10910 NOTIZIE dall’ITALIA e dal MONDO 26 oct 2013

20131025 16:57:00 guglielmoz

ITALIA – Erano le 5.15 del mattino del 16 ottobre 1943, un sabato, quando le SS invasero le strade del ghetto di Roma e rastrellarono 1024 persone. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) fecero ritorno a casa dal campo di sterminio di Auschwitz.
VATICANO – "Mentre in Vaticano papa Francesco si batte per portare più sobrietà nella chiesa cattolica e riavvicinarla ai poveri, in Germania c’è un vescovo preso da una vera e propria mania dello sfarzo", i suoi fedeli hanno scoperto il costo della nuova residenza vescovile: 31 milioni di euro
EUROPA – NELL’EPOCA DEL DISAGIO GLOBALE – Da Occupy Wall Street alle Primavere arabe, passando per le manifestazioni di Atene e Roma, la gioventù globale è di fronte a scelte radicali.
AFRICA & MEDIO ORIENTE – Torna lo spettro della guerra civile / passati ben 21 anni dalla firma degli accordi di pace tra FrelImo e Renamo, torna ad impennarsi la tensione in Mozambico
ASIA & PACIFICO – Australia Il Nuovo Leader Laburista / Il Partito laburista australiano ha eletto come suo nuovo leader Bill Shorten 46 anni, ex ministro dell’istruzione
AMERICA CENTROMERIDIONALE – L’AVANA – Verso la fine della doppia moneta
AMERICA SETTENTRIONALE – SENZACASA – The New Yorker, Stati Uniti / Il numero dei senzatetto a New York è il più alto degli ultimi decenni e nei dodici anni di amministrazione del sindaco Michael Bloomberg le famiglie senza una casa sono aumentate del 73 per cento, scrive il New Yorker.

ITALIA
ROMA – Erano le 5.15 del mattino del 16 ottobre 1943, un sabato, quando le SS invasero le strade del ghetto di Roma e rastrellarono 1024 persone. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) fecero ritorno a casa dal campo di sterminio di Auschwitz. Nessuno dei duecento bambini deportati è mai tornato. Questo anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, il settantesimo, acquista ancora maggiore forza in relazione alle polemiche sollevate dalle esequie di Erich Priebke, condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, che il 24 marzo 1944 costò la vita a 335 persone. Incroci della memoria che però entrano nel vivo del presente e dell’attualità, con una querelle che scoppia al Senato. Il disegno di legge che introduce il reato di negazionismo, infatti, dopo l’ok nel corso della notte – tra martedì e mercoledì – dalla commissione Affari costituzionali, era stato assegnato in sede deliberante alla commissione Giustizia del Senato perché potesse essere approvato nel 70esimo anniversario del rastrellamento del ghetto, come annunciato in aula dal presidente del Senato Pietro Grasso. Ma la richiesta di Grasso ha portato a un vero e proprio scontro in commissione, per poi essere respinta: il ddl va in aula perché i quattro senatori del Movimento 5 Stelle e il senatore socialista eletto nelle fila del Pd Enrico Buemi hanno votato contro la sede deliberante. “Vogliamo il rispetto della sovranità del Parlamento, vogliamo informare e rendere i cittadini partecipi: per questo abbiamo detto no alla deliberante e vogliamo che si vada a discutere in Aula” motiva la scelta la capogruppo in Senato del M5S, Paola Taverna. Al di là delle polemiche, mercoledì è stato il giorno del ricordo: “Questa giornata ha un significato talmente evidente, di grande solidarietà con chi ha sofferto, con chi ha combattuto, con chi si è salvato e con chi è perito, ed è una giornata di grande coesione civile e istituzionale” ha affermato mercoledì mattina il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uscendo dalla Sinagoga di Roma dove si è recato per le celebrazioni. A proposito del disegno di legge che introduce il reato di negazionismo, il capo dello Stato ha così commentato: “Il merito del Parlamento italiano, anche dando un esempio ad altri Parlamenti, è aver approvato questa norma e sono convinto che sarà presto completato l’iter parlamentare. È un’affermazione importante di attaccamento ai principi di libertà e di tolleranza”. In un messaggio inviato agli ebrei di Roma, che si conclude con “Shalom”, Papa Francesco auspica invece che “il ricordo delle tragedie del passato divenga per tutti l’impegno ad aderire con tutta la nostra forza al futuro che Dio vuole per costruire per noi e con noi”. “È nostro dovere – continua il pontefice nel messaggio al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni – tenere presente davanti ai nostri occhi il destino di quei deportati, percepire la loro paura, il loro dolore, la loro disperazione, per non dimenticarli, per mantenerli vivi, nel nostro ricordo e nella nostra preghiera, assieme alle loro famiglie, ai loro parenti e amici, che ne hanno pianto la perdita e sono rimasti sgomenti di fronte alla barbarie a cui può giungere l’essere umano”. “L’Italia che ha partorito il fascismo ha il dovere di coltivare la memoria, per se stessa e per l’Europa” ha sottolineato inoltre nel corso della cerimonia il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici. Oltre al Tempio Maggiore di Lungotevere de’ Cenci, uno dei luoghi chiave dalle celebrazioni è stata la Stazione Tiburtina, da cui il 18 ottobre del 1943 partirono i treni per Auschwitz con gli ebrei romani: nell’area del binario “1” della nuova stazione è stata ricollocata la targa che ricorda la deportazione degli ebrei romani. “Quel 16 ottobre di 70 anni fa oltre mille persone videro le loro vite distrutte in poche ore, quando donne, uomini, bambini e neonati vennero strappati dalle loro case al Portico d’Ottavia e spogliati di ogni dignità da una logica aberrante che non troverà mai giustificazione” ha ricordato il sindaco di Roma Ignazio Marino nel corso della cerimonia, aggiungendo che “il dovere delle istituzioni è quello di conservare con tutti gli strumenti possibili il ricordo. La collocazione di una targa è un piccolo gesto, ma è importante per la memoria collettiva, perché servirà anche da monito contro l’indifferenza di molti”.‬ “Queste targhe ci aiutano a ricordare cosa è successo 70 anni fa in questo luogo, anche quando ci fermiamo qui per pochi minuti esse fanno vivere un pezzo di memoria che è nostra” ha affermato invece il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. (NoveColonne ATG)

ROMA – Ogni anno in Italia si sciolgono VENTI comuni per mafia Da Sud a Nord numeri e geografia di un’emergenza che la politica sottovaluta pericolosamente . I primi due sono stati CASANDRINO e TAURIANOVA, rispettivamente in provincia di Napoli e Reggio Calabria con provvedimenti del 2 agosto 1991. L’ultimo, in ordine di tempo, Sedriano, provincia di Milano, con decisione del Consiglio dei Ministri arrivata nella tarda serata dello scorso 13 ottobre, in tandem con un altro comune calabrese: quello di CIRÒ, in provincia di Crotone.
Così, in dodici anni la geografia dei comuni sciolti per mafia da parte del Consiglio dei Ministri, si è evoluta da Sud a Nord. Perché se l’amministrazione di Sedriano è la prima in Lombardia ad assistere all’arrivo dei commissari prefettizi a causa delle infiltrazioni mafiose al palazzo del comune, non si può dire la stessa cosa di tutto il Nord Italia, che già nel 1995 deve fare i conti con lo scioglimento del comune di BARDONECCHIA, dove spadroneggiava “il padrino di Bardonecchia” Rocco Lo Presti.
Due inchieste, la prima nel 1984 e la seconda verso la fine del 1994, vedono i clan infiltrarsi negli appalti pubblici nell’alta Val di Susa, fino allo scioglimento del comune di BARDONECCHIA. Lì, scrissero i commissari, era evidente «l’esistenza di condizionamento degli amministratori da parte della criminalità organizzata». Fermandosi nel nord Italia, e di nuovo in Piemonte, capofila suo malgrado in quanto ad amministrazioni sciolte per mafia, ci sono i due provvedimenti del Consiglio dei Ministri su LEINÌ e RIVAROLO CANAVESE, le cui amministrazioni sono rimaste impigliate nell’ambito dell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino “Minotauro”, che nel 2011 fotografò i tentacoli della ’ndrangheta sotto la Mole e dintorni. Entrambi i comuni sono stati sciolti nel 2012 e un altro è a rischio, quello di CHIASSO. GLI APPETITI MAFIOSI? Sempre i soliti: armi, droga, estorsioni, ma anche appalti, voti e rapporti prossimi con la politica, che poi è la vera linfa delle mafie Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/comuni-sciolti-mafia#ixzz2iX1WNpG5

