11618 ATTIVITÀ’ PARLAMENTARE.

20150317 13:52:00 guglielmoz

1- FEDI (PD): LA RATIFICA DELLA CONVENZIONE PER LA PROTEZIONE D1 ELLE PERSONE DALLE SPARIZIONI FORZATE RAFFORZA LA LEGALITA’ INTERNAZIONALE PER I DIRITTI UMANI
2 – FEDI (PD): Aprire una stagione di rilancio delle Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale
Con la mozione discussa oggi alla Camera – sottoscritta anche dai deputati PD eletti all’estero –abbiamo chiesto una nuova attenzione del Governo sul tema delle Convenzioni bilaterali, in particolare di sicurezza social

L’on. Marco Fedi è intervenuto in aula per conto del Gruppo del PD in occasione della discussione generale sulla ratifica da parte italiana della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata. Una Convenzione firmata dall’Italia nel 2007 e che già dalla fine del 2010 è entrata in vigore, con la sua ventesima ratifica.
L’On. Fedi ha prima di tutto ricordato che la Camera, con tale provvedimento, si trova ad affrontare un ulteriore passaggio dell’impianto di protezione dei diritti umani e di tutela delle persone. Le sparizioni forzate, infatti, si verificano nel momento in cui delle persone vengono arrestate, detenute o rapite coattivamente, o private in qualsiasi altro modo della loro libertà da parte di agenti dello Stato, di servizi, gruppi organizzati o soggetti privati che agiscono in nome dello Stato o con il suo appoggio diretto o indiretto, e che si rifiutano di rivelare la sorte delle persone rapite, il luogo in cui esse sono custodite o di ammetterne la privazione di libertà, con la conseguente sottrazione di queste persone alla tutela della legge.
“Il fenomeno delle sparizioni forzate – ha rimarcato l’On. Fedi – costituisce una delle più odiose violazioni dei diritti umani, poiché ad essere negata è la dignità stessa della persona. Questa pratica, inoltre, infligge gravi sofferenze ai familiari ed ai conoscenti della persona scomparsa, a causa di un’attesa senza fine e della totale incertezza circa la sua sorte”.
La Commissione Esteri in passato ha ricevuto molteplici sollecitazioni, ad esempio nella scorsa legislatura dalle madri di Plaza de Majo, perché l’Italia arrivasse al più presto alla ratifica, che ora si compie anche per lo stimolo in tal senso rappresentato dal disegno di legge presentato dagli onorevoli Marietta Tidei e Fabio Porta.
La Convenzione riconosce il diritto delle vittime (la persona scomparsa e qualsiasi individuo che ha ricevuto danno e sofferenza come risultato diretto della sparizione) a conoscere la verità in relazione alla circostanza della sparizione forzata e al destino della persona scomparsa. Gli stati parte si impegnano ad adottare tutte le misure per contrastare il fenomeno delle sparizioni forzate e per garantire alle vittime il diritto alla giustizia e alla riparazione. Le persone vittime di questi comportamenti hanno diritto di ricevere un risarcimento per quanto da loro sofferto, anche nella forma della riabilitazione della loro onorabilità o della loro memoria. I figli dei desaparecidos non possono essere separati dalle loro famiglie e conservano il diritto alla loro identità.
“Oggi, con la ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate – ha concluso l’On. Fedi – siamo un passo più vicini a garantire quel quadro di legalità internazionale che ci vede protagonisti nella storia delle Nazioni Unite”.

