8865 Libia, Nato, crimini e criminali.

 
20110608 22:17:00 redazione-IT

[b]di Beppe Sanvitali[/b]

Rasmussen è sempre più teso. I Ministri della difesa dei 28 paesi aderenti hanno detto che la guerra in Libia sta volgendo al termine, che le operazioni proseguono con successo e che Gheddafi è ormai sconfitto.
Però hanno autorizzato la Nato a prolungare le ostilità per altri 90 giorni, cioè tre mesi. Poi all’uso massiccio di elicotteri. Vuol dire che c’è una previsione alternativa: la guera è destinata a prolungarsi.
Ieri sono cadute un centinaio di bombe a Tripoli, che si sta trasformando in un’ammasso di distruzioni, sostituendo Benghasi nella immagine di città martire.Questa mattina, pare che migliaia di soldati fedeli a Gheddafi abbiano attaccato Misurata facendo indietreggiare notevolmente le truppe dei ribelli, che hanno chiesto interventi sempre più consistenti degli occidentali.

Gheddafi si è rivisto in TV dichiarando che non lascerà mai la Libia, il suo paese. Vivo o morto, resterà lì.
Il portavoce governativo ha confermato per l’ennesima volta che la Libia è disposta a raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e per l’apertura di trattative, ma la Nato e le potenze che ne compongono l’ossatura hanno deciso da tempo di eliminarlo e di distruggere la Libia come l’abbiamo conosciuta negli ultimi 40 anni.

Va eliminato attraverso l’umanitaria guerra uno di quelli che non si è mai allineato e che ha preteso di gestire in autonomia (con tutti i suoi limiti) gli affari del suo paese, anche al di là degli schieramenti ideologici della guerra fredda.
Si tratta infatti di uno degli ultimi superstiti del grande movimento dei paesi non allineati, i quali, dopo la scomparsa del socialismo reale, continuavano a costituire una spina nel fianco per il capitalismo globalizzato neoliberista e imperiale.

Come fecero con la civile Belgrado e la Jugoslavia, che andava smembrata, come è proseguito con Bagdad e l’Iraq, oggi si sta portando un altro paese, il più avanzato del continente africano ad un livello pre-industriale (salvando possibilmente i pozzi di petrolio).

La sua colpa fondamentale è quella di non aver inchinato la testa e di aver avanzato e percorso l’ipotesi di un’emancipazione continentale non subalterna agli interessi esterni.

Ebe de Bonafini, madre di Plaza de Majo, madre di tre figli trucidati dalla dittatura argentina, si chiedeva alcuni anni or sono, come fosse stato possibile che per affermare il neoliberismo sul suolo argentino si fosse dovuto annientare un’intera generazione di giovani che credevano in un paese più eguale e che mantenesse nelle proprie mani la ricchezza del suo territorio e dei suoi lavoratori.

Si trattò di un crimine impressionante, che seguì altri "fatti interni" come quelli di Cile, Uruguay, Brasile, Venezuela, Iran, Indonesia, e tanti altri in epoche diverse.

In quei paesi l’operazione riuscì con i vari piani Condor pilotati dalle migliori scuole militari Usa e da quel grande vecchio, Henry Kissinger, che continua a sedere ai vertici nella trilaterale e nel gruppo Bilderberg; ove gli stessi mezzi non producano effetti soddisfacenti, non c’è altra via che utilizzare le bombe di guerre scatenate ad hoc, con tanto di complicità interne ed internazionali, fino ai livelli di istituzioni che dovrebbero garantire la coesistenza e che sono a rigore fondate sul riconoscimento dell’indipendenza dei singoli paesi.

Oggi Moreno-Ocampo ha detto che vi sono conferme che Gheddafi ha distribuito Viagra ai suoi soldati per stuprare le donne delle parte avversa.
Come la provetta di antrace mostrata da Colin Powell a giustificare l’intervento contro Saddam Hussein all’Onu.

Questa volta è il capo della Corte penale internazionale a affermare queste cose.
Corte penale internazionale a cui peraltro nè gli Usa, nè la Libia hanno mai aderito. Quindi nè americani, nè libici, sono perseguibili da quella corte.
Tanto per dire, che razza di personaggi credibili siedono in cima di queste organizzazioni che dovrebbero garantire il governo mondiale…

In Italia, per correre dietro ai potenti in declino nell’avventura libica, si è speso il governo, con i suoi "migliori" ministri, gli stentorei capi dell’opposizione, fino al vertice dello Stato, con l’anziana figura cerchiobottista che interviene a salvaguardare di settimana in settimana il suo indice di gradimento, nella migliore prassi berlusconiana: quella dei sondaggi, per capirci.

La sua profonda natura di ammiratore della cultura anglosassone, lo ha portato a ricevere premi e riconoscimenti in Usa e in Israele, quale grande sostenitore della causa occidentale.

Non vi è stata altra figura di presidente, nel dopoguerra, che in misura così aperta, si sia spinto a sostenere la cusa dei potenti sullo scenario internazionale.

Una grande occasione, per chi comanda le batterie, che a parlare sia un ex-comunista.
E che sia il presidente della ex potenza coloniale che fece oltre centomila morti in quel paese.
Molto più attenti i tedeschi, che hanno maggiore memoria dei propri crimini storici.

Se in Libia si stanno perpetrando dei crimini, essi non sono quelli inventati dai media occidentali ed arabi al servizio delle intelligences occidentali.

Sono invece i crimini dell’occidente quelli che continuano ad imperversare con le bombe sulle capitali dei paesi che tengono alla propria indipendenza come sui villaggi di poveri contadini e pastori dell’Asia a i quali si riconosce un valore inferiore a quello delle mosche e di altri insetti.

Ma i crimini dell’Occidente non sono crimini anonimi. Questi crimini sono costruiti scientificamente dalle elites economico-politiche locali. Hanno cioè nome e cognome.
Si sviluppano all’esterno, finchè, inevitabilmente, tenderanno a svilupparsi all’interno, quando altre operazioni si renderanno necessarie per reggere in piedi il marcescente edificio imperiale con tutte le sue succursali.

Questi crimini, e i loro interpreti, troveranno, prima o poi il giusto luogo del giudizio ? La meritata pena ?

 

 
 
 

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