ROMA – Statali: taglio del 10,5% in busta paga / “Statali, taglio del 10,5% in busta paga”. Il Sole 24 ore dedica la sua apertura del lunedì al pubblico impiego con un titolo che non lascia dubbi sugli effetti delle manovre. Gli impiegati perdono fino a 4-5 mila euro, mentre per i dirigenti si può arrivare a 21mila. Gli effetti cumulati del blocco degli stipendi in vigore dal 2010 e confermato con la legge di Stabilità anche per il prossimo anno. Ma non c’è solo questo, secondo l’articolo del giornale di Confindustria. "La legge di Stabilità amplia il meccanismo di erogazione a rate della buonuscita, prevedendo il pagamento in due anni se l’indennità supera i 50 mila euro e in tre anni se si sale oltre quota 100 mila euro. Con il risultato di allargare la perdita in termini di mancati interessi per il ritardo dei versamenti. Il pacchetto non piace ai sindacati che stanno già organizzando la mobilitazione"

ROMA – Legge di stabilità: sciopero di 4 ore da parte di Cgil, Cisl e Uil / Uno sciopero nazionale di 4 ore contro la legge di stabilità, con iniziative articolate e a livello territoriale, nel mese di novembre. Lo hanno annunciato i sindacati oggi (21 ottobre), Cgil, Cisl e Uil in conferenza stampa congiunta dopo un incontro tra i segretari, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. L’obiettivo è "indire scioperi che con manifestazioni a livello territoriale nel prossimo mese riescano a influenzare il dibattito parlamentare", ha spiegato Angeletti. "A metà novembre facciamo il punto con i consigli generali – ha aggiunto – e speriamo che la campagna sarà servita e abbia prodotto risultati. Coerentemente con questo nei prossimi giorni chiederemo confronti con i capigruppo di Camera e Senato".

VATICANO
CITTA’ DEL VATICANO/GERMANIA "Mentre in Vaticano papa Francesco si batte per portare più sobrietà nella chiesa cattolica e riavvicinarla ai poveri, in Germania c’è un vescovo preso da una vera e propria mania dello sfarzo", scrive Der Spiegel. Franz-Peter Tebartz-van Elst, vescovo di Limburg an der Lahn, piccola città dell’Assia non lontana da Francoforte sul Meno, è nell’occhio del ciclone da quando i suoi fedeli hanno scoperto il costo della nuova residenza vescovile: 31 milioni di euro. "Ma come ha fatto a spendere tutti questi soldi senza che nessuno se ne accorgesse? La diocesi di Limburg, come altre diocesi tedesche, dispone di un patrimonio di centinaia di milioni, accumulato nei secoli attraverso le donazioni di ricche famiglie e alcune operazioni finanziarie a volte poco trasparenti e spesso beneficiarie di trattamenti di favore da parte del fisco". Oggi la diocesi di Limburg possiede immobili, quote di banche, vigneti, boschi, fabbriche di birra. Tebartz-van Elst doveva gestire questo patrimonio realizzando opere a favore dei poveri, ma ha costruito un castello di bugie (per le quali ha già due richieste di rinvio a giudizio) per realizzare i suoi progetti lussuosi

EUROPA
NELL’EPOCA DEL DISAGIO GLOBALE – Da Occupy Wall Street alle Primavere arabe, passando per le manifestazioni di Atene e Roma, la gioventù globale è di fronte a scelte radicali.
Dopo il crollo del Muro di Berlino, nel 1989, non pochi storici avevano prevista la "fine della Storia": in altre parole, la traiettoria delle vicende umane si sarebbe invariabilmente diretta verso la libertà politica, la globalizzazione, il libero mercato e il trionfo delle virtù della concorrenza.
In realtà, questa suggestione si rivelò ben presto un’illusione: il mondo non funziona quasi mai come predicono i teorici e le tecnocrazie. Il mondo post-Guerra Fredda, dominato politicamente e culturalmente dagli Stati Uniti, si è rivelato mediamente un periodo "pacifico" (il numero di conflitti armati sta radicalmente scendendo da decenni), e anche di discreta crescita economica per interi continenti come Asia ed America Latina – pur con tutte le contraddizioni del caso.
Tuttavia, la pax americana non aveva fatto i conti con un nemico ben più insidioso dei carri armati sovietici: la natura umana. Il mondo post-1989 aveva accatastato le parole "eguaglianza" e "solidarietà" in un cantuccio isolato, battuto solo da qualche radicale politico illuso. L’Occidente si è cullato per anni nell’illusione che "eguaglianza" significasse solamente l’eguaglianza legale, quella davanti alla legge e alle istituzioni; tutto ciò mentre la diseguaglianza sociale e "materiale" nelle società a capitalismo avanzato avanzava, o comunque non retrocedeva con i ritmi che ci si auspica in una società che si autodefinisce "civile". Nei mass media trionfava un modello di vita, e quindi di società, basato sul soddisfacimento personale dei propri interessi e in un disprezzo per la cultura, un edonismo rampante che in Italia è stato fin troppo bene rappresentato dalla figura politica di Silvio Berlusconi. C’era solo un piccolo particolare che non funzionava nel disegno che le classi dirigenti avevano preposto per la mia generazione: alti livelli di diseguaglianza, in presenza di una stagnazione economica lunga, sono semplicemente insostenibili. Come ha scritto recentemente il premio Nobel dell’Economia Paul Krugman, "sempre più giovani non capiscono perché le università di alto livello debbano essere riserve per benestanti". Un’intera generazione si sta accorgendo che la solidarietà non è un orpello; che gli alti stipendi sono giustificabili ma non sono sempre giustificati; che la meritocrazia senza pari opportunità di accesso è solamente fumo negli occhi.
In pochi anni l’emergere di movimenti anti-sistema, tanto negli Stati Uniti quanto nella vecchia Europa, sta travolgendo vecchie certezze, dando consensi insperati a movimenti che, almeno fino a qualche anno fa, si consideravano di estrema sinistra o estrema destra. Tutto ciò può anche risultare preoccupante per la piega che tali movimenti potrebbero prendere, ma non è mai successo nella Storia che una generazione intera si rassegni al ruolo di stagno e accetti di rimanere in una condizione di insignificanza eterna. (da Agora di Giacomo Giglio )

LUSSEMBURGO
VERSO LA FINE DELL’ERA JUNCKER / Il 23 ottobre, due giorni dopo il voto politico, il granduca Enrico ha nominato un "formatore" per esplorare la possibilità di dar vita a un governo tra i socialisti, i liberali e i verdi, che insieme hanno ottenuto 32 seggi sui 60 del parlamento. Per la prima volta dal 1995, il premier uscente, il cristiano-sociale Jean-Claude Juncker potrebbe quindi non guidare il paese, spiega Luxemburger Wort. All’indoma-ni del voto, che si è concluso con la vittoria del suo partito, con 23 seggi, Juncker aveva comunque rivendicato il posto di premier.

SPAGNA
LA GIUSTIZIA BOCCIATA / Il 24 ottobre la terrorista dell’Età Inés Del Rio, condannata a più di tremila anni di carcere per una serie di omicidi, è stata scarcerata dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Echr) che giudicava irregolare la sua detenzione. La corte ha dichiarato illegittima la cosiddetta dottrina Parot, in base alla quale i benefici per i carcerati non si applicano sul massimo della pena che si può scontare (in Spagna trent’anni al momento del pro-cesso Del Rio), ma sulla condanna complessiva. Del Rio sarebbe dovuta uscire di prigione nel 2008, dopo 19 anni, ma i giudici hanno applicato la dottrina Parot. Nel 2012 l’Echr si era già espressa per la scarcera-zione, ma la Spagna aveva fatto ricorso, respinto con la sentenza del 21 ottobre. Come ha sottolineato il governo, la sentenza riguarda solo il caso Del Rio, ma EI Pais fa notare che a questo punto più di sessanta condannati dell’Età potrebbero chiedere di essere scarcerati.

