8822 Se persino Caselli scopre le false promesse di Berlusconi

 
20110531 17:18:00 redazione-IT

[b]di Eugenio Marino[/b]

Non ho parole. Faccio difficoltà a riempire il foglio bianco che ho davanti dopo aver letto le motivazioni delle dimissioni del Senatore Caselli da Responsabile italiani nel mondo del PDL e dal suo Gruppo al Senato. Ma mi sforzo, poiché quella lettera dimostra ciò che dico e scrivo da un anno a questa parte: la maggioranza, il PDL, questo Governo e il suo Primo ministro non hanno alcun interesse verso gli italiani all’estero e, piuttosto, provano fastidio nei loro confronti e li trattano come merce di scambio.

Quando il Senatore Caselli venne nominato Responsabile e successivamente annunciò i famosi 10 milioni di euro, scrissi che si trattava delle solite false promesse di Berlusconi, che tra l’altro arrivavano con una tempistica particolare: il vicino e critico voto di fiducia, lasciando intendere chiaramente che l’intento di quella nomina e della promessa dei 10 milioni aveva come unico scopo quello di mantenere il voto di Caselli al Senato.
Oggi scopriamo che Berlusconi era andato oltre: aveva promesso al Senador persino un incarico da Sottosegretario (ci mancava solo questo alla buona reputazione dell’Italia nel mondo).
Ancora una volta, dunque, l’ennesima, il PDL tratta gli italiani all’estero come merce. Li sacrifica su qualsiasi altare, li prende in giro senza alcun “rispetto” e “considerazione” (per usare le parole di Caselli).
Eppure, in questi tre anni di Governo Berlusconi, il Senador si era distinto solo per le sue altisonanti ed euforiche dichiarazioni di ammirazione nei confronti di Berlusconi e del Governo, nella sua immarcescibile difesa del Capo, anche di fronte all’indifendibile. Insomma, Caselli in questi tre anni, ma soprattutto nei mesi in cui è stato Responsabile italiani all’estero del PDL, più che da Senatore e Coordinatore, ha fatto da guardia del corpo politica e morale di Berlusconi.
Oggi scopriamo che, nel migliore dei casi, Caselli è stato un grande ingenuo buggerato e preso in giro da Berlusconi (mi piacerebbe pensare che sia così). Nel peggiore, invece, un furbetto interessato alla sua nomina di Sottosegretario che, una volta svanita per sempre, ha realizzato che è arrivato (tardivo, molto tardivo) il momento di uscire dal PDL.
Vedremo se, almeno questa volta, Caselli avrà detto una cosa seria e uscirà definitivamente dal partito. Ma intanto cosa propone? La solita sciocchezza politica di formare gruppi parlamentari degli eletti all’estero “per difendere gli interessi di tutti quelli che hanno espresso la loro fiducia in noi”.
Senza nemmeno commentare questa trovata (anche un po’ vecchia, tra l’altro) faccio notare al Senatore Caselli che, per difendere gli interessi degli italiani all’estero, le basta votare in Aula in linea con la sua affermazione della difesa degli interessi degli italiani all’estero. E le faccio qualche esempio semplice e banale: quando si tagliano le risorse sull’assistenza, sulla diffusione di lingua e cultura, sulla stampa italiana all’estero, basta votare “no” come facevano gli eletti del PD eletti all’estero, mentre lei votava “si”. Quando si decide di chiudere i consolati, basta votare “no” come facevano gli eletti del PD eletti all’estero, mentre lei votava “si”. Non c’è bisogno, dunque, di un Gruppo degli eletti all’estero, Senatore, basta la coerenza, il buon senso e la buona fede.
E mi permetto ancora un ultimo esempio sul quale può riflettere e rispondere, sia a me che agli italiani all’estero: dopo tutto quello che ha appena scritto, come voterà alla prossima fiducia che arriverà al Senato? Perché se è coerente con quanto ha scritto la risposta dovrebbe essere conseguente, quindi non votare la fiducia a Berlusconi.

 

 
 
 

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