10788 NOTIZIE dall’ITALIA e dal MONDO 24 agosto 2013

20130824 04:19:00 guglielmoz

ITALIA . MILANO – C’ERA UNA VOLTA LA LEGA / Bossi attacca Tosi: meglio Marina Berlusconi Il sindaco: onorato.
VTICANO. Otto minuti di conversazione dandosi del tu voluto da Bergoglio
EUROPA. Le incerte prospettive della ripresa – di Vincenzo Comito / la disoccupazione tedesca è scesa, ma pesa il fenomeno mini-job che tocca 7,5 mln di persone dati Eurostat: nel secondo trimestre il pil cresce dello 0,3% nell’eurozona e nella UE a 27.
AFRICA & MEDIO ORIENTE. Gamaat al-islamyya/ INTERVISTA /PARLA HUSSEIN ABDEL AAL «I militari sono dei mostri e noi non bruciamo le chiese.
ASIA & PACIFICO. FUKUSHIMA: fuga 300 tonnellate acqua altamente radioattiva
AMERICA CENTROMERIDIONALE. Ecuador – trivelle in Amazzonia / Il 15 agosto il presidente Rafael Correa ha annunciato la fine di un piano di conservazione ambientale che prevedeva la rinuncia a estrarre petrolio nel parco nazionale Yasuni, una regione incontaminata della foresta amazzonica
AMERICA SETTENTRIONALE.Gli errori della nasa La National security agency (Nsa) ha violato le norme sulla tutela della privacy intercettando per errore migliaia di telefonate e email di cittadini statunitensi e stranieri in territorio statunitense, e non lo ha mai riferito ai suoi supervisori

ITALIA
MILANO – C’ERA UNA VOLTA LA LEGA / Bossi attacca Tosi: meglio Marina Berlusconi Il sindaco: onorato / «Leghisti che parlano contro leghisti, avete rotto». Il vicesegretario del Carroccio lo scrive su Facebook senza specificare chi è ad aver rotto. Ma è Umberto Bossi ad attaccare ripetutamente Flavio Tosi, leghista sindaco di Verona, che si è detto pronto a candidarsi alle primarie per la leadership del centrodestra e la candidatura a palazzo Chigi. «Mi fa ridere, chi lo vuole Tosi? Quello che è riuscito a combinare è perché era sul carro della Lega», lo liquida il senatur dicendo di preferire Marina Berlusconi. Ma Tosi insiste con la sua candidatura. «Il fatto che Bossi continui a manifestare questa grande stima nei miei confronti – ribatte – mi onora».
ROMA – MONTECITORIO / 5 Stelle-Boldrini, nuovo match: «Seduta il 20? Non è serio» / La polemica dei 5 Stelle contro Laura Boldrini non si placa. La presidente della camera ha convocato l’aula per il 20 luglio, con all’ordine del giorno sue «comunicazioni» (la seduta dovrebbe servire a incardinare il decreto sul femminicidio), e il vicepresidente grillino, Luigi Di Maio, tuona: «Ci sarà una seduta di 2 minuti con la presidente in persona, per comunicarci altri 16 giorni di vacanze. E viene spacciata per ‘lavori dell’aula’. Convochiamo la capigruppo e ricominciamo i lavori da mercoledì, se vogliamo essere seri». Sulle prime i 5 Stelle protestavano dicendo che Boldrini non si sarebbe presentata alla camera, mandando un vice. Ieri la presidente ha assicurato che ci sarà, e Di Maio ha polemizzato comunque.
ROMA – EMIGRAZIONE, SANGREGORIO (USEI): SE SI TORNA AL VOTO NOI SIAMO PRONTI / L’ Usei, l’ Unione sudamericana emigrati italiani, "sta preparando un incontro fra i propri vertici per studiare le strategie organizzative da mettere in campo a partire da settembre allo scopo di estendere la sua presenza sul territorio ovunque ci sia una comunità italiana, in Argentina, in Brasile, in Venezuela, in Uruguay e in tutto il Sud America". Lo fa sapere Eugenio Sangregorio, presidente dell’ Usei, spiegando che il proprio movimento è pronto ad affrontare al meglio un eventuale ritorno al voto. "Non solo importanti iniziative di raccordo ed efficienza – racconta Sangregorio – ma anche un modo di comunicare ancor più puntuale e incisivo, rivolto alla grande massa di elettori che si trovano nell’ America Meridionale. Una comunicazione che, a parte la stampa tradizionale, vedrà internet protagonista, con forum preparati ad hoc e con l’ ausilio dei social network, prima di tutto Facebook e Twitter". "E’ davvero un momento difficile per il nostro Paese, dal quale forse solo nuove elezioni potrebbero aiutarci a uscire" continua Sangregorio, auspicando che ci possa essere "il tempo – prima di un eventuale ritorno al voto – per quelle riforme più volte auspicate e non ancora messe in atto" come la legge elettorale. "Una riforma – precisa il presidente Usei – che dovrà necessariamente riguardare anche la legge sul voto all’ estero, soprattutto nel caso si vada a votare prima del previsto. Perché la legge che regola il voto degli italiani nel mondo, oltre ad essere causa di irregolarità e imbrogli di vario genere, permette a qualcuno di ‘ vincere facile’, e questo non deve più accadere. Anche in questo senso – conclude Sangregorio -, l’ Usei continuerà a farsi sentire e a dire la propria, partecipando come sempre al dibattito politico che riguarda i nostri connazionali residenti oltre confine".

