8937 Narducci (PD): le risposte del Governo non sciolgono i nodi sul personale scolastico all’estero

 
20110623 00:03:00 redazione-IT

Le aspre critiche rivolte (martedì 21) in aula al Governo da tutte le opposizioni durante il dibattito sul cosiddetto «Decreto sviluppo», relativamente alla gestione “leggera”, da parte del Governo, degli ordini del giorno presentatati dai parlamentari, trova spesso conferma nelle risposte che l’esecutivo fornisce quando, a distanza di tempo, è chiamato a rispondere a interrogazioni relative a materie già trattate con ordini del giorno che aveva approvato.

Un tempo il numero degli ordini del giorno approvati in aula era di gran lunga inferiore ma proprio per questo criterio selettivo il Governo era più attento a darvi seguito. L’attuale Governo, invece, soprattutto quando non ha il conforto dei numeri, pur di evitare la votazione e andare sotto esprime parere favorevole su moltissimi ordini del giorno sapendo in partenza che difficilmente avranno un seguito.

Se n’è avuta prova anche oggi (mercoledì 22) quando il Governo ha risposto ad una interrogazione a risposta immediata in Commissione affari esteri presentata da Franco Narducci, riguardante le modalità di servizio all’estero del personale scolastico. Giova ricordare che la legge 10/2011 – legge di conversione del cosiddetto «decreto mille proroghe» del dicembre 2010 – ha modificato totalmente il quadro contrattuale disciplinato dal CCNL sottoscritto dal Governo tramite la sua rappresentanza (ARAN). In particolare l’art. 2 comma 4-novies di tale legge è intervenuto sulla durata del servizio all’estero, ha attuato la sospensione triennale della mobilità a domanda estero per estero, e ha prorogato per ancora due anni le graduatorie permanenti per la destinazione all’estero del personale di ruolo della scuola.

Tutto ciò in aperto contrasto con l’ art. 109 del summenzionato CCNL scuola, laddove stabilisce che la “destinazione all’estero costituisce mobilità professionale ed è regolata, ai sensi del D.lgs. n. 165/2001, dalla contrattazione collettiva“.

In sede di conversione del decreto l’on. Franco Narducci, per ovviare alla palese mancanza di chiarezza, aveva presentato un ordine del giorno che impegnava il Governo a provvedere alla predisposizione di un Regolamento attuativo della norma 1. S’intendeva con ciò garantire al personale scolastico in servizio all’estero, al momento dell’entrata in vigore della legge, di concludere il mandato all’estero e di definire le modalità con cui il personale rientrato in Italia, dopo il primo mandato, può essere destinato nuovamente ad una sede estera nei limiti dei nove anni stabiliti.

Di questo ordine del giorno, approvato dal Governo, non si è tenuto conto allorché il Ministero degli affari esteri ha emanato, il 17 maggio scorso la circolare n. 1 riguardante le modalità applicative dell’articolo 2 comma 4-novies del decreto mille proroghe.

La Circolare applicativa del MAE è a mio parere insufficiente e parziale! Essa non disciplina le necessarie norme transitorie, in un quadro interpretativo certo e definito delle norme che dovranno garantire la destinazione all’estero per i prossimi anni scolastici. Al contrario la circolare accentuerà le probabilità di contenziosi tra le diverse categorie di personale e il Ministero degli esteri.

Inoltre si deve considerare che da oltre cinque anni il MAE non indice un bando di selezione per il personale scolastico di ruolo da destinare all’estero, con la conseguenza che le attuali graduatorie di personale vincitore di concorso sono esaurite e nelle scuole italiane all’estero vengono assunti per la maggior parte supplenti e personale precario.

Nella risposta all’interrogazione il Governo ha sostenuto che su questo ultimo fronte si procederà in tempo utile ad avviare le procedure di selezione e di aggiornamento delle graduatorie, una decisione che sarà tradotta in concreto sicuramente va nella direzione giusta.

Non si ha tuttavia l’impressione che il Governo e l’Amministrazione abbiano a cuore la scuola italiana all’estero e i lettorati presso le università straniere, per lo meno non si intravede quella percezione di tali potenzialità che invece è netta nei Paesi che competono con l’Italia nello scenario dell’economia globale.

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Franco Narducci
Vicepresidente
Commissione Affari esteri
Camera dei Deputati, Roma

 

 
 
 

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