509 ILMESSAGGIO DI ROMANO PRODI ALLE GIORNATE DELL’UNIONE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

20051124 15:07:00 rod

W L’ITALIA – GIORNATE DE L’UNIONE DEGLI ITALIANI NEL MONDO
18-19-20 NOVEMBRE

MESSAGGIO DI ROMANO PRODI

Care amiche, cari amici,
Carissime italiane ed italiani,

sono contentissimo di rivolgermi a voi con un saluto affettuoso e qualche breve osservazione in questa ccasione organizzata dalla Unione.

L’Unione è la coalizione dei nostri partiti di centrosinistra che si candida a vincere le elezioni politiche della primavera prossima e a mandare a casa il peggiore governo dell’Italia del dopoguerra.

Non posso essere con voi personalmente, ma so che questo messaggio potrà raggiungervi nelle decine e decine di città in cui si svolgono manifestazioni a cui prendono parte esponenti autorevoli – parlamentari e dirigenti politici – di tutti i partiti dell’Unione.

So che a queste manifestazioni potranno prendere parte anche esponenti del mondo politico e delle istituzioni dei Paesi ospitanti: anche a loro voglio rivolgere un saluto caloroso ed esprimere apprezzamento per la sensibilità e l’attenzione che rivolgono alle nostre comunità.

Queste “giornate degli italiani nel mondo” sono un evento straordinario – che ha avuto già un bel precedente nel 2003 – che offre una opportunità di incontro e di confronto diretto con l’Italia alle nostre comunità in oltre venti Stati di quattro continenti: Europa, Africa, America e Oceania.

Voi italiani all’estero volete contare. E’ giusto.

Molte e diverse sono le ragioni che vi hanno portato a vivere all’estero. Tutti, o quasi tutti, sia i più giovani sia coloro che sono da lungo tempo all’estero, hanno lasciato l’Italia in cerca di opportunità che non trovavano nella madrepatria.

Con il lavoro e con i sacrifici, anche di generazioni, vi siete guadagnati il rispetto delle nazioni in cui vivete. Con tenacia e con impegno avete conservato e ravvivato i legami con l’Italia.

Dall’Italia non chiedete assistenza, ma rispetto e considerazione. Chiedete di potere arricchire la vita del nostro Paese portandovi il contributo dell’esperienza da voi fatta in altri Paesi.

L’Unione non vi ringrazia soltanto di questa disponibilità: sollecita anzi il vostro contributo.

Non si tratta di facili parole.

Lo dimostra quanto è successo il 16 ottobre, con le Primarie dell’Unione. L’Unione ha chiesto agli elettori del centrosinistra di scegliere con il loro voto il candidato alla guida del governo: è stata una competizione bella e libera e segnata da una grande correttezza e dalla volontà di tutti di continuare la collaborazione, qualsiasi fosse il risultato.

Quella domenica è stata una bellissima festa della democrazia: 4.311.149 elettori si sono recati in 9.651 seggi (allestiti in Italia e all’estero – sottolineo: anche all’estero – da decine di migliaia di volontari della nostra coalizione) per dire che aderivano all’Unione e che volevano partecipare attivamente alla vita politica del centrosinistra.

Quasi quattro milioni e mezzo di elettori che si sono messi in fila volontariamente, a volte per ore; che hanno sottoscritto, aderendovi, la Carta dei principi dell’Unione; che hanno perfino pagato per votare. Una Primaria aperta a tutti gli elettori e non soltanto agli iscritti di questo o quel partito. Quando io racconto questa esperienza a politici stranieri – francesi o tedeschi, ma non solo – sgranano gli occhi e stentano a crederci.

Le Primarie sono state aperte anche agli italiani residenti all’estero. Ed è davvero importante che in pochissimo tempo, l’Unione sia stata in grado di allestire quasi 200 seggi in una ventina di Paesi. Seggi in cui si sono recati a votare più di 20.000 italiani con risultati percentuali molto simili a quelli dell’Italia. Non facciamoci ingannare dai numeri: la partecipazione degli italiani all’estero è stata molto, molto significativa. Basta pensare ai tempi stretti, alle distanze da percorrere per raggiungere i seggi e alle difficoltà di pubblicizzare le elezioni.

