9137 Finanziaria da ridere (o da piangere)

 
20110818 15:03:00 redazione-IT

[b]di Tonino D’Orazio[/b]

Come si tiene occupato un popolo che sta scivolando in grande povertà? Puntando tutta l’attenzione sui ricchi, senza toccarli.
Allora escono fuori ipotesi che hanno indubbiamente un alto tasso di umorismo.
La Tobin Tax, quella tassa che dovrebbe far pagare qualche cosina agli speculatori finanziari europei o mondiali, in ballo da 40 anni, che non vede mai la luce ma che se ne parla ogni volta che i poveri diventano più poveri, viene bocciata dalle borse europee e dai mercati. Cioè dagli speculatori stessi. Mica fa ridere. Che c’entra la politica con la libertà speculativa dei “mercati” anche se divora la libertà di vivere delle persone ?

Cosa tocca da un punto di vista fortemente emozionale la cultura di molti cittadini italiani? Il calcio. Facciamo pagare le tasse, una piccolissima aliquota in più ai calciatori, vera casta di cittadini ricchi e milionari, al di là di un concetto morale che si possa guadagnare tanto per tirare calci e molto spesso senza manco azzeccarci. Si apre il dibattito. Interviene Calderoli, il che sarebbe già da ridere, e li minaccia direttamente di un raddoppio della piccola tassa proposta. Dalla casta produttrice alla casta consumatrice. Già non si capisce più chi deve pagare. Però il concetto occuperà per giorni la carta straccia di molti nostri quotidiani, aspettando il 5 settembre, tra emozioni scandalistiche, fiumi di cifre e grafici, per poi risultare un semplice “ballon d’essai”. Infatti, qualche centinaio di giocatori sono straricchi, ma migliaia sono sulla linea della sufficienza per un tenore basso di vita. La nostra società a sua immagine.
Gli evasori e lo scudo fiscale. Intanto vi sono ancora approssimativamente circa 560 miliardi di euro fuori dall’Italia (Dati Sole 24ore dello scorso anno), cioè almeno un quarto del debito pubblico è scappato. Con lo scudo fiscale (bella immagine guerriera per chi è nascosto dietro) del 2009 sono rientrati solo 80 miliardi sui quali la tassazione di condono dello stato è stata pari al 5%. Il Ministero delle Finanze ha dichiarato l’altro ieri che solo il 20% dei condonati ha già realmente pagato. Nulla da ridere. Domandarsi perché gli altri capitali non sono rientrati è pura ingenuità. Sono rientrati solo quelli riciclabili. Ovviamente gli altri evasori con più solidi ingiustificati non si sono fidati del loro governo. Ora si propone di farli rientrare portando la tassa almeno al 12/13%. Non basta la tenera foto di Tremonti bambino che circola sulla stampa addomesticata. Godi popolo.
L’altra grande evasione è quella del lavoro nero. Diciamo “mercato” nero, la parola si adatta meglio alla concezione culturale di oggi. Troppo difficile bloccarla, e poi realisticamente rappresentano almeno il 25% del Pil (Dati del Sole 24ore). Vogliamo perderceli in questa fase di crisi? Sono allo studio una serie di proposte. Niente da ridere.
Lavoratori, perché non vi mangiate i vostri risparmi subito, il vostro Tfr? Così li immettete in un mercato di consumo affinché ve li possano prendere subito? Puntellate il presente. Siete però fortunati. Se li tengono stretti gli imprenditori, che hanno protestato immediatamente, perché senza quei vostri soldi non potrebbero più fare “impresa” in accordo con le banche. Proposta accantonata. Insomma chi dirige questo paese allo sfascio? Potete morire in miseria o indebitarvi con le banche, tanto ve lo prenderanno dopo il Tfr. Gli statali aspetteranno almeno due anni dopo l’andata in pensione. Anzi chi li ha fatti piazzare in borsa dai fondi pensionistici complementari può già iniziare a piangere. Gli altri, ridere, ma poco. E state attenti ai ricchi che vogliono pagare più tasse. Forse vogliono la vostra anima.
I ricchi che guadagnano tra i 90.000 e i 150.000 euro all’anno, devono o no pagare una tassa di solidarietà? Perché dovrebbero in un paese la cui cultura principale è l’abbattimento della solidarietà sociale, scuole, sanità, pensioni, privatizzazioni … ? Chiaro a tutti che anche loro non sono i veri “ricchi” di questo paese, sono quelli con un tenore di vita sicuramente buono ma che comunque non entrano nel novero dei grandi evasori transfrontalieri. Sono presenti con sostanze invisibili come Yacht, Suv e ville, ma piccoli.
Devono essere proprio alle strette, o ingenui, per dichiarare tanto. Oppure doveva essere proprio il minimo che dovevano fare per non essere disturbati.

