11765 Si è svolto a Palermo il XIII Congresso dell’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (Usef)

20150806 23:49:00 redazione-IT

[b]Nel documento finale approvato dai delegati un appello alla ripresa del dialogo con le istituzioni regionali e di una politica regionale verso i siciliani all’estero[/b]

PALERMO – Si è svolto a Palermo il XIII Congresso dell’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (Usef), evento che, pur registrando un’importante presenza di delegati dei circoli Usef nel mondo, non si è celebrato nel contesto di importanti iniziative politiche e culturali “a causa della carenza di risorse finanziarie, dovuta – si legge nel documento finale approvato in tale occasione – all’abbandono del settore da parte della Regione Siciliana”.

La relazione del segretario generale dell’Usef, Salvatore Augello, approvata dal Congresso, stigmatizza infatti con forza il fatto che la Regione non abbia trovato “le risorse di sussistenza per un settore importante come quello dell’emigrazione”, determinando in questo modo un indebolimento del legame tra “la Sicilia e le sue numerose comunità all’estero” e “l’associazionismo che storicamente rappresenta il trait d’union tra la regione e le comunità stesse”.
“La regione è rimasta per tutto questo tempo senza una politica per i suoi emigrati e ciò – si legge nel documento finale – rischia di amplificare la grave crisi economica della Sicilia. Mentre i risparmi di spesa ammontano a poche centinaia di migliaia di euro, sono invece importanti le perdite che possono venire in termini di mancati investimenti in Sicilia da parte di quei paesi in cui la nostra emigrazione è presente ed esercita ruoli importanti. Perdite che si riflettono in termini di mancata presenza turistica e di blocco di un rapporto culturale che ha arricchito negli anni sia la Sicilia che le sue comunità”. A subire le conseguenze di questa situazione anche “le associazioni dell’emigrazione, tra cui l’Usef, che – segnala Augello – rischiano di chiudere i battenti con un danno enorme per la regione”. A sparire sarebbe infatti “un volontariato, promotore di un servizio sociale e di un’attività culturale e di promozione dello sviluppo di rapporti economici tra la Sicilia ed il mondo, che è stato esercitato senza spesa per la regione, con generosità dalle associazioni”.
Si lamentano pertanto non solo l’assenza di risorse ma anche di dialogo con le istituzioni, assenza che di fatto comporta “un’interruzione del rapporto” tra la regione e “il suo popolo che vive nel mondo”.
“L’Usef ha continuato il suo lavoro, come dimostra questo congresso, con sacrificio personale dei suoi dirigenti e con il contributo delle sue associazioni sparse per il mondo. Continuerà la propria attività – evidenzia il documento – anche negli anni futuri, perché non vada disperso il patrimonio di migliaia di siciliani organizzati nel mondo che si accaniscono a voler tenere ferme le loro radici per se stessi e per i loro figli”.
Alle istituzioni regionali, ai gruppi politici ed ai partiti viene però lanciato un appello “per porre rimedio ad una inedia che dura da un triennio” e affinché riprenda la politica verso l’emigrazione. “Sappiamo che c’è bisogno di innovare in questo settore e per questo da anni suggeriamo proposte nuove, che sono talvolta diventati disegni di legge, mai discussi in aula, e che siamo pronti ad illustrare a chi è disposto ad ascoltare. Non pensiamo a grandi risorse che non sono possibili in tempo di crisi – precisa l’Usef, – ma ad una politica che rilanci il settore, che valorizzi l’associazionismo e il volontariato e coinvolga le istituzioni culturali ed imprenditoriali. Nel mondo si contano tanti siciliani, almeno il doppio di quelli che vivono in Sicilia, sono loro che accolgono in questo periodo di crisi i nuovi emigrati che vengono dalla Sicilia e trovano per loro una occupazione. Da loro ci si può aspettare molto se non si chiudono i contatti”.
Il Congresso dell’Usef auspica quindi “una ripresa della politica della Regione in direzione dei siciliani all’estero”, ripresa che passi attraverso l’applicazione delle attuali leggi regionali in materia e la “messa in cantiere di una nuova legge che sappia cogliere le esigenze attuali dell’emigrazione e dell’immigrazione”. Sollecitato inoltre “l’insediamento della Consulta regionale e la indizione della conferenza regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione, per aggiornare l’analisi sulle attuali problematiche e per riavviare un discorso interrotto da oltre quindici anni” e “il riconoscimento del giusto ruolo e valore non solo delle associazioni regionali storiche dell’emigrazione, ma anche di tutte quelle associazioni, che in presenza di requisiti adeguati, si occupano in maniera organizzata dei corregionali all’estero e degli immigrati in Sicilia”.
Per l’Usef si tratta di “obiettivi minimi” e “indispensabili per rimettere in moto una macchina arrugginita dall’incuria e dall’abbandono per l’assenza di una mancata ed adeguata politica da parte di governi che hanno largamente sottovalutato il contributo importante che da questo settore e dall’utilizzo della imponente rete associativa può venire”.

 

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