8815 Rino Giuliani (Istituto F. Santi): Il voto al Senato non è una “buona pagina di lavoro parlamentare

 
20110526 18:34:00 redazione-IT

[b]Per battere il provvedimento controriformistico il confronto è con le proposte dell’associazionismo.[/b]

ROMA – Con 123 voti a favore e 102 contrari il Senato ha approvato il provvedimento di riforma di Comites e Cgie. Sicuramente contenti i senatori Micheloni, Mantica e Tofani anche se incassano il voto soltanto di quasi la metà del senato Scontenti tutti gli altri. La CNE, in specie, ha manifestato ieri con una fermissima presa di posizione del presidente Papais tutta la sua contrarietà.

Gli appelli dell’ultimo minuto al dialogo, le richieste di rinvio della discussione si sono dimostrati una astratta ed inconcludente tattica laddove il giudizio fortemente negativo su un testo lasciato andare troppo avanti ed il dissenso di latitudine planetaria avrebbe invece richiesto la promozione di una adeguata organizzazione della risposta. Il testo approvato andrà all’altro ramo del Parlamento nel permanere di un dissenso di fondo che resta tutto intero.

Così non sembrerebbe per il senatore Tonini il quale vota contro dopo aver valutato la “due giorni” di assemblea come addirittura “una buona pagina di lavoro parlamentare” ed il testo con luci ed ombre e quindi emendabile. Un voto, sembrerebbe, possibilista rispetto alle ragioni di fondo che ne costituiscono l’ossatura.

Ben altro è il tono dei deputati pd eletti all’estero che respingono come “controriformistico” il provvedimento e in modo chiaro e netto , non cincischiano sulle cose condivisibili e su quelle meno condivisibili di un provvedimento, a ragione definito come controriformistico.

Come non convenire ed apprezzare l’impegno degli amici deputati pd dell’estero laddove , nel loro comunicato di ieri affermano “Alla Camera il nostro impegno sarà fermissimo nel cercare di assicurare una duplice condizione: prestare ascolto sulle scelte di riforma alla voce e alle richieste dei COMITES, del CGIE e del mondo associativo e sindacale; fare in modo che il segno controriformistico della legge appena approvata al Senato sia profondamente cambiato e si arrivi a soluzioni costruttive e ampiamente condivise”.

Cambiare profondamente il testo con soluzioni costruttive e ampiamente condivise è anche la richiesta della CNE che nell’ultima riunione del’Ufficio di Presidenza ha deciso di chiedere un incontro a tutti i gruppi parlamentari della Camera nello spirito e con analoghe finalità riformatrici alla base del citato comunicato.

I partiti politici di opposizione che abbiamo visti attivarsi insieme solo nella fase di passaggio del provvedimento all’Aula del Senato hanno comunicato, ad approvazione avvenuta, di nuovo, il loro dissenso. Le associazioni, e la CNE in prima fila, che non hanno cessato un istante di battersi contro un provvedimento basato su principi non condivisibili, si aspettano nell’immediato di conoscere quali concrete iniziative verranno prese dai partiti politici per sostenere una azione di contrasto al testo e di sostanziale nuova proposta che affianchi e sostenga l’azione non solo dei parlamentari eletti all’estero disponibili ma di tutti i gruppi parlamentari che intendono a cambiare il testo stesso..

I responsabili per gli italiani all’estero dei partiti di opposizione affermano nel loro ultimo comunicato: “Ciò che auspichiamo oggi è che nel prosieguo dei lavori alla Camera si apra una vera fase di confronto tra i partiti e con i Comites e il Cgie affinché si possa giungere a una riforma condivisa e utile agli italiani nel mondo”.

In attesa di poter conoscere modalità, tempi e luoghi della suddetta “fase di confronto” , c’è da registrare che proprio dai partiti così ampiamente rappresentati, in diverse forme, nel CGIE oltre che in Parlamento viene esclusa l’idea di un confronto con un soggetto direttamente rappresentativo: con l’associazionismo e con la CNE in specie, su un provvedimento che ne prevede l’esclusione da Comites e Cgie. Se la riforma deve essere condivisa la si deve condividere anche con la CNE e se deve essere utile agli italiani nel mondo pensiamo che la CNE conosca meglio e di più di altri quello che serve perché una riforma sia effettivamente utile agli italiani nel mondo.

Se nell’auspicio al confronto sopracitato ci si trovasse in presenza non di una svista ma di una consapevole scelta sarebbe davvero un modo singolare di opporsi ad un provvedimento controriformistico. Ai loro promotori ed estensori possiamo seguitare a ricordare quanto detto in altre circostanze e cioè che l’associazionismo ha voce sufficiente per farsi sentire.

(Rino Giuliani vice presidente dell’Istituto Fernando Santi)

 

 
 
 

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