8875 ITALIANI ALL'ESTERO: IL DIRITTO DI VOTO E' FATTO DI APPARTENENZA E GLOBALITA'

 
20110610 23:25:00 redazione-IT

[b]di Maurella Carbone[/b] (Frankfurt am Main)

Dopo quanto dichiarato da Di Pietro a "Repubblica-TV", arriva il prof. Sartori con una visione del tutto retro’ delle italiane e degli italiani all’estero, e non è l’unico che vede un’anomalia nel fatto che cittadini con passaporto italiano, ma da generazioni all’estero, decidano su cose riguardanti le/gli abitanti dello stivale.

Irene Di Carlo ha fornito più volte nei commenti sull’articolo dei contributi chiari, pacati ed obiettivi alle questione, contraddicendo quella che sta diventando sempre di più opinione comune:
ma a chi vive all’estero, che gliene importa dell’Italia?

Appare quindi evidente ed urgente che l’ignoranza delle/degli abitanti dello stivale non la si supera solo con ragiomenti logici, reclamo dei propri diritti di cittadino/a sui blog o sui commenti dei quotidiani online, prese di posizione anche di personaggio importanti come Andrea Amaro, a nome del CGIE, ed altri, che restano confinate nel circuito interno comunicaivo del variegato mondo migratorio, senza o con scarsa visibilità esterna.

A prescindere da eventuali azioni di protesta (non solo per la dilagante presa in giro del ns. diritto ad esprimerci, ma anche per il fatto che nessuno partito, purtroppo, se non erro, ha fatto presente in Parlamento, al momento della presentazione del decreto omnibus, che all’estero erano giá partite le operazioni di voto ed ha stoppato il tutto con ricorso urgente alla Cassazione, se non alla Consulta) restano questi aspetti per noi centrali, anche se non esaustivi, da tener presente nelle future attività:

– l’ informazione di ritorno
– le informazioni ai cittadini e soprattutto alle cittadine italiane/i all’estero, riguardanti i diritti di cittadinanza, tra cui AIRE, mobilità e visibilità delle donne
– le strutture consolari e la riduzione dei servizi alle /ai connazionali all’estero
– le informazioni in rete e la visibilità esterna delle associazioni all’estero tramite una molteplicità di canali informativi (e non solo in rete)
– le questioni della globalizzazione e mondialità rispetto a beni comuni (come la salute, l’acqua, l’energia ecc.) che non possono essere più limitati ad aspetti locali e contingenti (questi ne sono il risultato finale), ma vanno visti e trasmessi – con tutte le difficoltà insite a tale compito- appunto come problemi globali, con ricadute locali.

Ripeto non si tratta di una visione esaustiva, ma di alcuni aspetti centrali nelle ns. azioni future, di cui dovremo comunque prendere atto per far valere non solo i ns. DIRITTI come cittadine/i ma anche come persone che, proprio per l’esperienza migratoria, hanno talvolta una visione almeno più ampia che va fatta valere rispetto a chi non si è mai confrontato a lungo con altre realtá, per cui non ha bisogno di "guardare oltre all’orlo del piatto" come si dice in Germania.

Maurella Carbone

 

 
 
 

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