11017 COSA SAREBBE L’ITALIA SENZA CORRUZIONE ?……..

20140128 11:40:00 guglielmoz

PUBBLICHIAMO CON RITARDO E CE NE SCUSIAMO.
1.
FURTI ASSAI POCO DIPLOMATICI.
NELLE AMBASCIATE SI RUBA…
2.
CHE COSA SAREBBE L’ITALIA SENZA LA CORRUZIONE?
"L’ITALIA È IN METASTASI, E IL BEL PAESE È DIVORATO DA UN CANCRO INCURABILE:
LA CORRUZIONE."
3.
L’UE, AVVERTE L’ITALIA: LA LEGGE ANTICORRUZIONE È INSUFFICIENTE. a – CONFLITTO D’INTERESSE, b – LEGGI AD PERSONAM, c – LE CIFRE.

1 – FURTI ASSAI POCO DIPLOMATICI. NELLE AMBASCIATE SI RUBA…
Ha utilizzato il denaro destinato all’ambasciata per giocare d’azzardo e, sostenendo che la sua è una patologia, ha cercato di ottenere l’assoluzione. La Corte dei Conti del Lazio ha condannato il vice commissario Teodoro Sgandurra, funzionario dell’ufficio diplomatico di Harare, nello Zimbabwe, a risarcire quasi 180 mila euro al Ministero degli affari esteri. Un caso che non è isolato. Nelle sedi diplomatiche italiane sparse nel mondo, dove si dovrebbe garantire l’immagine migliore dell’Italia, ruberie e sperperi abbondano. Il dato emerge dalle stesse condanne inflitte dai giudici contabili: 15 soltanto negli ultimi tre anni, più di una ogni tre mesi. Qualcosa nel sistema su cui si regge la Farnesina, al momento guidata dal ministro Emma Bonino, non va. L’ultimo poco diplomatico caso di furto di denaro pubblico, di cui si sono occupati i giudici contabili, è appunto quello del funzionario diplomatico Sgandurra.
Dai controlli compiuti, gli inquirenti hanno accertato un buco nei conti dell’ambasciata africana di 178.719 euro, tra mancati versamenti di somme riscosse nel 2012 e somme prelevate dai cinque conti dell’ambasciata senza alcun giustificativo di spesa. Il vice commissario si è giustificato dicendo che aveva preso quel denaro perché vittima di una sindrome compulsiva da gioco d’azzardo, per cui ha anche esibito dei certificati medici. Per i giudici, sapendo di avere tale problema e non avendo detto nulla, la posizione di Sgandurra è da considerare ancora più grave.
Il funzionario è stato così condannato a restituire i quasi 180 mila euro alla Farnesina.
Ad essere accusato e condannato per aver fatto sparire denaro che il Ministero destina alle proprie sedi diplomatiche non è stato però soltanto il funzionario in servizio nello Zimbabwe.
Guardando alle condanne inflitte dai giudici contabili dal 2010 ad oggi, i casi sono numerosi e dove non si tratta di ruberie pure subentrano sprechi e sciatteria.
A settembre, in appello, sono stati condannati per spese “facili” di viaggio presso il consolato d’Italia a San Francisco, negli Usa, i consoli Francesco Sciortino e Roberto Falaschi.
A maggio condanna confermata e aumentata a Fabrizio Calabresi, funzionario dell’ambasciata di Città del Messico. A marzo la condanna è arrivata per il capo missione all’ambasciata d’Italia ad Accra, nel Ghana, Luca Fratini.
Nel 2012 è stata la volta del legale rappresentante della Img, Egidio Dino Bicciato, e dell’ambasciatore d’Italia a Berna, Giuseppe Mario Benedetto Deodato, sotto accusa per la discutibile gestione del denaro destinato agli ospedali in Africa.
A settembre dello scorso anno condannato il capo cancelleria dell’ambasciata a Dakar, in Senegal, Antonio Trinchese, a gennaio il cancelliere del consolato a Montreal, in Canada, Benito Zarzaca, ad agosto 2011 stangata per il cancelliere della delegazione diplomatica per la Somalia con sede a Nairobi, Antonio Caminiti, nel giugno precedente per il funzionario Ludovico Maria Vaglio, in servizio a Ottawa, relativamente alla precedente gestione dell’ambasciata ad Antananarivo, a maggio per l’ambasciatore a Parigi Giacomo Attolico e a marzo per Marco Esposito, in servizio all’ambasciata italiana a Tel Aviv. Nel 2010, infine, condannati il vice console in Ontario, Raffaele Medaglia, e il funzionario Marcello Marcelli, in servizio a Dakar.
(Pubblicato da Redazione online il 25 novembre 2013 di Clemente Pistilli)

2 – CHE COSA SAREBBE L’ITALIA SENZA LA CORRUZIONE?
«L’ITALIA È IN METASTASI E IL BEL PAESE È DIVORATO DA UN CANCRO INCURABILE:
LA CORRUZIONE.»