FRANCIA
PARIGI – NEL MIRINO DELLA NASA / Le Monde – Dopo la Germania e il Brasile, anche la Francia scopre di essere stata nel mirino della National security agency (Nsa) degli Stati Uniti. Lo ha rivelato il 21 ottobre Le Monde, venuto in possesso di documenti sottratti alla Nsa da Edward Snowden che provano come le intercettazioni di telefonate, email e sms dei cittadini francesi fossero pratica comune. Secondo i documenti, in parte anticipati dal Guardian e dallo Spiegel, "tra il io dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013, la Nsa ha intercettato 70,3 milioni di comunicazioni, non solo di persone sospettate di terrorismo, ma anche di individui presi di mira perché legati al mondo dell’amministrazione, degli affari e della politica". Anche le ambasciate francesi a New York (presso l’Onu) e a Washington erano tenute sotto controllo. La Francia, insieme con Austria, Polonia, Germania e Belgio tra gli altri, faceva parte del terzo gruppo di paesi spiati. Il primo bersaglio erano infatti gli Stati Uniti, mentre il secondo comprendeva Canada, Australia, Regno Unito e Nuova Zelanda. Dopo le rivelazioni di Le Monde, il presidente Francois Hollande ha parlato di "pratiche inaccettabili tra paesi alleati e amici", mentre il ministro degli esteri Laurent Fabius ha convocato l’ambasciatore statunitense e ha chiesto chiarimenti al segretario di stato John Kerry. Lo scandalo delle intercettazioni è stato anche inserito tra gli argomenti in discussione nel Consiglio europeo di Bruxelles del 24 e 25 ottobre.
FRANCIA
Patrick Mennucci ha sconfitto Samia Ghali nel ballottaggio del 20 ottobre delle primarie del Partito socialista per scegliere il candidato sindaco di Marsiglia.
FRANCIA
La sorpresa di Marsiglia / Mentre il Partito socialista si prepara alla tornata di elezioni municipali che si terrà nel marzo del 2014, da Marsiglia arriva una sorpresa. Alle primarie la senatrice Samia Ghali (nella fo-to) ha sconfitto la ministra per le disabilità Marie Arlette Carlotti, vicina al presidente Francois Hollande, e al ballottaggio del 20 ottobre affronterà il deputato Patrick Mennucci. Ghali è stata accusata da Carlotti di aver usa-to metodi clientelari e di aver organizzato il trasporto al seggio di alcuni suoi sostenitori. Eletta nei quartieri popolari della città, "è una dei pochi politici marsigliesi ad avere un fedina penale immacolata", scrive Bakchìch. Nata da genitori algerini, Samia Ghali ha 45 anni ed è diventata celebre dopo aver chiesto l’intervento dell’esercito nella lotta alla criminalità organizzata a Marsiglia. Intanto, spiega Le Monde, il sindaco uscente, il senatore Jean-Claude Gaudin, 74 anni e al potere da 18, ha di-chiarato che sarà ancora lui il candidato dell’Ump
FRANCIA
PARIGI – DATAGATE, ALTRE SPIATE INFORMATICHE CONTRO FRANCIA E MESSICO. Ambasciatore Usa convocato a Parigi NIl Datagate continua ad avvelenare le relazioni internazionali degli Usa. Stavolta tocca a Francia e Messico. Il premier francese, Jean-Marc Ayrault, nel corso di una visita in Danimarca, si e’ detto ”scioccato” per le attivita’ di spionaggio degli Usa in Francia e ha chiesto a Washington ”risposte chiare su queste pratiche”. Nel corso di una visita a Copenaghen ha chiesto "la creazione di condizioni di trasparenza per porvi fine”. Stamattina l’ambasciatore Usa a Parigi è stato convocato da Fabius al Quai d’Orsay. Anche il governo messicano ha condannato "in modo categorico" il presunto monitoraggio della posta elettronica dell’ex presidente Felipe Calderon, definendo "inaccettabile, illegittima e contraria al diritto messicano ed internazionale" questa attivita’ della National Security Agency (Nsa) americana, in un duro comunicato ufficiale del ministero degli Esteri.
Il settimanale tedesco Spiegel aveva rivelato, in base alle informazioni ottenute dall’ex analista della Nsa Edward Snowden, che l’intelligence Usa controllava da vicino le attivita’ di Calderon durante la sua presidenza (2006-2012), così come quella dei membri del suo gabinetto.
Nel comunicato si ricorda che il presidente Barack Obama si è impegnato in un recente incontro con il suo omologo messicano, Enrique Pena Nieto, a condurre "un’inchiesta esaustiva che porti a definire responsabilità precise" sulla questione dello spionaggio estero della Nsa, sottolineando che questa inchiesta "deve concludersi nei tempi piu’ brevi".
L’azione invasiva di intelligence Usa nei confronti del cuore dello Stato messicano – denominata ‘Flat liquid’ – sarebbe stata compiuta da un’unita’ speciale della NSA, la Tailored Access Operation (TAO), a cui sono affidate alcune operazioni mirate, considerate di particolare difficoltà sul fronte dell’accesso alle informazioni. Sulla base di un documento classificato come ‘top secret’ del maggio 2010 – rivela lo Spiegel – la Tao affermava: ”Missione compiuta. Siamo entrati nel dominio della rete internet della presidenza messicana e per la prima volta abbiamo ottenuto l’accesso all’account e-mail del presidente Calderon”.
Nel dominio in questione – spiegano gli esperti – passano informazioni anche di altri membri del governo, comprese comunicazioni di tipo diplomatico, economico e relativo ai rapporti tra i leader. In un altro documento alcuni responsabili della NSA affermano: ”L’ufficio del presidente messicano e’ ora per noi una fonte redditizia di informazioni”. Ma c’è dell’altro: in un’altra operazione chiamata ‘White Tamale’ (dal nome di un piatto messicano) la NSA avrebbe ottenuto l’accesso alle e-mail e ai ‘talking points’ di alti funzionari della pubblica sicurezza dello Stato confinante, molti dei quali impegnati sul fronte della lotta alla droga e al traffico di esseri umani.
PARIGI – Le Monde, Francia/ L’Europa e il disastro libico – Rapito per poche ore da una milizia a Tripoli, nel-la notte tra il io e l’n ottobre, il primo ministro libico ha denunciato "un tentativo di colpo di stato". Ali Zeidan è uomo coraggioso, ma la sua ana-lisi è sbagliata. Perché ci sia un colpo di stato bisogna che ci sia uno stato. E a due anni dalla caduta del regime di Gheddafi, la Libia non ha uno stato. È dominata dalle milizie. Il presidente del consiglio italiano Enrico Letta ha detto che la Libia "è sull’orlo dell’esplosione". Circa 1oomila uomini armati, divisi in milizie regionali e tribali, hanno imposto nel paese un clima di paura. Queste bande taglieggiano, rapiscono, organizzano i traffici di droga e armi, interrompono l’acqua o l’elettricità nella capitale per far pressione sui politici, e moltiplicano gli assalti alle ambasciate. Hanno fatto fuggire gli investitori stranieri e, cosa ancor più grave, hanno sospeso le esportazioni di petrolio. Ecco la denuncia del Financial Times: la Libia, che ha i più vasti giacimenti africani di petrolio, ha cominciato a importare idrocarburi.
Due giorni prima del suo sequestro, gli uffici del primo ministro libico erano stati occupati e saccheggiati da una milizia che chiedeva finanziamenti pubblici. L’ultimo episodio viene invece attribuito al malcontento di un’altra banda armata, stavolta islamista, che rimprovera ad Ali Zeidan di aver permesso ai servizi segreti statunitensi di catturare – il 5 ottobre a Tripoli- Abu Anas al Libi, ricercato da Washington. Di certo questi ultimi fatti sottolineano l’as-senza di un’autorità centrale in Libia, un paese di appena sei milioni di abitanti, dove nessun potere ha mai scalzato i forti regionalismi. Ai tempi della brutale dittatura di Gheddafi (1969-2011), una sola milizia – la sua – e una sola tribù – la sua – "governavano" il paese secondo capricci sanguinari. Stati Uniti, Francia e Regno Unito, che hanno contribuito alla caduta di Gheddafi, possono disinteressarsi della Libia? No. Intervenire militar-mente in un paese impone di assumersi una parte di responsabilità per ciò che accade "dopo". I più coinvolti sono gli europei. Uno dei traffici che prosperano in Libia è l’immigrazione illegale. Le milizie proteggono gli scafisti che ammassano su imbarcazioni di fortuna i migranti africani. L’Unione europea comincia a organizzarsi, anche in Libia, per combattere questa piaga. L’Europa non può permettere di veder nascere nel Maghreb, alle porte di casa, un’altra Somalia.

