9208 ANIMALERIA ECONOMICA

 
20110910 23:30:00 redazione-IT

[b]Maggioranze non piu’ rappresentate – Chi rappresenta chi? – Abdicazione al governo-ombra del racket internazionale finanzanziario – Contratto sociale da riscrivere – Liquidazione dei poteri nazionali che emanano dal voto dei cittadini [/b]
[b][i]di Tito Pulsinelli[/b][/i]

Appare morale, e impossibile da contraddire, chi afferma che piú importante della vita sono “i mercati”. Si sprecano in genuflessioni e salamelecchi verso questa nuova divinitá che traccia i destini delle nazioni e delle genti. E’ l’oggettivitá pura, il domineddio reicarnato in [b]tre SpA[/b] (1), tutte anglosassoni e di stanza negli Stati Uniti, con ampia versatilitá: arbitri, croupier, gendarme, giudici e giocatori d’azzardo globale. La fede prezzolata ne “i mercati” equivale alla confessione pubblica di sudditanza totale ai voleri e strapoteri di questa [b]“sacra triade”[/b] che parla anglo-sassone e yddish e risiede negli Stati Uniti.

La musica suonata a Madrid, Londra, Roma, Atene e Washington é la medesima. Letta sullo spartito scritto dal governo-ombra della finanza. Gli interscambiabili e prescindibili “leader”, con i loro omologati partiti mediatici, si alternano ai governi senza che si notino differenze.

Con un’unica funzione: allestire l’avanspettacolo e “fare l’arrangiamento”, adattando la colonna sonora alle idionsicrasie delle varie cittadinanze ed elettorali locali. Laburista, conservatore, popolare, liberali -buona questa!- centro-qualcosa o qualcos-altro, sono complici del potere de facto, sovranazionale che – dal primato dell’economia di qualche tempo fa – oggi in pieno delirio onnivoro, proclama la [b]dittatura economica.[/b]

L’élite finanziaria, rivendica a gran voce il diritto esclusivo a [b]batter moneta,[/b] di continuare inopinatamente ad emettere [b]l’equivalente di 15 volte di tutto quel che producono i salariati, tecnici, piccoli e medi imprenditori.[/b] Proibito allo Stato emettere valori, deve indebitarsi solo con la banca privata, non con i propri cittadini. Verboten! L’alluvione di valori cartacei, “azioni”, coriandoli, cotillons fabbricati forsennatamente dalle Borse, approdata all’inevitabile bancarotta é stata premiata dagli imbelli governi: hanno consegnato gli erari pubblici ai bancarottieri. Sono quegli stessi governi che oggi predicano la socializzazione del debito e la privatizzazione del restante patrimonio nazionale scaturito dal lavoro di varie generazioni: Eni, INPS, Fincantieri, municipalizzate, salute, ecc.

Negli evanescenti governi d’Europa abbondano i Pilato seriali che passano ai giudici la patata bollente di indagare sullo [b]strapotere della “sacra triade”.[/b] La [b]demagogia del potere esecutivo[/b] che scarica sul potere giudiziario ogni responsabilitá, mostra l’evidenza d’una franca [b]abdicazione a favore dei poteri esterni.[/b] La politica economica, finanziaria e monetaria non sono piú un’incombenza delle istituzioni sorte dal suffragio universale. [b]Quanti voti ha ricevuto Mario Draghi?[/b] Quale maggioranza puó esibire la Banca Centrale Europea (BCE)?

Gli inamovibili Barroso e i suoi colleghi della “commissione di Bruxelles”, da chi hanno ricevuto il mandato a parlare in nome dell’Europa? Questa gente ha ricevuto gli incaricachi con oscure manovre e con elezioni di terzo o quarto grado.

Si atteggiano a stilisti-dei-bilanci dalla magica forbice: tagli, ritagli, accorciare, ritorno della mini. Non possono occultare la nuda essenza di [b]una vera e propia abdicazione[/b] al governo reale sovranazionale. Calpestano e rinnegano il valore del bene comune, accettano l’amputazione della sovranitá nazionale, e mettono mano alla pistola quando sentono parlare di diritti alla salute, al lavoro e all’istruzione. Sdilinquiti, si offrono con voluttá solo alle sirene dei “diritti umani”, e negano persino il diritto alla vita se Wahington e Londra lo esigono.

