11384 La risposta del sottosegretario Mario Giro all’interrogazione di Micheloni e altri senatori

20141017 15:55:00 redazione-IT

ROMA – Sì, i tempi sono stretti, ma le elezioni dei Comites si svolgeranno a dicembre, anche perché c’è una legge che lo impone. Questo, in sintesi, quanto ribadito dal sottosegretario agli esteri Mario Giro che ieri, in Commissione Affari Esteri, ha risposto all’interrogazione bipartisan a prima firma Tonini, sottoscritta da tutti i senatori eletti all’estero e dai colleghi membri del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero.
“Il Governo – ha esordito Giro – è pienamente consapevole dell’importanza che rivestono per le collettività italiane all’estero le elezioni per il rinnovo dei Comites, che dopo svariati anni di rinvii, giustamente stigmatizzati da più parti, sono state indette per il prossimo 19 dicembre”.

Anche il Cgie, ha ricordato il sottosegretario, “in diverse occasioni ha sempre chiesto con forza che si andasse a votare per il rinnovo dei Comites entro la fine del 2014”. Inoltre, “oltre che un dovere morale nei confronti delle nostre comunità all’estero, lo svolgimento delle elezioni entro il 2014 costituisce un obbligo di legge”.
“Riconosco che la tempistica prevista è piuttosto stretta”, ha aggiunto Giro, ma non poteva essere diversamente: “le nuove modalità”, ha spiegato riferendosi all’elenco degli elettori, “costituivano l’unica possibilità di rispettare il termine di legge per la tenuta delle elezioni, data l’impossibilità di approvare per tempo il nuovo regolamento sulle elezioni basate su modalità esclusivamente elettroniche”.
In attesa dell’entrata in vigore del nuovo regolamento – quello, cioè, che prevede il voto elettronico – “si è quindi ritenuto di dover continuare ad applicare il sistema di voto per corrispondenza, che peraltro costituisce certamente un modo per coinvolgere maggiormente quelle fasce di popolazione che, per ragioni anagrafiche, sono meno pratiche delle moderne tecnologie informatiche, introducendo il solo correttivo dell’opzione di voto”.
Con questa introduzione, ha aggiunto Giro, “si sono fornite anche maggiori garanzie sula personalità del voto, assicurando nel contempo forme di risparmio assolutamente necessarie, data la limitatezza delle risorse disponibili”. Il sottosegretario ha quindi ricordato che “è stata anche recepita l’esigenza, rappresentata in molteplici sedi, di consentire agli elettori un maggiore arco temporale per potere esercitare l’opzione per l’ammissione al voto, estendendo il termine per la ricezione da parte degli Uffici consolari della domanda dell’elettore, dai cinquanta giorni prima della data del voto, originariamente previsti, agli attuali trenta giorni”. Invariati, invece, “i tempi di presentazione delle liste di candidati” previsti “in 30 giorni dall’indizione delle elezioni” e che, quindi, scadono domenica prossima, 19 ottobre.
Giro ha quindi tenuto a sottolineare “l’impegno del Governo a informare correttamente l’elettorato delle novità introdotte, attraverso una campagna informativa avviata con modalità capillari e con uno sforzo organizzativo non indifferente, fin dallo scorso mese di agosto, dall’intera rete diplomatico-consolare. In questo quadro – ha aggiunto – s’inserisce anche l’invio da parte dei Consolati di un dettagliato foglio informativo ad ogni singolo nucleo familiare, che pervenga in tempi utili per esercitare l’opzione, destinando all’iniziativa due milioni di euro”.
“Credo – ha osservato – che in questo momento sia opportuno continuare a fare ogni sforzo affinché le elezioni per il rinnovo dei Comites si tengano nei tempi previsti, in maniera corretta e con un’adeguata informazione. L’approvazione di una nuova norma, che modifichi la tempistica prevista”, come richiesto nell’interrogazione, “rischierebbe di disorientare i connazionali, facendo perdere credibilità al momento elettorale. Spero – ha concluso – che il Parlamento possa sostenere gli sforzi intrapresi dal Governo, che è comunque aperto a ogni suggerimento per assicurare che queste elezioni si svolgano nel miglior modo possibile, per il raggiungimento dell’obiettivo comune di far votare il più ampio numero possibile di connazionali”.
Una risposta che non ha soddisfatto il senatore Claudio Micheloni (Pd), presidente del Cqie, che nella sua replica ha pure sostenuto che “alcune delle informazioni fornite non corrispondano pienamente alla realtà”.
“L’inversione dell’opzione per l’esercizio del diritto di voto – ha aggiunto – rappresenta una rivendicazione storica delle comunità italiane all’estero, ma oggi il governo intende realizzarla in modo assolutamente non convincente”.
Il senatore ha quindi criticato “modalità e tempistica della campagna di informazione sulla necessità di iscriversi all’elenco degli elettori”, che, a suo parere, “sarebbe stato necessario avviare in un tempo congruo non solo rispetto alla scadenza elettorale, ma anche rispetto al termine per la presentazione delle liste, fissato per domenica 19 ottobre”.
Micheloni ha quindi stigmatizzato “l’inserimento delle modifiche del meccanismo elettorale per i Comites all’interno del decreto legge sulle missioni internazionali, che peraltro è stato sottoposto all’esame del Senato a pochi giorni dalla sua scadenza. Ritengo che per realizzare in modo adeguato l’elenco degli elettori all’estero sarebbero necessari almeno sei mesi”.
Concludendo, Micheloni ha rinnovato l’invito al governo “a rinviare di qualche mese la data delle elezioni” perché “lo svolgimento delle elezioni senza una adeguata informazione da parte degli aventi diritto rischia di portare ad una ridottissima partecipazione al voto, col conseguente rischio di minare il sistema della rappresentanza italiana all’estero”.

 

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