GERMANIA – Bundesbank: Pil tedesco in rallentamento. Anche l’economia tedesca mostra un rallentamento della crescita nel terzo trimestre. Lo afferma la Bundesbank nel Bollettino mensile spiegando che l’attività economica "appare in crescita nel trimestre estivo, sebbene non allo stesso livello del secondo trimestre". Il Pil del secondo trimestre aveva registrato un +0,7% dopo la stagnazione dei primi tre mesi dell’anno e, stando alle stime degli analisti interpellati da Bloomberg, nel terzo trimestre si dovrebbe registrare una crescita dello 0,4%.
GERMANIA
BERLINO – PROVE DI GRANDE COALIZIONE / Il 23 ottobre i cristianodemocratici della Cdu e i loro alleati bavaresi della Csu hanno avviato le trattative con la Spd per la formazione del nuovo governo tedesco. I tre partiti, spiega la Süddeutsche Zeitung, "hanno deciso di condurre i negoziati attraverso dodici gruppi di lavoro", a cui prendono parte 27 esponenti della Cdu, diciotto della Csu e trenta della Spd. Ogni gruppo si occuperà di una parte del programma della grande coalizione: dall’economia all’ambiente, fino alla sanità e al lavoro. Un gruppo a parte parlerà di politica fiscale. Le trattative dovrebbero chiudersi alla fine di novembre.

INGHILTERRA – Financial Times, Regno Unito /L’errore di Letta su Alitalia – A Roma il protezionismo industriale è tornato di moda. E non è un bello spettacolo. L’acquisizione di Telecom Italia, società italiana delle telecomunicazioni e molto indebitata, da parte della sua rivale spagnola Telefònica, ha fatto scattare vari appelli al governo perché bloccasse l’accordo per motivi di sicurezza nazionale. L’Italia ha bisogno degli investitori stranieri per mettere fine alla crisi economica, ma i politici sono troppo occupati ad avvolgersi nel tricolore per accorgersene. L’esempio più clamoroso di quest’ondata di nazionalismo economico è quello di Alitalia, l’ex compagnia aerea di bandiera. Cinque anni fa stava per fallire e l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi si oppose ferocemente alla sua acquisizione da parte del gruppo Air France-Klm, insistendo perché restasse italiana. Preferì venderla a un gruppo di imprenditori, la maggior parte dei quali non aveva alcuna esperienza nel settore. E i pesanti debiti della compagnia furono scaricati sulle spalle dei contribuenti. Ma l’operazione non ha rimesso in sesto l’azienda. Alitalia è di nuovo sull’orlo del fallimento e il governo ha deciso di fare lo stesso errore del 2008. Poste italiane fornirà ad Alitalia 75 milioni di euro di capitale. La logica industriale che si nasconde dietro questo matrimonio è sconcertante. Non c’è nessuna sinergia tra una linea aerea e un vettore postale e, dato che Poste italiane appartiene allo stato, l’operazione puzza di aiuti di stato mascherati. Senza contare che l’accordo non porterà nuove competenze per aiutare Alitalia a decollare. Una soluzione migliore sarebbe venderla a una compagnia straniera. Air France-Klm, che già possiede il 25 per cento di Alitalia, è una scelta possibile. Questo rigurgito di nazionalismo economico getta un’ombra sulla sincerità di Enrico Letta, il quale ha dichiarato più volte di volere attirare in Italia più capitali stranieri. Ma la strategia scelta da Roma per Alitalia manda il messaggio opposto. Dire che il paese è aperto è facile, ma quello che conta è mantenere la parola quando una azienda straniera bussa alla porta

IRLANDA
BIMBA ROM SOTTRATTA, IL TEST DEL DNA SMENTISCE AUTORITÀ / La bimba di sette anni che nei giorni scorsi era stata tolta a una famiglia rom che vive nella zona Tallaght, a sud ovest di Dublino, è effettivamente «parte della famiglia». Lo ha stabilito il test del Dna. La bambina, bionda e con gli occhi azzurri, era stata presa in custodia nei giorni scorsi dalle autorità irlandesi perché i genitori non avevano dimostrato in maniera convincente di essere il padre e la madre biologici della piccola.

MONTENEGRO
VIOLENZE CONTRO IL GAY PRIDE / A Podgorica, capitale del Montenegro, il 20 ottobre alcune centinaia di attivisti sono riusci-te a tenere una marcia del gay pride (nella foto), nonostante la violenta contromanifestazione di un migliaio di estremisti di destra. Gli omofobi hanno cercato senza successo di sfondare i cordoni della polizia e ci sono stati violenti scontri, seguiti da atti di vandalismo e decine di arresti. Il fatto che il gay Pride si sia svolto è di per sé un successo, ma, osserva Vijesti, "le violenze sono un indice del livello raggiunto in Montenegro dalla cultura dell’odio, di cui sono indirettamente responsabili il governo e la chiesa ortodossa".

RUSSIA
II 21 ottobre sei persone sono morte in un attentato suicida su un autobus a Volgograd. L’attentatrice era originaria del Daghestan, nel Caucaso russo.
RUSSIA
II 16 ottobre il tribunale di Kirov ha sospeso la pena dell’oppositore Aleksej Navalnij, condannato a cinque anni di campo di lavoro. Il tribunale di Murmansk ha respinto la richiesta di scarcerazione di diversi attivisti di Greenpeace, tra cui Cristian D’Alessandro, che avevano partecipato al blitz contro una piattaforma di Gazprom. Gli attivisti resteranno in carcere almeno fino al 24 novembre
RUSSIA
Una notte di violenze / Nella notte del 13 ottobre il quartiere moscovita di Biriulevo è stato il teatro di un pogrom contro gli immigrati di origine caucasica in seguito all’omicidio di un ragazzo russo, per il quale è sospettato un immigrato azero, Orhan Zeinalov. Alle violenze ha messo fine un tardivo intervento della polizia, che successivamente ha arrestato numerosi immigrati. Secondo Gazeta, "le autorità hanno reagito nel solito modo, prima restando a guardare e poi scatenando un’ondata di arresti". Diversi deputati hanno chiesto l’adozione di misure contro gli immigrati, tra cui l’introduzione dell’obbligo di visto per i cittadini delle repubbliche dell’Asia centrale, ma Vladimir Putin sembra aver adottato una posizione più morbida: "Questa misura allontanerebbe da noi le repubbliche dell’ex Urss, mentre noi vogliamo avvicinarci a loro". L’obiettivo del presidente è non mettere a rischio il progetto di unione doganale con i paesi ex sovietici. Il Cremlino, insomma, da una parte vuole assecondare l’ostilità verso gli immigrati, dall’altra deve tenere un basso profilo per motivi di politica estera. Questa situazione, scrive Gazeta, "può favorire i nazionalisti moderati che sono tra le file dell’opposizione". Come Aleksej Navalnij, che ha già chiesto di "limitare il numero di immigrati tramite l’introduzione di un regime di visti", ma anche di "lottare con-tro la creazione di ghetti etnici".

NORVEGIA
II 16 ottobre la con-servatrice Erna Solberg ha pre-sentato il suo governo, che comprende per la prima volta i populisti del Partito del progresso
GRECIA
II 22 ottobre il parlamento ha approvato una legge per sospendere i finanziamenti pub¬blici al partito neonazista Alba dorata.

AFRICA & MEDIO ORIENTE
TURCHIA
II 22 ottobre l’Unione europea ha deciso di riprendere, dopo tre anni di sospensione, i negoziati per l’adesione di Ankara.

SIRIA
CONFERENZA A RISCHIO/ L’11 ottobre l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che sta smantellando l’arsenale chimico siriano, ha ricevuto il premio Nobel per la pace. In un’intervista ad Al Akhbar, il presidente siriano Bashar al Assad ha rivendicato ironicamente il premio per sé, dicendo di non rimpiangere la perdita delle armi chimiche perché il suo esercito ha ottenuto i successi più importanti con quelle convenzionali. Bashar ha inoltre espresso dubbi sull’utilità della conferenza di pace Ginevra II, prevista per novembre. Il 14 ottobre anche il Consiglio nazionale siriano, la più influente tra le forze politiche d’opposizione, ha fatto sapere che non parteciperà alla conferenza.

