11060 INTERVENTO DEL SENATORE CLAUDIO MICHELONI SULLA PRIMA FIDUCIA AL GOVERNO RENZI

20140225 11:33:00 redazione-IT

Lunedì, 24 Febbraio 2014 21:35

Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghe e colleghi, gli italiani all’estero sono stanchi di essere percepiti come un fastidio. Le rappresentanze istituzionali degli italiani all’estero (i Comites ed il Consiglio generale) sono sicuramente un fastidio per il Ministero degli affari esteri. Basta leggere le pagine 35 e 36 del libro Bianco del Ministero degli esteri, Farnesina 2015, per comprenderlo. Ma gli italiani all’estero non sono un fastidio. Sono un pezzo d’Italia di importanza incalcolabile per l’economia italiana: per l’export, per il made in Italy e per gli investimenti in Italia. Parlo qui in rappresentanza dei miei sei colleghi eletti nel collegio estero che ringrazio per la fiducia.

Farò un intervento molto concreto, non di grande politica, toccando tre punti. Da ormai otto anni sei senatori eletti nel collegio estero propongono una riforma del Ministero degli affari esteri anticipando la revisione della spesa, proponendo di ridurre i costi della diplomazia. Noi proponiamo soluzioni che garantiscono servizi per l’Italia e per gli italiani all’estero producendo una vera riduzione dei costi. Cosa possibile, come dimostrato anche dai lavori del professor Perotti. Ci scontriamo però con l’inerzia, la miopia e il cinismo dell’amministrazione del Ministero degli esteri. Caro Presidente, qui le offriamo l’occasione di dimostrare concretamente che lei vuole intervenire sulla pubblica amministrazione: in Senato, nei prossimi giorni, è in calendario la discussione di una mozione sulla riforma del Ministero degli affari esteri. Dunque, accolga questa mozione e mettiamoci veramente al lavoro. Vi è anche un disegno di legge delega al Governo per riformare il Ministero degli affari esteri sulla base del lavoro svolto dalla Commissione sulla revisione della spesa. Mi permetta di fare una piccola citazione. Un autorevole sociologo francese, Michel Crozier, in un noto saggio del 1964, intitolato «Il fenomeno burocratico», sosteneva che un’organizzazione burocratica è incapace di correggersi in funzione dei propri errori. Dunque, il suo impegno, quello che lei ci ha proposto nel suo discorso programmatico, ad intervenire sulla pubblica amministrazione non può che avere il nostro sostegno. Il secondo punto riguarda un impegno politico: quello di lavorare con il Parlamento per progettare una riforma della diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo e della promozione del made in Italy, mettendo insieme queste due cose, anche le risorse. Cito l’esempio della Germania, che opera proprio in questo modo: se mette un euro per la diffusione della cultura tedesca nel mondo, anche le industrie tedesche mettono un euro. Il discorso fatto per i Beni culturali in Italia si può fare anche per questo. Quindi, chiediamo un impegno a svolgere questo lavoro insieme con le rappresentanze. Non si può continuare semplicemente con le vecchie politiche. Vediamo cosa sta succedendo con l’ICE (sono presenti il Ministro dell’economia e delle finanze e quello dello sviluppo economico). A Zurigo, 16 anni fa, abbiamo fatto festa quando abbiamo potuto far chiudere gli uffici dell’ICE; ma da un mese si è riaperto un ufficio ICE di Zurigo, perché abbiamo dovuto piazzare persone a Zurigo. Tutto l’ambiente economico italo-svizzero si sta preoccupando per il ritorno dell’ICE. Allora, vogliamo discutere di questi problemi concreti. Ho citato solo alcuni esempi per far capire la dimensione del tema che noi vogliamo affrontare. Come sindaco, lei avrà sicuramente già dovuto affrontare il problema della prima casa degli italiani residenti all’estero. È un problema sociale ed anche morale, che vorremmo fosse risolto una volta per tutte. Signor Presidente del Consiglio, gli italiani all’estero si sentono profondamente italiani, anche dopo tante generazioni; anche la nuova emigrazione resta fortemente legata al nostro Paese. Chiedo, anche a nome dei colleghi senatori del collegio estero, di non mortificare questi sentimenti: signor Presidente del Consiglio, dobbiamo valorizzarli nell’interesse del Paese. Oggi voteremo la fiducia al suo Governo e la voteremo convinti, anche con l’impegno a collaborare con il suo Governo per i punti ed i temi che abbiamo sopra affrontato. Le chiediamo, però, signor Presidente del Consiglio, di metterci nelle condizioni di darle fiducia a tutte le fiducie da qui al 2018: ci dia risposte concrete su questi temi. Il primo è in scadenza nei prossimi giorni nell’Aula del Senato.

Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 197 del 24/02/2014

 

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