REGGIO EMILIA – EMILIA ROMAGNA, UN MESE IN EUROPA PER GLI STUDENTI DI REGGIO EMILIA / E’ un’estate davvero da ricordare per 80 studenti delle classi quarte di 8 istituti superiori reggiani che, tra giugno e settembre, stanno svolgendo un’esperienza di formazione e tirocinio all’estero della durata di 4 settimane (la prima riservata ad un approfondimento linguistico, le altre 3 di stage in azienda). Il merito è della Provincia di Reggio Emilia e di uno dei tanti progetti realizzati in questi anni per favorire esperienze formative in Europa dei nostro giovani, il REpstep (Reggio Emilia Promotes STudents’ European Placements). Promosso nell’ambito del Programma di apprendimento permanente LLP e del Programma settoriale “Leonardo da Vinci”, in questi mesi REpstep sta permettendo a 80 studenti di trascorrere un mese in Spagna (Cadice o La Coruna), Germania (Pforzheim), Malta (Gzira) o Portogallo (Viseu). Gli ambiti di tirocinio spaziano dall’amministrazione, marketing e commerciale estero al turistico-alberghiero-ristorazione, dall’ambiente e promozione del territorio all’Ict. I ragazzi (10 per ogni scuola) provengono dalle classi quarte degli istituti superiori Motti, Pascal, Scaruffi-Levi-Tricolore e Zanelli di Reggio Emilia, Russel e Istituto professionale di Guastalla, Gobetti di Scandiano e Cattaneo di Castelnovo Monti. Con loro, anche 14 docenti che si sono succeduti nell’accompagnamento. “Queste esperienze formative e lavorative all’estero sono importantissime per i nostri giovani, rendendoli competitivi con i coetanei europei in un mercato del lavoro che tende a essere sempre più globalizzato e permettendo loro di riportare in Italia il valore aggiunto di questo tipo di formazione – sottolinea l’assessore all’Istruzione della Provincia di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi – La conoscenza delle lingue estere, la capacità di adattamento a diversi contesti e di relazionarsi in contesti interculturali sono infatti competenze sempre più richieste dalle imprese”.