PALESTINA
RAMALLAH – di Amira Hass. La settimana scorsa, mentre i miei colleghi più giovani si occupavano di notizie serie (i colloqui di Ginevra sul nucleare iraniano o lo stato preoccupante dell’istruzione superiore in Israele), io ero occupata con bazzecole. Quando ho chiesto di pubblicare online il mio articolo, nella voce dei giovani redattori ho notato una sorta di stupore bonario. Il mio articolo cominciava così: "L’amministrazione civile ha rifiutato l’ingresso di un macellaio in due villaggi palestinesi intrappolati tra la barriera di separazione a nordovest di Gerusalemme e alcuni insediamenti". Era il primo giorno dell’Aid al Kebir, la fe¬sta islamica che ricorda la decisione del profeta Abramo di sacrificare suo figlio a Dio, che invece sostituirà il ragazzo con un agnello per premiare la sua fedeltà. L’amministrazione civile (un’istituzione militare) dovrebbe conoscere le tradizioni degli arabi. Si sapeva che le due comunità di A-Nabi Samuel e Khalayleh avrebbero avuto bisogno di un macellaio e che avrebbero ricevuto i loro familiari, ma tutti sono stati bloccati al checkpoint. Ho subito pensato che l’amministrazione civile avesse voluto punire le due comunità perché il giorno prima avevo scritto che i funzionari avevano bloccato al checkpoint gli strumenti da giardinaggio necessari per un progetto agricolo. Per rispetto alla mia anzianità, i giovani redattori hanno pubblicato il mio articolo, seminascosto. Per quanto riguarda gli agnelli, sono sicura che in un modo o nell’altro li avranno macellati.

EGITTO
I COPTI HANNO PAURA II 20 ottobre alcuni uomini hanno sparato contro gli invitati a un matrimonio copto in un quartiere popolare del Cairo, uccidendo quattro persone, tra cui due bambine. L’Egitto è sotto shock, scrive AI Masry al Youm, dopo questa tragedia che si aggiunge a una lunga serie di violenze contro i copti, in particolare dopo la deposizione, a inizio luglio, del governo guidato dei Fratelli musulmani
EGITTO
II 9 ottobre il governo statunitense ha sospeso una parte degli aiuti al paese in segno di protesta per la repressione contro i sostenitori dell’ex presidente Mohamed Morsi.

TUNISIA
TUNISI – L’opposizione in piazza Sidi Bouzid, strage di agenti / Almeno sette uomini della Brigata anti-terrorismo sono stati uccisi ieri a Sidi Bouzid da presunti terroristi, dopo che gli agenti avevano fatto irruzione in un loro covo. Il bilancio è provvisorio, perché molti feriti sarebbero in gravi condizioni. La strage si abbatte con effetti dirompenti sulla giornata in cui si celebrava sia l’anniversario delle prime elezioni democratiche che l’avvio del dialogo tra il governo islamista di Ennhada e l’opposizione, nel tentativo di risolvere la profonda crisi politica in cui è sprofondato il paese. Secondo molti analisti il premier Ali Laarayedh era pronto ad annunciare le sue dimissioni, ma la strage di Sidi Bouzid ha congelato tutto. Nella Avenue Bourghiba di Tunisi c’è stata comunque una manifestazione, in parte celebrativa in parte di protesta antigovernativa, malgrado le minacce e le provocazioni da parte dei picchiatori della Lega per la protezione della rivoluzione, che sostiene il governo. L’opposizione comunica che la mobilitazione resta permanente fino a quando il governo non si dimetterà. Sempre ieri le autorità hanno emesso provvedimenti restrittivi a carico di sindacalisti delle forze di sicurezza, accusati di avere accolto con il grido di «andate via» i presidenti della Repubblica e dell’Assemblea costituente e lo stesso premier quando, giorni fa, si sono presentati nella caserma principale della Guardia nazionale, alla periferia nord di Tunisi, per le esequie di altri due agenti caduti sotto il fuoco dei terroristi

IRAN
II governo ha accettato il 16 ottobre delle ispezioni a sorpresa nei suoi siti nucleari. L’annuncio è stato fatto durante due giorni di colloqui a Ginevra tra Teheran e i paesi del 5+1 (i membri del Consiglio di sicurezza dell’Orni e la Germania).

LIBIA
L’11 ottobre il primo ministro Ali Zeidan da definito il suo rapimento, avvenuto il giorno prima e durato alcune ore, un tentativo di colpo di stato per destabilizzare il paese.
ISRAELE II 21 ottobre Nir Barkat è stato confermato sindaco di Gerusalemme. Ha sconfitto l’ultra-ortodosso Moshe Lion.

ARABIA SAUDITA
SCACCO DIPLOMATICO / Con un gesto senza precedenti, il 18 ottobre l’Arabia Saudita ha rifiutato il seggio di membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, in segno di protesta per l’incapacità di risolvere la crisi siriana. "Chiamatelo ‘jujitsu diplomatico’", scrive il quotidiano di Londra Asharq al Awsat, secondo cui i sauditi preferiscono "mantenere un basso profilo nelle relazioni internazionali". Ma, come ha rivelato il 23 ottobre il principe Bandar bin Sultan, il capo dell’intelligence del regno wahabita, è anche un modo per "prendere le distanze" dagli Stati Uniti. Riyadh critica le posizioni di Washington sulla Siria, sul colpo di stato in Egitto e sul riavvicinamento diplomatico con l’Iran.

AFRICA
SENZA VINCITORI – Per la quarta volta in cinque anni non è stato assegnato il premio Ibrahim. Il riconoscimento è stato istituito nel 2007 dalla fondazione del miliardario sudanese Mo Ibrahim per celebrare gli ex leader africani che si sono distinti per il modo in cui hanno amministrato il loro paese. Secondo la fondazione Mo Ibrahim nessuno dei capi di stato che hanno lasciato il potere negli ultimi tre anni ha migliorato la situazione sanitaria, scolastica, economica e politica del suo paese. "A vincere è stato l’afro realismo, scrive Afrìcan Arguments. "Mentre da una parte abbiamo delle vere storie di successo, come quelle di Mauritius, Botswana e Ghana, dall’altra aumenta il divario tra i paesi virtuosi e quelli che stanno agli ultimi posti nella classifica come Somalia, Repubblica Democratica del Congo ed Eritrea.
La vera sfida è favorire lo sviluppo anche in questi paesi".
L’INDICE IBRAHIM DEI PAESI MEGLIO GOVERNATI DELL’AFRICA, 2013
Primi 5 paesi
1. Mauritius 82,9
2. Botswana 77.6
3. Capo Verde 76,7
4. Seychelles 75.0
5. Sudafrica 71.3
Ultimi cinque paesi
48. Ciad 33.0
49. Repubblica Centrafricana 32,7
50. Eritrea 31.9
51. Repubblica Democratica del Congo 31.3
52. Somalia 8,0

MOZAMBICO
LA PACE INFRANTA – Il 21 ottobre la Resistenza nazionale del Mozambico (Renamo), l’ex guerriglia e principale partito di opposizione ha proclamato la fine dell’accordo di pace del 1992 dopo che l’esercito ha occupato la sua base di Gorongosa, dove era nascosto il leader Afonso Dhlakama. In seguito alcuni uomini, probabilmente della Renamo, hanno attaccato un commissariato a Maringue. Il quotidiano Verdade si chiede se ci sarà "un ritorno alla guerra", ma il presidente Armando Guebuza ha fatto sapere di voler mantenere il dialogo con l’opposizione
MOZAMBICO
TORNA LO SPETTRO DELLA GUERRA CIVILE / Passati ben 21 anni dalla firma degli accordi di pace tra Frelimo e Renamo, torna ad impennarsi la tensione in Mozambico. Lunedì scorso l’esercito ha condotto un’azione contro una base che la Renamo aveva conservato tra le montagne di Gorongosa, nell’area centrale del paese. Per tutta risposta i guerriglieri hanno assaltato una stazione di polizia nella città di Maringue, a 35 km dalla base stessa. E soprattutto la Renamo – appoggiata dal regime razzista sudafricano nel corso della sanguinosa guerra civile che tra il 1976 e il 1992 ha causato circa un milione di vittime – annuncia di ritirare la propria adesione agli accordi di pace. Ciononostante restano al loro posto i 51 deputati che il movimento guidato da Alfonso Dlhakama ha portato in parlamento come principale forza di opposizione. Il presidente Armando Guebuza, che sta compiendo un tour nelle regioni centrali, avrebbe chiamato Dhkakama per rilanciare il dialogo. Allo stesso tempo il ministro degli Esteri dello Zimbabwe, Christopher Mutsvangwa, rende noto che l’organo regionale della Sadc (Southern African Development Community) potrebbe prendere in considerazione l’invio di truppe a sostegno del governo mozambicano.

