Con l’accusa di complotto con l’obiettivo di rovesciare la monarchia, un tribunale militare ha condannato all’ergastolo Hassan Ali Hassan Mushaima, uno dei fondatori del principale partito di opposizione, Al Wefaq, attualmente segretario generale del partito Al Haq.
Stesso giudizio è stato riservato ad altre sette note personalità politiche che avevano partecipato o sostenuto le proteste anti-governative promosse nel piccolo regno del Golfo tra febbraio e marzo di quest’anno.
Nel corso della stessa udienza altri 13 imputati sono stati condannati a pene detentive tra i due e i cinque anni. Tra i condannati anche Ibrahim Sharif, leader del movimento laico Waad, che si era unito al resto dell’opposizione reclamando la trasformazione del paese in una monarchia costituzionale.
La notizia della sentenza è stata preceduta e seguita da manifestazioni e blocchi stradali. Gli accusati, riferisce l’agenzia di stampa ‘Bna’, hanno 15 giorni di tempo per presentare eventuale ricorso.
Tra febbraio e marzo, dimostranti per lo più appartenenti alla comunità sciita (prevalente nel paese) sono scesi in piazza denunciando discriminazioni e assenza di democrazia in un paese governato dalla famiglia reale al Khalifa, di estrazione sunnita. Per aiutare il governo a contrastare il movimento di contestazione, a metà marzo erano stati inviati nel paese 1500, tra militari e poliziotti, da Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti.
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