11070 2. Notizie dal PIEMONTE feb 2014

20140304 15:20:00 red-emi

0 – Cota usa i ricorsi per ripassare la giurisprudenza in vista del suo ritorno nel mondo dell’avvocatura? Non lo faccia a spese dei piemontesi
1 – 5 X IL PIEMONTE: ECCO LE VOSTRE PRIME CINQUE PROPOSTE PER CINQUE ANNI. Continuate a scriverci / Salute, lavoro, ambiente, cultura e partecipazione: per il momento sono queste le cinque priorità che avete voluto segnalarci in vista della prossima legislatura regionale.
2 – Quel pasticciaccio brutto dei vitalizi piemontesi. Il mio no all’emendamento “prendi i soldi e scappa”
3 – Il rinvio della decadenza di Giovine un atto gravissimo che rende ancora più precaria la vita di questo Consiglio regionale
4 – ll Piemonte torna al voto, Consiglio Stato boccia ricorso Cota e annulla elezioni 2010
5 – Matteo Renzi: un Gattopardo al Governo Sono francamente costernata dalla Direzione del Partito Democratico. La parola più gettonata e abusata è “responsabilità”.
6 – CIE, da Marino dichiarazioni fuori luogo che sono il segno della poca conoscenza del problema in questione
7 – Alleluja ha vinto il centrosinistra, ma purtroppo hanno perso le donne. In Piemonte diciamo NO all’estinzione della donna in politica

0 – COTA USA I RICORSI PER RIPASSARE LA GIURISPRUDENZA IN VISTA DEL SUO RITORNO NEL MONDO DELL’AVVOCATURA? NON LO FACCIA A SPESE DEI PIEMONTESI
Cota evidentemente è colto dalla sindrome del ricorso ossessivo: probabilmente lo fa perché vuole ripassare i vari codici della giurisprudenza per tornare a esercitare la professione d’avvocato. Stia però attento a non farlo a spese dei contribuenti piemontesi: sarebbe inaccettabile.
Non riusciamo a spiegarci diversamente il teatrino che sta mettendo in scena giorno dopo giorno l’ex Governatore della Regione Piemonte. Difendere l’indifendibile non è segno di equilibrio politico, a meno che il leghista non voglia tenere accesa la fiamma della giustizia perché si è reso conto che di lui ormai si può parlare solo per queste cose vista la pochezza dell’opera della sua Giunta.
Cota deve rendersi conto che la sua esperienza politica in Piemonte è conclusa e che finalmente può rendersi utile per i piemontesi accelerando il percorso che deve portarci al voto il 25 maggio

