11995 Qual è lo stato di salute della lingua italiana in Germania?

20160407 12:15:00 redazione-IT

[b]di Gherardo Ugolini[/b]
[i]Monaco – Un convegno a Monaco per fare il punto della situazione[/i]
La salute dell’italiano in Germania. Come sta la lingua italiana in Germania? Quanti sono i tedeschi che la studiano, quali sono le motivazioni e qual è in generale la situazione dell’insegnamento nelle scuole, nelle università e in tutti i centri in cui vengono erogati corsi di lingua, cultura e letteratura italiana? A queste domande si cercherà di rispondere il prossimo 8 aprile nel corso di un convegno che avrà luogo a Monaco di Baviera presso la Ludwig-Maximilians-Universität, promosso e organizzato dall’ADI (Associazione Docenti d’Italiano in Germania), dall’Istituto di Italianistica della locale università, dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Consolato Generale d’Italia di Monaco.

Interverranno tra gli altri l’ambasciatore Piero Benassi, il direttore dell’IIC di Berlino Luigi Reitani, il prof. Thomas Krefeld, ordinario di letteratura italiana a Monaco e il prof. Paolo Balboni dell’università Ca’ Foscari di Venezia.

Gli Stati Generali di Firenze (ottobre 2014). All’origine dell’incontro di Monaco c’è una precedente importante iniziativa che si è svolta nell’ottobre 2014, quando si tennero a Firenze gli Stati Generali della Lingua Italiana nel mondo, convocati dal MAECI per fare il punto sullo stato di salute della lingua italiana nei cinque continenti. Il risultato fu la celebrazione in pompa magna di un gigantesco successo internazionale. A giudicare dai dati presentati in quell’occasione l’italiano risultava godere di grande vitalità, prosperità e forza espansiva, al punto di essere divenuto ormai la quarta lingua più studiata al mondo. La Germania in particolare era indicata come la nazione europea con il maggior numero di appassionati: oltre 300mila tedeschi – sommando i numeri di scuole, università, Istituti italiani di cultura, Volkshochschulen e Società Dante Alighieri – risultavano studiare la lingua di Dante e Manzoni.

Il convegno di Monaco (aprile 2016). Tutto bene dunque? Davvero possiamo vivere sugli allori confidando nelle sorti “magnifiche e progressive” dell’italiano nel mondo decantate a Firenze? A 18 mesi di distanza dagli Stati Generali di Firenze il convegno di Monaco è l’occasione per rifare i calcoli con maggior precisione e rivedere la situazione con consapevolezza, almeno per quanto riguarda il caso Germania, abbandonando sterili trionfalismi e concentrandosi su elementi concreti e sulle criticità più problematiche. A promuovere gli “Stati Generali dell’italiano in Germania” è l’ADI, una benemerita associazione di docenti di vario livello (scuola, università, VHS) che da qualche anno propone seminari di aggiornamento e formazione.

I membri dell’ADI si sono attivati per raccogliere dati e numeri così da mettere sotto la lente d’ingrandimento la situazione dell’italiano in Germania. L’8 aprile a Monaco quei dati saranno presentati e finalmente potremo ragionare su numeri affidabili. Ma al di là della quantità sarà bene concentrarsi anche sugli aspetti qualitativi e soprattutto sui punti deboli: per esempio sulla difficoltà crescente della nostra lingua a reggere il confronto con le concorrenti nel cosiddetto “mercato delle lingue” (dando per scontata la prevalenza dell’inglese, spagnolo, francese e altre lingue sono concorrenti ostici dell’italiano), sull’immagine stantia che prevale in Germania del Belpaese, sui numerosi casi di chiusura – minacciata o realizzata – dei corsi di italiano nelle scuole e nelle università. Ha fatto scalpore di recente il caso dell’università di Saarbrücken (dove la chiusura è stata temporaneamente sospesa), ma situazioni analoghe si registrano all’università Viadrina di Francoforte sull’Oder e alla Technische Universität di Berlino.

Dove sono le istituzioni statali? Un’ultima annotazione. Il convegno di Monaco è stato promosso e organizzato dall’ADI che, come si è detto, ha svolto un prezioso lavoro istruttorio raccogliendo ed elaborando tutti i dati relativi all’insegnamento dell’italiano nella Bundesrepublik. Ma le istituzioni della Repubblica italiana dove sono? Non sarebbe forse compito della nostra ambasciata a Berlino convocare periodicamente gli Stati Generali della lingua italiana in Germania per fare il punto della situazione e tenerla costantemente monitorata? Negli ultimi anni il disimpegno dello Stato su questo fronte è stato clamoroso: il numero dei docenti di ruolo inviati dall’Italia tramite il Ministero degli Esteri (lettori universitari e docenti di scuola) è drasticamente calato, così come sono diminuiti gli investimenti finanziari nel settore.

Manca da oltre dieci anni un ispettore ministeriale che da Berlino coordini gli uffici scuola presso i consolati. Anche a livello universitario non c’è un raccordo sistematico tra i diversi operatori. L’ultima Conferenza nazionale sul tema risale al 2003, tredici anni fa. Manca perfino una banca dati aggiornata che tenga il registro degli operatori nel settore e dei fruitori di corsi d’italiano. Purtroppo per una prassi infausta e persistente in tempi di spending review i settori che vengono maggiormente penalizzati sono quelli dell’istruzione e della cultura. Eppure dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti l’importanza strategica che ha per l’Italia la diffusione della sua lingua e cultura nel Paese economicamente più avanzato dell’Unione europea. Speriamo che l’appuntamento di Monaco segni un’inversione di tendenza e ridia slancio alla promozione dell’italiano in Germania.

http://www.corritalia.de/home/dettaglio/qual-e-lo-stato-di-salute-della-lingua-italiana-in-germania/85e10df062e7c19c2b520cb0e301764b/

 

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