8906 Figlio Gheddafi: elezioni subito per chiudere guerra

 
20110616 11:18:00 redazione-IT

Voto entro tre mesi, tanto vincera’ mio padre. Vergogna Italia

ROMA (ANSA) – ”Elezioni subito, con la supervisione internazionale: il mondo cosi’ scoprira’ quanto Gheddafi e’ popolare”. E’ l’ipotesi prospettata da Saif Al Islam, 39 anni, il piu’ ‘politico’ tra i figli del Colonnello, come ”unico modo indolore per uscire dall’impasse” in Libia, convinto che ”il popolo e’ con noi. Batteremo i ribelli alle urne”. In una lunga intervista al Corriere della Sera, Saif non risparmia tuttavia critiche all’Italia: ”Vergogna” e’ il monito che lancia contro il nostro Paese.

”Berlusconi e’ in difficolta’ – dice – bene. Non possiamo che gioirne. Lui e il ministro Frattini si sono comportati in modo abominevole con noi.

Fino a tre mesi prima lo scoppio della ribellione venivano a inchinarsi e baciavano le mani a Gheddafi, salvo poi voltare la schiena e passare armi e bagagli tra le file de nostri nemici alla prima difficoltà. Vergogna!”. Peraltro, aggiunge il figlio del rais, ”separiamo nettamente la figura di Berlusconi dall’Italia. Apprezziamo le critiche alla guerra e contro la Nato avanzate dalla Lega. Guardiamo con interesse i vostri partiti di sinistra. La Libia terra’ un atteggiamento assolutamente diverso nei confronti di un’Italia senza Berlusconi”.

Saif al Islam, a nome del clan, propone il suo piano per uscire dal conflitto, attraverso delle elezioni ”entro tre mesi”, con osservatori internazionali, a ”garanzia della trasparenza”. ”Accettiamo la Ue, l’Unione Africana, l’Onu, la Nato”. L’importante, aggiunge il figlio del colonnello, e’ che lo scrutinio ”sia pulito”. ”Non ho alcun dubbio: la stragrande maggioranza dei libici sta con mio padre e vede i ribelli come fanatici integralisti islamici, terroristi sobillati dall’estero, mercenari agli ordini di Sarkozy”. E proprio la Francia, ”che ha insistito nell’intervento” per Saif adesso dovrebbe ”aiutare a trovare una via d’uscita”. ”Abbiamo gia’ avuto abbocchi con Parigi, ma per ora senza seguito. Ma sono loro che impongono la politica del governo di Bengasi”. Il vecchio regime, comunque, ”e’ morto” e il futuro potrebbe essere ”una Libia composta da forti autonomie locali e un debole governo federale a Tripoli” sul modello ”degli Stati Uniti”.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/06/16/visualizza_new.html_817350379.html

 

 
 
 

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