2 – FEDI (PD): Aprire una stagione di rilancio delle Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale
Con la mozione discussa oggi alla Camera – sottoscritta anche dai deputati PD eletti all’estero –abbiamo chiesto una nuova attenzione del Governo sul tema delle Convenzioni bilaterali, in particolare di sicurezza sociale. In un’epoca caratterizzata dall’intensificarsi dei flussi di mobilità lavorativa transnazionale che interessa sempre di più tutti i settori e tutte le attività lavorative, il nostro Paese si trova ad affrontare un nuovo esodo di giovani verso aree cruciali del mondo.
Il tema delle tutele previdenziali, ho affermato nel mio intervento in aula, deve tornare ad essere centrale. La mobilità in ambito UE oggi è tutelata sia nella sfera professionale, con il riconoscimento delle qualifiche, che in quella della tutela previdenziale. Nei Paesi extra-europei, invece, dobbiamo continuare a lavorare per aggiornare le Convenzioni già esistenti sia ai cambiamenti in campo nazionale che alle nuove esigenze che si manifestano: dai fondi privati e complementari, assicurandone la portabilità, fino ai meccanismi della totalizzazione. Lo stesso impegno richiede il riconoscimento delle qualifiche professionali e dei titoli di studio. Nella prospettiva di superare al più presto anacronistiche distinzioni tra pensioni pubbliche e private, tra categorie di lavoratori.
Nella mozione chiediamo, inoltre, che venga istituito un tavolo tecnico che veda la presenza dei rappresentanti dei Ministeri interessati, dell’INPS e dei patronati nazionali con il preciso compito di monitorare lo stato delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale in essere. Si tratta di verificare la loro compatibilità con le modifiche intervenute nel nostro sistema previdenziale e la eventuale conseguente necessità di rinegoziarle sulla base di nuove esigenze di tutela internazionale. Poniamo, inoltre, l’esigenza di stipulare nuovi accordi di sicurezza sociale, a fronte dell’aumentata mobilità internazionale di lavoratori e lavoratrici sia in uscita che in ingresso in Italia, completando il quadro giuridico di salvaguardia dei diritti sociali.
Con le convenzioni bilaterali non riconosciamo unicamente diritti previdenziali, consentendo la totalizzazione tra periodi di contribuzione versati in Paesi diversi o la portabilità, cioè la possibilità di esportare la pensione contributiva: parliamo del diritto ad aver riconosciuti “lavoro svolto” e “contributi versati”. Vi sono importanti implicazioni che riguardano i diritti e i doveri delle persone, riconoscendo che esse oggi, nella protezione umana come nella tutela previdenziale e nei doveri fiscali, vivono situazioni complesse che superano i confini nazionali. Un tema che si innesta nelle altre forme di tutela dei diritti umani e di protezione della persona. È la prova che diritti e doveri, anche economici, devono affermarsi in una dimensione internazionale, globale, attraverso le convenzioni bilaterali e multilaterali.
Ai sostenitori della tesi secondo cui le convenzioni costano troppo, per i quali in sostanza l’Italia dovrebbe chiudersi in una sorta di splendido isolamento, ricordiamo i vantaggi economici e fiscali, il valore della reciprocità come strumento internazionale e la tutela delle persone come aspetto centrale della tutela dei diritti umani.
Le pensioni liquidate con la totalizzazione di contribuzione italiana ed estera al gennaio 2014 erano 793.432. A gennaio 2014 sono stati disposti a favore di pensionati all’estero 358.210 pagamenti pensionistici. Quindi circa il 50% delle pensioni in regime internazionale è liquidato sulla base di contribuzione italiana e di Paesi dell’Unione Europea, ai quali comunque si applica la normativa UE di sicurezza sociale. Alla luce di questi dati, è davvero incomprensibile l’eliminazione dell’unità di consulenza per la sicurezza sociale del Ministero degli affari esteri, strumento di ricerca, consulenza e progettazione per l’avvio dei negoziati bilaterali.
E’ indispensabile, inoltre, superare ogni ingiustificata distinzione tra lavoratori pubblici e privati, sia in termini previdenziali che fiscali. E’ opportuno rivedere anche i modelli OCSE, spesso superati e da aggiornare. L’esperienza di questi anni dimostra che lo scambio di informazioni, a livello previdenziale e fiscale, migliora sia il sistema di pagamento delle pensioni in termini di equità che il regime fiscale in termini di contrasto a elusione ed evasione. Lo scambio di informazioni garantisce, in sostanza, la trasparenza e la legalità nazionale ed internazionale dell’intero sistema delle Convenzioni bilaterali.
Un altro aspetto sentito è quello del miglioramento del regime dei cambi al fine di assicurare efficienza e trasparenza nei pagamenti extra-Euro. Le stesse modalità di pagamento su conto corrente, le procedure di verifica dell’esistenza in vita e la verifica annuale dei redditi devono migliorare. In sostanza, i miglioramenti nei rapporti con la pubblica amministrazione, con l’INPS, con la Citibank per le pensioni pagate nel mondo, devono essere in linea con le migliori pratiche amministrative e con l’agenda digitale e per la comunicazione elettronica, che ci vede impegnati in Italia. Nella convinzione che il principio di parità di trattamento debba essere esteso anche alle procedure burocratiche e amministrative.
Un punto nodale, infine, è il ruolo insostituibile, all’estero e in Italia, dei Patronati. Una convenzione che affidi ai Patronati, nel ruolo di sussidiarietà che già svolgono accanto alla rete consolare, funzioni di ulteriore assistenza e sostegno ai nostri connazionali stabilmente residenti all’estero, ai nuovi migranti che si spostano nel mondo e anche alle imprese nei rapporti previdenziali con gli istituti locali, darebbe un forte segnale di rinnovato interesse in questo settore. On. Marco Fedi
ROMA 16 MARZO 2015

 

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