1 – 5 X IL PIEMONTE: ECCO LE VOSTRE PRIME CINQUE PROPOSTE PER CINQUE ANNI. Continuate a scriverci / Salute, lavoro, ambiente, cultura e partecipazione: per il momento sono queste le cinque priorità che avete voluto segnalarci in vista della prossima legislatura regionale. La scorsa settimana vi avevamo chiesto di aiutarci a riscrivere il Piemonte inziando insieme un percorso partecipato volto alla stesura di una proposta di intenti e propositi chiaro e trasparente.
In questa settimana abbiamo avuto la conferma che non è solo nostra l’esigenza di confronto perché ci avete risposto in tantissimi fornendoci indicazioni utili e dettagliate dalle quali partire: ci piacerebbe che questo metodo diventasse un’abitudine perché crediamo che sia fondamentale ampliare il bacino di discussione. E’ per questo che vi invitiamo a continuare a mandarci le vostre segnalazioni via mail all’indirizzo monica.cerutti@monicacerutti.com.
Intanto vi proponiamo una prima sintesi delle vostre proposte. Il riassesto della Sanità piemontese da quel che ci avete scritto non è solo una priorità, ma una vera e propria emergenza. Come darvi torto! Il Piemonte negli ultimi quattro anni ha compiuto solo passi indietro in questo senso: si tenga conto che in questa Giunta regionale gli assessori che hanno occupato l’assessorato più importante sono stati ben tre. Prima Caterina Ferrero, poi Paolo Monferino e infine Ugo Cavallera sono stati gli artefici della riforma più pasticciata della nostra storia regionale. L’assistenza ai pazienti e alle persone non autosufficienti è il tasto dolente anche perché questa amministrazione ha strizzato l’occhio al privato mettendo il pubblico in grosse difficoltà. Ci avete scritto che dobbiamo riportare a un livello di personale e efficienza adeguate le strutture sanitarie in particolare nel settore dell’oncologia in riferimento al tumore al seno. Questa è senza dubbio una priorità: in questi anni ci siamo battuti contro la chiusura dell’ospedale Valdese di Torino e ci batteremo per farlo riaprire. Non vi siete neppure dimenticati la questione dell’autodeterminazione femminile chiedendoci di lavorare per garantire l’applicazione della legge 194 e per incrementare l’educazione scolastica e la prevenzione. Lo faremo senza dubbio perché prima di tutto viene il bene dei cittadini e non l’opportunismo politico: non dovrà mai più accadere che un governatore baratti la salute fisica e mentale delle donne piemontesi per qualche voto in più.
Lavoro, lavoro e ancora lavoro. La nostra è la Regione di quella che per più di cento anni abbiamo chiamato FIAT e che da qualche giorno dobbiamo chiamare FCA. Noi siamo preoccupati quanto voi per il futuro del polo dell’auto della nostra provincia: se l’azienda italo-americana non dovesse mantenere gli attuali livelli occupazioni e non dovesse far ripartire le produzioni in tempi brevi, i lavoratori torinesi potrebbero ritrovarsi con l’acqua alla gola. Crediamo che una buona fetta dell’attuale classe politica abbia delle responsabilità enormi rispetto all’incertezza che avvolge i lavoratori del gruppo torinese: non è stato contrastato il chiaro piano di delocalizzazione di Marchionne e non lo si è messo in difficoltà studiando politiche industriali che fossero in grado di dare un rilancio vero al settore. Noi crediamo che il prossimo Consiglio regionale dovrà operare in due direzioni: valorizzazione del distretto industriale piemontese dell’auto; apertura a nuovi investitori, anche esteri, che possano dare ossigeno al settore. Ovviamente non ci sono solo la FCA e le automobili, dobbiamo anche investire energie e formazione in settori come l’artigianato, i servizi, i trasporti, il turismo.
Ci avete chiesto di valorizzare la Cultura, il Territorio, il nostro Ambiente, di volgere un occhio speciale a Servizi, Formazione, Scuola, Biblioteche e Diritto allo Studio. Continuiamo a farlo insieme? Inviateci le vostre #5xilPiemonte: cinque proposte per cinque anni.

