8788 12° Congresso Ces: Verso il Manifesto di Atene

 
20110514 08:54:00 redazione-IT

European Trade Union Confederation
Confédération européenne des syndicats
12° Congresso Ces: Verso il Manifesto di Atene
(bozza di discussione del 11/5/11)

Il tema prioritario per i sindacati europei oggi è la crisi finanziaria, che colpisce Grecia, Portogallo, Irlanda e che, insieme alle politiche di austerità più in generale attuate negli altri Stati membri, sta esercitando una pressione importante su retribuzioni, pensioni e standard i vita.
La Ces è preoccupata per le conseguenze negative causate finora dal salvataggio delle economie in difficoltà da parte dell’UE e del Fondo Monetario Internazionale. Le misure di austerità imposte, per esempio, in Grecia ed in Irlanda, hanno peggiorato la situazione ed i paesi interessati debbono affrontare un lungo periodo di recessione prolungata, con il debito e la disoccupazione in crescita. Esiste un rischio reale che gli Stati e le relative popolazioni divengano ancor più pesantemente indebitate, con enormi pericoli per l’Europa ed i suoi Stati membri.

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La Ces chiede quindi con urgenza un serio cambiamento nell’approccio dell’UE, affinché provveda ad
aiutare meglio i paesi maggiormente in difficoltà.
Il nuovo Patto Euro plus applicabile alla zona Euro e alle sei altre economie che vi hanno aderito,
contiene implicazioni di ampia portata in particolare sulle retribuzioni, poiché include raccomandazioni
agli Stati membri su:

– comparazione del costo del lavoro per unità;
– ostilità all’indicizzazione salariale e, più in generale, alla contrattazione centralizzata;
– collegamento delle retribuzioni alla produttività, senza includere inflazione o elementi
comparabili;
– pressione per abbassare le retribuzioni del settore pubblico e, in alcuni casi, i salari minimi;
– pressione al ribasso sui diritti pensionistici;
– promozione di rigorosi controlli istituzionali sul debito pubblico.

La Ces afferma che tale approccio è totalmente inaccettabile per i sindacati in Europa ed insiste affinché
siano mantenuti i seguenti principi:
– i salari non sono nemici dell’economia, bensì il suo motore, che stimola crescita ed occupazione;
– l’autonomia delle parti sociali nella contrattazione collettiva e nella negoziazione salariale deve
essere rispettata;
– il potere d’acquisto dei salari dei lavoratori deve essere migliorato, con aumenti in linea con
l’inflazione e la produttività, con l’obiettivo generale dell’equa distribuzione della ricchezza;
– il processo verso la disuguaglianza del reddito deve essere invertito;
– la lotta contro il dumping salariale e fiscale deve essere intensificata e deve essere applicato il
principio di parità di retribuzione a parità di lavoro svolto;
– le pensioni debbono essere protette e debbono garantire condizioni di vita dignitose;
– le regolamentazioni sul debito pubblico debbono essere adattate alle realtà economiche e alle
circostanze eccezionali contingenti, senza provocare recessione attraverso misure di austerità.

In questo contesto, siamo determinati a:
– combattere il crescente potere dell’estrema destra e dei suoi alleati nazionalisti più vicini,
difendendo l’Europa sociale e, a tal fine, ci attiveremo per le prossime elezioni del Parlamento
europeo;
– lottare contro la disoccupazione, la crescente disuguaglianza, il lavoro precario e la governance
dell’austerità;
– mobilitarci per la crescita e la sostenibilità;
– lavorare per una più ampia forza sindacale e degli iscritti e
– sviluppare una risposta congiunta per un mercato del lavoro europeo sempre più integrato.

Tutto questo sarà posto al centro dell’attività della Ces per il periodo 2011/2014.

Inoltre la Ces:

1. lotterà per un New Deal europeo per i lavoratori, contro la governance dell’austerità, i
tagli dei salari e dei servizi pubblici e a favore di una governance economica europea
positiva, con la tassazione delle transazioni finanziarie, l’armonizzazione della base
fiscale delle imprese e verso gli Eurobond.

2. Chiederà che i diritti fondamentali abbiano priorità sulle libertà economiche e, di
conseguenza, solleciterà un Protocollo di progresso sociale da inserire nei Trattati
europei, la revisione della Direttiva distacchi e una regolamentazione “Monti II”.

