11561 Fondazione Migrantes: La crisi ha aperto una nuova stagione di emigrazione italiana

20150127 11:08:00 redazione-IT

ROMA – “Nella prolusione ricca di spunti e di prospettive del cardinale presidente della CEI leggiamo da una parte l’invito a vincere la paura di fronte alle recenti azioni terroristiche e ai disagi crescenti e dall’altro un importante passaggio sui giovani e adulti – almeno ottantamila nell’ultimo anno, ricorda il card. Bagnasco – che hanno inaugurato, in questi anni di crisi e di disoccupazione crescente, una nuova stagione di emigrazione italiana: la prima del XXI secolo, dopo le tre grandi stagioni di emigrazione del XX secolo, che hanno caratterizzato l’inizio del secolo, gli anni dopo la tragedia della prima guerra mondiale e dopo la seconda guerra mondiale”.

Lo ha detto il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego, commentando le parole del card. Bagnasco pronunciate in apertura del Consiglio Episcopale Permanente della Cei. Il numero degli emigranti italiani, che si avvicina ai 4milioni e 900 mila – continua Mons. Perego – sta per raggiungere il numero degli immigrati in Italia: “due volti importanti dell’Italia di oggi, 10 milioni di persone in cammino, per diverse ragioni, ma con nel cuore la speranza di migliorare la propria condizione difficile di vita. Le grandi capitali europee (Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles), ma anche città come Zurigo, Francoforte, Barcellona sono tra le destinazioni preferite dai nostri giovani e adulti che emigrano. Non manca chi ritorna ad andare in Argentina, negli Stati Uniti, ma anche chi sceglie – in forte crescita negli ultimi anni – l’Asia, in particolare la Cina.
Ogni anno la Migrantes – conclude Mons. Perego – nel Rapporto ‘Italiani nel mondo’, grazie anche alla collaborazione con il Ministero degli Esteri, attraverso l’anagrafe degli italiani (AIRE) e altre fonti statistiche, cerca di offrire una fotografia dell’emigrazione italiana, con l’aiuto di oltre 50 ricercatori”. Il Rapporto 2014, sarà presentato nel contesto dell’EXPO di Milano, anche per segnalare “il contributo degli italiani nel mondo nell’impegno di ‘Nutrire il Pianeta’, sia nel mondo della gastronomia, come anche nella cooperazione internazionale e nella lotta alla fame nel mondo”.

(Migrantes online /eminews)

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[b]CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Cardinale Bagnasco: Molti i giovani all’estero per motivi di lavoro[/b]

ROMA – – “La cultura del lavoro è mutata: bisogna prenderne atto realisticamente. I nostri giovani e meno giovani – quest’anno più di ottantamila sono andati a lavorare all’estero – lo sanno bene! Ma bisogna fare estrema attenzione perché tutti siano accompagnati e sostenuti in quello che è necessario per non perdere la dignità: sentirsi inutili, perché non si ha un lavoro, deprime e destabilizza i singoli e la società”. Lo ha detto oggi pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, aprendo i lavori della sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente.
Dopo aver sottolineato che l’Italia dovrà eleggere nuovo Capo dello Stato nei prossimi giorni ha ringraziato Giorgio Napolitano esprimendogli “sincera gratitudine e il più cordiale augurio di bene” e pregando “il Signore della storia perché il Parlamento, nel rispetto dei dovuti passaggi, riesca, in tempi brevi, ad esprimere la persona che possa rappresentare con dignità riconosciuta e operosità provata il popolo e la Nazione”. Il porporato ha quindi parlato della crisi economica che ha toccato tutte le categorie e soprattutto i giovani “che hanno paura per il loro futuro incerto, e che bussano – non di rado sfiduciati – alle porte del lavoro” oltre agli adulti che il lavoro “lo hanno perso e che hanno famiglia da mantenere e impegni da onorare. Su tutto si staglia l’urgenza che, più di tutte, s’impone: il lavoro e l’occupazione. Con rispetto e forte convinzione, consapevoli del nostro dovere di Pastori, chiediamo ai responsabili della cosa pubblica di pensare a questo prima di ogni altra cosa, che – pur necessaria o opportuna – è sentita dalla gente come lontana dai suoi problemi quotidiani”.
“Non basta – ha detto il card. Bagnasco – richiamare ad uno stile di vita più essenziale: questo ormai si è imposto giocoforza da tempo a chi ha sempre di meno e non ha sfiorato chi, invece, è sempre più ricco. La forbice si allarga pericolosamente anche per la tenuta sociale. Tutti sappiamo che il nostro Paese ha fatto molta strada e si è acquistato un posto di rilievo e di rispetto nel concerto delle Nazioni: chi lavora all’estero o chi deve girare il mondo per lavoro, testimonia che l’intuizione, la competenza tecnologica, la disponibilità generosa dei nostri lavoratori sono riconosciute ovunque. Si dice che è il sistema Paese che deve salire all’altezza degli italiani. Soprattutto, per attirare investimenti produttivi che creino nuovo lavoro”.

(Migrantes online/eminews)

 

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