9034 INCA CGIL SULLE PENSIONI DI REVERSIBILITÀ: LA NORMA ANTI-BADANTI È INCOSTITUZIONALE

 
20110713 09:29:00 redazione-IT

La norma contenuta nel decreto legge n. 98 de l 6 luglio scorso, che dispone la penalizzazione delle pensioni di reversibilità alle vedove che hanno contratto matrimonio con persone più anziane di almeno 20 anni, contiene più di qualche elemento di incostituzionalità. Lo afferma Morena Piccinini, presidente dell’Inca, nel commentare la manovra economica 2011 approdata in Parlamento per la sua approvazione.

"Infatti – spiega la presidente dell’Inca -, il Governo, nel predisporre la cosiddetta norma anti-badante, per porre fine ai matrimoni tra anziani soli e le donne che si prendono cura della loro assistenza, fenomeno peraltro molto limitato, non solo manifesta per l’ennesima volta un pregiudizio xenofobo e razzista, chiaramente esplicitato nei commenti di tanti ministri, ma non tiene conto dei tanti pronunciamenti della Corte Costituzionale, con i quali è stato ripetutamente dichiarato illegittimo qualsiasi intervento che limiti il diritto alla pensione di reversibilità, in caso di matrimonio contratto in età avanzata e di breve durata".

"Inoltre, al di là dell’intollerabile pregiudizio – osserva Piccinini -, la norma probabilmente nasconde una volontà ben più strutturale di questo Governo. È quanto emerge dalla delega assistenziale, dove si evoca esplicitamente un cospicuo risparmio sulle pensioni di reversibilità in base al reddito, limitandole al solo bisogno estremo. Il tutto si configura come un intervento che avrà ricadute non soltanto sulle badanti straniere, ma sulla generalità dei titolari di pensioni di reversibilità".

"Ma dove si vuole risparmiare se già oggi le pensioni di reversibilità sono legate al reddito; e sono sempre più numerose le vedove o i vedovi che ricevono appena il 30 per cento di quanto spettava al coniuge deceduto?", si chiede Piccinini. "Già ora, dunque, – aggiunge – è in atto un grande risparmio, e agire di nuovo su questo capitolo può voler dire che si vogliono progressivamente cancellare le pensioni di reversibilità in quanto diritto del coniuge superstite, infrangendo le norme basilari del diritto previdenziale che non a caso prevede la contribuzione obbligatoria per "invalidità vecchiaia e superstiti"".

"Questo spasmodico furore rigorista nel nome di fare cassa – afferma la Presidente dell’Inca – non vuole invece tenere conto di una grande ingiustizia già in atto da alcuni anni. Infatti, si sta verificando sempre più spesso che in caso di decesso di persona giovane e con pochi anni di anzianità contributiva, la pensione di reversibilità calcolata nel solo regime contributivo determina situazioni di coniugi, ma soprattutto di orfani minori che dovrebbero essere mantenuti con somme che superano di poco cento euro al mese. Peraltro, tutto ciò in un sistema che non prevede più nessuna integrazione al trattamento minimo e che non prevede più ingiustamente nessuna forma di solidarietà, neanche per queste situazioni di grande bisogno".

"Quindi – continua Piccinini -,non abbiamo più niente da dare in materia di reversibilità, ma solo titolo a superare ingiustizie presenti. Pertanto, chiediamo al Governo e al legislatore quale sia il vero scandalo in materia di pensioni di reversibilità: la vedova straniera che ha accudito l’anziano negli ultimi anni di vita, o il trattamento riservato agli orfani di persona deceduta giovane, che oltre a perdere il genitore, si vedono sottratta anche la pur minima possibilità di mantenimento?".

"È auspicabile – conclude la Presidente dell’Inca – che nel corso del dibattito parlamentare per l’approvazione della manovra finanziaria si giunga ad una sostanziale modifica della norma, superando l’ingiustizia in essere ed evitando di produrne di nuove, sempre a danno delle persone più deboli".

 

 
 
 

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