È una grigia giornata di inverno. Il cielo è plumbeo, la giornata è uggiosa e, come spesso capita qui nel nord Inghilterra, l’acqua cade copiosa dal cielo. Penso alla mia terra, l’Italia, e più in particolare alla Sardegna e mi chiedo cosa abbiamo che non va.

In Inghilterra il clima è pessimo, la cucina è abominevole, i rapporti sociali sono spesso freddi e si vestono in maniera improponibile. L’Italia, invece, ha un clima decisamente migliore, il sole ti dà il buon umore, il cielo blu ti aiuta ad essere positivo, il mare (anche di inverno) è di una bellezza che toglie il fiato. Abbiamo un’ottima cucina che tutto il mondo ci invidia, la gente è, in linea di massima, più gioviale. Siamo la terra di Dante, del Rinascimento, di da Vinci e Giotto, di Michelangelo e Galileo Galilei, di Raffaello e Caravaggio. Abbiamo tre delle città più belle al mondo (Roma, Firenze e Venezia) e il made in Italy è un marchio di successo, imitato ovunque nel mondo.

Eppure l’Inghilterra ogni anno accoglie decine di migliaia di giovani che fuggono dall’Italia. Cosa ha l’Inghilterra che l’Italia non ha? Cosa offre questo paese che l’Italia non sa offrire? Ma soprattutto perché l’Italia non è capace di trattenere la sua miglior gioventù, il suo capitale umano?

Non è facile dare una risposta, e non credo ne esista solo una, ma leggendo i quotidiani italiani, almeno in parte, capisco il perché: 16 consigli regionali su 20 indagati per aver usato in maniera privata soldi pubblici (sono almeno 521 i consiglieri regionali, o ex, sotto indagine da parte di 14 Procure della Repubblica), consiglieri regionali che con i soldi pubblici si comprano anche le mutande o fanno il pieno di benzina, si comprano penne e si pagano i matrimoni. Ma non solo lasciamo correre, ma buona parte dei consiglieri indagati (vedi il PDL in Sardegna) sono di nuovo candidati, saranno rieletti (ovvero avranno la nostra fiducia) e continueranno ad usare i soldi pubblici come se fossero i loro.

Leggo del nuovo che avanza, del Renzi che per riformare lo Stato incontra un noto pregiudicato espulso dal Senato (condannato per aver truffato il fisco, condannato in primo grado per prostituzione minorile, sotto inchiesta per aver comprato senatori, solo per citare alcuni reati di cui si è macchiato); leggo di un governo di unità nazionale che non riesce a trovare fondi per l’occupazione ma è pronto a regalare miliardi di euro alle multinazionali di armi per l’acquisto di inutili aerei da guerra (inutile dire del giro di mazzette e corruzione che si cela dietro).

Leggo di una corruzione dilagante, di 60 miliardi di soldi pubblici (frutto delle tasse) che se ne vanno in tangenti e bustarelle, di una giustizia che impiega 4 anni per dire che una giunta regionale è illegale. Leggo dei miliardi di euro regalati alle banche e dei due nuovi milioni di disoccupati nel 2013, leggo che in Sardegna ci sono 1500 candidati per 60 posti di consigliere regionale, perché si critica la casta ma si vuole farne parte. Leggo che più di 3 milioni di italiani (il 13% della forza lavoro) sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano neanche più lavoro perché hanno perso ogni speranza: un dato tre volte superiore alla media europea. Leggo che PD e PDL sono uniti nel voler fare la TAV perché girano miliardi di euro pubblici e con essi girano tangenti e mazzette. Leggo di ministre che piazzano i loro uomini nelle ASL, di concorsi universitari truccati e di un noto professore che pubblicamente si vanta di farlo.

Leggo di un paese sempre più lacerato e diviso, con 3 regioni in mano alla criminalità organizzata, di uno Stato che scende a patti con la mafia e di un porto in piena zona sismica scelto per far trasbordare 600 tonnellate di armi chimiche. Leggo di un 87enne nominato difensore civico (succede in Sardegna), di un presidente della Repubblica rinominato a quasi 90 anni e di docenti universitari che dopo i 72 anni chiedono ancora di occupare la loro cattedra per altri 3 anni (per poter meglio truccare altri concorsi). E l’elenco potrebbe, ahimè, continuare all’infinito.

