11572 NUOVA EMIGRAZIONE: Ciarlantini (PD-Germania): “molti i giovani senza alcun orientamento”

20150130 19:15:00 redazione-IT

"Lo scorso ottobre avevo pubblicato l’intervista con una tipica rappresentante di uno dei gruppi della “nuova emigrazione”, quello dei laureati, degli specialisti, dei ragazzi preparati e consapevoli del contributo che potrebbero dare ad un’Italia che invece non offre loro uno sbocco professionale. Ma ci sono altri esempi di “nuova emigrazione”, gruppi probabilmente più numerosi e sicuramente più svantaggiati dell’emigrante con qualifica professionale". Lo afferma Carla Ciarlantini Krick, dalle pagine on line sul mensile di PD Mondo.

Ricorda Ciarlantini "Quasi un anno fa mi sono registrata in un gruppo Facebook destinato agli italiani che vivono nella regione di Monaco di Baviera. In questo gruppo i temi di gran lunga più trattati in centinaia di post cerco lavoro; cerco casa. Segue a ruota il tema nr. 3: devo andare all’Arbeitsamt (Ufficio di Collocamento ed ente erogatore dei sussidi di disoccupazione), non parlo il tedesco, chi mi può accompagnare?

Sono andata a vedere un po’ più nel dettaglio i profili di questi ragazzi e ragazze: c’è di tutto, anche persone con una discreta qualificazione, ma la grande maggioranza ne possiede poca, molto poca e questo in un’epoca nella quale anche fare il cameriere in pizzeria richiede un minimo di preparazione

Altrettanto grave è l’impreparazione per quanto riguarda le questioni di vita quotidiana. Nessuno o quasi ha un’idea di quanto sia difficile trovare un alloggio a basso costo nelle grandi città di questo paese o di come si possa accedere all’assistenza sanitaria.
Ma il dramma più grave è che queste domande arrivano da persone che stanno GIÀ qui! Ragazzi e ragazze che prima partono e poi il resto si vedrà. Allo sbaraglio, appunto. Non ho statistiche in merito ma sospetto che la percentuale di ritorni “con le pive nel sacco” sia alta.

Oggi però si potrebbe anche tentare di procedere in altro modo. Se la vogliamo proprio mettere giù dura: non riusciamo a dare lavoro ai nostri giovani? Li costringiamo di fatto ad andarsene? Beh, perlomeno cerchiamo di non mandarli al completo sbaraglio. "

La “libera circolazione”. Cominciamo dalla premessa all’attuale diaspora intraeuropea. Tutti hanno letto la prima parte del famoso articolo del Trattato di Maastricht (e di quello di Lisbona): è garantita la libera circolazione di persone….(merci e capitali, ma andremmo fuori tema). Nessuno legge la seconda parte “purché ciò non rappresenti un onere per il paese ospitante”. In chiaro: chi vuole stabilirsi permanentemente in un altro paese dell’UE deve avere dei mezzi di ostentamento. Può non averli da subito, può emigrare prima e cercare lavoro sul posto, ma non può rimanerci in eterno se non è in grado di mantenersi. E – fondamentale – non può incassare da subito sussidi di disoccupazione. Queste regole valgono in tutta l’Unione Europea, anche in Italia.

Cercare lavoro. In certi settori c’è richiesta di manodopera. Uno ad esempio è quello dell’assistenza a malati e anziani, un altro è l’industria meccanica. Recentemente il governo tedesco ha messo onlie un portale che offre informazioni sui settori che cercano risorse qualificate. Ecco il link: http:// www.anerkennung-in-deutschland.de/html/it/.

Inoltre le CCIE (Camere di Commercio Italiane all’Estero) forniscono ulteriori informazioni in merito. E per finire ci sono parecchi portali con annunci di lavoro anche per personale con qualificazione non altissima, dal cameriere al magazziniere.

Ovvio che queste fonti non coprono tutto lo spettro e non danno tutte le risposte, ma almeno si può cominciare a farsi un’idea di massima PRIMA di partire.

Vitto, alloggio e assistenza. Anche in questo caso è possibile fare un po’ di piani prima di trasferirsi, ad esempio consultando siti web come http://www.wohngemeinschaft.de/ che offrono sistemazioni in comune con altri inquilini. Sono forme di affitto legali, costano meno di un monocamera e per i primi tempi possono offrire un decente compromesso. Meglio comunque che partire e poi mettersi a cercare sul posto, cosa che in città molto gettonate come Monaco o Francoforte equivale ad una mission impossible.

Anche sul tema dell’assistenza sanitaria vale lo stesso discorso: informarsi in anticipo, ad esempio sul sito del Ministero della Sanità. Come per la questione della libera circolazione, anche su questo esistono parecchi fraintendimenti. Il più diffuso è la convinzione che avendo la tessera elettronica si abbia diritto alle stesse prestazioni riconosciute dal proprio paese. Non è vero: si ha diritto alle stesse prestazioni erogate ai cittadini del paese ospitante e non è detto che siano uguali a quelle del proprio.

Lingua. Forse questo è il punto più dolente. È quasi tragico rendersi conto di come questo aspetto non venga praticamente mai preso in considerazione. Ogni giorno mi passano davanti agli occhi post del tipo: “Ma per fare il cameriere alla trattoria Bella Napoli (che non sta a Napoli, ma ad Amburgo o a Stoccarda) bisogna conoscere il tedesco?” O l’inglese, il francese o quel che sia. Non si pensa che un cameriere deve poter comprendere il cliente che vuole una piccola modifica al piatto che sta ordinando o che un magazziniere deve saper leggere le indicazioni riguardanti merce delicata o pericolosa. È vero che non sempre serve conoscere la lingua a livelli universitari, ma un’infarinatura bisogna averla. Paradossalmente più alta è la qualifica meno critica è la conoscenza della lingua. Chi ha conoscenze molto richieste può tentare la via del mondo accademico o delle grandi multinazionali, dove a volte si può sopravvivere con l’inglese. Tuttavia in generale non poter comunicare è la palla al piede più pesante e pertanto è anche una delle ragioni più frequenti di ritorni ingloriosi.

L’amara conclusione è che il nostro paese non riesce né a tenersi i suoi giovani né a mandarli all’estero con un minimo di pianificazione. Quali informazioni servano per un trasferimento all’estero che non sia un salto nel buio e dove reperirle dovrebbe essere un servizio al cittadino. Invece non esiste praticamente nulla. Nemmeno il sito aperto dal governo tedesco è stato reso noto tempestivamente e sui canali di comunicazione più importanti.

Per i giovani: pensateci bene prima di buttarvi allo sbaraglio. I nostri ammortizzatori sociali sono quelli che sono, scarsi e sto usando un eufemismo. Ma all’estero non c’è la famiglia, non ci sono gli amici, non esiste il tessuto sociale di cui acciamo parte a casa nostra. Andare alla cieca significa dover tornare in condizioni peggiori di quelle che pensavamo di lasciarci dietro, perché ci si porta sulle spalle anche la pesante consapevolezza di non avercela fatta.

Per il nostro partito e per chi ci governa o ci governerà: questo articolo non avrebbe mai dovuto essere scritto. Facciamo almeno il possibile perché non ci siano altre puntate."conclude Ciarlantini .

 

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