9004 EGITTO: Nervi a fior di pelle, venerdì nuova manifestazione di piazza

 
20110706 19:54:00 redazione-IT

[b]di Elisa Ferrero[/b]

In Egitto c’è grande attesa per la protesta dell’8 luglio, il "venerdì della perseveranza", tanto per citare uno dei nomi usati per la manifestazione. Sembra che gli sviluppi recenti, le nuove violenze di piazza e le scarcerazioni sgradite, abbiano convinto i gruppi e i movimenti organizzatori a rinunciare allo slogan "la Costituzione prima", per concentrarsi su rivendicazioni in grado di unire tutti quanti, includendo ad esempio l’esigenza di trasparenza ed efficacia nella giustizia e un piano economico che tenga conto dei bisogni dei più poveri. Tuttavia, è probabile che fino a venerdì non si sarà sicuri di quali saranno effettivamente le richieste comuni della piazza.

La rinuncia alla protesta in favore di una "Costituzione prima", comunque, ha guadagnato alla manifestazione dell’8 luglio altre adesioni. Sia la gioventù salafita che i Fratelli Musulmani si sono infine decisi a partecipare. Qualche maligno, in effetti, a proposito dei Fratelli Musulmani, ha commentato che questa volta non vogliono più fare brutta figura, rimanendo esclusi da proteste di successo come quelle del 25 gennaio e del 27 maggio scorso.

A Suez, invece, l’8 luglio è già cominciato da ieri. Continuano, infatti, le proteste dei familiari dei martiri, dopo le scarcerazioni su cauzione dei poliziotti accusati di avere ucciso dei manifestanti. Oggi ci sono stati pesanti scontri con la polizia militare che non sembrano placarsi, anche perché il ricorso del Procuratore contro la scarcerazione dei poliziotti è stato rifiutato. A ciò si aggiunge lo sciopero dei lavoratori dell’Autorità del Canale di Suez.

Ad accrescere la tensione è quindi giunta la notizia che il pompaggio di gas a Israele, interrotto dal recente attentato, riprenderà tra due giorni. Venerdì prossimo si tornerà a chiedere ancora una volta l’annullamento del contratto di vendita.

Qualche piccolo segnale positivo c’è anche oggi. Il nuovo medico legale incaricato di ripetere l’autopsia sul corpo di Khaled Said ha confermato quanto tutti già sapevano: il ragazzo è stato ucciso e il sacchetto di hashish che lo avrebbe soffocato – secondo quanto dichiarato dal precedente scandaloso rapporto medico – gli è stato messo in gola dopo la morte. Ci sono voluti più di un anno e una rivoluzione per ottenere che venisse a galla un barlume di verità.

Un altro segnale da molti considerato positivo è la nomina di Hosam al-Gheriani a presidente della Corte di Cassazione e del Consiglio Supremo della Magistratura. al-Gheriani appartiene alla corrente "istiqlal" (indipendenza) della magistratura, che propugna appunto l’idea di una magistratura libera e indipendente. Si spera, dunque, che al-Gheriani, giudice stimato per la sua integrità, possa dare una svolta alla riforma della magistratura, anche se questa non può dipendere dall’operato di una persona sola, ma è necessario modificare tutta la struttura di leggi che regola i rapporti con il governo.

Ciò che tuttavia ha catturato maggiormente l’attenzione, oggi, è stata una forte deflagrazione, verso le 11,30, udita soprattutto nella parte sud del Cairo. Dopo qualche momento di panico, fonti ufficiali delle forze di sicurezza hanno dichiarato che l’esplosione è stata causata da un jet supersonico che ha superato la barriera del suono. Solo che inizialmente la gente ha pensato a un attentato o a qualche altra disgrazia, perché quasi contemporaneamente, nella zona di Maadi, dove l’esplosione si è sentita più forte, c’è stato il crollo di un ponte in costruzione, seguito da scontri con le forze dell’ordine. Nel crollo sono morti quattro operai e le famiglie, pare, se la sono presa con la polizia.

L’esplosione, dopo il panico iniziale, ha suscitato molta ironia. Tuttavia, per qualche istante, c’è stata davvero un po’ di paura, a dimostrazione che i nervi sono a fior di pelle al Cairo.

 

 
 
 

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