ROMA – LOTTA ALL’EVASIONE, CONTROLLI A STRASCICO SUI CONTI ESTERI / I controlli del Fisco sul denaro all’estero potranno essere fatti anche per “masse” di contribuenti. La legge europea per il 2013 (97/2013) consente all’Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali dell’agenzia delle Entrate (Ucifi) e ai reparti speciali della Guardia di finanza di richiedere agli intermediari finanziari (comprese le compagnie d’assicurazione attive nel ramo vita), soggetti agli obblighi della disciplina antiriciclaggio, di segnalare le operazioni, oggetto di rilevazione nell’Archivio unico informatico , intercorse con l’estro anche per masse di contribuenti e con riferimento a uno specifico periodo temporale. Lo scrive Marco Piazza sul quotidiano “Il Sole 24 ore”. Piazza sottolinea che si tratta di una “novità rilevante, dato che finora le richieste di informazioni nei confronti di banche, Sim, Sgr, Sicav, fiduciarie e, dal 2011, compagnie di assicurazione potevano essere richieste solo con riferimento a soggetti singolarmente individuati, nei cui confronti fosse già avviata un’indagine”. La norma – si legge ancora sul quotidiano economico – potrebbe quindi legittimare in Italia le cosiddette “fishining expeditions”, ossa le richieste che non trovano radice in obiettive esigenze istruttorie connesse ad attività di indagine. Esempi di “fishining expeditions”- il nuovo strumento che potrà quindi riguardare persone non ancora coinvolte in accertamenti – sono le “Black list”(rapporti intrattenuti con società estere residenti in Paesi black list o Paesi che non danno adeguato scambio di informazioni), “Società estere di residenti” (rapporti intrattenuti con società estere di cui risultino “titolari effettivi”, ai fini dell’antiriciclaggio, soggetti residenti in Italia), “Trust” (rapporti con trust esteri, fondazioni o simili di cui risultino “titolari effettivi”, ai fini dell’antiriciclaggio, soggetti residenti in Italia), “Rapporti con emigrati” ( rapporti con cittadini italiani emigrati all’estero, specie in Paesi a fiscalità privilegiata).

ROMA – IL MADE IN ITALY VOLA ALL’ESTERO: RECORD STORICO DEL FATTURATO / Tovaglia, posate e olio d’oliva italiano: le tavole straniere sempre più imbandite con prodotti made in Italy. I prodotti simbolo dell’alimentare nazionale all’estero vanno in netta controtendenza rispetto alla crisi con un aumento del 19% in valore dello spumante e del 16% dell’olio d’oliva, ma risultati positivi fanno segnare anche i dolci e le conserve di pomodoro (+12 %), la frutta (+11 %) e la pasta (+8%). E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea relativi ai primi quattro mesi del 2013 dalla quale si evidenzia che le esportazioni dei prodotti del made in Italy alimentare hanno registrato nell’insieme un incremento dell’8% che spinge l’agroalimentare verso il record storico di 34 miliardi fatturati all’estero durante l’anno. Tra i principali settori del made in Italy alimentare, il prodotto più esportato è il vino seguito dall’ortofrutta fresca, dalla pasta e dai formaggi. Secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati sulle esportazioni, tra i paesi che apprezzano maggiormente il made in Italy alimentare la Russia, in testa con un +10%, seguita dal Canada e dal Giappone (+8,6%) e dagli Stati Uniti (+8,3%) fuori dall’Europa e l’Austria (+9,1%), il Regno Unito (+6,6%) e i Paesi Bassi (+6,1%) tra i paesi Ue. La passione degli stranieri per la tavola è confermato dalle indagini sui flussi turistici che evidenziano come sia il vero plus della vacanza made in Italy . L’Italia è infatti leader e nel turismo enogastronomico a livello mondiale con oltre 24 miliardi di euro spesi dai turisti nazionali ed esteri nel belpaese per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti tipici, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che è destinata alla tavola ben un terzo (33%) della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia.
ROMA – Le domande di asilo presentate alle commissioni territoriali italiane nel 2011 sono state 25.626. Se consideriamo anche le altre forme di protezione previste dal nostro ordinamento (sussidiaria e umanitaria), le richieste accettate sono state 10.288, pari a poco più del 40 per cento. Nel 2010 era stato accettato il 53,8 per cento delle richieste. Bisogna urgentemente rivedere le politiche dell’immigrazione, cambiando in questo contesto anche le scelte sulle domande d’asilo. Oggi a chi chiede asilo è preclusa la possibilità di lavorare, un fatto che rischia spesso di spingere i richiedenti ad attività illegali e alla prossimità con organizzazioni criminali. L’Italia potrebbe avere un ruolo trainante a livello europeo in questo processo. Ma, di fronte alle proposte di riformare l’immigrazione, c’è chi minaccia una crisi di governo.

