11018 2 – NOTIZIE dal PIEMONTE gennaio 2014

20140130 18:14:00 guglielmoz

0 – Proviamo insieme a disegnare il nuovo profilo del nostro Piemonte? Inviateci le vostre 5 priorità a monica.cerutti@monicacerutti.com
1 – Abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura. Il lavoro svolto per il bene dei piemontesi è stato riconosciuto. Continueremo in questo senso
1a – Lavoro, chiuse più di 2.000 aziende in Piemonte: le politiche industriali siano una priorità del prossimo governo regionale.
2 – CSI-Piemonte, approvata la riorganizzazione. Per noi è un provvedimento politicamente illegittimo
3 – Ci vuole un atto di responsabilità, si approvi il Bilancio entro fine gennaio e si vada a votare in primavera
4 – I revisori dei conti certificano l’incapacità di Cota: per questo, più che per il TAR, è necessario andare a votare subito
5 – Ci ha amareggiato, lo scorso mese, la bocciatura al Parlamento Europeo della proposta di risoluzione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (Sexual and Reproductive Health and Right) presentata dalla deputata socialista portoghese Edite Estrela. Le sette astensioni nelle file del Partito Democratico hanno fatto riflettere molto
6 – L’annuncio di FIAT non ci sorprende, adesso fondamentale rivedere il sistema industriale dell’automobile piemontese favorendone il rilancio con o senza FCA
7 – Vitalizio, la maggioranza stroncando l’emendamento Artesio ha perso un’occasione per riacquistare credibilità davanti ai cittadini
8 – La Regione patrocina un convegno pro-life: fermiamo questa propaganda liberticida, riaffermiamo l’autodeterminazione delle donne
9 – FINPIEMONTE, venga garantita la rappresentanza femminile all’interno del cda secondo le regole della legge, altrimenti faremo decadere il consiglio
10 – Dal Piemonte all’Europa: donne, riprendiamoci il diritto all’autodeterminazione!

2 – NOTIZIE dal PIEMONTE gennaio 2014

0 – Proviamo insieme a disegnare il nuovo profilo del nostro Piemonte? Inviateci le vostre 5 priorità a monica.cerutti@monicacerutti.com
1 – Abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura. Il lavoro svolto per il bene dei piemontesi è stato riconosciuto. Continueremo in questo senso
1a – Lavoro, chiuse più di 2.000 aziende in Piemonte: le politiche industriali siano una priorità del prossimo governo regionale.
2 – CSI-Piemonte, approvata la riorganizzazione. Per noi è un provvedimento politicamente illegittimo
3 – Ci vuole un atto di responsabilità, si approvi il Bilancio entro fine gennaio e si vada a votare in primavera
4 – I revisori dei conti certificano l’incapacità di Cota: per questo, più che per il TAR, è necessario andare a votare subito
5 – Ci ha amareggiato, lo scorso mese, la bocciatura al Parlamento Europeo della proposta di risoluzione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (Sexual and Reproductive Health and Right) presentata dalla deputata socialista portoghese Edite Estrela. Le sette astensioni nelle file del Partito Democratico hanno fatto riflettere molto
6 – L’annuncio di FIAT non ci sorprende, adesso fondamentale rivedere il sistema industriale dell’automobile piemontese favorendone il rilancio con o senza FCA
7 – Vitalizio, la maggioranza stroncando l’emendamento Artesio ha perso un’occasione per riacquistare credibilità davanti ai cittadini
8 – La Regione patrocina un convegno pro-life: fermiamo questa propaganda liberticida, riaffermiamo l’autodeterminazione delle donne
9 – FINPIEMONTE, venga garantita la rappresentanza femminile all’interno del cda secondo le regole della legge, altrimenti faremo decadere il consiglio
10 – Dal Piemonte all’Europa: donne, riprendiamoci il diritto all’autodeterminazione!