MALI
II 23 ottobre due soldati ciadiani e un civile maliano sono morti in un attacco dei ribelli islamici a Tessalit, nel nordest del paese. L’attacco sarebbe stato compiuto da quattro attentatori suicidi.
MALI – Uccisi due «peacekeeper» in Attacco suicida nel nord / Almeno due militari del Chad inquadrati nella forza multinazionale Minusma sono rimasti uccisi, e altri sette feriti, in un attacco kamikaze contro un checkpoint a Tessalit. L’attentatore si sarebbe lanciato contro il posto di blocco su un pickup imbottito di esplosivo. Nell’esplosione sono rimasti uccisi anche due civili, tra cui un bambino.

GUINEA
CONTESTAZIONI PER VIA LEGALE / presidente Alpha Condé ha vinto le legislative del 28 settembre. Il Raggruppamento del popolo della Guinea (Rpg) sarebbe in testa con 53 deputati e, con l’aiuto dei piccoli partiti alleati, potrebbe ottenere la maggioranza assoluta all’assemblea nazionale (58 seggi su 114). L’opposizione, che denuncia brogli e chiede l’annullamento del voto, ha presentato ricorso alla corte suprema. È un segnale positivo, commenta Jeune Afrique, perché "ha scelto la via legale, allontanando lo spettro di proteste violente. Le manifestazioni dell’opposizione a favore di uno scrutinio libero e trasparente hanno causato una cinquantina di morti dall’inizio del 2013".

CAMERUN
II partito Rdpc del presidente Paul Biya, al potere da trent’anni, ha vinto le elezio¬ni legislative del 30 settembre ottenendo 148 seggi sui 180 dell’assemblea nazionale.

MADAGASCAR
II 25 ottobre si svolgerà il primo turno delle elezioni presidenziali. Il voto dovrebbe mettere fine alla crisi cominciata nel 2009 con la destituzione di Marc Ravalomanana.

SOMALIA
Quindici persone sono morte il 19 ottobre in un attentato suicida a Beledweyne rivendicato da Al Shabaab.

NIGERIA
II 14 ottobre Amnesty international ha rivelato che centinaia di persone sono morte nelle carceri dell’esercito da quando è stata lanciata un’operazione contro la setta islamica Boko haram nel nordest del paese. Molti detenuti sarebbero stati assassinati.

REP. CENTRAFRICANA
II ministro degli esteri francese Laurent Fabius ha annunciato il 13 ottobre l’invio di altri soldati per contribuire a stabilizzare il paese.

ETIOPIA
ADDIS ABEBA / GIUSTIZIA INTERNAZIONALE – L’alternativa africana. I partecipanti al vertice dell’Unione africana ad Addis Abeba, il 12 ottobre, hanno chiesto alla Corte penale interazionale (Cpi) di rinviare il processo contro il presidente keniano Uhuru Kenyatta, accusato di cri-mini contro l’umanità. L’Unione ha anche approvato una risoluzione in base alla quale nessun leader africano in carica dovrà comparire davanti a un tribunale interazionale. "L’Africa e la Cpi non vanno d’accordo", scrive il Daily Maverick, "perciò l’Unione africana ha allo studio il progetto di una ‘corte africana di giustizia e dei diritti umani’ che renderebbe superfluo il tribunale con sede all’Aja".

MALAWI
Tutti i ministri a casa / Il 10 ottobre, al ritorno da un lungo viaggio all’estero, la presidente Joyce Banda (nella foto) ha sciolto il governo, dopo che alcuni funzionari sono stati arre-stati per appropriazione indebita di fondi pubblici. Oltre alla corruzione, scrive Africa Review, la presidente deve affrontare una lunga serie di problemi che vanno dalle agitazioni sindacali alla carenza di mais. Inoltre, l’Unione europea ha minacciato di non stanziare più fondi per il Malawi se Banda non darà un chiaro segno di voler "ripulire" il paese.

ASIA & PACIFICO
AUSTRALIA
IL NUOVO LEADER LABURISTA / Il Partito laburista australiano ha eletto come suo nuovo leader Bill Shorten 46 anni, ex ministro dell’istruzione. L’elezione di Shorten, avvenuta per la prima volta con i voti combinati degli iscritti al partito e dei parlamentari, dovrebbe riportare unità tra i laburisti, che recentemente hanno assistito a lotte intestine e a due cambiamenti di leadership. Le divisioni interne sono state alla base della sconfitta elettorale di settembre, che ha riconsegnato il potere ai conservatori, scrive The Age. In realtà Shorten ha ricevuto il 64 per cento dei voti dei parlamentari ma il suo sfidante, Anthony Albanese, è stato il favorito della base, che gli ha dato il 60 per cento delle preferenze.
AUSTRALIA
NOZZE GAY A CANBERRA / Il Territorio della capitale australiana è la prima amministra-zione nel paese a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il parlamento del territorio, che dipende diretta-mente dal governo federale, ha approvato la proposta di legge sulle nozze gay il 22 ottobre. Ma, scrive The Age, il governo di Canberra potrebbe annullare la legge locale appellandosi a una legge federale del 2004 secondo cui il matrimonio è consentito solo tra un uomo e una donna

GIAPPONE
LA LOBBY D’AZZARDO / Tra i piani del primo ministro Shinzò Abe per la ripresa dell’economia giapponese c’è quello di puntare sul gioco d’azzardo. "Vorrei che si facesse uno studio sugli effetti positivi dei casinò", ha detto durante una seduta parlamentare lo scorso marzo. Sostenuto dagli esponenti del Partito liberaldemocratico, Abe vorrebbe legalizzare i casinò in Giappone, sostenendo che creeranno nuovi posti di lavoro e favoriranno il turismo, generando nuove entrate per le casse dello stato. Ma secondo il mensile Sentaku, dietro questa forte insistenza ci sono gli interessi personali di Abe, da sempre molto vicino al mondo dei pachinko, un gioco d’azzardo a metà tra la slot machine e il flipper, che è molto importate per l’economia del paese ed è legale perché mette in palio prodotti di uso comune. Fuori dalle sale da gioco, però, i premi sono convertiti in denaro. A quanto pare Abe in passato avrebbe ricevuto denaro dall’associazione delle catene di pachinko, di cui il paese è disseminato, per ottenere delle agevolazioni. E sono proprio loro che ora fanno pressione per l’apertura dei casinò.

THAILANDIA
Il verdetto su Preah Vihear / La corte internazionale di giustizia pronuncerà l’n novembre il suo verdetto sulla disputa tra Cambogia e Thailandia in me-rito al tempio di Preah Vihear, scrive il Bangkok Post. Bangkok e Phnom Penh si contendono da decenni il tempio che sorge sul confine tra i due paesi e che nel 1963 la corte dell’Aja aveva assegnato alla Cambogia senza però risolvere la questione del terreno circostante il tempio, reclamato da Bangkok.

CINA
MONGOLIA /MISSIONE La polizia cinese sta conducendo una serie di operazioni anti-terrorismo nella Mongolia Interna per contenere le tensioni alimentate dagli espropri dei pascoli. Nella campagna, il cui nome in codice è "2013, MISSIONE STABILITÀ", sono stati schierati più di 1.700 agenti, scrive Radio Free Asia. Secondo la polizia sono stati sequestrati esplosivo, pistole e coltelli. Per i gruppi di mongoli in esilio, la guerra al terrorismo è una scusa per reprimere i movimenti che chiedono la tutela dei diritti civili. Le operazioni sono considerate parte della più ampia campagna per lo sviluppò della regione autonoma, una zona militare strategica non lontana da Pechino, ricca di risorse energetiche e minerarie come le terre rare. I mongoli sono oggi il 20 per cento dei 23 milioni di abitanti della provincia. Gli abitanti denunciano i danni ambientali dello sfruttamento dei giacimenti e le ripercussioni che l’occupazione dei terreni da parte delle compagnie minerarie avrà sulla pastorizia.
CINA II 23 ottobre il quotidiano j Xinkuaibao, che ha sede a Can-ton, ha pubblicato un annuncio per chiedere la liberazione di un i suo giornalista, Chen Yongzhou, arrestato per un articolo critico verso un’azienda.
PECHINO – INDAGATO ECCELLENTE / Il presidente cinese Xi Jinping ha ordinato l’istituzione di un’unità speciale incaricata di indagare sull’ex "zar della sicurezza nazionale", Zhou Yongkang, scrive il South China Morning Post. Il nome dell’ex componente del comitato per-manente del Partito comunista è legato ai casi di corruzione che hanno travolto i vertici dell’industria petrolifera cinese a lui vicini. La commissione, affidata al viceministro per la sicurezza pubblica Fu Zhenghua, fedele al presidente, scavalca la commissione disciplinare del partito. La tv di stato Cctv ha dato la notizia dell’indagine su Zhou via Twitter, rimuovendo poi il messaggio e denunciando l’intrusione di un hacker nell’account.

