472 LOIERO: PER RILANCIARE LA CALABRIA C’E’ BISOGNO ANCHE DEI CALABRESI ALL’ESTERO

20051118 12:01:00 rod

UNA RAPPRESENTANZA DEI CALABRESI ALL’ESTERO, ANCHE NEL CONSIGLIO REGIONALE? / INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA CALABRIA AGAZIO LOIERO

CATANZARO aiseEmigrazione Notizie – Sa bene cosa significa essere emigrante il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. La storia di emigrazione che accomuna tanti calabresi è anche la sua storia.

In gio-ventù anche lui ha dovuto fare la valigia e partire per paesi che non erano il suo. Per quattro anni Loiero ha vissuto tra Germania, Svizzera, Inghilterra, Francia. In occasione della settimana di Calabria che si sta tenendo in Argentina, alla quale doveva intervenire e che ha poi disdetto, per impegni politici, il Presidente Loiero ha rilasciato al collega Enzo Rapisarda una lunga intervista, attraverso la quale , manife-stando il suo saluto alla Cominutá Calabrese residente in Argentina e la sua affettuosa vicinanza ai problemi degli emigranti, anticipa l’idea di una rappresentanza degli emigrati nel Consiglio Regio-nale.

D.- Onorevole Agazio Loiero, cosa rappresenta per Lei l’Argentina?
R.- “Ah l’Argentina. Quanti sogni, quante speranze, quante sofferenze. E’ un paese che ho nel cuore per i tanti calabresi che vivono là. Ci sono stato quando ero al Governo, anni fa. Spero di tornarci. Mi spiace di non far parte della delegazione guidata dall’assessore Beniamino Donnici che sta per incontrare i nostri emigrati a Buenos Aires ma voglio inviare a tutti un saluto affettuoso, un grande, fraterno abbraccio. La ringrazio per la sua intervista che mi consente di raggiungere tutti i Calabresi d’Argentina. Sappiano che sono al centro della nostra attenzione”. Parla di getto, lui che solitamente è pacato, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che il tema dell’emigrazione lo vive con forti emozioni. Lui stesso è stato emigrante e il suo primo atto come presidente è stata una visita a Marcinelle, città simbolo del dramma dei lavoratori all’estero, dove ha deposto una corona di fiori al monumento che ricorda la tragedia in cui persero la vita tanti cala-bresi.”
Col presidente Loiero parliamo delle problematiche dei calabresi all’estero e dei programmi che la Regione ha per loro.

D.-On. Presidente Agazio Loiero, la sua elezione rappresenta una grande svolta poli-tica in positivo per la Calabria che anche la comunitá calabrese emigrata si aspettava da tem-po. Cosa può significare per i calabresi d’Argentina?
R.-Intanto spero di non deludere le attese. La situazione in Calabria è difficile, c’è biso-gno di uno sforzo collettivo per riportare la regione a livelli europei. Il governo regionale da me guidato ha un programma articolato che spazia dall’economia, al sociale, al culturale. I calabresi in Argentina e in tutto il mondo rappresentano un valore aggiunto, una realtà a cui bisogna dare la mi-gliore attenzione possibile, rappresentano una straordinaria risorsa utile a valorizzare l’identità sto-rica della regione stessa. Essi hanno contaminato il mondo, sono diventati argentini o australiani ma avvertono sempre e comunque il legame forte, viscerale, con la terra di origine. E questo è un aspet-to che noi non sottovaluteremo.

D.-Conoscendo l’impegno che la caratterizza e lo spirito di vicinanza dimostrato al settore emigrazione, quali saranno le direttive progettuali che intende attivare per le comunitá calabresi all’estero?
R.-Vede io farò sempre in modo che resti viva la memoria sull’emigrazione. Perché quella dell’emigrazione è una storia lacerante che ha colpito una famiglia su due fino a pochi de-cenni fa e che ha interessato tutte le regioni e in particolare Veneto e Calabria. Ritengo, per questo, che il rapporto con i calabresi in Argentina debba stabilirsi su diversi fronti. Intanto umano perché noi sappiamo cosa significhi per un emigrato il legame con la terra d’origine. Poi culturale, perché è tanta la sete di sapere, di conoscere, da parte degli emigrati (pensiamo a biblioteche calabresi da realizzare in ogni associazione di calabresi nel mondo, a contatti diretti, a un modo per favorire i viaggi turistici). E ancora economico, promuovendo un interscambio di cui gli emigrati debbono di-ventare protagonisti. Per quanto riguarda i giovani figli di calabresi che intendano studiare nelle u-niversità calabresi, in particolare stiamo elaborando un programma di borse di studio per far arriva-re qui quanto più intelligenze possibili. Il “valore della memoria” è importante. Con l’assessore alla Cultura, infine, ci siamo adoperati affinché anche nelle scuole la storia dell’emigrazione diventi ma-teria di studio per la parte didattica che compete alla Regione.