0 – PROVIAMO INSIEME A DISEGNARE IL NUOVO PROFILO DEL NOSTRO PIEMONTE? INVIATECI LE VOSTRE 5 PRIORITÀ A monica.cerutti@monicacerutti.com
Facciamo tesoro degli errori della Giunta Cota per rilanciare nei prossimi cinque anni il Piemonte: vogliamo essere catalizzatori di idee per dare un nuovo profilo alla nostra Regione.
Con certezza non possiamo ancora conoscere la data delle prossime elezioni regionali. I piemontesi saranno chiamati a esprimere un giudizio non solo sull’operato di Roberto Cota, ma anche sulla credibilità del centrosinistra. Al momento quello che sembra essere l’unico punto fermo in questa partita sarebbe la disponibilità di Sergio Chiamparino ad assumersi la responsabilità di capitanare un nuovo esecutivo. La crisi economica della nostra Regione si accompagna purtroppo al vuoto di legittimità e credibilità dell’Istituzione che l’avrebbe dovuta governare.
Siamo fortemente convinti che per uscire dalla crisi economica che tanto ha piegato la nostra regione in questi anni si debba guardare alle ricette che la sinistra è in grado di fornire, ma per fare ciò è necessario un passo in avanti. Attenzione però perché quello che noi proponiamo non è solito giochetto del toto nomi sulle candidature: piace tanto mediaticamente, ma non è quello che crediamo sia utile al momento per il bene dei nostri concittadini perché non approfondisce i contenuti che la sinistra dovrebbe fare propri.
Noi tutti, insieme, dobbiamo sforzarci di fare un lavoro di elaborazione politica condivisa di una lista di priorità programmatiche che facciano capire dove e come si vuole svoltare a sinistra. Non si tratta di costruire l’enciclopedia Treccani, ma definire invece alcuni punti fermi che non siano solo la critica di ciò che non è stato ben governato. La condivisione deve avvenire a partire dai soggetti collettivi portatori di interessi, senza escludere l’apporto di singoli interessati.
E’ in questo modo che possiamo provare a mettere a fuoco l’esperienza accumulata in questi anni di malgoverno individuando insieme quelle che riteniamo essere le priorità, cinque al massimo, che una nuova amministrazione dovrebbe affrontare subito.
Proviamo insieme a disegnare il nuovo profilo del nostro Piemonte? Inviateci le vostre mail a monica.cerutti@monicacerutti.com

1A – LAVORO, CHIUSE PIÙ DI 2.000 AZIENDE IN PIEMONTE: LE POLITICHE INDUSTRIALI SIANO UNA PRIORITÀ DEL PROSSIMO GOVERNO REGIONALE
Una politica regionale troppo presa da corsi e controricorsi rischia di non dare il giusto rilievo ai dati diffusi oggi da Unioncamere Piemonte. In particolare i dati che riguardano le cessazioni, che sarebbero 31.119, facendo registrare un saldo negativo rispetto alle nuove nate di 2.489 unità. Il tasso di crescita è in negativo dello 0.54% a fronte di una crescita nazionale dello 0.21%.
Abbiamo sempre rilevato che le politiche regionali sul lavoro sono state pronte a contrastare le innumerevoli crisi aziendali della nostro regione, dalle realtà più piccole a quelle numericamente più significative. Non ultimo nel mese di dicembre l’assessora Porchietto ci ha illustrato tutte le azioni in atto anche a sostegno dei singoli lavoratori: dagli ammortizzatori sociali, alle misure volte a eventuali ricollocazioni. Non possiamo dire invece di aver visto da parte di questa Giunta nelle diverse competenze una progettualità che desse stimolo alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Un esempio? In questi anni abbiamo potuto constatare soltanto il declino dei tradizionali distretti industriali piemontesi come quello tessile del biellese o quello dei casalinghi del VCO, per non parlare del settore automobilistico. Dobbiamo cambiare rotta e già pensare con il prossimo governo regionale a politiche industriali che siano in grado di sostenere nuovi distretti in settori innovativi e capaci di guardare anche all’estero.

