9154 Guerra di Libia: anche Rainews 24 ha diffuso le bugie di guerra

 
20110824 10:57:00 redazione-IT

[b]di Alessandro Marescotti[/b] – Martedì 23 Agosto 2011
[i]Lettera a Corradino Mineo[/i]

In queste settimane e in queste ore potremmo conteggiare tutte le bugie di guerra che sono state diffuse. Decine e decine. Sarebbe stato un onore per voi non diffonderne neppure una avvertendo il telespettatore qual era la fonte, se era indipendente o di parte e se era stata verificata da voi oppure no. E invece…

Caro Corradino Mineo, cari amici di Rainews, oggi ho seguito con grande sorpresa e profondo sgomento il servizio di mezz’ora mandato oggi in onda su Rainews 24 dalle 13.30 alle 14. E’ stato un servizio non di informazione ma di manipolazione dell’informazione. Una cosa deprimente per la professionalità per la quale invece vi ho sempre apprezzato e considerato preziosi nel disastrato panorama informativo nazionale.
Su Rainews poco fa è stato infatti

* nascosto il ruolo dei bombardamenti della Nato (presentando i ribelli che liberavano la Libia da soli e festanti, per acclamazione popolare);

* alterato il senso della rosoluzione n.1973 dell’Onu che non prevedeva l’appoggio militare della Nato agli insorti (come è stato detto);
* mai citato l’attacco della Nato alla TV libica, per la quale ha protestato l’Unesco (almeno quello lo potevate dire…);
* taciuto il massacro in corso a Tripoli (non vi interessa il conteggio dei morti adesso o la vittoria non deve avere prezzo?), mostrando solo folle festanti (senza chiedersi se in questo momento non sia proprio il caso di applicare il cessate il fuoco previsto dalla risoluzione Onu);
* presentato prevalentemente il punto di vista filo-Nato, lasciando alle immagini di Chavez (la foglia di fico per poi dire che si è stati pluralisti!) un’esigua quantità di tempo per poi ritornare a sottotitolazioni che non avevano valore informativo ma eminentemente persuasivo e che erano agganciate proprio allo scopo di "ridicolizzare" Chavez.

Ma soprattutto non è stato detto quali sono le fonti informative attendibili, le VOSTRE fonti; dato che i giornalisti a Tripoli sono asseragliati nei sotterranei degli hotel chi è che da le notizie, chi le filtra e chi le verifica?
E’ fin troppo facile: la Nato.
Escluderei che i ribelli sappiano manipolare l’informazione così bene.
Il compito di un giornalista è quello di avvisare circa il potere di manipolazione dell’informazione. Come nel De Bello Gallico la fonte era Cesare, adesso l’unico mass media in grado di controllare e filtrare le notizie, fino a intossicare le vostre, è il vincitore. Perché nessuno in TV spiega come mai Aljazeera ha talmente manipolato le informazioni nel caso libico, fino a diventare una fonte inattendibile per chi si occupa di informazione in modo professionale?

In queste settimane e in queste ore potremmo conteggiare tutte le bugie di guerra che sono state diffuse. Decine e decine. Sarebbe un facile esercizio conteggiarle una per una anche per uno studente appena iscritto ad una scuola di giornalismo. Sarebbe stato un onore per voi non diffonderne neppure una avvertendo il telespettatore – con una scritta in sovraimpressione così come fece la Cnn durante la prima Guerra del Golfo – qual era la fonte, se era indipendente o di parte e se era stata verificata da voi oppure no.
Quando un’informazione non è verificata dovrebbe essere un dovere avvisare il telespettatore. Come si può verificare un’informazione non verificabile?
Avete purtroppo offerto un servizio "come gli altri", inquinato dalle bugie di guerra (e lo sapevate!). Avete servito la propaganda di guerra che ha lo scopo di creare un consenso dell’opinione pubblica attorno alla guerra stessa.
Spetta alla Nato convincere l’opinione pubblica che una guerra iniziata per rompere un assedio ed evitare un bagno di sangue (così almeno si è detto) sia giusto concluderla con un altro assedio e con un altro bagno di sangue. E’ un’impresa ardua e i comunicatori della Nato ci lavorano con indubbia professionalità.
Ma perché lo deve fare anche Rainews sfruttando una credibilità che molti reputano al di sopra di ogni sospetto?
La VOSTRA professionalità e la vostra missione dovrebbe essere quella di instillare il dubbio, di creare il pluralismo, di consentire al telespettatore di formarsi un’opinione il più possibile autonoma, presentando un’informazione che non sia già addomesticata e degradata al rango di bugia di guerra. Perché – va detto chiaramente – il mondo con cui Rainews ha presentato poco fa la Risoluzione Onu n.1973 è pura bugia di guerra. Quelle della Nato non sono operazioni avviate in base ad un mandato ricevuto dalle Nazioni Unite
Questa è una guerra che ha non ha eseguito ma che violato la risoluzione Onu che chiedeva il cessate in fuoco: non è onesto il modo con cui Rainews ha deformato l’informazione.
L’informazione è sacra. L’informazione è l’ossigeno della nostra mente, è la base della nostra rappresentazione del mondo, è il parametro di verifica delle nostre opinioni.
Quando abbiamo deformato l’informazione abbiamo compromesso la possibilità di capire il mondo.
Addomesticare l’informazione significa trattare il pubblico come una platea di infanti a cui si racconta la storiella.
Quando Kant si chiese cosa fosse l’Illuminismo, affermò che l’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità e che la minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro.