VATICANO
PAPA FRANCESCO TELEFONA A GIOVANE PADOVA – Otto minuti di conversazione dandosi del tu voluto da Bergoglio
PADOVA, 22 AGO – "Pronto chi parla?" "Sono Papa Francesco, diamoci del tu". / E’ rimasto senza parole Stefano Cabizza studente 19enne di ingegneria di Padova: aveva consegnato a Castel Gandolfo una lettera al Santo Padre e qualche giorno dopo ha ricevuto da Papa Bergoglio una telefonata direttamente a casa. "Non potevo crederci – ha riferito il giovane – abbiamo parlato per circa otto minuti. Mi ha chiesto di pregare molto per Santo Stefano e anche per lui"

EUROPA
DANIMARCA
Affari sotto il sole
Gli imprenditori danesi investo-no grandi somme di denaro nei parchi fotovoltaici, sfruttando gli sgravi fiscali previsti dalla legge locale, ma costruiscono gli impianti all’estero. Un affare d’oro in paesi come la Germania e l’Italia, dove all’energia verde è garantito un prezzo redditizio. La conseguenza, spiega il quotidiano Berlingske, è che lo stato danese finanzia degli investimenti all’estero: quest’anno, per esempio, ci sono stati sgravi per trecento milioni di corone (circa quaranta milioni di euro). Ma non un solo chilowatt di energia pulita prodotta è stato usato in Danimarca

GRECIA
Il 20 agosto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble (nella foto) ha dichiarato che nel 2015 la Grecia potrebbe ricevere un terzo pacchetto di salvataggio dopo quelli concessi nel 2010 e nel 2012 dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea (Bce) e dal Fondo monetario internazionale (Fmi) – la cosiddetta trojka – per un totale di 240 miliardi di euro. Schäuble ha fatto la sua dichiarazione durante un comizio per le prossime elezioni parlamentari tedesche del 22 settembre. "Una buona notizia", commenta la Süddeutsche Zeitung, "che Schäuble l’abbia fatto un mese prima del voto e non un mese dopo". Comunque, aggiunge il quotidiano, "il fatto che Atene avrà bisogno di altri aiuti dal 1 gennaio 2015 non è una novità, visto che lo sostengono da tempo tutti gli esperti. Il problema è capire da dove arriveranno questi soldi. Schäuble dovrebbe dire ai cittadini anche questo".

ATENE – II 21 agosto sono cominciate le trasmissioni della nuova tv pubblica greca, la Edt, che prende il posto della Ert, chiusa improvvisamente due mesi fa per problemi di bilancio.