Difficoltà di informazione e problemi logistici e organizzativi non dovranno esserci per le elezioni politiche del prossimo anno quando gli italiani che vivono all’estero potranno per la prima volta – e noi ci contiamo fermamente – eleggere i loro rappresentanti nel parlamento nazionale italiano: 12 deputati e 6 senatori per la circoscrizione estero.

Noi non vogliamo che gli italiani che vivono all’estero siano dei cittadini a metà. La Costituzione repubblicana vale per tutti i cittadini italiani, indipendentemente dal loro luogo di residenza.
Esigiamo quindi che il diritto di voto sia assicurato a tutti i residenti all’estero e che il Governo compia perciò tutti gli adempimenti necessari – amministrativi e non – per dare attuazione alla disposizione costituzionale che istituisce la circoscrizione estero, promossa dal centrosinistra nella passata legislatura, e alla legge ordinaria sul voto all’estero approvata in questa legislatura.

Sono cose che un governo come si deve avrebbe dovuto fare da tempo. Purtroppo il governo della destra è un governo che fa molta retorica sugli italiani nel mondo e pochi fatti. E i fatti che fa sono fatti negativi: come i ripetuti tagli alle risorse destinate agli italiani all’estero.

L’Italia merita un Governo migliore di quello di questa destra.

Negli ultimi quattro anni il nostro paese ha avuto l’economia più lenta di tutta l’Europa. I prezzi sono cresciuti in modo ingiustificato, i redditi da lavoro sono rimasti indietro, i consumi da tempo ristagnano, le famiglie hanno perso fiducia, i giovani spesso non hanno un lavoro stabile per programmare un futuro.

Bene, in questa situazione le priorità del centrodestra sono state ben diverse: il parlamento si è occupato principalmente degli interessi del premier e dei suoi amici – sia di quelli economici che di quelli giudiziari – approvando leggi che, anziché occuparsi dell’interesse generale, si occupavano di interessi particolari. Sono state chiamate “leggi ad personam” : leggi che andranno cancellate.

Questo non è stato mai il Governo di tutti gli italiani: è stato un governo di pochi, che ha fatto gli interessi di pochi.

Questo Governo ci ha regalato anche lo stravolgimento della Costituzione che rischia di dividere l’Italia e di concentrare nel premier i poteri di una maggioranza onnipotente. Combatteremo questo stravolgimento della Costituzione fino al referendum popolare che dovrà pronunciarsi dopo il parlamento.

Da ultimo, questo Governo – anziché concentrarsi sul controllo dei conti pubblici che vanno sempre peggio – si è dedicato a cambiare le regole del gioco con una riforma della legge elettorale che va contro ogni buon senso: spinge le forze politiche a dividersi anziché a unirsi; aumenta enormemente i poteri dei partiti nella scelta dei candidati riducendo parallelamente quello degli elettori; sottrae ai cittadini la scelta sul Governo riaprendo la strada alla instabilità parlamentare della prima repubblica. Infine, questa legge è studiata appositamente per ridurre l’entità della sconfitta elettorale della destra.

Questa è una legge pessima e sciagurata che combatteremo fino all’ultimo, ma che è anche il degno coronamento di cinque anni di malgoverno. Questa è la legge di una maggioranza in fuga che prepara una serie di ostacoli al Governo destinato a prendere il suo posto.

Sarà il Governo di centrosinistra a farsi carico del debito pubblico che, da quando governa il Centrodestra, è cresciuto di circa 200 miliardi di euro, arrivando a quota 1.540 miliardi, pari a 27.000 euro a cittadino.

Per affrontare seriamente i numerosi problemi che l’Italia ha, e per valorizzare al meglio le sue potenzialità (e ce ne sono), chiedo anche a voi – italiani all’estero – di partecipare innanzitutto alle votazioni politiche.

