17 06 24 PD. Parlamentari estero

1 – FEDI E PORTA (PD): L’APE sociale (anticipo pensionistico) non si applica ai residenti ALL’ESTERO. Avevamo chiesto chiarimenti sull’applicabilità o meno dell’Ape sociale – anticipo pensionistico per determinate categorie di lavoratori – ai lavoratori italiani emigrati e residenti all’estero.
2 – FEDI (PD): via libera alla voluntary disclosure per omessa dichiarazione dei redditi da lavoro dipendente conseguiti all’estero . Il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge di conversione del DL 50/2017 (Manovrina fiscale) contenente, tra l’altro, disposizioni urgenti in materia finanziaria
3- DEPUTATI PD ESTERO: chi è nato in Italia deve essere riconosciuto italiano. Soprattutto se ha compiuto un intero ciclo di studi nelle nostre scuole.
4 – L’ON. FRANCESCA LA MARCA incontra presso la camera dei deputati il vicesindaco di TORONTO VINCENT CRISANTI
5 – FEDI – LA MARCA (PD). Cittadinanza: non accettiamo demagogia su un tema così importante per il futuro dell’Italia. Intere generazioni di figli di immigrati regolarmente soggiornanti in Italia attendono da anni questo passaggio storico: l’introduzione dello jus soli, seppur temperato da elementi socio-culturali.
6 – FEDI E PORTA (PD) – quattordicesima: a luglio 437 euro in più ai pensionati all’estero aventi diritto. Tra pochi giorni, nel mese di luglio, migliaia di pensionati residenti all’estero riceveranno la pensione INPS maggiorata della Quattordicesima
7 – LA MARCA: sulla questione del COLUMBUS CENTRE si apra una fase di dialogo per arrivare ad una soluzione positiva e concordata- La posizione di recente manifestata dal Ministro provinciale dell’Istruzione Mitzie Hunter di richiedere alla Chair del Toronto Catholic District School Board (TCDSB) di sospendere l’appalto della costruzione di una nuova scuola sul terreno oggi occupato dal Columbus Centre deve essere colta come un’utile occasione per una pausa di riflessione. C’è bisogno di avviare una fase di dialogo che consenta di rasserenare gli animi con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione ragionevole e concordata

1 – FEDI E PORTA (PD): L’APE SOCIALE (ANTICIPO PENSIONISTICO) NON SI APPLICA AI RESIDENTI ALL’ESTERO. Avevamo chiesto chiarimenti sull’applicabilità o meno dell’Ape sociale – anticipo pensionistico per determinate categorie di lavoratori – ai lavoratori italiani emigrati e residenti all’estero.
Ora i chiarimenti sono arrivati dall’Inps nella Circolare n. 100 del 16 giugno 2017 e non lasciano spazio ad alcun dubbio. L’Ape sociale si applica solo ai residenti in Italia. ROMA, 19 GIUGNO 2017
Come è noto l’indennità c.d. APE sociale consente di anticipare di oltre tre anni l’età pensionabile e spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché alla Gestione separata, i quali (semplifichiamo) o siano disoccupati o assistano i familiari o siano invalidi civili o svolgano lavori usuranti. Requisiti questi difficilmente documentabili e verificabili se si vive all’estero, e in ogni caso l’Inps ha deciso di considerare l’Ape sociale una prestazione assistenziale subordinata alla residenza in Italia (non costituisce insomma una vero e proprio trattamento pensionistico).

La concessione dell’indennità infatti – ci spiega l’Inps nella sua Circolare – è subordinata alla residenza in Italia ed alla condizione che il soggetto abbia cessato l’attività lavorativa. Per attività lavorativa deve intendersi attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato svolta in Italia o all’estero. Inoltre, altro particolare non trascurabile, ai fini del perfezionamento dell’anzianità contributiva minima (dei 30/36 anni) richiesta per l’accesso al beneficio si tiene conto di tutta la contribuzione versata o accreditata, a qualsiasi titolo, nella o nelle gestioni rientranti nell’ambito di applicazione della norma ma il suddetto requisito contributivo non può essere perfezionato totalizzando i periodi assicurativi italiani con quelli esteri, maturati in Paesi UE, Svizzera, SEE o extracomunitari convenzionati con l’Italia. Infine non possono conseguire l’APE sociale i titolari, ancorché residenti in Italia, di un trattamento pensionistico diretto conseguito in Italia o all’estero.