1 – TORINO -ABBIAMO SEMPRE AVUTO FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA. IL LAVORO SVOLTO PER IL BENE DEI PIEMONTESI È STATO RICONOSCIUTO. CONTINUEREMO IN QUESTO SENSO
Abbiamo sempre avuto fiducia nel lavoro della magistratura. In questi diciotto mesi di indagine non abbiamo mai voluto interferire con il normale procedere delle vicende giudiziarie, ma abbiamo continuato a lavorare tenacemente per la Regione Piemonte. Oggi con la richiesta di archiviazione della posizione abbiamo avuto la conferma che la miglior difesa è la trasparenza e l’impegno.
Davanti ai magistrati abbiamo dettagliato ogni singolo atto che ci è stato contestato riconducendolo all’attività politica e istituzionale. Non possiamo nascondere la soddisfazione che stiamo provando e allo stesso tempo non dimentichiamo l’affetto e la stima che in questi mesi non è mai mancato nei nostri confronti. Non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre continuato a lavorare per il bene dei piemontesi e così continueremo a fare.

2 – CSI-PIEMONTE, APPROVATA LA RIORGANIZZAZIONE. PER NOI È UN PROVVEDIMENTO POLITICAMENTE ILLEGITTIMO
Nonostante la situazione caotica che sta vivendo la Regione il Cda del CSI-Piemonte ha approvato oggi la riorganizzazione dell’ente come se niente fosse. A nostro avviso si tratta di un provvedimento politicamente illegittimo a fronte di una Giunta e di un Consiglio abilitati solo agli atti indifferibili e urgenti. Come avevamo ipotizzato nei giorni scorsi hanno proceduto nella riorganizzazione in Agenzia e Fabbrica semplicemente utilizzando due nomi diversi, “Gestione Enti” e “Produzione”. E’ stato dichiarato che “Le due nuove componenti del Consorzio sono autoconsistenti e dotate di tutte le capacità e le competenze professionali necessarie per conseguire l’efficienza e la flessibilità che oggi sono assolutamente necessarie in un contesto che ha visto e vede la progressiva contrazione delle risorse economiche disponibili“.
Si è dunque proceduto alla riorganizzazione, del tutto strumentale e prodromica alla esternalizzazione/privatizzazione che il disegno di legge dell’assessore Ghiglia prevede. Peccato che quello stesso provvedimento al momento è lettera morta in seguito alla sentenza del TAR.
A questo punto crediamo che il valore strategico e industriale che il CSI ha acquisito in tutti questi anni sia fortemente pregiudicato, la creazione di due aziende non può essere un’azione di razionalizzazione ed efficienza del sistema dell’ICT pubblica. In più non essenso basata questa azione su un piano industriale non ci è chiaro come l’agenzia, che diventa “Gestione Enti”, possa essere sostenuta economicamente dagli enti consorziati in quanto le risorse delle commesse informatiche sarebbero in capo alla Fabbrica/Produzione. Si configurano quindi costi aggiuntivi che la Regione in primis dovrebbe sostenere. Fattore in netto contrasto con “la progressiva contrazione delle risorse economiche disponibili“.
Speriamo che in fretta si cambi pagina in questa regione e quindi si possa bloccare questo progetto di smantellamento e distruzione del sistema dell’informatizzazione pubblica piemontese.