D.-La scelta dei Consultori e degli Esperti, in seno alla Consulta Regionale dell’E-migrazione, è uno dei punti cardine per disegnare e concretizzare i programmi d’intervento per i calabresi all’estero. Come intende fare queste scelte? Troveranno spazio dirigenti con capacitá e competenze adeguate oppure seguiranno le figure di sempre?
R.-Il mio governo ha segnato una forte discontinuità con quanto fatto in passato e intende continuare così. In tutti i settori, emigrazione compresa. D’altra parte, non possiamo dimenticare che la gente ci ha dato il 20 per cento in più di preferenze rispetto al centrodestra e gli elettori non ci perdonerebbero se lasciassimo le cose come sono state. Il settore dell’emigrazione che in un primo tempo ho tenuto per me anche per fatto sentimentale volendo seguire direttamente i rapporti con le comunità calabresi, è stato affidato recentemente a un assessore capace. Sarà lui a monitorare la si-tuazione e a proporre le soluzioni ma posso dirle che si interverrà su tutto. Nessuno può pensare di continuare nell’andazzo di prima. Né consultori, né esperti (che dovranno essere veramente tali). La struttura regionale che abbiamo pensato, vedrà, sarà all’altezza del compito.

D.-La comunitá calabrese d’Argentina nell’esprimere un sentimento di sdegno per l’omicidio del Vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno, ha apprezzato for-temente la Sua risposta e quella delle Istituzioni Regionali, cosí pure della gente che ha mani-festato in piazza, contro il sistema delinquenziale organizzato.
R.-L’omicidio di Franco Fortugno è una pagina amara per la Calabria intera. La ’ndran-gheta ha toccato livelli mai raggiunti prima. Ha voluto significare “qui comando io”. Ma questo o-micidio è un boomerang per i clan della Locride. Le istituzioni hanno reagito, la Chiesa ha reagito. Hanno reagito soprattutto i giovani della Locride, diventati il simbolo di quella voglia di riscatto che accomuna tutti i calabresi di Calabria e di tutto il mondo. Se la comunità calabrese d’Argentina ha percepìto e apprezzatto questa nostra posizione siamo ancor più soddisfatti perché, in questa lotta c’è bisogno di tutte le persone perbene.

D.-Esiste nei Calabresi all’estero la convinzione che il suo Governo fará di tutto per restituire alla terra di Calabria la dignitá e l’immagine di una Regione sana ed onesta. Cosa ci vuol dire in merito?
R.-Non ci sono dubbi. Io mi sono candidato anche per questo. Vede, la Calabria per secoli è stata vista come una appendice fastidiosa del Paese. E ciò con una lettura superficiale che non ha mai posto attenzione alle tante positività della regione (penso anche ai tanti ingegni emigrati!). La-voreremo per affermare un’immagine reale con i suoi chiaroscuri, con le sue ombre e le sue luci. Anche sul tema dell’emigrazione.

D.-Alle prossime consultazioni politiche, parteciperanno, per la prima volta, anche i cittadini italiani all’estero. Quale dovrebbe essere il ruolo delle Regioni in vista di questo si-gnificativo appuntamento?
R.-L’appuntamento elettorale è importante sotto diversi aspetti ma uno di questi, forse quello più emotivamente coinvolgente, è l’allargamento di un diritto costituzionale come il voto a chi è italiano ma non vive nel nostro Paese. Ritengo che le Regioni dovranno stabilire proficui rap-porti di collaborazione, con interscambio di informazioni, elaborazione di progetti comuni con i rappresentanti degli emigranti nel Parlamento nazionale. Non nego che mi stuzzica l’idea di avere una rappresentanza di calabresi nel mondo anche nel Consiglio regionale, quanto meno quando si affrontano tematiche legate all’emigrazione. Ma è solo un’idea. Da approndire con calma. Chissà però…
(enzo rapisarda/aise/Emigrazione Notizie)

 

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