GERMANIA
FRANCOFORTE – ATTESA UNA FERRARI "SPECIALE" / Al Salone di Francoforte, giunto alla 65esima edizione, che si terrà nella città tedesca dal 12 al 22 settembre, la Ferrari presenta la 458 Speciale. Perché "speciale"? Una Ferrari, obietteranno in molti, lo è sempre. Ma questo modello ha meritato l’ appellativo perché, come dice la stessa casa del Cavallino rampante presentando l’ anteprima on line della vettura sul proprio sito, è "la Ferrari di gamma complessivamente più efficiente di sempre". La vettura, che sarà presentata a Francoforte il 10 settembre, "nasce – si legge sul sito – dalla filosofia Ferrari dell’ innovazione e della ricerca tecnologica estrema che, nelle aree motopropulsore, aerodinamica e dinamica veicolo, ha prodotto risultati tali da rendere ‘ Speciale’ una vettura già eccezionale come la 458 Italia, dando origine a un concept totalmente nuovo di sportscar, essenziale e senza compromessi". Molte delle sofisticate soluzioni che trovano con la 458 Speciale la prima applicazione su una vettura di gamma, tra cui l’ aerodinamica attiva, sono destinate a diventare uno standard per l’ intera produzione della Ferrari nel futuro prossimo. Insomma, una Ferrari da record sotto ogni punto di vista. Lavorando con maniacale attenzione sul motore che per due anni ha dominato il premio International Engine of the Year come "Best Performance Engine", la Ferrari ha costruito il suo V8 aspirato più potente di sempre (605 cv) con una potenza specifica di 135 cv/l, la più alta raggiunta da un motore aspirato per uso stradale. Grazie allo straordinario rapporto peso/potenza, soltanto 2,13 kg/cv, la 458 Speciale è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 3" (0-200 km/h in 9,1"), fermando il cronometro sulla pista di Fiorano nel tempo di 1’23"5. Le esigenze aerodinamiche – inoltre – hanno guidato il lavoro del Centro Stile Ferrari che, avvalendosi della collaborazione con Pininfarina, ha scolpito la forma perché fosse più che mai funzionale alle prestazioni. Spiccano in questo senso le soluzioni mobili anteriori e posteriori, orientate al bilanciamento del carico aerodinamico e alla riduzione della resistenza, che contribuiscono a rendere la 458 Speciale la vettura di serie aerodinamicamente più efficiente nella storia Ferrari (indice E di 1,5). "La tecnologia dei sottosistemi di dinamica veicolo, da cui scaturisce l’ immediata confidenza nel controllo ad alta velocità, la naturalezza nella gestione dei sovrasterzi di potenza e la precisione nella risposta ai comandi – si legge nell’ anteprima on line -, rappresenta un ulteriore passo in avanti in un settore nel quale la Ferrari detiene una consolidata leadership".

FRANCIA
POLIZIA, INCHIESTA VIOLENZA NELLE BANLIEUE / La polizia francese ha aperto un’inchiesta interna sulle violenze durante un arresto avvenuto domenica e le cui immagini sono state diffuse su YouTube. «È necessaria tutta la verità e una completa trasparenza, non accetto le parole ‘vergogna sulla polizia’ utilizzate per intitolare il video, ma non c’è posto nella polizia per la violenza o per delle affermazioni che non hanno nulla a che vedere con l’idea che abbiamo di una polizia repubblicana», ha dichiarato il ministro degli Interni Manuel Valls. Le immagini mostrano due poliziotti mentre cercano di immobilizzare un uomo e una donna a terra, uno degli agenti colpisce più volte con il manganello la donna e spararle un gas lacrimogeno in faccia.
MARSIGLIA VIOLENTA
Marsiglia è diventata la principale spina nel fianco del governo francese: con l’uccisione a colpi di pistola di un venticinquenne, il 19 agosto è infatti salito a 13 il numero delle vittime di regolamenti di conti dall’inizio dell’anno nella seconda metropoli del paese. Subito dopo l’omicidio, il premier socialista Jean-Marc Ayrault ha visitato la città per annunciare l’invio di rinforzi per la polizia. Una mossa, scrive Liberation, che "non basterà a fermare la spirale di omicidi". "Infestata dal traffico di droga e dalle estorsioni, Marsiglia è una delle città più povere del paese. La risposta alla violenza deve essere globale e di lungo periodo". Tanto più che la sicurezza sarà il principale argomento della campagna elettorale per le comunali del 2014, quando la sinistra tenterà di strappare il governo cittadino alla destra