3 -CI VUOLE UN ATTO DI RESPONSABILITÀ, SI APPROVI IL BILANCIO ENTRO FINE GENNAIO E SI VADA A VOTARE IN PRIMAVERA
L’empasse che si sta creando attorno all’approvazione del Bilancio da parte del Consiglio regionale ci preoccupa profondamente. Gli stessi consiglieri della maggioranza dicono di non sentirsi tutelati nel caso in cui venisse approvato un testo modificato dall’assessore senza prima un nuovo pronunciamento del collegio dei revisori.
E’ evidente che questa legislatura ormai è arrivata al capolinea e siamo convinti che si debba andare al voto il prima possibile. Sarebbe inaccettabile che per prendere tempo qualcuno potesse immaginare di dare vita a un continuo balletto del tempo fatto di rinvii e mezzi passi falsi. E’ dovere di tutti noi dotare la Regione Piemonte di un bilancio valido per i prossimi mesi, diversamente sarebbe un problema insostenibile per i piemontesi.
Crediamo dunque che sia necessario mettere in campo tutto il buon senso possibile e dare vita a un atto di responsabilità da parte di maggioranza e opposizione per approvare entro fine gennaio il Bilancio per poi indire nuove elezioni il giorno successivo. Questo Consiglio regionale deve essere rinnovato, si voti subito a maggio: Cota si dimetta.

4 – I REVISORI DEI CONTI CERTIFICANO L’INCAPACITÀ DI COTA: PER QUESTO, PIÙ CHE PER IL TAR, È NECESSARIO ANDARE A VOTARE SUBITO
La bocciatura del bilancio da parte dei revisori dei conti, non rappresenta solamente una pesantissima critica ad un atto amministrativo, ma ha la valenza di una bocciatura politica vera e propria. Lo diciamo da giorni e lo ribadiamo oggi: la vera sconfitta di Roberto Cota e della sua Giunta è rappresentata dall’incapacità di governare la nostra regione.
Nella relazione che abbiamo ricevuto questa mattina vengono evidenziati lo sforamento del tetto massimo di indebitamento consentito, i tempi decisionali troppo lunghi e la mancanza di una esauriente documentazione allegata. Dunque un bilancio da rifare e che è in mano a quelli che sembrano dilettanti ormai allo sbaraglio. Non ci basta che l’assessore al bilancio Pichetto, che pure stimiamo, ma arrivato quando il disastro era già compiuto, ci parli di artificio contabile.
Si vada oltre la sentenza del TAR perché più che un Governatore illegittimo, Cota è un Governatore dannoso per il territorio piemontese con una Giunta che non è in grado neppure di scrivere l’atto più importante del nostro ente.

5 – CI HA AMAREGGIATO, LO SCORSO MESE, LA BOCCIATURA AL PARLAMENTO EUROPEO DELLA PROPOSTA DI RISOLUZIONE SULLA SALUTE E I DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI (SEXUAL AND REPRODUCTIVE HEALTH AND RIGHT) PRESENTATA DALLA DEPUTATA SOCIALISTA PORTOGHESE EDITE ESTRELA. LE SETTE ASTENSIONI NELLE FILE DEL PARTITO DEMOCRATICO HANNO FATTO RIFLETTERE MOLTO. Anche grazie a queste, anziché scegliere di rendere la salute riproduttiva parte integrante delle politiche per la salute dell’Europa e affermare il diritto all’educazione sessuale e all’accesso a un aborto sicuro e legale, il Parlamento ha adottato il testo dei Popolari, che rimanda agli Stati membri la competenza in materia.
Scrive giustamente Cecilia D’Elia su la 27Ora che si è tentato in ogni modo di distorcere l’intento della risoluzione, parlando erroneamente di affermazione del “diritto di aborto” come diritto umano, quando invece il testo rivendicava con chiarezza diritti sessuali e riproduttivi (SRHR) e, soprattutto, garanzia (pur nel riconoscimento della sovranità delle legislazioni nazionali) di uguaglianza di tali diritti sul territorio europeo. Senza dubbio, in coda a Malta e alla Spagna, dove il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato una riforma che nega di fatto la possibilità di interrompere la gravidanza, tra i Paesi più illiberali in tema ci siamo noi, con la nostra legge 40 del 2004, un’ipoteca fortissima sulla 194, e il dilagare dell’obiezione di coscienza. Nel 2012 le Ivg in Italia sono state 106.968, un minimo storico. Proprio qui, nella nostra regione, i dati parlano di una situazione gravissima: dal 1982 al 2011 il tasso di abortività è sceso del 50% e, nello stesso arco di tempo, l’obiezione di coscienza è arrivata al 65, 7%, aumentando di tre punti percentuali negli ultimi dieci anni. I ginecologi obiettori in Piemonte al 2012 sono 277 su 426, più della metà: una negazione di fatto della legge 194, che sancisce che, in caso di obiezione, “gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza” e la Regione deve “controllare e garantire la attuazione anche attraverso la mobilità del personale”.
Per questo era fondamentale che l’Europa, come altre volte ha saputo fare, mostrasse ai Paesi membri la direzione verso cui procedere per un allargamento dei diritti e non per una loro contrazione. Pare invece che il vento plumbeo della regressione, che spira da tempo in materia economica e sociale, stia travolgendo anche i diritti civili.
Noi continueremo a batterci, qui in Piemonte, per il diritto alla salute (e alla salute riproduttiva) delle donne. Anche in merito a questi argomenti è giunto il momento di invertire la rotta rispetto all’oscurantismo dimostrato da Roberto Cota. E auspichiamo, con Se Non Ora Quando?, che le donne europee si uniscano per un’Europa dei diritti, laica, che promuova l’autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne.

