8853 UNA SCELTA INFAUSTA E SBAGLIATA CHIUDERE LA SEDE DELLA RAI A MONTEVIDEO

 
20110606 11:35:00 redazione-IT

GENTE D’ITALIA/ UNA SCELTA INFAUSTA E SBAGLIATA CHIUDERE LA SEDE DELLA RAI A MONTEVIDEO
[b]DI FABIO PORTA[/b]

MONTEVIDEO aiseeminotizie – "Un silenzio preoccupante e indicativo ha circondato la notizia della chiusura della sede RAI di Montevideo: preoccupante, perché conferma una strategia ormai avanzata e pressoché conclusa di distruzione progressiva di ogni legame dell’Italia con gli italiani nel mondo; indicativo, perché evidenzia il colpevole e miope disinteresse delle istituzioni italiane (la RAI, non dimentichiamolo, è servizio pubblico) nei confronti del continente sudamericano".

Inizia così l’articolo che il deputato Pd Fabio Porta ha scritto per "Gente d’italia", quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia, che lo pubblicherà nell’edizione di domani.
"Per risparmiare una percentuale irrilevante di euro nel milionario bilancio della RAI si taglia l’unico anello di collegamento informativo generale e permanente con una comunità di circa sessanta milioni di italo-discendenti presente nel continente più italiano del mondo: l’America Meridionale.

Un continente, sia detto per inciso, che sta crescendo a ritmi impensabili per i livelli di crescita italiani ed europei e che rappresenta senza dubbio l’area di riferimento ideale e privilegiata per il successo del “Made in Italy” e delle imprese italiane.

Un continente dove la collettività di origine italiana è certamente prevalente rispetto a tutte le altre (basti pensare all’Argentina, al Brasile, all’Uruguay ed al Venezuela) e dove i nostri connazionali e i loro discendenti hanno conquistato nel corso di oltre un secolo di presenza posti dominanti nel mondo della politica, della cultura, dell’economia e dello sport.

RAI International (oggi RAI Internazionale), con la sua sede di Montevideo ha costituito in questi anni un riferimento certo e insostituibile tanto per la propagazione in loco dell’informazione e della cultura italiana quanto per la diffusione in Italia di una saggia e lungimirante “informazione di ritorno” in grado di mantenere un collegamento tra le “Due Italie”.

Dirigenti coraggiosi e affidabili insieme a giornalisti entusiasti e competenti sono stati il segreto del successo di questo mix indovinato che con un investimento minimo (specie se comparato ai costi delle altre sedi RAI all’estero) ha consentito alla televisione pubblica italiana una presenza discreta ma sempre puntuale e capillare in questa grande area del mondo.

“Cui prodest?” ci chiediamo adesso. A chi giova una scelta di questo genere?

Siamo davvero sicuri che siamo di fronte ad un’operazione di vero risparmio e razionalizzazione della spesa pubblica o non piuttosto all’ennesima azione meschina e autolesionista del nostro Paese che oltre ad offendere e mortificare milioni di italiani e italo-discendenti dà un colpo mortale alle ambizioni di internazionalizzazione politica e culturale dell’Italia?

Come parlamentare italiano eletto in Sudamerica ritengo altresì pericolosa la scelta di chiudere la sede di Montevideo per tutto ciò che questo può significare in termini di riduzione degli spazi di informazione e quindi di consapevole partecipazione democratica ai danni di una grande collettività che solo da pochi anni sta esercitando il suo diritto costituzionale di votare e quindi scegliere i propri rappresentanti al Parlamento italiano.

Sarebbe saggio e responsabile un ripensamento da parte dei vertici RAI; se così non sarà dovremo porre in atto tutte le azioni possibili affinchè ciò avvenga, a partire da quelle di tipo parlamentare.

La comunità italiana del Sudamerica non merita questo castigo; non lo meritano nemmeno i milioni di sudamericani amici dell’Italia che vedono nel nostro Paese un riferimento linguistico e culturale.

Agli amici di RAI International di Montevideo va intanto il mio sincero ringraziamento per il lavoro assiduo e valoroso di questi anni, nella speranza che presto si possa riprendere il cammino lasciato a metà a causa di una decisione infausta e sbagliata. Ne avremmo tutti un beneficio, Italia in testa!". (aise)

 

 
 
 

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