2 – FEDI (PD): VIA LIBERA ALLA VOLUNTARY DISCLOSURE PER OMESSA DICHIARAZIONE DEI REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE CONSEGUITI ALL’ESTERO . Il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge di conversione del DL 50/2017 (Manovrina fiscale) contenente, tra l’altro, disposizioni urgenti in materia finanziaria. ROMA, 19 GIUGNO 2017

L’Assemblea di Palazzo Madama ha confermato con il voto di fiducia al Governo le sostanziali e importanti modifiche apportate al testo originario del Decreto approvato dalla Camera dei deputati. È confermata così la modifica, di cui avevamo già dato notizia, alla disciplina della Voluntary Disclosure con l’inserimento nella legge di riapertura della stessa (n.193 in vigore da dicembre 2016) di una norma che consente di detrarre le imposte versate all’estero anche in caso di omessa presentazione in Italia della dichiarazione o di omessa indicazione dei redditi prodotti all’estero (a condizione però di aderire alla nuova Voluntary Disclosure).

Si prevede, innanzitutto che, se alla formazione del reddito complessivo concorrono redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo, la disciplina del credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero (articolo 165, Tuir) si applica anche in caso di omessa presentazione della dichiarazione o di omessa indicazione dei redditi prodotti all’estero nella dichiarazione presentata. Tale disciplina vale pure per gli inviti a comparire, gli atti di accertamento con adesione e gli atti sanzionatori emanati in virtù della precedente Voluntary disclosure, purché non definiti al momento di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge 50/2017.

Per i nostri giovani lavoratori all’estero i quali per non essersi iscritti all’AIRE rischiano l’applicazione di una doppia tassazione in virtù dell’intreccio delle norme nazionali e convenzionali, e di quanto stabilito dall’articolo 165, comma 8, del TUIR, si apre ora lo spiraglio di una “sanatoria”, ancorché onerosa – a causa di possibili sanzioni e interessi da pagare.

La nuova norma dovrà essere illustrata nel merito e nelle modalità da un prossimo decreto attuativo della Presidenza del Consiglio dei ministri (e si presume anche da un provvedimento interpretativo dell’Agenzia delle Entrate).

La Voluntary Disclosure è una procedura di collaborazione volontaria del contribuente che si “autodenuncia” all’Amministrazione finanziaria in merito alle omissioni commesse in merito a redditi esteri non dichiarati e inosservanze sulla disciplina riguardante il monitoraggio fiscale delle attività patrimoniali e finanziarie detenute all’estero.

Desidero tuttavia evidenziare le mie perplessità sui termini della riapertura della nuova Voluntary Disclosure. Essa riguarda infatti i contribuenti che decidono di avvalersi, entro il 31 luglio 2017, della procedura straordinaria di emersione e rientro di capitali per rimediare spontaneamente alle omissioni e alle irregolarità commesse fino al 30 settembre 2016, con la possibilità di integrare l’istanza fino al 30 settembre 2017 con la documentazione e le informazioni richieste.

Certamente per i giovani italiani all’estero in difetto con la normativa fiscale italiana i quali decidono di aderire alla Voluntary Disclosure in seguito all’introduzione della norma succitata, i tempi per mettersi in regola sono molto ravvicinati e potrebbero non consentire una adeguata valutazione dei propri doveri e interessi.

Dobbiamo auspicare che i provvedimenti attuativi siano emanati rapidamente per mettere i nostri giovani (e non solo) nelle condizioni decisionali e procedurali per poter adempiere con cognizione di causa ai loro obblighi fiscali.

Nel frattempo informo che per agevolare il calcolo delle somme da versare, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un applicativo che permette ai contribuenti che aderiscono alla procedura di collaborazione volontaria di calcolare autonomamente le somme dovute al Fisco. L’applicativo è disponibile sul sito ufficiale dell’Agenzia, nella sezione servizi fiscali online – senza registrazione. La procedura, oltre ad effettuare il calcolo delle somme dovute a titolo di sanzioni ed interessi, fornisce le informazioni necessarie per la compilazione del relativo modello di pagamento F24.

