11646 COMITES, CAROZZA (CGIE): QUASI 250MILA ITALIANI NEL MONDO ISCRITTI

20150326 16:12:00 redazione-IT

Lo stato di avanzamento delle procedure elettorali relative al rinnovo dei Comites, la partecipazione delle associazioni locali all’assemblea elettorale del Cgie, i criteri di ripartizione geografica dei consiglieri Cgie eletti all’estero, la proposta di legge sulla promozione della lingua e cultura italiane all’estero. Per il Comitato di presidenza del Cgie, il Consiglio generale degli italiani all’estero, quella alla Farnesina è stata una due giorni intensa. Al ministero degli Affari esteri, il 24 e 25 marzo, si è parlato di italiani nel mondo, di rappresentanza, di cambiamenti, di piccole e grandi rivoluzioni. Sono stati fatti bilanci e riflessioni. A fare il punto è stato il segretario generale del Cgie Elio Carozza a margine della riunione del Comitato di Presidenza.

A poche settimane dal voto per il rinnovo (le elezioni sono previste per il 17 di aprile e “i plichi sono pronti e stanno per partire”), l’attenzione non poteva non essere rivolta ai Comites: “Per la prima volta, per votare questi importanti organi di rappresentanza territoriale degli italiani all’estero, bisognava registrarsi preventivamente in Consolato – ricorda Carozza – oggi abbiamo i numeri: si sono registrati nell’albo degli elettori circa 250mila persone, ovvero il 6,5% degli aventi diritto. Non sono certo pochi. È una percentuale, tuttavia, spiegabile e che va contestualizzata”. Carozza invita, infatti, a leggere questi numeri alla luce dei “tempi a disposizione” della “scarsa informazione” e della “crescente disaffezione per la politica” cha ha varcato anche i confini nazionali. Senza contare uno “sfilacciamento” – come lo definisce Carozza – legato ai ritardi e al blocco del rinnovo dei Comites per oltre cinque anni. “C’è chi sottolineerà che ci troviamo difronte a un numero non soddisfacente. Ma 243mila italiani nel mondo hanno deciso di iscriversi e non è certo un dato da sottovalutare. Chi parlerà di non legittimazione vista la bassa partecipazione o non conosce bene come si è arrivati alle elezioni dei Comites o parla in malafede”. Arrivate con anni di ritardo, le elezioni dei Comites rappresentano molto di più che un rinnovo della rappresentanza. In ballo c’è tutto quello che riguarda gli italiani all’estero: “L’intera struttura della rappresentanza delle nostre comunità: Comites, Cgie, parlamentari eletti all’estero” e “l’obiettivo – ricorda Carozza – per molti è proprio cancellare la rappresentanza parlamentare”. Nel frattempo si guarda fiduciosi al voto anche se “sulla questione – dice il segretario generale – c’è molto ancora da lavorare. Soprattutto bisogna proporre – sottolinea – una rappresentanza che sappia cogliere i cambiamenti”. Carozza ha parlato anche della necessità di “rivedere subito la legge sul voto all’estero” e ricordato che è sbagliato “aspettare le vigilie delle elezioni per ricordarsene”. Il segretario generale del Cgie fa anche una previsione sui tempi: “Credo che il nuovo Consiglio generale si insedierà a settembre”. Nessuna anticipazione, invece, su chi presiederà alla Farnesina il prossimo comitato di presidenza: “Chiederemo a Renzi se vuol farlo lui” ha concluso ironico. “L’immagine del nostro Paese all’estero – ha assicurato – è molto più chiara di quella che ha chi vive in Italia”. Non solo il percorso che ha portato alle prossime elezioni dei Comites, dopo anni di rinvii, al centro dell’intervento del segretario generale del Cgie. “Altro grande tema all’attenzione del Comitato di presidenza è stato quello legato alla riforma di lingua e cultura italiane all’estero – ha assicurato, infatti, Carozza – abbiamo consegnato a governo, alle Commissioni Esteri e Cultura del Parlamento, ai presidenti Grasso e Boldrini e ai due Comitati, la nostra proposta di legge per la diffusione della lingua e cultura italiana. Abbiamo notato la disponibilità del Senato, mentre è mancato un riscontro da parte del governo. La sensazione che ho – ha spiegato Carozza – è che gli addetti ai lavori stiano ‘sulla difensiva’”. Per Carozza quella su lingua e cultura “dovrebbe essere la riforma delle riforme per gli italiani all’estero”. “La nostra proposta – ha ricordato infine il segretario generale del Cgie – inserisce il tema lingua e cultura nel quadro della promozione del Sistema Paese e dell’internazionalizzazione dell’Italia”. Carozza ha ricordato poi, come negli anni passati si è cercato un “equilibrio tra rappresentanza e rappresentatività”: “Fin dalla legge istitutiva del Consiglio generale – ricorda Carozza – la ripartizione non si è basata mai solo sul numero degli italiani residenti all’estero”. Oggi però le cose sono cambiate: “Si modifica la composizione del Cgie e la sua struttura – spiega, infatti, il segretario – il decreto dell’aprile 2014, convertito in legge a giugno, contiene un articolo che dice che la composizione del Consiglio generale si basa solo sul numero degli italiani residenti. A questa legge io e tutto il Cgie abbiamo dato parere positivo ma ci era sfuggito questo articolo. Lo ammetto: è stato un errore. Lo abbiamo capito subito e subito ho scritto al ministero ma non abbiamo avuto risposta. La ripartizione che ci ha presentato dal sottosegretario Giro ci appare dunque squilibrata: su 43 consiglieri, 24 sono in Europa e 14 in America Latina (7 in Argentina) gli altri 5-6 nei Paesi anglofoni extraeuropei. Oggi in Consiglio sono rappresentati 22 Paesi mentre nel nuovo sarebbero 15-16”. Si tratta per Carozza “di un approccio politico sbagliato” ed è quindi importante ora “sollecitare un decreto urgente per ristabilire l’equilibrio tra Paesi, tra rappresentanza e rappresentatività” perché “così come hanno deciso in una notte di rinviare le elezioni dei Comites, potranno decidere presto anche su questo punto”. Carozza si affida poi a un detto francese usato solo qualche tempo fa dall’allenatore della Roma Rudi Garcia: “Dobbiamo rimettere la Chiesa al centro del villaggio” perché le cose vanno messe a posto e nella loro giusta proporzione.

(NoveColonne ATG/eminews)

 

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