9092 PERU': OLLANTA HUMALA TASSO PRESIDENTE, IL PRIMO DI SINISTRA DAL 1975

 
20110729 17:58:00 redazione-IT

Ha promesso di “cancellare il lacerante volto della povertà in Perù” e ha sorpreso il paese, innescando la prima polemica tra i conservatori, giurando di rispettare “lo spirito, i principi e i valori della Costituzione del 1979” – simbolo del ritorno alla democrazia in Perù dopo una serie di dittature – ovvero quella precedente alla Carta promulgata nel 1993 dall’ex presidente Alberto Fujimori, in carcere per corruzione e violazioni dei diritti umani.

Accompagnato dalla moglie, Nadine Heredia, in abito rosa, e dai figli Illariy, Nayra e Samin, Ollanta Humala, 49 anni, militare a riposo, si è insediato a Lima come primo capo dello Stato di sinistra del Perù dal 1975, pronunciando la formula di rito di fronte al presidente del Congresso, Daniel Abugattás, e a una dozzina di colleghi stranieri, tra cui quelli di Brasile, Argentina, Colombia, Ecuador, Bolivia, Cile e Uruguay. Assenti, per motivi di salute, il venezuelano Hugo Chávez – che ha salutato Humala via ‘Twitter’ – e il paraguayano Fernando Lugo.

Tra le grida di protesta del blocco dei parlamentari ‘fujimoristi’ – il figlio del presidente in prigione, Kenji Fujimori, ha parlato di “provocazione” – e la sorpresa dei dignitari stranieri, Humala ha pronunciato un discorso dai toni moderati ribadendo l’impegno “per ottenere l’inclusione sociale di tutti i peruviani, soprattutto dei più poveri”. Affrontando l’economia ha poi annunciato un aumento immediato del 12,5% del salario minimo e un secondo aumento uguale all’inizio del 2012, una delle promesse della sua campagna elettorale che aveva già causato preoccupazione tra i settori imprenditoriali.

Il capo dello Stato uscente, il populista di destra Alan García, ha seguito la prassi consegnando la fascia presidenziale al responsabile militare del palazzo del governo, Jaime Araújo, ma, rompendo la tradizione, si è allontanato in seguito senza partecipare all’investitura di Humala per timore, aveva detto nei giorni scorsi, di essere fischiato.

Humala riceve un paese di 28 milioni di abitanti in pieno ‘boom’ economico – nel 2010 la crescita è stata pari all’8,8% – ma con oltre un terzo di poveri. Gli interrogativi si incentrano sulla strategia che studierà per mantenere questa crescita – basata su una massiccia e controversa attività di sfruttamento delle risorse naturali – e promuovere l’inclusione in un paese in cui si contano oltre 200 conflitti sociali. Sarà accompagnato, in particolare, dall’imprenditore Salomón Lerner Ghitis, primo ministro, l’intellettuale di sinistra Rafael Roncagliolo agli Esteri e il liberale Miguel Castillo all’Economia.

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CHI E’ OLLANTA HUMALA (Da Wikipedia)

Ollanta Moisés Humala Tasso (Lima, 27 giugno 1963) è un politico e militare peruviano. La madre, Elena Tasso, è un’avvocatessa e professoressa italiana, originaria dell’Emilia Romagna.

Nell’ottobre 2000 guidò un colpo di stato contro il presidente Alberto Fujimori. Fu espulso dall’esercito e riabilitato alla caduta del presidente Fujimori.

Nell’ottobre 2005 si proclamò alla guida del Partido Nacionalista Peruano (PNP).

Humala si è candidato alle elezioni presidenziali del 2006 ed è stato sconfitto al ballottaggio dal candidato Aprista Alan García, ottenendo il 47,62% dei consensi.

Ollanta Humala è il secondo di sette fratelli; il padre è l’ideologo fondatore di una dottrina ultranazionalista basata sulla esaltazione del glorioso passato incaico. Non a caso Ollanta è appunto un nome incaico, come del resto i nomi degli altri fratelli (Pachacutec, Ima Sumac, Cusicollur e Antauro). Insieme al padre e ai fratelli Antauro e Ulises Humala, gli obiettivi politici di Ollanta sono di cercare di instaurare in Perú un governo di nazionalismo sociale, dove il potere dovrà essere esercitato dai meticci, dagli indigeni amerindi (che rappresentano la maggioranza della base demografica del Perú) e da coloro che tradizionalmente sono emarginati (ceti meno abbienti).

Ollanta Humala ha iniziato la sua formazione nel Collegio Peruviano-Giapponese "La Unión" di Lima. La sua carriera militare cominciò nel 1982, anno in cui entrò, insieme a suo fratello Antauro nella Scuola Militare di Chorrillos.