6 – L’ANNUNCIO DI FIAT NON CI SORPRENDE, ADESSO FONDAMENTALE RIVEDERE IL SISTEMA INDUSTRIALE DELL’AUTOMOBILE PIEMONTESE FAVORENDONE IL RILANCIO CON O SENZA FCA
Purtroppo non possiamo dirci sorpresi dalla direzione che oggi i vertici della FIAT hanno annunciato di voler intraprendere perché da anni stanno lavorando ad una graduale delocalizzazione delle attività dalla nostra città. Buona parte della classe politica del nostro Paese si è resa complice di questa operazione sia perché non ha contrastato questo progetto, sia perché non è stata in grado di fornire buone ragioni all’azienda per rimanere in Italia.
Non siamo assolutamente d’accordo con chi, banalizzando la discussione nel merito, afferma che l’importante sia mantenere a Torino i siti produttivi perché abbiamo dei dubbi sulle ripercussioni che avrà questa decisione sul nostro Paese dal punto di vista fiscale; sulle ripercussioni che avrà dal punto di vista contrattuale sui lavoratori; perché temiamo che il fatto che l’azienda ora non debba più dare conto esclusivamente a Torino e al nostro Governo possa avere ripercussioni negative sulla contrattazione sindacale peggio di quanto è accaduto già.
Siamo convinti che adesso la politica nazionale e regionale debba porsi la priorità di rivedere il sistema automobilistico piemontese nell’esclusivo interesse dei lavoratori. Il distretto dell’automobile torinese è troppo importante per essere lasciato a un destino incerto: si faccia il possibile per aprire realmente il mercato della nostra provincia e regione anche a investitori stranieri come General Motors e Volkswagen ad esempio.
Il prossimo Governo regionale avrà davanti un compito arduo, ma fondamentale: rivedere il sistema industriale dell’automobile piemontese favorendone il rilancio con o senza FIAT.

7 – VITALIZIO, LA MAGGIORANZA STRONCANDO L’EMENDAMENTO ARTESIO HA PERSO UN’OCCASIONE PER RIACQUISTARE CREDIBILITÀ DAVANTI AI CITTADINI
Era prevedibile purtroppo: la maggioranza di Roberto Cota ha votato contro l’emendamento alla legge finanziaria della collega Eleonora Artesio in merito al vitalizio dei consiglieri regionali.
Lo ripetiamo da diversi giorni: il Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola è favorevole ad un provvedimento del genere come abbiamo ribadito durante la dichiarazione di voto. Avevamo già dato il sostegno all’iniziativa della collega in commissione e ribadiamo che siamo convinti che temi del genere debbano essere affrontati in termini effettivi e non con atti individuali che hanno più una valenza propagandistica che politica.
Il Consiglio regionale ha perso un’occasione per rispondere a una richiesta dei cittadini. Questa volta avendo registrato una disponibilità di alcuni colleghi della maggioranza avevamo sperato di poter raggiungere un obiettivo che sarebbe stato sicuramente storico per il nostro ente.