E’ in fase avanzata [b]la liquidazione di tutti i poteri che emanano dal voto dei cittadini;[/b] il gran potere economico si é annesso o ha minimizzato il potere esecutivo, quello giudiziario, mediatico ed ha imbrigliato il potere militare con la camicia di forza della NATO. Il governo reale, autodeterminato, occulto, esterno e parallelo ha giá deglutito l’autonomia dei governi, ha fatto della comunicazione-cultura il proprio latifondo mediatico ed ha subordinato gli eserciti nazionali europei al comando del complesso miliar-idustriale degli Stati Uniti. [b]Traballa la separazione storica dei tre poteri[/b] che era alla base delle nazioni europee: il potere finanziario assorbe e avvassalla progresivamente tutti quanti gli altri. Senza ravvedimenti, e’ un brutto sintomo, anticamera di sconvolgimenti severi.

La [b]democrazia rappresentativa é giunta al tramonto[/b] perché non riesce a rappresentare piú gli interessi o le esigenze vitali minime dei cittadini. Questi, sono stati privati di una offerta realmente diversificata di opzioni, ad opera di boiardi che hanno appreso l’arroganza durante i tirocini giovanili nella bottega Goldaman Sach’s. L’antico stornello di “Signori, arricchitevi!” che Guizot sussurrava alle orecchie sorde di Luigi Filippo, e’ appunto una cosa per sordi ingenui, troppo datata. Chi reputa salutare il moltiplicarsi degli milionari, sara’ svegliato dal frastuono feroce dei troppi esclusi e declassati (classi medie incluse).

Dopo la caduta di Berlino e Mosca, si levarono alti gli ebbri canti di trionfo per la dipartita del “modelo sociale antagonista”. Saccheggiate le imprese e le risorse naturali della Russia, si aggiudicarono con spiccioli l’asta dei beni nazionali creati dal lavoro di tre generazioni di europei orientali. Poi misero il guinzaglio ai “piccoli dragoni” e Soros delirava d’estasi per le “societa’ aperte” (a che?) come forma superiore di civilta’. La marcia trionfale continuo’ nelle Americhe, con l’apripista Pinochet che -con un’adeguata pedagogia costrittiva- consegno’ il Cile ai Chicago boys, e gli apprendisti stregoni dalle universita’ portarono il neoliberismo nella quotidianita’. Fu il connubio felice tra madrasse accademiche e le costumanze barbariche delle caserme cilene. Era un 11 settembre del 1973: libro e moschetto, neoliberista perfetto!

Fu la volta dell’Europa: dopo la liquidazione dello stato del benessere sociale e del welfare, passarono alla minimizzazione dello Stato, liquidazione dell’economia mista, e oggi siamo all’assalto finale per la [b]realizzazione millenarista del “zero Stato”.[/b] Dopo la liquidazione delle rimanenze della rivoluzione sociale russa, ora sferrano l’attacco mimetizzato ai pilastri della democrazia rappresentativa, all’ultima eredita’ storica della rivoluzione francese. La piu’ recente circolare interna prescrive il [b]“golpe costituzionale”[/b], cioe’ la sacralita’ dell’usura, tramato per trasformare in legge i diktat del direttorio-ombra che sta mutando la democrazia rappesentativa in dittatura economica.

[b]Z. Brzenziski[/b], noto filantropo umanista, aveva espettorato le sue lamentele per la [b]“ingovernabilitá” del mercato-mondo[/b] dovuta -a sua dire- alle teconologie informatiche e all’accresciuta capacita’ della societa’ civile internazionale. Troppi dirigenti sociali di base, troppi formatori trasversali d’opinione e troppo preparati, per il suo raffinato gusto. Meglio tornare ai tempi in cui i figli facevano il mestiere dei padri, e l’élite era preparata dai precettori nei conventi. Detto fatto: la terapia del FMI e BCE – protesi del racket finanziario sovranazionale – punta a svuotare le universita’ e svalutare l’istruzione ancora obbligatoria. Impoverire la dieta e rendere piu’ cagionevole la salute pubblica.

[b]L’animalita’ económica[/b] e’ la risposta oscurantista alla [b]destrutturazione progressiva e avanzata d’un modello che pretesero universale[/b], superiore, unico e che oggi e’ imploso nei Paesi piú industrializzati e piu’ indebitati.