Segnalo infine agli interessati l’emanazione della Circolare del 12/06/2017 n. 19 – Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Accertamento, che fornisce chiarimenti sulle novità introdotte dall’articolo 7 del decreto legge n. 193 del 2016 che ha riaperto i termini per accedere alla Voluntary Disclosure. www.marcofedi.it

3- DEPUTATI PD ESTERO: CHI È NATO IN ITALIA DEVE ESSERE RICONOSCIUTO ITALIANO. SOPRATTUTTO SE HA COMPIUTO UN INTERO CICLO DI STUDI NELLE NOSTRE SCUOLE. ROMA, 21 GIUGNO 2017

Al Senato il Governo e la maggioranza che lo sostiene stanno affrontando un confronto durissimo sul progetto di legge, già approvato alla Camera, che riconosce la cittadinanza italiana ai figli di stranieri con regolare permesso di soggiorno, nati in Italia o che abbiano compiuto un intero ciclo di studi nel nostro Paese. Esprimiamo ai nostri colleghi, investiti dentro e fuori dal Parlamento da una contestazione di inaudita rozzezza e violenza, la nostra piena solidarietà non solo sul piano politico, ma anche su quello civile ed etico.

Si tratta dell’applicazione di un principio di jus soli moderato, combinato con un innovativo principio di jus culturae, in linea o addirittura in versione più circoscritta con le normative di tutti i Paesi più civili del mondo. Una soluzione, per altro, che arriva in ritardo rispetto alle richieste di una vasta opinione pubblica e alle attese di milioni di stranieri che da anni sono presenti regolarmente nella nostra società.

Sono poco meno di un milione i ragazzi che nelle scuole crescono e si formano insieme ai nostri figli e ai nostri nipoti, parlano la loro lingua, hanno i loro stessi interessi e le loro speranze. Tenerli fuori dal nostro sistema di relazioni pubbliche e farli sentire diversi significa farli sentire separati e far loro covare il rancore del rifiuto: sarebbe non solo un atto ingiusto ma anche irragionevole e cieco, alla lunga controproducente, soprattutto in questi tempi in cui una vera integrazione è diventato il miglior viatico di quella sicurezza che consideriamo ormai una delle priorità della nostra vita sociale.

Far passare il principio di un moderato jus soli coniugato con un civile jus culturae entro la scadenza ormai prossima della legislatura significa compiere un atto di civiltà e di giustizia che rende migliore l’Italia e contribuisce a dare un senso al lavoro parlamentare e di governo di questi anni difficili.

La nostra distanza da quanti barattano un principio di umanità con un meschino calcolo elettoralistico è, dunque, totale. Qualunque sia la più o meno tortuosa motivazione che si ritenga di dover dare a posizioni di questo genere.

Già alla Camera, quando fu avviata la discussione su questo tema, si pose la questione del recupero della cittadinanza italiana per gli italiani all’estero nati in Italia e per le donne e loro discendenti che l’hanno perduta per matrimonio con stranieri. In quella occasione, abbiamo accettato tutti, anche quelli che oggi fanno finta di esserne dimenticati, l’impostazione della doppia corsia per i due tipi di cittadinanza. Tenerle insieme – ci fu detto – significherebbe rischiare di non arrivare a nessuna conclusione, né per l’una né per l’altra. Alla luce di questa scelta, al Senato si è avviato un proficuo lavoro sulla cittadinanza per gli italiani all’estero, che chiediamo faccia al più presto passi conclusivi.
Chiedere di rimescolare le carte nel vivo di uno scontro così duro e drammatico e aggiungendo un ulteriore motivo di confusione alla possibilità di raggiungere un risultato di straordinario valore, significa giocare cinicamente con la demagogia e ingannare le persone in buona fede, sapendo di ingannarle.
Non è stato mai questo il nostro stile e non lo diventerà ora. Siamo stati i primi a depositare le nostre leggi per la cittadinanza degli italiani all’estero e i primi a chiedere che sia fatta giustizia nei loro confronti su questo delicatissimo tema. Continueremo con maggiore energia in questo impegno, nella convinzione che non c’è nulla che nei confronti degli elettori possa farci deflettere dal nostro patto di lealtà e di chiarezza.
I deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