2 – QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DEI VITALIZI PIEMONTESI. IL MIO NO ALL’EMENDAMENTO “PRENDI I SOLDI E SCAPPA” / Ha suscitato parecchio scalpore o meglio sdegno l’approvazione di un emendamento sui vitalizi presentato a sorpresa dal consigliere regionale Marco Botta di FdI durante la votazione della finanziaria di venerdì scorso.
Mi sembra corretto ricordare la sequenza di tutto ciò che è avvenuto in queste settimane: la collega Eleonora Artesio della Fds ha presentato, come peraltro ad ogni finanziaria, un emendamento per una riduzione dei vitalizi passati e futuri da finalizzare ad un contributo di solidarietà. In Commissione Bilancio l’unica a votare a favore è stata la sottoscritta. Gli altri gruppi dell’opposizione si sono riservati di decidere in aula, tranne il M5S che non ha partecipato alla votazione. I gruppi della maggioranza lo hanno bocciato.
In Consiglio Artesio lo ripropone e l’unico cambiamento è il voto positivo degli altri gruppi di minoranza, sempre ad eccezione del M5S.
SEMBRAVA CHE LA QUESTIONE FINISSE LÌ.
Invece ci siamo trovati di fronte ad un colpo di mano: il consigliere Marco Botta ha presentato l’emendamento incriminato, illustrandolo come un possibile risparmio per la Regione, e ha “incassato” il voto favorevole di gran parte della maggioranza, con il voto contrario di tutta l’opposizione, me compresa, sempre ad eccezione del M5S che non ha partecipato alla votazione. Quest’ultimo nel frattempo ha presentato una dichiarazione di rinuncia, che, desidero sottolineare, non può essere sostitutivo del voto, mancato per ben tre volte, una volta in commissione e due in aula, semmai può essere aggiuntivo. Sono infatti significativi i provvedimenti votati, non gli atti individuali, se si vuole ancora dare valore alle istituzioni, per quanto siano in grande sofferenza.
L’emendamento approvato estende l’opportunità di ritirare i contributi versati per il vitalizio non solo per l’ultima legislatura, come era prima, ma anche per quelle precedenti, rinunciando così ad esso dai 65 anni in su. Ciò ha chiaramente una valenza significativa per chi ha più legislature, non come me che sono al primo mandato e non intendo avvalermi dell’istituto del vitalizio.
Debbo dire che provo un forte imbarazzo per i colleghi che non si sono resi conto di quanto la misura approvata, anche al di là del valore economico, contribuisca a segnare una frattura insanabile fra il palazzo e la vita attorno. Tuttavia non si può, come si dice, fare di tutta l’erba un fascio ed è necessario distinguere fra chi ha votato a favore dell’emendamento e chi contro, perché invece si parla genericamente dell’approvazione da parte del consiglio regionale del Piemonte.
Ora l’unica strada per ridare legittimità al consiglio regionale sarà quella di realizzare nella prossima legislatura una drastica riduzione di tutti i vitalizi passati, avendo assunto che non vi saranno più nuovi vitalizi
Vitalizio, la maggioranza stroncando l’emendamento Artesio ha perso un’occasione per riacquistare credibilità davanti ai cittadini
ERA PREVEDIBILE PURTROPPO: LA MAGGIORANZA DI ROBERTO COTA HA VOTATO CONTRO L’EMENDAMENTO ALLA LEGGE FINANZIARIA DELLA COLLEGA ELEONORA ARTESIO IN MERITO AL VITALIZIO DEI CONSIGLIERI REGIONALI.
Lo ripetiamo da diversi giorni: il Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola è favorevole ad un provvedimento del genere come abbiamo ribadito durante la dichiarazione di voto. Avevamo già dato il sostegno all’iniziativa della collega in commissione e ribadiamo che siamo convinti che temi del genere debbano essere affrontati in termini effettivi e non3con atti individuali che hanno più una valenza propagandistica che politica.
Il Consiglio regionale ha perso un’occasione per rispondere a una richiesta dei cittadini. Questa volta avendo registrato una disponibilità di alcuni colleghi della maggioranza avevamo sperato di poter raggiungere un obiettivo che sarebbe stato sicuramente storico per il nostro ente

3 – IL RINVIO DELLA DECADENZA DI GIOVINE UN ATTO GRAVISSIMO CHE RENDE ANCORA PIÙ PRECARIA LA VITA DI QUESTO CONSIGLIO REGIONALE / Questa mattina in Giunta per le elezioni abbiamo discusso della decadenza del consigliere regionale, attualmente sospeso, Michele Giovine. Purtroppo la decisione è stata rinviata a causa della presentazione, da parte di molti consiglieri regionali di maggioranza, di una pregiudiziale in merito.
Crediamo che aver accolto questa richiesta e di conseguenza non aver votato la decandenza di Giovine sia un ulteriore elemento che inficia ulteriormente la credibilità di questo Consiglio. Quello che oggi in Giunta avremmo dovuto fare era semplicemente una presa d’atto dell’applicazione della legge nazionale Severino. Un provvedimento che sarebbe stato del tutto indipendente da quello che valuterà il Consiglio di Stato.
Anche questo è un segno della confusione che rende sempre più precaria la vita di questo Consiglio regionale.