8 – LA REGIONE PATROCINA UN CONVEGNO PRO-LIFE: FERMIAMO QUESTA PROPAGANDA LIBERTICIDA, RIAFFERMIAMO L’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE
Come segnala il Collettivo Altereva, la Regione Piemonte ha dato il proprio patrocinio al convegno “L’inizio della vita, luci ed ombre” organizzato dalla Federvita Piemonte, un insieme di associazioni aderenti al movimento pro-life, un movimento fondamentalista cristiano dichiaratamente anti-abortista e omofobo; la conferenza si terrà il 24 gennaio 2014, presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi Torino.
Sarebbe il caso di chiedersi perché si siano trovati fondi pubblici per finanziare un’iniziativa gratuita come questa, a fronte della continua sottrazione di risorse al sistema sanitario piemontese e agli alti costi della formazione del personale.
Ma soprattutto, come al solito, la giunta Cota calpesta il principio di laicità e piega l’ente pubblico a pervertire la formazione in evangelizzazione oscurantista. Ci troviamo per l’ennesima volta a ribadire il diritto delle donne all’autodeterminazione e all’accesso a un aborto legale e sicuro, come sancito dalla legge 194.
La strategia di chi vuole tornare indietro è sapiente; si tratta di occupare i luoghi di costruzione del sapere e di formazione in materia di maternità e interruzione di gravidanza: l’Università e, prima ancora, i consultori, diffondendo un pensiero reazionario e illiberale ammantato di scientificità. Occorre presidiare questi luoghi, continuare a parlare la lingua dei diritti e dell’autodeterminazione; per quanto ci riguarda, in Consiglio Regionale, chiederemo conto dell’ennesima violazione della libertà delle donne.

9 – FINPIEMONTE, VENGA GARANTITA LA RAPPRESENTANZA FEMMINILE ALL’INTERNO DEL CDA SECONDO LE REGOLE DELLA LEGGE, ALTRIMENTI FAREMO DECADERE IL CONSIGLIO
Apprendiamo da fonti giornalistiche che sarebbe stato approvato il nuovo Statuto di Finpiemonte e che non sarebbe stata prevista alcuna garanzia di rappresentanza femminile. La Regione si limiterebbe ad assicurare che nelle nomine future saranno garantite in modo adeguato le “quote rosa”: se fossero confermate queste voci, il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola in Regione Piemonte sarebbe pronto a mettere in atto qualsiasi iniziativa possibile volta a bilanciare immediatamente la parità di genere.
E’ nostra premura ricordare che il Consiglio dei Ministri a fine ottobre 2012 ha approvato definitivamente il regolamento sulle “quote rosa” nei consigli di amministrazione e di controllo delle società pubbliche costituite in Italia. A stabilire il diritto alla rappresentanza femminile è la legge 120/2011 che prevedeva che almeno un terzo dei membri di consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate in mercati regolamentati fossero donne.
L’Italia da questo punto di vista ha fatto passi in avanti da gigante: nel 2011, secondo il rapporto Consob On Corporate Governance of Italian listed Companies uscito a novembre, le donne che ricoprivano il ruolo di consigliere in cda erano il 7.4% mentre oggi sono il 17%. Perché la Regione Piemonte non dovrebbe tenere conto di questo principio di civiltà? L’ambizione è quella di arrivare a percentuali nordiche: in Finlandia e Svezia le donne presenti nei cda sono il 27% e il 25%, in Francia il 22.
Noi vogliamo essere intransigenti: la legge prevede che il monitoraggio e la vigilanza sull’attuazione del regolamento sia in capo alla Presidenza del Consiglio, nello specifico al Ministro delegato per le pari opportunità. Le società debbono comunicare la composizione degli organi sociali e le eventuali variazioni in corso di mandato. Non solo, perché è previsto che chiunque abbia interesse a segnalare situazioni non conformi alle nuove norme lo può fare e se a seguito di diffida formale, la società non ripristini tempestivamente l’equilibrio tra i generi, la sanzione è la decadenza dell’organo sociale interessato.
A questo punto noi presenteremo un’interrogazione alla Giunta per comprendere se la situazione sia quella realmente delineata dagli organi di stampa, nel caso in cui fosse così presenteremo diffida formale e attenderemo un riequilibrio tra i generi secondo i limiti stabiliti dalla legge. Nel caso in cui non accadesse ci muoveremo per far in modo che avvenga la decadenza dell’organo sociale interessato.