3. Porrà l’occupazione al vertice dell’agenda europea e al centro della governance
economica dell’UE e, allo stesso modo, nel dialogo sociale europeo, nonché nella
valutazione della strategia 2020 e nell’Atto per il mercato unico.

4. Richiederà un attacco coordinato alla disoccupazione giovanile con garanzie su
istruzione, formazione e lavoro.

5. Darà priorità al miglioramento delle condizioni di lavoro di tutti i lavoratori europei,
alla lotta contro il lavoro non dichiarato e al dumping sociale e salariale, in particolare
all’interno del dialogo sociale.

6. Svilupperà iniziative congiunte con gli imprenditori europei su lavoro ecosostenibile,
crescita ed investimento, politiche industriali sostenibili, istruzione e formazione.

7. Agirà per la protezione di tutti i lavoratori, impiegati in qualunque forma di lavoro,
attraverso contratti collettivi e/o legislazione.

8. Solleciterà una regolamentazione efficace sui mercati finanziari e sulle agenzie di
valutazione, l’eliminazione dei paradisi fiscali, nuove tasse sulle transazioni finanziarie
ed un limite alle retribuzioni ed ai bonus eccessivi per i dirigenti.

9. Chiederà nuovi sistemi di governance aziendale per promuovere la sostenibilità, il
progetto nel lungo termine e livelli di retribuzione giusti per tutti – un sistema in cui i
CAE, i sindacati e i diritti dei lavoratori all’informazione e alla consultazione avranno un
ruolo fondamentale.

10. Chiederà un nuovo dialogo europeo per gestire la giusta transizione verso
un’economia a basse emissioni di carbonio e per lo sviluppo di ricerca ed innovazione
nelle nuove tecnologie e nell’efficienza energetica.

11. Sosterrà i servizi pubblici e combatterà contro il loro smantellamento dovuto alle
misure di austerità e alla privatizzazione all’ingrosso.

12. Combatterà ogni forma di discriminazione basata su sesso, razza, religione, età,
disabilità ed orientamento sessuale e per la riduzione del divario di genere. L’intera UE
deve guidare la ricerca di soluzioni rispetto ai flussi migratori esterni basandosi sul
nostro impegno per l’uguaglianza, la libertà, la democrazia e la legalità contenuti nei
Trattati.

13. Proteggerà i lavoratori migranti, promuovendo il riconoscimento reciproco
dell’appartenenza sindacale, richiedendo il rispetto della parità di retribuzione a parità di
lavoro svolto, basato sul principio del paese ospitante.

14. Migliorerà gli standard di salute e sicurezza, anche promuovendo campagne per
regolamentare gli orari di lavoro a protezione della salute e per porre fine all’opting out,
monitorando gli accordi su stress, violenza e molestie sul lavoro, dando priorità alle
patologie muscoloscheletriche,
proteggendo i dati personali, applicando completamente
le regolamentazioni REACH sulle sostanze chimiche, aumentando la formazione e
dedicando una giornata all’anno alla celebrazione e alla promozione dell’attività dei
rappresentanti di salute e sicurezza.

15. Agevolerà il processo di allargamento dell’UE lavorando con gli affiliati in Turchia e nei
Balcani occidentali.

16. Sosterrà la globalizzazione equa e sostenibile, con accordi di cooperazione UE (ma
non necessariamente bilaterali, come l’accordo con la Colombia) e lavorerà a stretto
contatto con l’ITUC e il TUAC.

17. Promuoverà il Modello sociale europeo come modello positivo e sostenibile per lo
sviluppo mondiale ed effettuerà campagne con l’ITUC a livello globale per i diritti
sindacali.

18. Sosterrà il Consiglio regionale Paneuropeo – PERC – e le attività subregionali
in
Europa, nonché i sindacati ed il dialogo sociale nella regione Euromediterranea;
promuoverà relazioni con le organizzazioni sindacali in Africa, America del nord,
America Latina ed Asia.

19. Chiederà il diritto di sciopero su tematiche transnazionali e insisterà sulla richiesta di
una camera del lavoro specifica all’interno della Corte di giustizia europea.

20. Massimizzerà l’uso dei mezzi a sua disposizione per migliorare l’impatto dell’agenda
sindacale a livello europeo, utilizzando, per esempio, campagne e mobilitazioni,
istituzioni UE, imprenditori e dialogo sociale, gli alleati nella società civile, il vertice
sociale tripartito, il dialogo macroeconomico e le relazioni esterne dell’UE.

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