La missione di un buon giornalismo è quella di far uscire il cittadino dallo stato di minorità, offrendo il confronto di diversi punti di vista e lasciando al cittadino la scelta finale: farsi una propria opinione sulla guerra.
Queste erano le cose che volevo dirvi e ve le ho dette, con profonda tristezza.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
[url]www.peacelink.it[/url]

——————

[b]La caduta di Tripoli bugia per bugia[/b]

[i]Immagini false, notizie veicolate ai media internazionali attraverso siti web gestiti dai servizi segreti. Così è stata raccontata la falsa caduta di Tripoli.[/i]

SEGUE: Ma chi ha vinto la guerra in Libia?, di Ennio Remondino.

di Gianni Cipriani – globalist.ch.

Che la guerra di Libia fosse, molto più di altre, guerra fatta con disinformazioni, propaganda e bugie, lo si era capito da molto tempo. Del resto bastava guardare diverse cose con gli occhi bene attenti e non poteva sfuggire che le 3-4 principali fonti delle notizie sull’andamento della guerra, sui crimini, le esecuzioni, gli stupri, sulle avanzate e sulle alleanze, erano siti internet di sedicenti sigle liberatrici, in realtà "redazioni" (il termine deve essere doverosamente usato tra virgolette) espressioni diretta di alcuni servizi segreti occidentali, di alcuni ambienti arabi e perfino di Hezbollah.
Premesso che la caduta di Gheddafi sembra inevitabile e dal mio punto di vista è anche un bene, stando a fonti più attendibili che in questo momento operano sui fronti libici e sono anche a Tripoli, le notizie che risultano a Globalist sono un po’ diverse.

1. Le fotografie che testimoniavano la caduta di Tripoli scattate sulla piazza Verde, in realtà non sono state scattate sulla piazza verde.
2. Alle 17.50 del 23 agosto le truppe di Gheddafi controllano buona parte della città (c’è chi dice il 30% chi più) mentre i ribelli controllano i sobborghi.
3. Gheddafi controlla ancora l’aeroporto mentre è battaglia per il controllo del porto.
4. L’accelarazione dei combattimenti è stata il frutto del passaggio tra gli insorti di alcuni generali chiamati alla difesa di Tripoli che hanno abbandonato il campo dei lealisti.
5. Si lavora ancora ad una soluzione diplomatica per evitare il bagno di sangue finale, mentre alcuni paesi stanno cercando in extremis di offrire una via d’uscita a Gheddafi e alla sua famiglia proprio per evitare questa drammatica coda.

Insomma, nelle ore appena trascorse è stata raccontata una inesistente caduta di Tripoli che sicuramente ci sarà, ma ancora non è avvenuta. Sono state mostrate immagini false, si è raccontato (attraverso appunto notizie veicolate da siti web controllati dai diversi 007) di episodi e catture non vere. Per carità, non è stata la prima volta, né sarà l’ultima. Ma non è mai un bene abbeverare l’opinione pubblica al pozzo avvelenato della propaganda e della disinformazione.

Sul futuro del paese, infine, l’analisi di Ennio Remondino mi sembra la più corretta. La Libia unita e democratica è una legittima aspirazione. Ma non ci si arriverà facilmente. E speriamo che la vera guerra non scoppi alla fine di quella "ufficiale" contro Gheddafi. Come è accaduto in Afghanistan, come è accaduto in Iraq dopo la fine di Saddam.