UE – LE INCERTE PROSPETTIVE DELLA RIPRESA – di Vincenzo Comito / LA DISOCCUPAZIONE TEDESCA È SCESA, MA PESA IL FENOMENO MINIJOB CHE TOCCA 7,5 MLN DI PERSONE DATI EUROSTAT: NEL SECONDO TRIMESTRE IL PIL CRESCE DELLO 0,3% NELL’EUROZONA E NELLA UE A 27
Come annunciato dall’Eurostat, si è verificata nel secondo trimestre del 2013 una crescita complessiva dell’economia dell’eurozona e dell’intera Unione Europea che viene stimata per entrambe come pari allo 0,3% rispetto al trimestre precedente; tale aumento appare superiore alle previsioni della vigilia. Va comunque sottolineato che la previsione su base annua per i paesi della moneta unica, le cui economie erano in recessione da sette trimestri consecutivi, è stimata ancora a un – 0,7%.
Certamente alcuni governi gioiranno più di altri per i dati appena pubblicati. Gioirà sicuramente quello portoghese: nessuno si aspettava una crescita così marcata dell’economia lusitana, con un + 1,1% nel secondo trimestre, rispetto a quello precedente, tanto più ricordando le difficoltà politiche che si sono registrate di recente nel paese e il pessimismo di fondo degli osservatori.
Sarà contento anche Françoise Hollande, che, dopo il fuoco delle critiche più insensate da parte della destra e della Confìndustria locale, finalmente può respirare alla luce di una crescita del pil nel trimestre pari allo 0,6%.
Gioirà ancora di più Angela Merkel, dal momento che l’economia tedesca, proprio il giorno successivo all’apertura della campagna elettorale della cancelliera, viene accreditata di un +0,7% di pil per il trimestre, quando appena pochi giorni fa il Fondo Monetario Internazionale prevedeva per il paese una crescita complessiva di appena lo 0,3% per tutto l’anno.
Gioirà certo meno il presidente del consiglio italiano: l’economia del nostro paese presenta un calo dello 0,2%, anche se la caduta sembra rallentare. Ma le previsioni per l’intero anno ruotano intorno ad un -2,0%, peggio di quanto si pensava soltanto qualche mese fa.
Per tornare alla Germania, forse Angela Merkel ha dato un aiutino alla crescita, dal momento che uno dei determinanti della stessa è stato proprio l’aumento della spesa pubblica.
Ma bisogna considerare anche le ombre rilevanti che gravano sull’economia tedesca, anche se esse ormai non peseranno molto sulla campagna elettorale. In effetti, per quanto riguarda il secondo trimestre, ha influito molto sui dati positivi anche la ripresa della produzione industriale, fenomeno che tanti considerano più che altro come un semplice rimbalzo tecnico dopo tanti mesi di difficoltà, e non una ripresa vera e propria.
In relazione a tale quadro, si pensa che la produzione, come suggerisce anche una nota di ieri del Financial Times, non crescerà per niente o aumenterà molto poco nel prossimo semestre.
Al di là comunque del dato congiunturale, bisogna considerare che le stesse recenti analisi del Fmi sottolineano, tra l’altro, la stretta dipendenza dell’economia tedesca da quella della zona euro; le incertezze europee, che non sono certo svanite dopo i buoni dati del trimestre – e che sono alimentate, aggiungiamo noi, dalle politiche imposte dalla Germania a tutta l’eurozona -, giocano un ruolo chiave nelle prospettive economiche del paese.
Il Fondo sottolinea la necessità che la Germania moderi anche il suo zelo budgetario, che la porta a stringere i cordoni della borsa anche quando sarebbe importante aumentare gli investimenti e la spesa sociale del paese. Esso sottolinea anche l’esigenza più generale di diversificare le fonti della crescita dell’economia, spingendo in particolare sull’aumento della domanda interna, anche attraverso l’incremento dei salari e degli stipendi.
In effetti i consumi, malgrado qualche progresso, restano i parenti poveri dello sviluppo economico del paese. L’aumento della domanda interna aiuterebbe poi a risollevarsi anche i paesi del Sud Europa.
Per quanto riguarda la situazione del mercato del lavoro, è vero che il livello della disoccupazione in Germania è sceso nel giugno 2013 al livello del 5,4%, contro il 7,1% di dodici mesi prima e contro dati ben più negativi di altri paesi dell’eurozona; ma bisogna anche considerare, ricorrendo ai dati dell’ufficio federale per il lavoro, che il fenomeno dei minijob (lavori retribuiti con 400-500 euro al mese) tocca ormai 7,5 milioni di persone e che il 9,1% dei tedeschi occupati (circa 2.660.000 lavoratori) fa un secondo lavoro per sopravvivere. La cifra corrispondente nel 2004 era del 4,3%. Solo qui a Berlino si contano, in ogni caso, 25.000 persone senza fissa dimora.
Su di un altro piano, bisogna ricordare come sulle prospettive del paese pesino una popolazione in declino, l’inefficienza del settore dei servizi, il basso livello di spesa nei settori delle infrastrutture e dell’istruzione.
Ma ormai non cambierà presumibilmente nulla nella politica tedesca sino al giorno delle elezioni; molti dubitano che cambierà poi qualcosa di sostanziale anche dopo, con la probabile formazione di un governo di coalizione tra Cdu-Csu da una parte e Spd dall’altra. Al di là del caso tedesco e al di là dei dati congiunturali, pesano sulle prospettive poco rosee delle economie dell’eurozona diversi problemi non risolti.
Intanto continueranno a dominare il campo le insensate politiche di austerità che si cercherà di portare ancora avanti, sia pura in una forma forse più moderata.
Si farà poi sentire in misura molto importante, tra l’altro, la pessima situazione del sistema bancario; qualcuno ha stimato che una ricapitalizzazione adeguata degli istituti dell’eurozona richiederebbe tra 1,0 e 2,6 trilioni di euro.
Intanto continua ad agire la spirale perversa tra difficoltà delle imprese e restrizione del credito alle stesse. Tale spirale tocca in particolare i paesi del Sud Europa. Sul tema potrebbero poi avere un’influenza negativa anche le minacciate politiche restrittive della Fed statunitense.
In ogni caso, anche se una qualche molto moderata ripresa si confermasse nei prossimi mesi, essa non sarebbe presumibilmente sufficiente a migliorare in misura rilevante la situazione della disoccupazione nei paesi del Sud. Si tratterà al massimo di una jobless recovery. E quì troviamo un’altra spirale perversa, quella tra rilevante livello della disoccupazione e bassa consistenza dei consumi, che stanno al palo in mancanza tra l’altro di adeguato potere d’acquisto dei cittadini.

INGHILTERRA
LONDRA – PENNE, PIUME E PARMIGIANO REGGIANO: LANCIATO A LONDRA IL PROGETTO “BIRD & CHEESE” Skua Nature Group, società privata italiana formata da esperti naturalisti e birdwatcher che opera in campo naturalistico-ambientale, ha da qualche anno attivato il progetto Discover Italy – Nature con l’obiettivo di far conoscere le bellezze naturali italiane ai turisti stranieri. Skua Nature ha partecipato come espositore alla fiera più grande e famosa dedicata al Birdwatching e al turismo naturalistico: la BirdFair che si è tenuta a Rutland (a nord di Londra) dal 16 al 18 agosto. La fiera ha rappresentato l’occasione per presentare il nuovo tour “Birds & Cheese”, tour che accomuna le bellezze naturalistiche alle tradizioni e ai sapori della cucina italiana con interessanti visite ai caseifici locali. L’itinerario tocca soprattutto il territorio di origine del Parmigiano Reggiano, zona in cui, grazie alle vaste aree di coltivazione dei foraggi per le bovine, è possibile osservare specie di uccelli quali il Falco cuculo, il Grillaio, l’Averla cenerina e l’Albanella minore. Queste aree, grazie alle tecniche culturali utilizzate e all’esistenza di prati a sfalcio pluriennali, consentono infatti la riproduzione di numerosi insetti che favoriscono la presenza di specie faunistiche molto ricercate dagli appassionati di natura. Presso lo stand di Skua Nature, oltre a scoprire le nuove proposte di viaggio e attività dedicate alla fotografia naturalistica, i visitatori hanno potuto degustare il gusto unico del Parmigiano Reggiano; un piccolo assaggio d’Italia in Inghilterra.