4 – L’ON. FRANCESCA LA MARCA INCONTRA PRESSO LA CAMERA DEI DEPUTATI IL VICESINDACO DI TORONTO VINCENT CRISANTI . L’on. La Marca con il Vicesindaco di Toronto, Vincent Crisanti, e il Presidente del Gruppo PD della Camera dei Deputati, On. Ettore Rosato . Martedì, 20 giugno, l’on. Francesca La Marca si è intrattenuta presso la Camera dei Deputati con il Vicesindaco di Toronto, Vincent Crisanti, nato in Canada da genitori siciliani, accompagnato dalla sua gentile consorte. ROMA, 21 GIUGNO 2017

Il Vicesindaco Crisanti è in Italia con una delegazione della città canadese per sottoscrivere un protocollo di collaborazione culturale, turistica e commerciale tra Toronto e Matera, capitale europea della cultura nel 2019. Nell’incontro tra la Parlamentare e l’Amministratore si è guardato con positività e ottimismo alle prospettive di collaborazione che potrebbero aprirsi a seguito degli accordi che saranno sottoscritti sabato 24.

Il confronto tra i due esponenti istituzionali di origine italiana si è soffermato con particolare interesse sui legami storicamente consolidati tra l’Italia e Toronto, nella cui area vivono circa 430.000 persone di origine italiana, che hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo in senso moderno della città. Il Vicesindaco Crisanti ha avuto modo di sottolineare come il dinamismo di Toronto continui senza soste in termini di realizzazione di reti di infrastrutture e di fornitura di servizi avanzati.

Al colloquio si è aggiunto, poi, anche il capogruppo del PD alla Camera, on. Ettore Rosato, che ha avuto con l’ospite canadese uno scambio di vedute sul sistema politico italiano in relazione a quello canadese e sulle funzioni che nel quadro di uno stato federale, come quello canadese, svolge una città delle dimensioni e dell’importanza di Toronto.

Dopo l’incontro, il Vicesindaco Crisanti e la sua Signora, accompagnati dall’on. La Marca, hanno compiuto una visita alla Camera dei Deputati.

5 – FEDI – LA MARCA (PD). CITTADINANZA: NON ACCETTIAMO DEMAGOGIA SU UN TEMA COSÌ IMPORTANTE PER IL FUTURO DELL’ITALIA. Intere generazioni di figli di immigrati regolarmente soggiornanti in Italia attendono da anni questo passaggio storico: l’introduzione dello jus soli, seppur temperato da elementi socio-culturali.
Si tratta di un passo fondamentale per l’Italia in direzione di quel processo di integrazione che è una delle priorità della nostra società presente e futura. ROMA, 22 GIUGNO 2017

È questa la ragione essenziale che ci impone di proseguire in questa direzione auspicando la rapida e definitiva approvazione del testo già approvato dalla Camera oltre un anno fa.

Non condividiamo i giudizi espressi da esponenti del MAIE e di Forza Italia che strumentalizzano le questioni degli italiani all’estero per ostacolare l’introduzione del principio dello jus soli. Soprattutto quando provengono da Paesi che hanno integrato milioni di italiani nella propria compagine sociale applicando proprio il principio dello jus soli.

Il tema della cittadinanza per gli italiani all’estero rimane questione centrale rispetto alla nostra azione parlamentare. Abbiamo presentato le prime proposte di modifica legislativa sui temi del riacquisto della cittadinanza e del riconoscimento della possibilità di trasmissione da parte delle donne. Due proposte rispettivamente a prima firma Fedi e La Marca. Abbiamo poi atteso che il Senato completasse la sua indagine conoscitiva e che i colleghi eletti all’estero compissero l’ottimo lavoro di approfondimento utili a creare le condizioni per il definitivo superamento di problemi ed ostacoli tuttora persistenti.

Non possiamo cedere alle facili tentazioni demagogiche che allontanano le soluzioni e rischiano di mescolare confusamente due temi, entrambi importanti, ma distinti per storia, motivazioni culturali e normative, in una battaglia politica e demagogica in cui s’intravedono tutti i motivi peggiori della destra politica e culturale. I deputati PD: Marco Fedi e Francesca La Marca

6 – FEDI E PORTA (PD) – quattordicesima: a luglio 437 euro in più ai pensionati all’estero aventi diritto. Tra pochi giorni, nel mese di luglio, migliaia di pensionati residenti all’estero riceveranno la pensione INPS maggiorata della Quattordicesima. ROMA, 22 GIUGNO 2017

Ricordiamo che non si tratta di un diritto “scontato” ma del risultato di una determinata battaglia condotta dai sindacati, dai patronati, dalle Associazioni dell’Emigrazione e dai Parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, che quando è stata introdotta la 14ma si sono battuti affinché anche i pensionati residenti all’estero rientrassero tra gli aventi diritto.

