11541 Stefano Fassina e Pippo Civati a scuola da Tsipras

20150113 10:21:00 redazione-IT

[i](Dal Corriere della Sera del 12 gennaio 2015)[/i]
[b]Due dei più coriacei dissidenti del renzismo sono andati ad Atene per saperne di più sulla sinistra-sinistra, passata dal 2-3% a proiezioni che lo danno primo partito con il 30 per cento[/b]
L’autoironia non manca. «Ci fosse anche Gianni Cuperlo potremmo anche fondare un nuovo Pd in esilio». Fine settimana di vacanze-lavoro per Stefano Fassina e Pippo Civati. Due dei più coriacei dissidenti del renzismo sono arrivati alla scuola di Atene per abbeverarsi alla fonte della nuova sinistra-sinistra di Alexis Tsipras.

Sono l’avanguardia delle scanzonate Brigate Kalimera della sinistra italiana prenotate sui voli low cost per il weekend elettorale di fine gennaio quando il partito anti liberista e anti austerity Syriza potrebbe conquistare la maggioranza del Parlamento greco. «Per chi come noi crede sia possibile un’alternativa alle politiche rigoriste europee sarebbe una bella spinta». Solo all’idea brilla nuova luce negli occhi.
Sono come al primo giorno di un nuovo corso che promette di insegnare cose meravigliose. Invece di Platone hanno trovato il giovane Tsipras. Civati è venuto a sue spese con la compagna. Anche Fassina attinge al portafogli personale, ma in compagnia di «uno degli ultimi funzionari di partito viventi, praticamente un dinosauro» (così come si definisce l’interessato). Pure «l’esemplare in via di estinzione» è in ferie.
Sarà la passione, l’aria dolce di Atene, il profumo di souvlaki o che qui discutere di politica attorno ad una bella cena costa meno di 10 euro a testa, fatto sta che la maggior parte degli incontri assume una venatura nostalgica. Non è mai bello stare in panchina a guardare gli altri vincere, anche quando sono degli amici. La rete di accoglienza è fatta da pochi elementi scelti. Un ex candidato nelle liste di Tsipras in Italia, un’ex giovane comunista esiliata a Roma ai tempi dei colonnelli, simpatizzanti di origini disparate. Compare anche Stathis, fratello del rivoluzionario Panagulis, amore di Oriana Fallaci e ispiratore del suo «Un uomo». Pare un viaggio nel tempo: passato e futuro.
Il lavoro che la coppia di minoranza si propone in Grecia è serio quanto ciclopico: capire come Syriza sia riuscito in tre anni a passare dal 2-3% a proiezioni che lo danno primo partito con il 30 per cento. La scalata greca è avvenuta per di più senza rinnegare l’ispirazione marxista del movimento. Ai due Pd in trasferta potrebbe forse bastare un innesto di egalitarismo e una spintarella keynesiana. Civati sembra preoccuparsi soprattutto di carpire il segreto del radicamento sociale di Syriza attraverso le associazioni di assistenza promosse dal partito. Mense sociali, ambulatori gratuiti, il vecchio sano lavoro di base che nel Pd «made in Renzi» è dato per «desaparecido». «Movimento sociale e politico crescono insieme – dice Pippo —. E crescita dovrebbe coincidere con uguaglianza». Fassina, da buon economista, è concentrato sui numeri. Guarda alla gravità della crisi sociale greca e alla disperazione che ne è nata. «In Italia, fortunatamente, non siamo arrivati a tanto».Tra un piatto di tzatziki e un dibattito, il gioco degli specchi tra Grecia e Italia regala riflessi a volontà. Un tempo era la sinistra ateniese a scappare da noi, domani chissà? Allora la sinistra italiana era la più forte d’Europa, il 26 gennaio potrebbe essere la greca. Una volta facevano scuola le salamelle alle Feste dell’Unità e la capillarità delle sezioni Pci. Oggi è Syriza ad inventarsi le lenticchie equosolidali e le associazioni di auto-aiuto. Parallelismi e fughe in avanti. Da noi la frammentata banda dell’Ulivo di Prodi è stata incapace di reggere alla prova di governo, qui ad Atene l’ala massimalista del partito potrebbe togliere il sorriso a Tsipras. C’è spazio anche per qualche frecciatina al frenetico segretario restato in Italia. «Nel semestre europeo di presidenza italiana, Renzi non ha aperto alcun discorso di verità sull’Eurozona – dice Fassina —. Vediamo se ci riesce la Grecia con la vittoria di Alexis Tsipras».
I due hanno alberghi e agende diverse, ma incontri a ripetizione anche con esponenti di partiti diversi dal rosso Sypras. Fassina ne approfitta per presentare il suo libro-manifesto «Il lavoro prima di tutto» (Donzelli editore) nel Caffè Aitiou, giusto sotto il Partenone. «Il programma di Syriza non è affatto estremista – spiega —. Anzi è l’unico realista perché prende atto che l’agenda della Troika non funziona».
La vera domanda dal pubblico all’ex dipendente del Fondo Monetario Internazionale è «riusciremo a convincere il mondo a condonare il nostro debito pubblico?». L’ex vice ministro delle Finanze cerca di regalare le rassicurazioni che i compagni greci vorrebbero sentire da lui. Parla della necessità di una «conferenza sul debito» e di una «rinegoziazione». Ma chi è minoranza non può dare garanzie. Il massimo che gli esce è: «Farò di tutto per convincere il Pd ad appoggiare le richieste di Syriza».

(di Andrea Nicastro)

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[i]Nota: L’iniziativa citata nell’articolo di Nicastro è stata organizzata da Angelo Saracini (Filef Grecia).[/i]

 

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