8942 GIANNI PITTELLA: Gli "Union bond" per stimolare la ripresa

 
20110623 10:05:00 redazione-IT

Gli "Union bond" per stimolare la ripresa Dal Parlamento europeo una nuova proposta di emissione di titoli pubblici continentali per finanziare gli investimenti

Il Parlamento europeo, riguardo alla crisi ed alla ricetta da utilizzare per rimettere in piedi l’economia europea, ha sin dall’inizio avuto una posizione, di avanguardia. Il cuore del ragionamento e semplice: le rigide politiche di consolidamento finanziario, volute dalla Commissione europea e dagli Stati membri, impediscono di fatto ogni possibilità d’investimenti e crescita favorendo dinamiche re cessive che • rendono ancora più complicato per alcuni Paesi far fronte alla crisi dei debiti sovrani.

E giusto che si chiedano agli Stati membri con finanze pubbliche disastrate rigorosi aggiustamenti dei conti, ma bisogna essere attenti a saper bilanciare queste richieste, perché le sole politiche di rigore impediranno a molti Paesi di poter programmare politiche d’investimento capaci di garantire un ritorno alla cre-, scita. Si rischia così di mettere’ definitivamente in ginocchio le economie più deboli. Basta guardare alla Grecia per rendersi conto di come la migliore strada per sostenere il proprio debito é tornare a crescere perché i prestiti dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale offrono un po’ di ossigeno alle casse di Atene ma non cambiano quella che é una situazione di enorme difficoltà, della quale non si riescono a intravvedere i possibili sbocchi. Considerate queste evidenze, il Parlamento europeo chiede che la discussione in atto sulla riforma della governance economica, sia centrata non solamente sulle riforme necessarieagarantireil rigore dei conti ma anche su quelle riforme capaci di stimolare la ripresa. Come ad esempio l’introduzione degli "Union Bond" che rappresenterebbero lo strumento in grado di recuperare le risorse necessarie da utilizzare per un grande piano d’investimenti europeo in settori d’interesse strategico come energia ed infrastrutture.

Ed é altrettanto necessario un approccio particolarmente giudizioso alla riforma del Patto di stabilità e crescita proposta dalla Commissione europea e che prevede l’introduzione di criteri più stringenti sulla dinamica di rientro dal deficit e dal debito. Se ne sta discutendo in Parlamento e a livello dei governi e le implicazioni per l’Italia, nel caso passasse un’impostazione molto rigorosa del rafforzamento dei criteri di rientro, sono di non poco conto. Il motivo é semplice, il nostro Paese é quello con il più alto livello di debitopubblico e quindiquéllo maggiormente ‘esposto’ ad una riforma che introduca criteri più stringenti sui percorsi di rientro dal debito. Anche in questo caso é necessario bilanciare le proposte ed il Parlamento europeo é stato chiaro: se si vogliono meccanismi vincolanti e sanzioni severe per rimettere in ordine i conti si prevedano altrettanti meccanismi automatici e vincolanti perché i Governi seguano gli obiettivi fissati dalla strategia EU 2020 che rappresenta il sentiero tracciato dall’Europa e dagli Stati membri per creare crescita sostenibile e occupazione. Altrimenti i conti saranno pure in ordine ma la situazione economica europea sarà peggiore di quella attuale.

http://www.giannipittella.it/

 

 
 
 

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