9189 MANOVRA: CAMUSSO (CGIL), GOVERNO CANCELLA COSTITUZIONE. POSSIBILI LICENZIAMENTI SENZA GIUSTA CAUSA

 
20110904 18:06:00 redazione-IT

[b]I contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale "operano anche in deroga alle disposizioni di legge" e "alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali". E’ quanto esplicita un emendamento alla manovra, presentato dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Tra le materie per le quali è possibile la deroga dalla legge e dai contratti nazionali figura anche il licenziamento.
In presenza del parere positivo della maggioranza dei sindacati (valutata con la somma del numero di iscritti alle rispettive confederazioni), sarà possibile il licenziamento senza giusta causa da parte degli imprenditori[/b]

ART.8: CAMUSSO, GOVERNO CANCELLA COSTITUZIONE – "Le modifiche della maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sul nuovo art.8 della manovra che esplicita per gli accordi aziendali e territoriali la possibilità di derogare alla legge ed ai contratti nazionali, anche sul licenziamento. "Il governo autoritario distrugge autonomia parti", aggiunge.

"Il governo sconfitto sulle pensioni vuole ora distruggere l’autonomia e l’autorevolezza del sindacato e, così come per le pensioni, i segretari di Cisl e Uil non si accorgono di quello che sta succedendo e parlano d’altro", afferma Camusso. Il segretario generale della Cgil sottolinea "ancora una volta il comportamento autoritario del governo che interviene sull’autonomia contrattuale delle parti con una scelta – dice – senza precedenti nella storia della nostra Repubblica". Per il numero uno di Corso d’Italia, inoltre tali previsioni "negano il principio di rappresentatività che non può che essere dato dall’iscrizione al sindacato e dal voto dei lavoratori che viene invece escluso dalle modalità previste dall’articolo 8". "Nessuno – aggiunge Camusso – ci racconti che quell’articolo é coerente con l’ipotesi di accordo del 28 giugno con Confindustria che aveva come cardini il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro e la misura della rappresentatività connessa al voto dei lavoratori: tanto che in assenza del voto dei rappresentanti sindacali si rendeva per la prima volta obbligatorio, in un accordo con le controparti, il voto dei lavoratori".

La Cgil "non rinuncerà a nessuno strumento per cancellare l’articolo 8" sulla contrattazione aziendale, previsto dalla manovra anti-crisi del governo. Lo ha ribadito la Camusso, a margine di un confronto con l’ex presidente del Senato ed ex segretario della Cisl, Franco Marini, nell’ambito della Festa democratica nazionale. "Le modifiche che hanno introdotto al già pessimo e da stralciare articolo 8 – ha detto Camusso – sono modifiche che mettono in discussione il contratto nazionale di lavoro e lo Statuto dei lavoratori, non solo l’articolo 18, ma tutto lo Statuto. Violano un principio costituzionale fondamentale, che é quello dell’uguaglianza dei lavoratori e dell’uguaglianza della loro retribuzione e dei loro diritti". Per la segretaria generale della Cgil, il governo "va avanti e indietro, cambia opinione in continuazione, con un unico tratto che continua ad esserci: vendicarsi nei confronti del lavoro e delle organizzazione sindacali". "Abbiamo lo sciopero del 6 settembre – ha concluso – e quella sarà l’occasione in cui coglieranno l’umore delle lavoratrici e dei lavoratori rispetto a queste scelte".

"Di minuto in minuto le ragioni dello sciopero generale della Cgil crescono", ha aggiunto Susanna Camusso. "Il tratto della manovra economica, di quella di luglio e di quella di agosto continua ad essere un tratto di profonda iniquità sociale. Si continua a far pagare i soliti noti – ha aggiunto la Camusso -, non si chiede un contributo a chi ha di più e a chi dovrebbe dare di più. Non c’é attenzione al lavoro, non c’é nulla per la crescita e quindi la disoccupazione continuerà ad aumentare". "Si dice ai giovani aspettate o andatevene da questo Paese. Con delle manovre così – ha concluso la segretaria della Cgil – si decide un futuro di inseguimento del cosiddetto rigore dei conti pubblici, senza nessuna proposta per le persone in carne e ossa".

Articolo ANSA

 

 
 
 

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