VIETNAM
DIVÌDI E SVILUPPA / Con le tensioni che continuano ad agitare le acque del mar Cinese meridionale, il Vietnam è ancora una volta il terreno di scontro tra superpotenze, scrive Asia Times. Stavolta, però, può trattare con i grandi da una posizione di indipendenza e relativo potere geopolitico. La rivalità crescente tra Cina e Stati Uniti comporta sia rischi sia vantaggi per il governo di Hanoi. La visita ad Hanoi del primo ministro cinese Li Keqiang il 13 ottobre dimostra l’importanza del Vietnam nelle ambizioni di Pechino nella regione. Li è tornato in Cina con una quantità notevole di trattati commerciali e politici, incluso un accordo per avviare esplorazioni congiunte alla ri-cerca di risorse naturali nel golfo del Tonchino, dove è in corso una disputa tra i due paesi sul confine marittimo. Recente-mente la Cina ha firmato un accordo simile con il Brunei per lo j sfruttamento congiunto dei 1 combustibili fossili nelle acque ‘ contese. Nel mar Cinese meridionale Pechino sembra aver I abbracciato una nuova declina-zione della strategia del divide et impera – dividi e sviluppa -, prediligendo l’approccio bilaterale nella gestione delle dispute delle acque territoriali. L’intento di Pechino è di sottrarre il Vietnam a qualsiasi alleanza regio-nale guidata da Washington e j Tokyo, e Hanoi dimostra di sa-per sfruttare a suo vantaggio la sua posizione geopolitica.

CAMBOGIA
KHMER ROSSI – GLI ULTIMI Il tribunale speciale per i crimini commessi dai Khmer rossi il 21 ottobre ha chiesto l’ergastolo per gli ultimi due imputati sopravvissuti. Nuon Chea, 87 anni, e Khieu Samphan, 82, erano rispettivamente il numero due del regime e il presidente della Cambogia. Finora il tribunale, creato nel 2006, ha condannato solo Nuon Chea, il "compagno Duch", direttore del carcere di Tuoi Sleng dove più di 2omila persone furono uccise. Degli altri due imputati, l’ex ministra degli affari sociali Ieng Thirith è stata rilasciata perché malata di Alzheimer, e suo marito Ieng Sary, ex ministro degli esteri, è morto

LAOS
UNA STRATEGIA SBAGLIATA / "Il Laos, intrappolato tra i pro-duttori di oppio e me anfetamine della Birmania e un bacino di I due milioni di consumatori in Cina, ha provato senza successo a limitare l’impatto del transito, della produzione e dell’uso degli stupefacenti sulla sua popola-zione", scrive Asia Sentinel. Il problema è che una legge del 2008 criminalizza il consumo di droghe, punendo i tossicodipendenti con la detenzione in centri creati ad hoc. Le strutture non ‘ sono gestite dalle autorità sanitarie ma dalla commissione nazionale per il controllo e la supervisione delle droghe, che fa 1 capo al ministero della difesa. I Nel 2011 Human Rights Watch denunciò casi di percosse e stupri nei centri, dove si stima che i detenuti siano 1.200 ogni anno.

BRUNEI
II sultano Hassanal Bolkiah ha introdotto il 22 ottobre la I sharia nel paese. È prevista la lapidazione in caso di adulterio e l’amputazione degli arti per i ladri.

BIRMANIA
II 17 ottobre tre at-I tentati hanno causato la morte ! di una persona nello stato Shan, nell’est del paese. Nella regione è in corso un conflitto etnico.

MALESIA
IL NOME DI ALLAH Il 14 ottobre una corte d’appello malese ha deciso che il nome Allah potrà essere usato solo per indicare il dio islamico. Finora, infatti, i cittadini di lingua malay di tutte le fedi usavano Allah per indicare ciascuno il proprio dio. La decisione del tribunale ha ribaltato un verdetto del 2009 che dava ragione a un quotidiano cattolico, citato in giudizio dal governo perché chiamava il dio cristiano con il nome Allah. La sentenza d’appello ha suscitato le proteste di tutte le comunità religiose. I cristiani, che intendono continuare a usare il nome Allah, sono convinti che il governo guidato dall’Organizzazione nazionale dei malay uniti (Umno) voglia attirarsi le simpatie della comunità musulmana. Intanto, scrive il Malaysian Insider, anche i sikh hanno fatto sapere che continueranno a usare il nome Allah perché compare nei loro te-sti sacri. Allah è entrato nella lingua malay dall’arabo con il significato di dio.

AFGHANISTAN
IL 15 ottobre il governatore della provincia del Logar, Arsala Jamal (nella foto), è morto nell’esplosione di una bomba nascosta in un microfono in una moschea a PuliAlam.

INDIA
II 13 ottobre 115 persone sono morte travolte dalla folla su un ponte durante una cerimonia religiosa nello stato del Madhya Pradesh, nel centro del paese.

AZERBAIGIAN
PRESIDENTE AVITA Il 9 ottobre Ilham Aliyev è stato rieletto presidente dell’Azerbaigian con quasi L’85 per cento dei voti. Succeduto al padre nel 2003, Aliyev, che governa il piccolo stato caucasico ricco di petrolio con metodi quantomeno autoritari, rimarrà al potere fino al 2018. Secondo gli osservatori dell’Orse, il voto non ha rispettato gli standard democratici, mentre i partiti di opposizione hanno contestato il risultato con una manifestazione a cui sono seguiti numerosi arresti. L’esito del voto, scrive Nezavisimaja Gazeta, "era del tutto scontato, a partire dalla percentuale ottenuta da Aliyev fino alle manifestazioni e agli arresti". A testimoniarlo c’è anche il fatto che il governo ha commesso la gaffe di comunicare i risultati prima dell’apertura delle urne.

AMERICA CENTROMERIDIONALE
BRASILE
Email più sicure / "Il 13 ottobre la presidente brasi-liana Dilma Rousseff ha annunciato su Twitter che la posta elettronica dell’amministrazione pubblica federale sarà protetta da eventuali azioni di spionaggio internazionale", scrive O Globo. "È la prima misura per ampliare la privacy e l’inviolabilità dei messaggi ufficiali", ha aggiunto Rousseff. Il governo brasiliano si sta muovendo con azioni concrete dopo il presunto spionaggio della National security agency statunitense ai danni dei cittadini e di Petrobrás.
BRASILE – II 15 ottobre centinaia di persone si sono scontrate con la polizia a Rio de Janeiro al termine di una manifestazione pacifica degli insegnanti.

ECUADOR
L’11 ottobre una proposta di legge sulla depenalizza-zione dell’aborto è stata ritirata dopo che il presidente Rafael Correa aveva minacciato di di-mettersi.

