586 ROMA: CONVEGNO CGIL AL CNEL SU FERNANDO SANTI

20051206 15:29:00 rod

"Fernando Santi. L’uomo, il sindacalista, il politico":
presentato al Cnel il libro di Francesco Persio
Ripercorsa l’avventura umana di un socialista fautore del dialogo, dell’autonomia e dell’unità sindacale

ROMA – "Difendete, rafforzate, unite i sindacati. Socialismo, democrazia, libertà. Credo in questi valori inseparabili. Una democrazia pulita, un socialismo umano e moderno, una libertà vera per tutti. Penso con angoscia al partito che attraversa momenti difficili, non deve scomparire". Con queste parole Fernando Santi, uomo simbolo del sindacalismo e del socialismo italiano del ‘900, si congedò dalla famiglia e dai suoi compagni di partito pochi giorni prima della morte che avvenne a Parma il 15 settembre del 1969. Un’ultima testimonianza, quella del Santi, che sancì la fine di una lunga avventura umana e politica iniziata molti anni prima, nel novembre del 1902, a Golese, un piccolo comune agricolo a due chilometri da Parma. Una storia, scandita dagli anni bui del fascismo, dal dramma delle due guerre mondiali e dalle vittorie democratiche e sociali della giovane Repubblica italiana, che Francesco Persio ci racconta nel libro, edito dalla Ediesse, "Fernando Santi. L’uomo il sindacalista il politico". Un mosaico narrativo – realizzato nell’ambito delle iniziative per il centenario della Cgil – costruito con carte d’archivio, articoli degli anni sessanta e pagine del diario personale dello stesso Santi, che viene completato da una raccolta di saggi curata da Sergio Negri. Nel libro, oltre alla prefazione redatta dal segretario generale della, Cgil Guglielmo Epifani, troviamo le testimonianze di esponenti politici, come ad esempio Fausto Bertinotti e Guido Bodrato, e dei tanti esponenti di spicco della Cgil che lavorarono con Fernando Santi . L’articolata ricerca biografica, che si conclude con uno scritto di Ferruccio Parri, è stata promossa dalla Cgil e dallo Spi del Piemonte con la collaborazione dell’Istituto Fernando Santi di Roma, dell’Ires "Lucia Morosini" e dell’Istituto di studi storici "Gaetano Salvemini" di Torino.
"Per la realizzazione di questo libro – ha spiegato Francesco Persio durante la presentazione della biografia svoltasi presso la Sala della Biblioteca del Cnel – ho utilizzato, per evidenziare l’umanità e l’ironia del personaggio, i discorsi ufficiali, gli eccellenti articoli e soprattutto le carte del suo diario". Vincenzo Scudiere, della Cgil del Piemonte, ha ricordato la giornata di studi, organizzata nell’ottobre 2004 a Torino, che è stata caratterizzata dalla presentazione delle testimonianze su Fernando Santi che ora fanno parte integrante del volume curato da Francesco Prisco. Scudiere ha inoltre sostenuto che occorre ridare dignità e positività, anche attraverso la riscoperta degli scritti del Santi, alla scelta storica del riformismo. Un modello che dovrebbe tendere al miglioramento delle condizioni di vita delle persone. L’attualità del pensiero del sindacalista della Cgil è stata ribadita anche da Rino Giuliani, vice presidente dell’Istituto Fernando Santi, che ha inoltre sottolineato la necessità di far conoscere alle nuove generazioni l’eredità umana e politica del Santi. Un’azione divulgativa, proiettata verso il futuro, che proseguirà anche a Napoli dove nel mese di gennaio verrà organizzata un’altra iniziativa di approfondimento sull’uomo di cui l’Istituto prende il nome.
Piero Boni, ex segretario aggiunto della Cgil, si è soffermato sul senso di misura del Santi che, durante la sua militanza nel sindacato, cercò sempre scelte equilibrate senza dimenticare le esigenze riformiste ed operando per l’unità sindacale. Una vocazione unitaria che fu perseguita dal Santi anche con difficili compromessi. Scelte che, secondo Boni, finirono con l’offuscare altre priorità sindacali. Emilio Gabaglio, già presidente del Ces, ha invece parlato dei rapporti del Santi con i movimenti dei lavoratori cristiani. Un confronto a volte duro che non impedì però al sindacalista della Cgil di tenere aperto il dialogo con le forze del riformismo cattolico. Scelte difficili, quelle effettuate dal Santi soprattutto negli anni sessanta, che per Giorgio Benvenuto, ex segretario generale della Uil appaiono ispirate da una preponderante azione riformatrice volta a superare l’immobilismo dei partiti. Una spinta verso il nuovo, in quegli anni venne varato lo Statuto dei Lavoratori, che solo l’unità sindacale poteva garantire. Un punto fermo, quello dell’unità, che il Santi cercò sempre di salvaguardare insieme alla tutela della piena autonomia delle forze sindacali rispetto ai partiti politici.
Un’interpretazione, quest’ultima, condivisa anche da Bruno Trentin. L’ex segretario generale della Cgil ha infatti descritto Fernando Santi come "l’ultimo riformista padano". Un lucido costruttore dell’unità delle forze sociali che, nel nome del cambiamento, seppe difendere l’autonomia della Cgil e raggiungere accordi importanti basati su programmi concreti e sulla condivisione della cultura dell’altro. Da Giuseppe Casadio, presidente del comitato per il centenario della Cgil, è stato infine ricordato come gli sforzi del Santi per l’autonomia del sindacato siano stati motivati dalla necessità di dare risposte concrete alle problematiche degli iscritti e dall’esigenza di progettare soluzioni sociali a lungo termine, avulse dalle superficiali e brevi dinamiche politiche. Ricerche di convergenze nel mondo del lavoro che non poterono però prescindere dal profondo rigore democratico sempre presente nell’azione politica e sindacale di Fernando Santi. (Goffredo Morgia-Inform)

 

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