4 – ll Piemonte torna al voto, Consiglio Stato boccia ricorso Cota e annulla elezioni 2010
Le elezioni regionali del 2010 in Piemonte vinte dal governatore Roberto Cota sono da annullare. Lo ha confermato la quinta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, che ha respinto il ricorso presentato da Roberto Cota con il quale chiedeva la sospensiva dell’ordinanza del Tar del Piemonte che ha annullato le elezioni regionali del 2010.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato è una sentenza definitiva, che tiene conto anche dell’esame nel merito della causa. Seguiranno nel giro di 8-9 giorni le motivazioni più estese.
Fds-Pdci-Prc, al voto subito con sinistra unita – "Andare al voto subito, e con la sinistra unita": questo chiedono i referenti di Fds, Pdci e Prc in Piemonte, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato. "Il Piemonte – affermano congiuntamente la capogruppo Fds in Regione Eleonora Artesio, il segretario regionale Pdci Stefano Barbieri, e il segretario regionale Prc Armando Petrini – ha bisogno di un’altra politica, di altre prospettive e di risollevarsi dalla crisi violenta che lo sta attraversando". "Per farlo – aggiungono – è necessario mettere in campo una sinistra forte e unita, in grado di far valere le proprie istanze. Va quindi incoraggiato un percorso di progressiva unità fra le varie parti in cui oggi la sinistra è divisa, sul modello di quello che sta accadendo per le europee, dove le ragioni dell’unità hanno saggiamente prevalso sui motivi di divisione".
Il Comitato Politico provinciale Prc di Torino ha approvato ieri sera (con 28 voti favorevoli, 1 contrario, 4 astenuti) un documento dove oltre a chiedere di mandare a casa Roberto Cota e la sua maggioranza di governo, invischiati nella vicenda delle firme false e nel rinvio a giudizio per illecito uso di fondi pubblici ci si schiera contro la candidatura messa in campo dal Pd di Sergio Chiamparino.
Per Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc "non è più il tempo di traccheggiare, di accodarsi alla politica del meno peggio il cui unico risultato è di portarci sempre più al peggio. Chiamparino è il garante di un blocco di interessi finanziari, imprenditoriali, affaristici che chiede null’altro che di essere preservato. Non si parli di cambiamento a vanvera. Cota e Chiamparino sono due facce della stessa medaglia il cui denominatore comune sono le liberalizzazioni, lo smantellamento dei servizi pubblici e dei beni comuni, le grandi opere, il modello Marchionne".
Per Locatelli "la sfida del cambiamento deve avere come riferimento le tante forze che in questi anni si sono distinte per le battaglie contro le politiche neoliberiste, di privatizzazione, di devastazione sociale e ambientale, di smantellamento dei diritti del lavoro. Bisogna lavorare da subito affinché queste forze, spesso disperse, tornino in campo con una proposta di unità e di alternativa reale, di sinistra sul modello di quanto si va costruendo intorno alla candidatura di Alexis Tsipras per le elezioni europee".

5 – MATTEO RENZI: UN GATTOPARDO AL GOVERNO – Sono francamente costernata dalla Direzione del Partito Democratico. La parola più gettonata e abusata è “responsabilità”. Atteggiamento responsabile per il Pd è stato sostenere l’”esecutivo di servizio” di Enrico Letta con le grandi intese, che nel tempo sono diventate un po’ più strette. Ora in modo assolutamente gattopardesco Matteo Renzi propone che “tutto cambi affinché nulla cambi”: nuova squadra di governo, cambiano cioè le figurine, ma sempre a guida Pd, sempre con la stessa maggioranza di strette intese, a meno di colpi di scena, di qualche coniglio nel cappello al momento non noto, poiché i numeri sono i numeri soprattutto al Senato.
Avere un governo di servizio con una prospettiva temporale limitata poteva essere una giustificazione, da me non condivisa, del non passare attraverso la legittimazione del voto. Ora no!
“Non è più tempo di un governo di servizio”. Si prospetta oggi un governo politico che sarà sostenuto dalla stessa maggioranza di Letta. Si tratta di una staffetta nonostante Renzi affermi il contrario.
Non capisco dove sia la nuova fase, la sfida del cambiamento, la discontinuità, etc.
Questo Paese ha gravi problemi. Non vedo ancora in campo la ricetta per risolverli