CUBA
L’AVANA – Verso la fine della doppia moneta – Roberto Livi / In vigore a partire dal settore statale. Dovrà essere stabilito il «vero» valore del peso, Il presidente Raúl Castro, sabato scorso durante della riunione del Consiglio dei ministri, ha ufficialmente dato il via al processo di eliminazione della doppia moneta circolante a Cuba come misura essenziale per la reforma socialista dell’economia. L’annuncio è stato dato ieri dal quotidiano del pc, Granma. Dal 1994, nell’isola circolano sia il peso cubano (Cup), moneta con la quale vengono pagati gli stipendi nel settore statale (controlla più dell’80% dell’economia del paese) sia il peso convertibile (Cuc). Quest’ultimo è equiparato al dollaro statunitense e viene cambiato nelle cadecas (case di cambio del governo) a 24 Cup (25 per la vendita), ma serve a comprare praticamente tutto quello di cui cubani necessitano: cibo, vestiario, elettrodomestici.
La doppia moneta fu una scelta dettata dalla necessità del governo di «recuperare» valuta pregiata, ma come è evidente, crea enormi difficoltà sia per la vita dei cittadini, sia per la contabilità del settore statale ed è un forte ostacolo per gli investimenti esteri.
La necessità di eliminare la doppia moneta fu espressa dal presidente Raúl già nel luglio del 2007, in seguito è diventato uno dei punti essenziali dei «Lineamenti della politica economica e sociale del partito comunista», la piattaforma per l’«attualizzazione» del socialismo cubano.
Sia nei discorsi di Raúl, sia nel lineamento n. 55 (citato dal Granma) viene messo in rilievo come l’eliminazione della doppia moneta sarà un processo lungo e che dipenderà dalla efficienza dell’economia cubana. Ovvero dalla capacità di dare un «vero» valore al peso cubano, la moneta che diventerà unica e convertibile.
La questione è assai complicata come afferma l’economista Pavel Vidal. Molte aziende di stato nei loro scambi contabilizzano il Cup al valore di un peso convertibile, altre invece usano un cambio intermedio 1Cuc pari a 14 pesos cubani. Inoltre, come incentivo alla formazione di nuove cooperative, come a quelle dei tassisti privati, che ormai monopolizzano il trasporto all’Avana e in altre città, lo stato di fatto cambia il Cuc a 14 Cup. Roba da far venire il mal di testa. Ed è la ragione per cui tutte le cifre fornite dallo stato cubano (Pil compreso) sono prese con le pinze a livello internazionale. Questo stato di cose, secondo Vidal, complica la contabilità e la politica economica dello Stato, rende complicatissimi i rapporti tra le imprese statali, debilita il mercato interno e rappresenta un serio ostacolo per gli investimenti esteri.
Per queste ragioni l’eliminazione della doppia moneta è una misura fortemente richiesta dalla popolazione, oltre che necessaria per poter veramente riformare e rilanciare l’economia.
Essa entrerà in vigore prima nel settore statale, dove sarà necessario stabilire il «vero» valore del peso cubano (Cup), ovvero il tasso di cambio e di scambio. In pratica, secondo alcuni economisti, si tratterà di svalutare il Cup nelle aziende (che oggi lo sopravvalutano) e stabilire progressivamente un tasso di cambio nelle cadecas fino a incontrare il rapporto più «realistico», ovvero sostenibile, delle due monete che, sempre secondo alcune stime, dovrebbe essere 14 pesos per un Cuc.
Il quotidiano Granma ha messo in chiaro che «come tutte le misure adottate dalla Rivoluzione» nessuna misura monetaria procurerà danno «alle persone che lecitamente ottengono i loro guadagni in Cup o in Cuc». Vidal però avverte che le speranze della gente di avere miglioramenti nei loro salari reali «saranno condizionate al miglioramento della produzione dell’economia cubana» sono la normalità.

BRASILE
RIO DE JANEIRO – CORSA AL PETROLIO / Il 21 ottobre a Rio de Janeiro si è tenuta l’asta per assegnare i di-ritti di sfruttamento dell’area petrolifera di Libra, la più grande del paese. Ha vinto il consorzio guidato da Petrobrás, la compagnia statale brasiliana, e sostenuto dalla francese Total, dalla britannica Shell e dalla cinese Petrochina. "I campi di petrolio di Libra", spiega O Globo, "si trovano a 200 chilometri al largo di Rio de Janeiro e dovrebbero produrre un milione di barili di petrolio al giorno". Mentre si teneva l’asta alcune centinaia di persone, tra cui dipendenti del settore petrolifero, hanno manifestato contro le politiche energetiche del governo.

ARGENTINA
II 19 ottobre 99 persone sono rimaste ferite quando un treno ha sfondato un respingente alla stazione Once di Buenos Aires

MESSICO
II 18 ottobre alcuni uomini travestiti da clown hanno ucciso Francisco Rafael Arella-no Felix, uno dei leader del cartello della droga di Tijuana negli anni novanta.

AMERICA SETTENTRIONALE
USA
New York Magazine, Stati Uniti /Perde 50 milioni di dollari all’anno e vende meno di 30omila copie. Nell’era dell’informazione online, molti sono convinti che il New York Post, dopo più di due secoli di onorata camera, sia destinato a sparire. Il quotidiano newyorchese, di proprietà di Rupert Murdoch, "è sempre sopravvissuto felicemente perché non ha mai dovuto essere un’attività commerciale", scrive Steve Fishman su New York Magazine. "Murdoch lo considerava il suo circolo privato, dove poteva progettare gli attacchi contro i suoi nemici". Solo recentemente, dopo la scissione della News Corporation in due società distinte, il magnate australiano si è arreso all’idea che, per sopravvivere, il suo giornale dovrà adattarsi ai tempi. La missione di creare un New York Post "di nuova generazione" è affidata al direttore Col Alien e all’amministratore delegato, il trentanovenne Jesse Angelo: l’obiettivo è trasferire su internet la voce, il carattere e gli scoop scandalistici che hanno reso famoso un quotidiano fortemente radicato nella Grande mela.
NYC – Un’altra tappa / Il 16 ottobre i leader democratici e repubblicani al senato degli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per aumentare i limiti dell’indebitamento federale ed evitare l’insolvenza. L’accordo, che dovrà essere votato dalla camera, permette la ripresa delle attività del governo federale grazie al prolungamento del bi-lancio fino al 15 gennaio 2014 e all’innalzamento del tetto del debito fino a febbraio, scrive il New York Times
STATI UNITI
II presidente Barack Obama ha nominato il 18 ottobre Jeh Johnson a capo del di-partimento della sicurezza in-terna. Il 22 ottobre Amnesty international e Human rights watch hanno chiesto a Washington di togliere il segreto sulle operazioni dei droni in Pakistan e in Yemen.
NYC – SENZACASA – The New Yorker, Stati Uniti / Il numero dei senzatetto a New York è il più alto degli ultimi decenni e nei dodici anni di amministrazione del sindaco Michael Bloomberg le famiglie senza una casa sono aumentate del 73 per cento, scrive il New Yorker. Eppure il diritto al ricovero per i senzatetto a New York è il più solido del paese grazie a un emendamento alla legge dello stato del 1938, confermato nel 1979. Oggi in città ci sono 236 ricoveri per senzatetto, ma chi li frequenta lamenta i continui trasferimenti e preferirebbe ricevere i sussidi per pagare l’affitto di una casa propria. Bloomberg è accusato di avere adottato una filosofia che scarica sui senzatetto la responsabilità della loro condizione. Il taglio ai finanziamenti del programma Advantage, che prevedeva un sussidio a breve termine per chi non ha una casa, ha peggiorato la situazione. Il nuovo sindaco, che sarà eletto il 5 novembre, dovrà ripristinare i sussidi, creare un programma di sostegno agli affitti e costruire nuovi alloggi popolari.
SAN JOSE/USA – LA BAIA SI MUOVE / "Dopo più di sei mesi di trattative, due blocchi del trasporto e diverse minacce di sciopero, il 21 ottobre i sindacati e la Bart hanno trovato un accordo", scrive il San Jose Mercury News. I treni della Bart, il sistema di trasporto pubblico della baia di San Francisco, hanno ripreso il ser-vizio: in quattro giorni di sciopero hanno lasciato a piedi centinaia di migliaia di pendolari. È la seconda volta quest’anno che i dipendenti protestano per chiedere stipendi più alti, la copertura sanitaria e contributi per la pensione. Ogni giorno 400mila persone usano i treni del Bart per spostarsi tra San Francisco, Berkeley, Oakland e i sobborghi circostanti.
STATI UNITI
UNA PARTENZA DIFFICILE . "I siti della riforma non funzionano come dovrebbero" e ci so-no problemi "imperdonabili". Con queste parole il 21 ottobre il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ammesso che il lancio della riforma sanitaria non è andato come previsto e si è impegnato a correre ai ripari dopo che gli exchange, i mercati online dove dal 1 ottobre i cittadini possono comprare polizze sanitarie con l’aiuto del governo, hanno subito rallentamenti e intoppi per problemi al sistema informatico. "Inizialmente i responsabili dell’amministrazione avevano detto che le difficoltà erano causate dal numero eccezionalmente alto di visitatori del sito", scrive il Los Angeles Times. "Ma è chiaro che ci so-no problemi strutturali". I re-pubblicani, usciti sconfitti dalla battaglia sul debito, hanno attaccato la riforma e chiesto le dimissioni della ministra della sanità, Kathleen Sebelius.

(articoli da: Luxemburger Wort , Asia Time, Daily Maverick, NYC Time, Time, Guardian, The Irish Times, Das Magazin, Der Spiegel, Folha de Sào Paulo, Clarin, Nuovo Paese, L’Unità, Internazionale, Il Manifesto, Liberazione, Ansa , AGVNoveColonne, ControLaCrisi e Le Monde New York Magazine, Verdade-Mozambico )

 

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