È un merito che rivendicato con orgoglio (anche se sono tante le cose che avremmo voluto fare e non siamo riusciti a fare) e che attiene a interessi legittimi e concreti. Ma vediamo chi ha diritto alla 14ma e in che cosa consiste.

Va premesso che la somma aggiuntiva in teoria dovrebbe essere accreditata automaticamente dall’Inps agli aventi diritto ma se si ritiene di essere stati esclusi è consigliabile rivolgersi ad un Ente di patronato di riferimento.

A luglio 2017 arriva una quattordicesima più ricca e ad una platea allargata: scattano infatti le modifiche inserite nella Legge di Stabilità, in base alle quali l’INPS ha provveduto a ridefinire il beneficio. La quattordicesima mensilità di pensione richiede un’età minima di 64 anni e prevede specifici requisiti di reddito. L’importo della 14ma varia da un minimo di 336 euro a un massimo di 665 euro.

Una buona parte dei pensionati italiani residenti all’estero in possesso dei requisiti avrà diritto, per motivi legati alla loro limitata carriera assicurativa in Italia, ad un importo medio di 437 euro (erogato una sola volta l’anno nel mese di luglio).

La legge di Bilancio per il 2017 ha aumentato la misura della 14ma (altrimenti chiamata “somma aggiuntiva”) prevista per i soggetti in possesso di un reddito individuale (quindi non si tiene conto dell’eventuale reddito del coniuge) non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo (che quest’anno è pari a 501,89 euro mensile) ed ha stabilito che la 14ma sia inoltre corrisposta, sebbene in misura diversa, anche ai pensionati in possesso di un reddito complessivo tra 1,5 e 2 volte tale trattamento minimo.

Ma chi ha diritto alla 14ma? Lo stabilisce l’articolo 5, commi da 1 a 4, del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito dalla legge 3 agosto 2007, n. 127 a favore dei pensionati ultra sessantaquattrenni titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria, in presenza di determinate condizioni reddituali personali.

Le nuove norme hanno incrementato la misura della somma aggiuntiva prevista per i pensionati ultra sessantaquattrenni in possesso di un reddito individuale complessivo non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti e cioè a 9.786,86 euro, che nel caso dei pensionati residenti all’estero deve comprendere anche i redditi esteri inclusa la pensione estera. Per i soggetti i quali non superano il suddetto reddito l’importo della 14ma sarà di 437 euro se essi fanno valere una anzianità contributiva italiana fino a 15 anni se lavoratori dipendenti e fino a 18 anni se lavoratori autonomi; l’importo sarà di 546 euro con contributi fino a 25 anni se lavoratori dipendenti e fino a 28 anni se lavoratori autonomi; l’importo infine sarà di 655 euro con contributi oltre 25 anni se lavoratori dipendenti e oltre 28 anni se autonomi.

Le nuove norme hanno inoltre previsto che la somma aggiuntiva sia corrisposta anche in favore dei soggetti in possesso di un reddito compreso tra 1,5 e 2 volte il menzionato trattamento minimo (e cioè tra 9786,86 euro e 13.049,14 euro), ma con l’erogazione di importi più bassi che variano da 336 a 504 euro.
Ai fini della determinazione del reddito è rilevante il solo reddito individuale del titolare composto, oltre che dalla pensione stessa, dai redditi di qualsiasi natura, con l’esclusione dei trattamenti di famiglia, le indennità di accompagnamento, il reddito della casa di abitazione, i trattamenti di fine rapporto e competenze arretrate. Sono escluse, inoltre, le pensioni di guerra, le indennità per i ciechi parziali, l’indennità di comunicazione per i sordomuti. Ribadiamo che per i residenti all’estero sono comprese nei redditi le pensioni estere.