10 – DAL PIEMONTE ALL’EUROPA: DONNE, RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE!
Ci ha amareggiato, lo scorso mese, la bocciatura al Parlamento Europeo della proposta di risoluzione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (Sexual and Reproductive Health and Right) presentata dalla deputata socialista portoghese Edite Estrela. Le sette astensioni nelle file del Partito Democratico hanno fatto riflettere molto. Anche grazie a queste, anziché scegliere di rendere la salute riproduttiva parte integrante delle politiche per la salute dell’Europa e affermare il diritto all’educazione sessuale e all’accesso a un aborto sicuro e legale, il Parlamento ha adottato il testo dei Popolari, che rimanda agli Stati membri la competenza in materia.
Scrive giustamente Cecilia D’Elia su la 27Ora che si è tentato in ogni modo di distorcere l’intento della risoluzione, parlando erroneamente di affermazione del “diritto di aborto” come diritto umano, quando invece il testo rivendicava con chiarezza diritti sessuali e riproduttivi (SRHR) e, soprattutto, garanzia (pur nel riconoscimento della sovranità delle legislazioni nazionali) di uguaglianza di tali diritti sul territorio europeo. Senza dubbio, in coda a Malta e alla Spagna, dove il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato una riforma che nega di fatto la possibilità di interrompere la gravidanza, tra i Paesi più illiberali in tema ci siamo noi, con la nostra legge 40 del 2004, un’ipoteca fortissima sulla 194, e il dilagare dell’obiezione di coscienza. Nel 2012 le Ivg in Italia sono state 106.968, un minimo storico. Proprio qui, nella nostra regione, i dati parlano di una situazione gravissima: dal 1982 al 2011 il tasso di abortività è sceso del 50% e, nello stesso arco di tempo, l’obiezione di coscienza è arrivata al 65, 7%, aumentando di tre punti percentuali negli ultimi dieci anni. I ginecologi obiettori in Piemonte al 2012 sono 277 su 426, più della metà: una negazione di fatto della legge 194, che sancisce che, in caso di obiezione, “gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza” e la Regione deve “controllare e garantire la attuazione anche attraverso la mobilità del personale”.
Per questo era fondamentale che l’Europa, come altre volte ha saputo fare, mostrasse ai Paesi membri la direzione verso cui procedere per un allargamento dei diritti e non per una loro contrazione. Pare invece che il vento plumbeo della regressione, che spira da tempo in materia economica e sociale, stia travolgendo anche i diritti civili.
Noi continueremo a batterci, qui in Piemonte, per il diritto alla salute (e alla salute riproduttiva) delle donne. Anche in merito a questi argomenti è giunto il momento di invertire la rotta rispetto all’oscurantismo dimostrato da Roberto Cota. E auspichiamo, con Se Non Ora Quando?, che le donne europee si uniscano per un’Europa dei diritti, laica, che promuova l’autodeterminazione e la libertà di scelta delle donne.

RASSEGNA STAMPA DAL PIEMONTE
http://www.monicacerutti.com/index.php/category/rassegna-stampa/2014/
DALLE PROVINCIE
http://www.monicacerutti.com/index.php/rassegna-stampa/rassegna-dalle-province-piemontesi/

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