11543 Una guida bilingue ai diritti di chi lavora nel Regno Unito

20150114 17:36:00 redazione-IT

[b]La presenteranno il 23 gennaio a Londra la Confederazione sindacale britannica (Tuc) e il Patronato italiano Inca-Cgil[/b]
Una guida bilingue ai diritti di chi lavora nel Regno Unito. La presenteranno – rispondendo così “al crescente numero di richieste che provengono dai diversi angoli del Paese e da questa nuova ed importante comunità” – il Tuc (Trade Union Congress , Confederazione sindacale britannica che rappresenta 54 sindacati di categoria) e il Patronato Inca-Cgil in Regno Unito. L’incontro per lanciare la nuova guida si terrà il 23 gennaio , ore 18.30, presso la sala dell’Inca-Cgil di Londra (124 Canonbury Road N1 2UT).

Insieme alla guida bilingue sarà presentato anche il nuovo sito dedicato del Tuc
Saranno presenti i sindacati delle categorie scuola ed università, sanità, ristorazione, It e finanza. L’incontro sarà introdotto da Marisa Pompei, presidente dell’Inca-Cgil Uk e da Rosa Crawford del Dipartimento per le relazioni europee ed internazionali del Tuc.
“Il Regno Unito è diventato il Paese dove gli Italiani sono emigrati maggiormente durante il 2014 con un incremento pari al 71% rispetto al 2103” evidenzia in una nota il Patronato Inca-Cgil del Regno Unito citando dati della Fondazione Migrantes. E, prosegue l’Inca , “il 2015, stando alle previsioni, dovrebbe confermare il trend che si prevede ancora in aumento. I dati ufficiali parlano di 250 mila persone iscritte all’AIRE (Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero) e di altrettante non iscritte per un totale di circa 550 mila in tutto il territorio nazionale con punte di maggiore concentrazione nelle grandi città: Londra per prima, Birmingham e Manchester ma anche Leeds, York e Liverpool. Almeno il 60% dei nuovi immigrati ha meno di 35 anni ed il 25% si colloca fra i 35 ed i 44 anni”.
“I settori in cui sono impegnati – spiega il Patronato – si discostano da quelli tradizionali e vanno dalla sanità alla scuola ed università, dall’ingegneria alla finanza, dal commercio alla ristorazione ed ai servizi, dai trasporti alla moda ed infine anche al design senza escludere il campo della Information Technology. Questo – conclude la nota – ci restituisce l’immagine di una immigrazione complessa e variegata ma accomunata da un unico bisogno: quello di conoscere e capire le regole del lavoro ed diritti che ne conseguono e che non sempre sono gli stessi della esperienza italiana”.

 

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