Fonte: [url]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=1756&typeb=0&La-caduta-di-Tripoli-bugia-per-bugia[/url]

——————

[b]Ma chi ha vinto la guerra in Libia?[/b]

di Ennio Remondino – globalist.ch.

Guerre orfane e senza figli. Le guerre, per quante ne ho conosciute e frequentate (e sono molte), hanno tutte un vizio: «Nascono orfane e muoiono sempre senza figli». Battuta da tradurre. Non c’è mai un padre riconosciuto all’inizio di un conflitto: è Gheddafi che ha esagerato nelle repressioni interne o è qualche leader occidentale (Nicolas Sarkozy in primis), che ha deciso fosse arrivato il momento utile per ripulire l’immagine degli amici dell’occidente sulla fascia mediterranea dopo Tunisia ed Egitto? Soprattutto, le guerre orfane non generano mai figli. Nel senso che le conseguenze imprevedibili e spesso catastrofiche del dopoguerra non vanno mai in conto a nessuno. O meglio, sono sempre figlie di chi la guerra ha perso. Comodo, scontato e sovente falso. Ma si sa: la storia, e purtroppo anche la cronaca, la scrive il vincitore.

La lezione Iraq e Afghanistan. Per memoria comune basterebbe ricordare le guerre bushiane in Iraq e Afghanistan. Combattimenti lampo con ritmi televisivi, e poi lo stillicidio di anni di "dopoguerra" che produce più vittime della guerra stessa. Saddam ucciso, ma cosa è il "dopo Saddam". Esiste ancora un Iraq unitario o è una finzione che mette assieme tre Stati ufficiosi e incompatibili tra loro? A nord c’è il Kurdistan di Arbil, al centro la Baghdad senza petrolio dei sunniti, e a Bassora i filo-iraniano sciiti. Per l’Afghanistan è pure peggio. Oltre al rosario di morti anche italiani che segna quell’avventura nata sull’emozione dell’11 settembre, alla caccia a Bin Laden, ora, a tornare con l’aurea dei partigiani liberatori dall’occupazione, sono i talebani che, visti più da vicino di un caccia bombardiere, fanno paura e vincono.

Mediazione tra ideali o tra Kabile? E con la Libia, come la mettiamo? Che governo nazionale nascerà dall’assemblaggio tribale tra le varie Kabile che compongono e governano i diversi territori tra Tripolitania e Cirenaica? Sappiamo che, all’inizio della rivolta armata dei senussiti di Cirenaica, orfani del regno di Idris, c’era anche qualche nucleo islamista e una sparuta pattuglia democratica (intesa nel concetto occidentale della parola). Ora assistiamo alla corsa al dissenso dell’ultimo minuto per riciclare antichi complici del vecchio regime. Che ne potrà uscire da una simile e indefinita accozzaglia di interessi contrapposti? Di certo il mondo dovrà fare i conti con un paese distrutto e con partner inaffidabili. L’occidente scoprirà presto di aver speso tempo e denaro per portare al potere un "Partito" di cui ignora natura e programmi.

L’occidente e i guai di casa sua. Ora l’occidente, bruciata la carta estrema dell’intervento militare, deve tornare alla politica, e qui cominciano i guai. Con quale credibilità, dopo quanto s’è visto nei casi già citati? E quale "occidente"? Quello dell’apparente disinteresse statunitense o quello del neo interventismo post-coloniale di una "Grandeur" francese alla Sarkozy? Tunisia ed Egitto attendono il compimento delle loro rivoluzioni e anche in quelle situazioni più favorevoli, il modello di democrazia in chiave occidentale fa fatica a trovare una traduzione in cultura musulmana. Nel frattempo restano al potere Bashar Al Assad in Siria, Ali Abdulla Saleh nello Yemen, Omar Al Bashir in Sudan e Mahmud Ahmadinejad in Iran. Con l’occidente costretto a rincorrere e trovare rimedi soprattutto alla crisi economica e finanziaria di casa.

Fonte: [url]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=1744&typeb=0&Ma-chi-ha-vinto-la-guerra-in-Libia-[/url]

http://www.peacelink.it/mediawatch/a/34545.html

 

 
 
 

Visits: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI