10801 L’AUSTRALIA VA ALLE URNE E I LABURISTI TREMANO

20130907 19:58:00 guglielmoz

SECONDO I SONDAGGI,
CHE DANNO L’OPPOSIZIONE COME FAVORITA,
ALLE ELEZIONI DEL 7 SETTEMBRE
IL PRIMO MINISTRO KEVIN RUDD
PAGHERÀ PER I LITIGI INTERNI AL PARTITO LABURISTA

Alla Fiera dell’amicizia tra India e Australia del 25 agosto due esponenti politici di primo piano hanno inviato le loro scuse per non poter essere presenti. Kevin Rudd, primo ministro laburista è dovuto correre a Canberra per una riunione sulla Siria. Tony Abbott, il leader dell’opposizione, era invece volato a Brisbane per il lancio della sua campagna elettorale in vista delle elezioni che si terranno il 7 settembre. Secondo i sondaggi Abbott e la sua coalizione liberal -nazionalista metteranno fine a sei anni di governo laburista. I due leader si sono persi una giornata allegra con una folla di indiani, singalesi, nepalesi e cinesi. Cogliendo l’importanza dell’evento Rudd e Abbott hanno mandato il ministro dell’immigrazione e il suo collega ombra. La fiera si è tenuta a Homebush, alla periferia di Sydney, epicentro della battaglia elettorale, dove abita circa metà dei 4,7 milioni di abitanti della metropoli e dove la corsa è più incerta. Negli ultimi trent’anni l’immigrazione ha trasformato quella che un tempo era la patria della classe lavoratrice bianca nella nuova frontiera d’Australia. Se circa il 27 per cento degli australiani è nato all’estero, qui siamo sopra la metà. Parramatta ha accolto molti indiani, i primi immigrati. A Cabra-matta, 12 chilometri a sudovest, vivono migliaia di immigrati e i loro discendenti scappati dall’Indocina dopo la guerra del Vietnam. Qui il candidato laburista Chris Hayes prevede un voto incerto.
Ed è per limitare questa incertezza che i laburisti hanno sostituito l’impopolare Julia Gillard con Kevin Rudd. Inizialmente sembrava aver funzionato: qualche sondaggio prefigurava una corsa testa a testa tra governo e opposizione. Oggi però i laburisti sperano al massimo in una vittoria della coalizione che guidano. Rudd ha avuto grandi difficoltà a vendere agli elettori la storia più importante: il successo nel guidare il paese attraverso la crisi finanziaria mantenendo la crescita e contenendo la disoccupazione entro il 5,7 per cento. L’elettorato è indispettito dalle lotte interne al partito, cominciate
dopo la vittoria nel 2007: due cambi di leadership da Rudd e Gillard e viceversa, e rivalità personali tra i due. Un sondaggio pubblicato alla vigilia della fiera suggeriva che molti seggi dell’area di Sydney in mano ai laburisti erano a rischio. Il partito avrà problemi anche nel Queensland, feudo di Rudd. E potrebbe averne anche a Brisbane. Abbott ha usato a suo vantaggio i guai interni al Partito laburista chiedendo agli australiani se si "possono permettere altri tre anni come gli ultimi sei". Restano dubbi sui suoi piani di aumento della spesa pubblica che lo mettono in difficoltà con gli alleati liberali, favorevoli al mercato allo stato minimo. Ab-bot non è poi riuscito a spiegare come finanzierebbe le spese che propone. Tanto più che il tesoro prevede un ridimensionamento delle entrate fiscali di 33 miliardi di dollari australiani nei prossimi quattro anni.

SOLO UN MIRACOLO
Se dovesse vincere, Abbot promette di abolire subito la carbon tax introdotta nel 2012. In alternativa, per combattere il cambiamento climatico, darà tre miliardi di incentivi ai grandi inquinatori perché riducano le loro emissioni. La proposta di Abbot che più ha fatto discutere prevede l’introduzione della maternità di sei mesi a salario pieno a tutte le donne che guadagnano meno di 150mila dollari australiani all’anno. La copertura della spesa avverrebbe aumentando dell’ 1,5 per cento la tassa sui redditi delle grandi imprese. La proposta è un tentativo di ingraziarsi il voto femminile, per Abbott un punto critico. Molti potenziali ministri disapprovano l’idea e gli economisti l’hanno smontata. Per Saul Eslake, della Bank of America Merrill Lynch in Australia, è una politica terrificante, in contrasto con l’idea di Abbott di far aumentare la produttività. Eslake sostiene che la "concezione ambigua del mercato" e "il grande sostegno all’intervento pubblico" di Abbot potrebbero attenuare qualsiasi entusiasmo delle imprese per la sua eventuale vittoria e la fiducia degli investitori.
Nell’ultima parte della sua campagna Rudd ha parlato di politica estera, punto debole di Abbott, che però nella regione di Sydney difficilmente sposterà più voti della campagna contro Rudd dei mezzi d’informazione controllati da Rupert Murdoch. Secondo i sondaggi, gli australiani preferirebbero Rudd come premier. Ma non ne possono più dei laburisti. Che per vincere avrebbero bisogno di un miracolo.
( The Economist, Regno Unito)

 

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