Stanno perdendo prestigio, con egemonismo culturale calante e ruolo di referenti d’obbligo svanito.[b]L’apparente razionalita’ concettuale e’ instabile[/b], cosí pure l’esibizione di elevati [b]standard[/b] di consumo arretra. La forza della ragione cede il passo all’eclisse del’umanesimo e al “primato della forza”. In casa si profilano solo le vie di fatto, leggi autoritarie, relegare le maggioranze ai margini, e democrazie tutelate dai banchieri. Fuori, si cede alla tentazione delle avventure neo-coloniali e al sogno delle materie prime assicurate manu militari.

E’ un mendace alibi l’insistita metafora della “crisi económica”, é ben di piu’ e peggio. E’ un [b]destrutturante proceso che corrode[/b] ormai il sistema economico, [b]i modelli-Paesi, i sistemi politici[/b] e la captazione del consenso, [b]traballa il contratto sociale[/b] stipulato con la cittadinanza, stracciato per privilegiare la cupola della rendita improduttiva e dell’usura internazionale. Il culto millenarista al Totem de “i mercati” e’ una fiabesca foglia di fico virtuale, C’e’ chi sale e c’e’ chi scende. I cosiddetti emergenti (BRICS) salgono perche’ hanno da tempo intrapreso una strada inversa a quella imposta dal FMI e BCE agli europei.

La [b]depredazione integrale subita dal Brasile, Russia e India[/b] per modernizzarsi alla moda del neoliberismo, quando la deregulation era d’obbligo, e la privatizzazione era quasi uno sport che non risparmiava neppure le banche centrali, ha insegnato a caro prezzo la lezione. Oggi, emergono e avanzano perche’ hanno [b]recuperato il valore strategico della sovranita’ nazionale[/b], con la forza di [b]recuperare[/b] progressivamente [b]tutte le funzioni ed il terreno che lo Stato aveva ceduto a “i mercati”[/b]. Nel blocco sudamericano dell’UNASUR, dopo che gli argentini, ecuadoriani e boliviani hanno costretto alla fuga una dozzina di presidenti devoti a “i mercati”, c’e’ crescita constante perche’ quel che si portavano via multinazionali e banchieri senza pagare tasse, ora alimenta politiche sociali e redistributive. Le banche fallite non le finanziarono con denaro pubblico, [b]le nazionalizzarono[/b].

[b]In Venezuela[/b], da quando gli idrocarburi sono diventate un bene strategico della nazione –consacrato nella Costituzione- [b]il 40% del bilancio é destinato alla salute, istruzione e pensioni[/b]. E’ stato un gran beneficio che un tal Giusti passasse – dalla presidenza dell’impresa petrolifera statale (PDVSA)- a fare il consigliere per le materie energetiche di Bush, e poi a “i mercati”. Il [b]modello di governabilitá sudamericano[/b] (Brasile, Venezuela, Argentina, Bolivia, Uruguay, Ecuador) é basato sull’[b]alleanza dei governi con i forti movimenti sociali[/b] che estromisero il FMI e sconfissero il liberismo.

Con il [b]recupero della sovranita’ nazionale[/b] sono sopravvenuti gli antidoti per ridurre lo strapotere della banca internazionale, delle multinazionali, delle oligarchie interne e dei vassalli de “i mercati”.

Protezionismo, economia mista, diversificazione delle alleanze commerciali, industriali, geopolitiche, militari, controllo delle banche centrali, hanno cessato d’essere eresie per diventare politiche in esecuzione. L’Europa, sta passando sotto le stesse forche caudine del governo-ombra mondiale, venti anni dopo che i Paesi emergenti hanno trovato la bussola per uscirne. L’arroganza sovrasta le epoche decadenti, rende ciechi e succubi, fino all’estremo di negare l’evidenza. Come quei romani che non videro il sacco e i saccheggiatori, e seguitavano con il chiacchiericcio istituzionale d’ordinanza.

L’Unione Europea (UE), che non e’ Confederazione, non Stato centralizzato ne’ Federazione ma un’informe entita’ “mercato-moneta” e’ senza popoli, senza identita’ né sovranita’, senza milizie proprie e autonome, sta coagulando una regressione oscurantista senza ritorno. Da “l’economia deve dirigere tutto” al grido di guerra dei nuovi templari del sacro mercato: tutto il potere ai banchieri! E’ tempo di ricondurli a specificita’ piu’ consone alle loro masioni: amministrare, far di conto, per i piu’ arditi gestire lotterie. Ma si deve strappar loro la conduzione élitaria dell’UE e il potere esecutivo.

[i](1) Standards&Poors, Moody’s, Ficht[/i]

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