8905 Fini: si' nuovo esecutivo che adotti agenda Draghi

 
20110616 11:14:00 redazione-IT

ROMA (ansa) – ”Berlusconi dovrebbe fare un gesto d’amore per l’Italia e per il centrodestra, prendere atto che vivacchiare e’ difficile e dannoso per il Paese e passare la mano. Ma non lo fara’. E il governo collassera’ come un mobile pieno di termiti”. Ne e’ convinto il leader di Fli e presidente della Camera, Gianfranco Fini, che in una lunga intervista al Corriere della Sera, assicura che appoggerebbe ”un governo che adottasse l’agenda Draghi, le quattro o cinque priorita’ per il Paese”.

Ma avverte che, se si dovesse andare ad elezioni anticipate, ”i poli saranno tre, senza accordi neoulivisti tra forze unite solo dall’idea di sconfiggere Berlusconi”. Il 22 giugno, comunque, secondo il presidente della Camera ”non succedera’ nulla”, anche se il premier dovrebbe andare in Aula a ”riconoscere che il programma del 2008 non c’e’ piu’. Minimizzare sostenendo che la sconfitta e’ dovuta al mancato taglio delle tasse significa nascondere la testa sotto la sabbia”. Intanto, ”sento evocare lo spirito del ’94, e mi pare un segno di fine regime”. Il premier, aggiunge Fini, ”ha sempre diviso” e ”anche quando ha raccolto un consenso vasto l’ha sempre fatto contro un nemico. Ha alzato muri, oggi si dovrebbero costruire ponti”.

E ”servirebbe un esecutivo imperniato nel centrodestra che ha vinto le elezioni ma capace di parlare a tutti gli italiani, che puntasse sulle cose che uniscono anziche’ sulle tante che dividono”. Per Fini ”tutte le opposizioni sarebbero in difficolta’ a dire no a un governo che chiudesse il libro dei sogni” e ”affrontasse l’emergenza economica e morale che ormai e’ vicina”. Peraltro, ”il governo finora si e’ retto sul triangolo Berlusconi-Bossi-Tremonti. E’ di Tremonti – sottolinea – il merito di non averci trascinato al Pireo”.

Pero’ ”ora sia Berlusconi che Bossi lo mettono sotto pressione perche’ sanno che loro due usciranno dalla politica insieme”. Ed e’ per questo che la Lega non rompera’, ”almeno finche’ comanda Bossi. E’ impensabile che Berlusconi esca di scena e Bossi no”. Fini poi difende la scelta del Terzo Polo che ”non e’ una convergenza tattica: Casini, Rutelli e io abbiamo storie diverse ma attorno ai nostri valori si puo’ ritrovare un ampio arco di forze responsabili”. Quando si andra’ alle politiche ”misureremo il grado di consenso del nostro progetto”. E, rispondendo a una domanda su Urso e Ronchi, Fini chiarisce che ”il nostro avvenire non dipende dal numero o dai nomi dei deputati”.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/06/16/visualizza_new.html_817350383.html

 

 
 
 

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