L’Italia è in metastasi e il bel paese è divorato da un cancro incurabile: la corruzione. Forse sarò anche pessimista, ma io non vedo soluzioni, perlomeno nell’immediato. Perché questo cancro non sta divorando solo la classe dirigente, ma anche i cittadini: quelli che parcheggiano in doppia fila, che non pagano le tasse, che dichiarano il falso per ottenere sconti, che votano un delinquente per motivi clientelari, che si vendono per un posto di lavoro o per vincere un concorso.

Leggo tutto questo e capisco perché in Inghilterra (ma stessa cosa in Francia, Germania, Olanda, Belgio e in diverse parti del mondo) vivano più di 550mila italiani, in prevalenza giovani, perché questa terra almeno ti regala una speranza, non è tanto, ma almeno hai una speranza. Speranza che puoi farcela da solo, che non hai necessità di leccare il politico di turno o fare le fotocopie al professore, sai che i soldi che paghi in tasse non vanno in corruzione e sai che i concorsi non sono pilotati. Questa terra ha, pur con tutti i suoi difetti, la schiena dritta, guarda al futuro, investe nei giovani, combatte la corruzione, crede nella meritocrazia e lascia sempre aperta una speranza.
In Italia hanno chiuse tutte le porte e ci hanno rubato ogni speranza.
Ci hanno rubato il futuro. Non ci resta che il sole, il mare, il cielo blu, ma di questo non si vive.
E ALLORA MI CHIEDO: CHE COSA SAREBBE L’ITALIA SENZA LA CORRUZIONE? di Massimo Ragnedda

3 – L’UE, AVVERTE L’ITALIA: LA LEGGE ANTICORRUZIONE È INSUFFICIENTE.
In Italia i legami tra politici, criminalità organizzata e imprese, e lo scarso livello di integrità dei titolari di cariche elettive e di governo sono tra gli aspetti più preoccupanti, come testimonia l’alto numero di indagini per corruzione», così la Commissione Ue nel suo primo report sulla corruzione in Europa.
La relazione di Bruxelles, nella parte dedicata all’Italia, rileva come «negli ultimi anni sono state portate all’attenzione del pubblico numerose indagini per presunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e rimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvolte personalità politiche di spicco e titolari di cariche elettive a livello regionale». Scandali che hanno portato ad una serie di dimissioni, anche di leader e di alte cariche di partito, a elezioni regionali anticipate in un caso, ed hanno spinto il governo a sciogliere alcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose.

Come caso «degno di nota» il report segnala quello di «un parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi (richiamando il caso di Nicola Cosentino, ma senza farne il nome). La relazione evidenzia inoltre come solo nel 2012 sono scattate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici locali in circa metà delle 20 Regioni italiane, sono stati sciolti 201 consigli municipali, di cui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali e più di 30 deputati della precedente legislatura sono stati indagati per reati collegati a corruzione o finanziamento illecito ai partiti.

La nuova legge italiana contro la corruzione «lascia irrisolti» vari problemi, secondo la Commissione Ue, perchè «non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio».

CONFLITTO D’INTERESSE Da mettere mano, anche, al conflitto d’interesse. Bruxelles suggerisce di perfezionare la legge, anche perchè «frammenta» le disposizioni sulla concussione e la corruzione, «rischiando di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale». Sono inoltre «ancora insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. La prescrizione è un problema «particolarmente serio per la lotta alla corruzione in Italia», secondo Bruxelles, perchè termini, regole e metodi di calcolo, sommati alla lunghezza dei processi, «determinano l’estinzione di un gran numero di procedimenti».

Come esempio si indica (pur senza fare nomi) il processo Mills, con l’ex premier Berlusconi prosciolto «per scadenza dei termini di prescrizione». L’Ue ribadisce la necessità di colmare le lacune e di dare priorità a procedimenti per corruzione a rischio prescrizione. La Commissione raccomanda inoltre di «estendere i poteri e sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione Civit in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisione efficaci, anche in ambito regionale e locale». Bruxelles evidenzia che la Civit «composta solo da tre membri e con un organico di supporto di appena 30 effettivi, soggetti a frequenti sostituzioni, sembra mancare della necessaria capacità per assolvere efficacemente» ai suoi compiti. E la stessa autorità – si legge nella relazione – «interpreta le proprie funzioni in modo piuttosto ristretto, limitandosi a svolgere un ruolo più reattivo che proattivo e concentrandosi in particolare sulla trasparenza, sulle funzioni consultive e sulla verifica formale dei documenti strategici predisposti dalle amministrazioni».
LEGGI AD PERSONAM Bruxelles suggerisce all’Italia di «bloccare l’adozione di leggi ad personam». Dal lodo Alfano alla ex Cirielli; dalla depenalizzazione del falso in bilancio al legittimo impedimento: il report Ue sulla corruzione, rileva che «i tentativi» di darsi norme per garantire processi efficaci sono stati «più volte ostacolati da leggi ad personam».