Come tenere occupato questo popolo rivoluzionario che aspetta sempre che qualcuno protesti a posto suo o lo guidi nei meandri della storia di ventennio in ventennio?
Picchiando duro sui propri rappresentanti eletti, che un po’ se lo meritano ma che non sono sicuramente loro a far fallire lo stato, (pagatelo questo cavolo di pranzo o di caffè, anche se la mensa ha lo stesso costo della loro in tutti gli ospedali della repubblica), picchiando duro sul Parlamento e di fatto, picchia oggi, picchia domani, indebolendo e invalidando culturalmente la Costituzione.
Sarkozy e Merkel, Francia e Germania, vicini anche loro ad un prossimo default perché le cifre sono cifre e i deficit sono deficit, impongono a tutti gli stati europei di modificare la loro Costituzione per inserirci come far rimborsare i soldi prestati dalle loro banche, qualcuna già in fallimento. La borsa di Francoforte è crollata immediatamente sul bluf. Si stanno impoverendo, visto che anche loro non sanno più se e come saranno rimborsati. Allora la soluzione è il segnale autoritario: “o modificate le vostre costituzioni o niente soldi dell’Unione Europea”. Da ridere, ma che sono solo loro l’Unione Europea? Da noi, per un pareggio di bilancio dello stato dovremmo fare finanziare di lacrime e sangue almeno per dieci anni, bloccando tutti i furti allo stato delle imprese e degli sprechi sostenuti dalla politica. Meglio suicidarci da soli. Da noi cambiare la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza è un pallino fisso da anni, soprattutto sui principi fondanti che sembrerebbero impedire la guerra, imporre la giustizia sociale e la dignità del lavoro. Poi, se si apre una porta, attenti perché ce lo chiede l’Europa (cioè noi stessi), questo ferro che sta diventando vecchio e stretto per tutti perché solo mercantile, business è business, quante altre cosine possono essere modificate e inserite, magari con un accordo bipartisan dei nuovi padri fondatori che, se no, non riescono ad entrare nella storia se non per il disastro attuale. Anzi la “mediazione” di accettazione sta arrivando proprio dal Patito Socialista Europeo, ovviamente con un po’ di gioco delle parti all’interno per accontentare gli operaisti rimasti.
Chissà se la lettera segreta della Banca Centrale Europea che dettava condizioni a Tremonti avrà una vita più corta dei segreti di Fatima.

Minacciando repressione penale e brutale (galera subito) per gli “assassini della strada”, come se il problema fosse lì e non ci fossero già abbastanza articoli di legge per punire. Vi sono trenta mila morti all’anno sulle strade italiane e tre morti al giorno sul lavoro. Probabilmente dovremo mettere in galera almeno 20.000 colpevoli all’anno. Ma se le galere italiane scoppiano, i detenuti sono allo stremo umano e allo sciopero della fame, quasi la metà sono “in attesa di giudizio” in modo disumano, i fondi per le nuove carceri, ammesso che sia una soluzione, sono spariti. Prevenzione, strade rappezzate dappertutto, ad immagine del nostro paese, degrado e povertà sociale sembrano non esistere. Però la frase ad effetto: “tutti in galera” funziona sempre. Da piangere.
Poi da settembre piangeremo tutti davvero, perché sappiamo già chi pagherà il conto, almeno quelli a cui saranno rimaste le lacrime.

 

 
 
 

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