Il vostro voto è importante, in quanto le elezioni dimostrano che la coalizione vincitrice, vince spesso per pochi seggi. Il voto di alcuni milioni di italiani (si stima tra 2 e 4 milioni), che vivono fuori dai confini dell’Italia, potrebbe dunque influenzare in modo significativo la scelta del Governo del Paese.

L’alleanza di centrosinistra, pur essendo caratterizzata da forze diverse nelle tradizioni e nell’elettorato, ha una visione condivisa della politica: non come affare, come scambio, come interesse privato, ma come progetto, come scelta di unire il paese per farlo crescere e migliorarlo.

E’ a questa visione che si ispira l’Unione, e il successo delle primarie lo ha dimostrato. Una Unione di partiti dunque, basata sul rispetto reciproco, ed ispirata a principi di democrazia interna, che le primarie hanno appunto realizzato.

Ma anche una Unione che troverà in una forte formazione democratica e riformista, unita sotto lo storico segno dell’Ulivo, per la quale mi sono sempre impegnato, una ulteriore coesione e una solida spinta riformatrice.

Una Unione che insieme agli italiani sta scrivendo il programma per dare una risposta ai problemi del Paese. Un programma condiviso e concordato, con opzioni concrete e realistiche, che poi sia in grado di rilanciare il paese sul serio, senza poi incagliarsi su ricatti e negoziati senza fine. Un programma basato sul rilancio della produttività e della crescita economica; con una tassazione che favorisca la crescita dell’occupazione e punti a migliorare i redditi dei lavoratori e delle famiglie e faccia pagare a tutti le tasse secondo giustizia. Un programma basato sulla legalità e l’inclusione. Un programma che attrezzi l’Italia a vivere nel mondo della “globalizzazione”, facendo del nostro Paese una forza di pace e di giustizia, di democrazia e di sviluppo.

In questo programma, l’Unione sarà attenta anche a voi – a voi che vivete fuori dai confini dell’Italia -, non solo per ciò che attiene alla tutela dei diritti del cittadino secondo quanto prevede la Costituzione: penso all’informazione, ai servizi consolari, alla lingua e anche alle opportunità legate all’economia. L’Unione sarà attenta a voi anche per quello che potete dare all’Italia, in termini di promozione del patrimonio di cultura e di umanità del nostro Paese, ben sapendo che il Governo della destra nulla ha fatto – quando non ha fatto danni – per promuovere e migliorare l’immagine dell’Italia nel mondo.

La considerazione e il rispetto che si ha di un Paese è la base di tutto, è la base necessaria anche per migliorare e sviluppare i rapporti economici e commerciali che tanta importanza hanno per una economia fortemente condizionata dalle esportazioni come quella italiana. Purtroppo c’è tantissimo da fare perché troppo spesso negli anni passati l’Italia ha perso credito e avuto danni di immagine per la mancanza di serietà e di senso dello stato messa in mostra da troppi esponenti del Governo della destra, a cominciare dal presidente del consiglio.

Insomma, è il momento di voltare pagina, e cercare di fare del nostro Paese, un paese serio, basato veramente sul lavoro, come dice la nostra Costituzione, e sulla responsabilità dei cittadini. Noi vogliamo un’Italia diversa da quella attuale, dove la legalità e la giustizia sociale siano la stella polare della politica e la bussola di chi governa il paese. Noi vogliamo un’Italia in cui le capacità siano premiate, e non vi siano posizioni di rendita garantite a vita. Noi vogliamo un’Italia che produca e sia competitiva nei mercati internazionali e che sia orgogliosa dei propri prodotti.

Noi vogliamo un’Italia che all’estero sia stimata per le sue proposte e per l’impegno che profonde a livello internazionale per la pace e per la giustizia tra i popoli.

In questo grande progetto voi, che siete i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo, potete fare molto.

Vi chiedo di partecipare al nostro sforzo per rendere l’Italia un paese migliore.

 

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