LE CIFRE «La corruzione, che in Europa vale 120 mld di euro, mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e danneggia l’economia, privando i Paesi di un gettito fiscale particolarmente necessario in questo momento di crisi. Gli Stati membri hanno fatto molto negli ultimi anni per combatterla, ma la relazione mostra che è lontano dall’essere sufficiente. Il report suggerisce alcune linee di intervento che spero possano essere seguite», così il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom nel presentare i dati.
Il totale dei costi diretti della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil italiano. È quanto si sottolinea nel primo rapporto Anti-corruzione della Commissione europea, che cita i dati della Corte dei conti. I danni provocati dalla corruzione in Italia sono pari alla metà del totale europeo, indicato dalla Commissione in 120 miliardi di euro l’anno.

 

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3 commenti

  1. GentiliSignori,
    prego gentilmente di cancellare quanto scritto al mio riguardo, relativo ai furti diplomatici. Faccio presente che io non ho rubato niente. L’ammanco che è stato trovato nella contabilità del Consolato Generale d’Italia in Montreal, era dovuto ad una falsa registrazione sul libro contabile, da parte di una impiegata a contratto che gestiva la contabilità del suddetto consolato quanto il cancelliere contabile era rientrato a Roma, e il ministero per 10 mesi ha lasciato scoperto il posto di contabile. Quando ho preso servizio io, dai passaggi di consegna tira i vari consoli e poi me, tutto appariva regolare. Poi la collega che mi ha sostituito ha trovato la falsa registrazione, fatta appunto dalla contrattista, certa Pia Musini, che durante la sua gestione della contabilità, visto che mancavano dei soldi, ha pensato di fare quadrare il bilancio mettendo un assegno dei suoi, mai incassato, in attesa di trovare il mancante. Quanto sopra l’ho fatto sapere anche al presidente della repubblica Mattarella che mi ha insignito della onorificenza di Cavaliere della repubblica italiana, grazie anche ai miei lodevoli precedenti come dipendente del Ministero degli Esteri e anche del Ministero dell’Interno, quale guardia di Pubblica Sicurezza. Grato della comprensione, attendo di vedere cancellato quanto scritto ingiustamente sul mio conto. Tante grazie. Distinti saluti. Cav. Benito Zarzaca.

  2. Gente Signori,
    ho letto solo oggi la Vostra risposta alla mia nota. Ora non capisco perché debbo essere io a porre il quesito alla Fonte Originale: ho fatto presente che da una nota segretata che mi stata recapitata quando ancora prestavo servizio al Ministero nel 1997, si evince chiaramente che io non ho nessuna responsabilità riguardo l’ammanco esistente nella contabilità del Consolato Generale d’Italia in Montreal. Tale nota Riservata, altro non era che il risultato di una Commissione d’inchiesta ordinata dal Console Generale Selvaggi Tale Commissione era composta dal Vice Console Mancini (Presidente), dal Cancelliere Capo (non ricordo il nome) e dalla contrattata interessata, tale Maria Pia Musini, che ha ammesso di aver messo in contabilità un suo assegno, per coprire il mancante, in attesa di trovare un eventuale errore da lei commesso durante la sua gestione, in mancanza del cancelliere contabile da dieci mesi. Copertura del mancante che si è procrastinata fino al mio arrivo a Montreal 16 agosto 1994. Ammanco di cui io non mi sono mai accorto in quanto i bilanci di consegna tra il console Mancini e l console generale Selvaggi, e tra quest’uomo e me, risultavano essere tutti in regola. E’ stato per puro caso che la collega, che mi ha sostituito, dal momento che io avevo chiesto il rientro al Ministero per un lutto in famiglia, si è accorta dell’assegno messo in contabilità, come già detto, dalla contrattata Musini. Visto che il verbale ufficiale della Commissione D’inchiesta del Consolato Generale , aveva determinato la mia innocenza, non capisco perché non si è provveduto subito a rettificare quanto pubblicato dal giornalista Pistilli.
    Resto in attesa di una cortese risposta.
    Cordiali saluti
    Cav. Benito Zarzaca

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