Giova ricordare che fino ad oggi l’Inps si è rifiutato di prendere in considerazione i contributi esteri ai fini della determinazione degli importi della 14ma e che purtuttavia noi continuiamo la nostra attività politica e legislativa per modificare i criteri adottati dall’Istituto previdenziale italiano perché convinti dell’errore interpretativo e applicativo che danneggia i diritti dei nostri connazionali. Infine evidenziamo che il pagamento verrà effettuato d’ufficio per i pensionati di tutte le gestioni unitamente al rateo di pensione di luglio 2017 ovvero di dicembre 2017 per coloro che perfezionano il requisito anagrafico nel secondo semestre dell’anno 2017.
Si rammenta che il beneficio sarà erogato in via provvisoria sulla base dei redditi presunti e sarà verificato non appena saranno disponibili le informazioni consuntivate dei redditi dell’anno 2016 o, nel caso di prima concessione, dell’anno 2017, con, purtroppo come è già accaduto e come abbiamo denunciato, il pericolo che si costituiscano degli indebiti. Consigliamo comunque di rivolgersi a un patronato di fiducia per verificare l’eventuale diritto e gli importi spettanti (e per fare domanda nel caso in cui l’Inps non liquidasse d’ufficio la prestazione). I deputati PD Estero: Marco Fedi e Fabio Porta

7 – LA MARCA: SULLA QUESTIONE DEL COLUMBUS CENTRE SI APRA UNA FASE DI DIALOGO PER ARRIVARE AD UNA SOLUZIONE POSITIVA E CONCORDATA- La posizione di recente manifestata dal Ministro provinciale dell’Istruzione Mitzie Hunter di richiedere alla Chair del Toronto Catholic District School Board (TCDSB) di sospendere l’appalto della costruzione di una nuova scuola sul terreno oggi occupato dal Columbus Centre deve essere colta come un’utile occasione per una pausa di riflessione. C’è bisogno di avviare una fase di dialogo che consenta di rasserenare gli animi con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione ragionevole e concordata. ROMA, 22 GIUGNO 2017

Cercare ad ogni costo di far prevalere i propri interessi e le proprie ragioni rifiutando un sia pur difficile dialogo significa solo intossicare per lungo tempo la nostra comunità e determinare condizioni dalle quali nessuno ha da guadagnare.

Il Columbus Centre non è solo un tradizionale luogo di incontro della comunità italiana, ma un simbolo della sua presenza in una metropoli nelle cui vene scorre anche il sangue degli italiani. Un’icona, come giustamente è stato detto, un segno della crescita e dell’integrazione dell’intera città.

Allo stesso tempo, le organizzazioni scolastiche cattoliche hanno raccolto il sentimento religioso prevalente dei nostri immigrati in Ontario, hanno assecondato l’aspirazione alla formazione e al miglioramento delle giovani generazioni, hanno contribuito a integrare nuovi cittadini in questo grande e ospitale Paese senza far loro smarrire il senso delle loro origini. Con loro stiamo costruttivamente discutendo di come si possano difendere e consolidare, con il contributo dello Stato italiano, centinaia di corsi di lingua e cultura italiana a beneficio di decine di migliaia di ragazzi.

Come è possibile che queste due importanti dimensioni della nostra storia, queste giuste prospettive del nostro futuro in una società multiculturale possano entrare in collisione tra loro e rischiare di elidersi l’un l’altra? Si faccia presto la nuova scuola – la Dante Alighieri Academy – di cui la città ha bisogno, ma si trovi una soluzione urbanistica, tecnica e finanziaria che salvi il simbolo degli italiani di Toronto, il Columbus Centre, uno dei beni del patrimonio culturale non solo della comunità italiana ma, ripeto, dell’intera comunità torontina, di cui per queste ragioni va esclusa certamente la demolizione.

La mia non è una petizione sentimentale, ma un appello alla ragionevolezza e alla difesa dell’intera nostra comunità, nella consapevolezza che a seguito della sua evoluzione essa è ormai diventata una comunità articolata e complessa, che racchiude una varietà di interessi.

Per questo faccio appello che per iniziativa del Ministro Hunter, dei nostri rappresentanti diplomatici e dei rappresentanti della municipalità amministrativamente competente si attivi un tavolo di dialogo tra Board delle scuole cattoliche, Villa Chatities Inc. e Comitato di cittadini coordinato dall’on. Odoardo Di Santo con lo scopo di arrivare al più presto ad una soluzione positiva e condivisa che porti alla realizzazione di opere necessarie nel rispetto della storia e dei valori della nostra comunità.
On. Francesca La Marca

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