Nel 1992 Humala prestò servizio nella provincia di Tingo María (Dipartimento di Huánuco), combattendo per l’eradicazione delle ultime cellule di Sendero Luminoso. In questa circostanza avrebbe commesso una serie di abusi contro la popolazione civile; questi fatti costituiscono uno dei punti di forza della contestazione dei suoi oppositori politici. Nel 1995 partecipò al conflitto Perù-Ecuador, di stanza presso una base militare in prossimità dei due paesi, anche se non partecipò direttamente ai combattimenti.

Il 29 ottobre 2000, insieme a suo fratello Antauro e ad altri 78 soldati, principalmente veterani della guerra contro l’Ecuador e membri dei nuclei antiguerriglia che avevano combattuto contro Sendero Luminoso, prese d’assalto la miniera di Toquepala (Dipartimento di Tacna) con l’intento di spodestare l’allora presidente Alberto Fujimori.

Dopo questa azione, condotta in un periodo durante il quale il regime di Fujimori stava iniziando a perdere consenso, Ollanta Humala, insieme al manipolo di soldati che aveva sollevato, continuò a denunciare alle popolazioni andine l’illegalità del governo Fujimori e la corruzione dei capi militari delle Forze Armate peruviane. In seguito ai disordini creati da Ollanta Humala, Alberto Fujimori fu costretto a fuggire dal paese e il governo transitorio di Valentín Paniagua che gli succedette, offrì ad Humala una amnistía se avesse accettato di deporre le armi.

Durante questo periodo, fra il 2001 e il 2002 Ollanta Humala ottenne la laurea in Scienze Politiche presso la Pontificia Università Cattolica del Perú. Con l’appoggio dei politici che erano stati in precedenza oppositori tradizionali di Alberto Fujimori, Humala poté tornare ai suoi incarichi militari e fu nominato attaché militare presso l’ambasciata peruviana di Parigi e in seguito a Seoul. Nel 2004 fu congedato dall’esercito.

Nell’ottobre del 2005 Humala si è proclamato leader del Partido Nacionalista Peruano e ha proposto la sua candidatura alla Presidenza del Perú alle elezioni politiche del 2006. Non avendo potuto iscrivere il partito in tempo utile presso il Tribunale Nazionale delle Elezioni, si è alleato con il partito Unión por el Perú, designando come vicepresidenti, in caso di elezione, due membri di quest’ultimo gruppo: Gonzalo García Núñez, membro del Consiglio di Amministrazione del Banco Central de Reservas del Perú, e Carlos Alberto Torres Caro, avvocato.

Nei mesi di novembre e dicembre 2005 la comunità ebrea peruviana ha accusato Humala e il suo partito di perseguire una politica xenofoba e razzista. In seguito, però, dopo un incontro fra il leader della comunità ebraica Isaac Mekler e Ollanta Humala, le posizioni si sono ammorbidite, fino al punto che, alla promessa di candidatura per un posto nel Parlamento di Lima, lo stesso Mekler ha aderito al Partido Nacionalista Peruano. Le relazioni con la comunità ebraica si sono spinte molto oltre, tanto che ad oggi, il principale sponsorizzatore e finanziatore della campagna di Humala è il multimilionario peruviano di origini ebree Isaack Galski, proprietario di una importante flotta di pescherecci, nonché di molte fabbriche conserviere. Ollanta Humala ha potuto quindi portare avanti una campagna elettorale senza badare a spese, potendo disporre di risorse molto superiori a quelle a disposizione della sua principale antagonista, la democristiana Lourdes Flores Nano.

Ollanta Humala ha dichiarato di ispirarsi e di nutrire ammirazione per Juan Velasco Alvarado e per le politiche nazionaliste del governo militare al potere nel periodo 1968-1980.

Humala gode di una forte popolarità nella zona meridionale del paese, per la sua critica al modello neoliberista e ai partiti politici tradizionali, colpevoli, a suo parere, di non avere mai rispettato le aspettative del popolo.

Il 5 febbraio del 2006 ha dichiarato che in caso di vittoria sarà legalizzato l’aborto (oggi vietato dalla legge). Tale proposta ha ricevuto la più ferma opposizione della Chiesa cattolica e della Conferenza Episcopale Peruviana.

Si ricandida alle elezioni presidenziali del 2011 presentandosi come candidato socialdemocratico pragmatico con posizioni in ambito etico di "cattolico conservatore" [1]mostrandosi apertamente contrario ad aborto, matrimonio gay ed adozioni. Al primo turno arriva in testa con il 31,6%, sfiderà al ballottaggio la candidata della destra Keiko Fujimori. Il 6 giugno 2011 risulterà vincitore del ballottaggio, divenendo il nuovo Presidente del Perù.

http://www.misna.org/economia-e-politica/humala-presidente-il-primo-di-sinistra-dal-1975/

 

 
 
 

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