9136 USA accordo bidone

 
20110813 14:56:00 redazione-IT

[b]di Tonino D’Orazio[/b]

L’accordo prevede un aumento del tetto del debito in tre fasi, per un totale di 2.400 miliardi di dollari (400 miliardi subito, 500 miliardi nel corso dell’anno e altri 1.500 fino alla fine del 2012; gli ultimi due voti sono soggetti a un voto di sfiducia del Congresso, che non invaliderebbe l’aumento ma imporrebbe una nuova approvazione da parte di Obama). E’ prevista una riduzione del deficit di uguale misura nel corso di dieci anni e in due fasi (900 miliardi la prima, 1.500 miliardi la seconda), con la creazione di una speciale commissione congressuale bipartisan incaricata di delineare i tagli da fare nella seconda fase.

Qualora la commissione fallisse, scatterebbero tagli automatici per 1.200 miliardi, la metà dal settore difesa e la restante parte dagli altri settori, compresi Social Security e Medicaid.
Tutto rinviato, alla Berlusconi-Tremonti maniera. Come in una famiglia. Siamo al massimo del debito possibile. Cosa si fa? Si decide di innalzare il debito un po’ più in alto. Bisogna tagliare qualcosa. Rimandiamo. Come si fa? Facciamo una commissione bipartisan nel 2012, e poi vedremo come fare, forse appena te ne vai, caro Obama.

Eppure poteva semplicemente rialzare il tetto del debito, nulla di particolare, era una operazione banale, quasi automatica, l’hanno fatto 70 volte dal 1960!
Risultato? Obama più a destra dei repubblicani e molto indebolito nel suo partito e come figura carismatica.
I repubblicani hanno vinto su tutto, e proprio in una fase, anche se novembre 2012 sembra lontano, pre- elettorale. I democratici sono delusi. Chissà se lo ricandideranno alle prossime presidenziali. Al Congresso la metà dei parlamentari democratici ha votato no all’accordo. 95 a 95. Mentre i repubblicani votavano a favore. 174 a 66. Per questi ultimi l’attacco allo stato non era sufficiente. Non ci credono, come subito ha dimostrato Wall Street e al seguito tutte le borse mondiali nella loro caduta. I rischi per la finanziarizzazione del mondo non sono finiti. E’ la crepa vera del capitalismo.

Obama ha commesso alcuni errori imperdonabili.
Intanto sulle tasse. I tagli arriveranno su stato sociale, esercito (con qualche dubbio), e credito. Eppure è sempre stato il credito a rilanciare l’economia degli Stati Uniti nelle recessioni precedenti. Il livello delle imposte è il più basso della storia degli Stati Uniti, soprattutto per i ricchi. Passerà dal 35 al 25%, come nel 1931. La malizia di dire che sono proprio i ricchi che finanziano le campagne elettorali può essere espressa? Sta arrivando dopo Bush-padre e Bush-figlio anche Bush-junior?

In un momento di quasi recessione, con i consumi delle famiglie al ribasso, una disoccupazione importante (9,8%), un contesto economico difficile, locale e mondiale, cosa si fa ? si introducono norme di austerità che colpiscono proprio i lavoratori e la classe media. Le classi più numerose e necessarie al rilancio del consumo, unica via di salvezza, e proprio quelle che avevano sperato in Obama. Insomma una ripresa controllata nel rigore e l’austerità moderata dal rilancio. Una mediazione politicamente fallimentare e impossibile. La destra stravince.

Sembra esserci una regia internazionale nel soffocare le economie dei paesi occidentali con gli idioti, fallimentari e rigidi tagli al sociale. Avanza forse una nuova ideologia ancora più feroce del neoliberalismo che già conosciamo? Non è che se la baracca scricchiola bisogna salvarla con una sempre maggiore dose di autoritarismo?

Eletto a stragrande maggioranza nel 2008 con uno scrutinio e una mobilizzazione popolare altissimi che non si vedevano da decenni, disponendo di una maggioranza eccezionale nelle due Camere del Congresso, Obama, dal gennaio 2009 , appena un anno dopo, ha perso la possibilità di riformare profondamente il suo paese dandogli una direzione progressista. L’hanno rimesso non solo in riga per dimostrare chi gestisce veramente il paese ma anche per togliere qualsiasi velleità di riforme strutturali. Il fiume di denaro impiegato dalla destra per sconfiggerlo, perché in america funziona così, è stato impressionante e redditizio. In democrazia ognuno ha quello che si merita.

L’altro dubbio, dall’ideologia alla pratica reale, sembra quasi che il debito pubblico e privato americano debba essere pagato da qualcun altro. Magari all’euro. Oppure dalla Cina che si è fidata della stabilità del tesoro americano e dell’imperialismo del dollaro acquistando bonds. Errore compagni, avete tirato troppo la corda nel non voler rivalutare lo yuan e nel crescere troppo velocemente e egemonicamente. Non si può.
Obama non conta quasi più nulla e non può fare quasi più niente. Neanche per il mondo che cambia rapidamente, e nemmeno per noi.

 

 
 
 

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