6 – CIE, DA MARINO DICHIARAZIONI FUORI LUOGO CHE SONO IL SEGNO DELLA POCA CONOSCENZA DEL PROBLEMA IN QUESTIONE
Le parole del senatore Mauro Marino in merito al Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino e alla mozione approvata ieri dal Consiglio comunale sono fuori luogo e segno di poca conoscenza del problema in questione: da un democratico ci saremmo aspettati una reazione più progressista e meno conservatrice.
Riteniamo grave che il Presidente della Commissione Finanze e tesoro del Senato abbia voluto stroncare sul nascere un atto simbolico che aveva il merito di sollevare all’attenzione dell’opinione pubblica una condizione che è diventata insostenibile. E’ però ancora più grave la soluzione che è stata proposta dal senatore: spostare il CIE fuori città e ridurre i tempi di permanenza. Marino è mai andato in visita presso il centro? Noi, grazie al nostro ruolo istituzionale, sono due anni che ogni 40 giorni circa entriamo dentro la struttura di Torino e crediamo di avere titolo per giudicare inopportune le dichiarazioni rilasciate.
Il problema sicurezza per i cittadini ha una sola soluzione: chiudere tutti i CIE e cancellare il reato di clandestinità. In Italia con l’apertura di queste strutture è stata introdotta la detenzione amministrativa e ciò non è accettabile. La composizione della popolazione carceraria all’interno dei Centri di Identificazione ed Espulsione è variegata: ci sono persone che non hanno mai commesso reati; persone che arrivano da esperienze carcerarie; persone che erano solamente di passaggio sul nostro territorio. In ogni caso tutti individui che le istituzioni italiane non avrebbero dovuto rinchiudere dentro gabbie. Per non parlare dello spreco di risorse pubbliche per mantenere in piedi queste galere amministrative. Non si può banalizzare questo dibattito. Se iMarino vorrà sono disposta ad un confronto sulla questione e in tal caso porterò alla sua attenzione argomentazioni nel merito.

7 – ALLELUJA HA VINTO IL CENTROSINISTRA, MA PURTROPPO HANNO PERSO LE DONNE. IN PIEMONTE DICIAMO NO ALL’ESTINZIONE DELLA DONNA IN POLITICA
Fateci caso, le donne in politica stanno correndo il pericolo del Panda: l’estinzione. Nelle ultime due consultazioni regionali su un totale di 80 consiglieri regionali solo 3 sono le donne che sono riuscite a essere elette, ben il 3.75%. I conti sono semplici da fare: a novembre in Basilicata non sono state elette consigliere regionali su un totale di 20 eletti, mentre Pigliaru in Sardegna si troverà a dover affrontare un Consiglio regionale con sole 3 donne su 60. Alla faccia delle pari opportunità; della rappresentanza di genere; delle quote rosa; dell’uguaglianza tra uomini e donne. Un problema dunque esiste e deve essere affrontato.
Noi è da tempo che sottolineiamo il fatto che anche a sinistra sulla questione femminile si fanno tante parole, ma pochi fatti. Senza nascondersi dietro false ipocrisie devo ammettere che la questione riguarda anche il partito che sostengo e per il quale mi impegno. In Piemonte si andrà a votare con la vecchia legge elettorale, noi nelle sedi istituzionali e politiche competenti avevamo avanzato la pretesa che fosse modificata introducendo la doppia preferenza, ma ovviamente non siamo stati ascoltati. Il problema però è più profondo.
Qualcuno dirà: “ma in Basilicata e Sardegna i cittadini hanno votato indicando la propria preferenza politica”. Il punto è proprio questo: chi è che decide quali sono gli esponenti politici che devono avere un’affermazione davanti ai cittadini? Chi stabilisce su chi si deve investire per fare crescere politicamente il partito? E su quali basi? A farlo sono i dirigenti di partito e, che siano di centrodestra o di centrosinistra, privilegiano sempre gli uomini. Quella che pongo è una questione che va affrontata nel perimetro del centrosinistra e alla quale il futuro candidato alla presidenza della Regione deve dare una risposta. In poche parole in Piemonte si deve evitare di correre il pericolo 3.75%, ovvero una rappresentanza femminile irrilevante.

RASSEGNA STAMPA DAL PIEMONTE
http://www.monicacerutti.com/index.php/rassegna-stampa/rassegna-2014/
DALLE PROVINCIE
http://www.monicacerutti.com/index.php/rassegna-stampa/rassegna-dalle-province-piemontesi/

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