l’introduzione del divieto di commemorare la Nakba. Sono due leggi dirette anzitutto a reprimere le comunità palestinesi con le rispettive rappresentanze.

Approvata (…), la nuova legge, disciplina quindi il taglio dei finanziamenti pubblici, a enti, organi e istituzioni che intendono commemorare la Nakba. In base ad essa, la competenza decisionale sulla revoca di questi finanziamenti viene riconosciuta direttamente al ministero delle Finanze. (…) La Knesset ha approvato un’ampliamento di quella legge.

Il primo decreto legge è stato denominato “Legge sulle Commissioni di accoglienza nelle città”. “In quei comuni con un numero di abitazioni da 400 in poi, si permette l’istituzione di Commissioni con il potere di vietare a intere famiglie e a singoli cittadini di risiedere nel proprio comune. Il ricorso al divieto è riconosciuto “nel caso in cui dalla Commissione preposta, si riscontri assenza di armonia della famiglia e/o del soggetto in questione, con il resto del tessuto sociale“.

(…) Hanin Zo’ebi, deputato palestinese presso la Knesset ha affermato: “Nessun senso di Stato, né di cittadinanza, e tanto meno di democrazia sono presenti nello Stato di Israele. Stiamo parlando di uno Stato selvaggio che si spinge fino a stuzzicare i punti più sensibili della gente e che istiga i sentimenti storici nazionali tramite l’incitamento al razzismo“.

Il collega di Zo’ebi, Jamal Zahalqah, capo gruppo parlamentare, ha dichiarato: “Attività record della Knesset, che in un solo giorno, approva ben tre leggi razziste. Una che conferisce alle Commissioni il potere di vietare ai palestinesi di vivere in città, una che vieta la libertà d’espressione, con particolare riferimento a quella storica con cui i palestinesi esprimono i propri sentimenti nazionali (la legge sulla Nakba). Per ultimo, la legge che impone ai palestinesi, proprietari di abitazioni sulle quali Israele ha emesso ordini di demolizione, di sostenere le spese dell’abbattimento“.

“E’ il frutto del governo Netanyahu, un governo che cammina e schiamazza come le anatre, dal volto democratico e dal cuore razzista“.

L’obiettivo più importante del piano D era ripulire il futuro Stato ebraico dal rnaggior numero possibile di palestinesi A ciascuna brigata de l’Hagana fu consegnato un elenco di villaggi da occupare. La maggior parte doveva essere distrutta.
(Ilan Pappe, storico israeliano, Storia della Palestina moderna, ed Enaudi, p 59)

l soldati spianarono i fucili e tolsero le sicure. Uno di loro gridò: ‘La terra nostra. Andatevene. Levatevi dai piedi!
(Elias Chacour, Vescovo di Nazareth, Blood Brothers, ed Rubettino, p. 421)

Diedero l’ordine a tutti i padri di famiglia di chiudere le loro case e di andarsene per due settimane. Ricordo, era di sera. Presi con me una coperta e partimmo per le ‘due settimane’ che non sono ancora finite
(Elias Chacour, Vescovo di Nazareth, Ho fiducia in noi, ed. Jaca Book, p.301)

Soldati israeliani armati circondavano i villaggi da tre lati e costringevano gli abitanti a fuggire dal quarto lato. In molti casi, se gli abitanti del villaggio si rifiutavano di andarsene, erano caricati su autocarri e trasportati in Cisgiordania
(Ilan Pappe. storico israeliano, Storia della Palestina moderna, ed Enaudi, p.167)

Le donne e i bambini di Etri Zeitun furono scortati dai soldati del Parmach al confine occidentale del villaggio. Ordinarono loro di andarsene. Quindi i sionisti spararono sopra le foro teste costringendoli a correre. Durante la notte agli uomini fu detto che le loro mogli e i loro figli avevano deciso di lasciare il villaggio e che a loro veniva data 18 possibilità di unirsi ad essi o essere uccisi
(AAVV, Dossier Palestina NaKba., ed Ripostes, p.190)

Agli arabi della terra di Israele ormai resta solo un ruolo: quello di chi fa le valigie.

(Ben Gurion)

http://www.forumpalestina.org/news/2011/Maggio11/12-05-11RicordareNakba.htm

 

 
 
 

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