SPAGNA-GRAN BRETAGNA
Madrid – Il ministro degli Esteri García-Margallo interviene sul «Wall street Journal» Gibilterra, Madrid va allo scontro sul regime fiscale- Giuseppe Grosso «Pronti al dialogo sulle acque territoriali, ma prima Londra rimuova i blocchi di cemento»
Per risolvere le tensioni tra Gran Bretagna e Spagna, «il primo passo lo devono fare gli inglesi». Fa la voce grossa il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel García-Margallo dalle colonne del Wall street Journal in un articolo intitolato senza tanti giri di parole «dobbiamo parlare di Gibilterra». E in effetti, di cose da dire, il ministro ne ha: innanzitutto fa sapere a Londra che la ripresa del dialogo deve passare attraverso la riparazione del casus belli. Gli inglesi – scrive García-Margallo – devono provvedere alla «necessaria» rimozione dei 70 blocchi di cemento gettati in mare, che stanno all’origine dell’incidente diplomatico tra Londra e Madrid. I blocchi sono stati gettati presso l’istmo che unisce Gibilterra alla Spagna, ovvero, secondo il ministro, in acque territoriali spagnole, dato che il lembo di terra in questione non farebbe parte del territorio ceduto ai britannici nel 1713 con il trattato di Utrecht. Inoltre i cubi che giacciono nelle profondità delle acque contese causerebbero danni all’ambiente marino e ostacolerebbero i pescherecci andalusi che in quel tratto di mare – fa sapere il ministro spagnolo – svolgono il 25% della loro attività di pesca.
Poi – in attesa che i britannici tolgano i blocchi dal fondale marino – il ministro spagnolo si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Tra i più fastidiosi c’è il contrabbando, un’attività che sfrutta i vantaggi del blando regime fiscale dell’enclave britannica. Le attività illegali riguarderebbero soprattutto l’introduzione in territorio spagnolo di tabacco, in preoccupante crescita negli ultimi anni stando ai dati citati dal ministro. Questo traffico giustificherebbe le intensificazioni dei controlli doganali, che nei giorni scorsi hanno provocato ore di coda (fino a 7) alla frontiera e hanno suscitato le proteste di Londra e delle autorità di Gibilterra. La situazione è ora migliorata (anche se ieri c’è stata una recrudescenza, con attese di 2 ore) ma le ispezioni – sia pure legittime, essendo l’enclave fuori dall’area Schengen – proseguono. E per quanto «aleatoria, proporzionata e non discriminatoria», la stretta doganale contribuisce a mantenere alta la tensione tra i due paesi. Così come, d’altra parte, la proposta (già dichiarata illegale dalla Ue) di far pagar un pedaggio all’ingresso in territorio spagnolo. Non esattamente un pedaggio – precisa Madrid – quanto piuttosto una tassa ambientale sul traffico, «sul modello – per citare un esempio a caso – della capitale inglese».
Nell’articolo c’è spazio anche per un altro tema caldo, quello dell’evasione fiscale e del riciclaggio: nell’enclave – fa notare ancora il ministro – a fronte di una popolazione di 30.000 abitanti, sono registrate 21.0000 imprese. Molte di queste sono spagnole, ma le (poche) tasse le pagano a Londra. Stesso problema con 6.700 abitanti di Gibilterra, con residenza fiscale nell’enclave ma domicilio al di là della frontiera. E poi c’è la questione delle compagnie offshore che Gibilterra «favorisce grazie al suo regime di tassazione». «In breve – taglia corto García-Margallo – il modello di basso regime fiscale è una facciata che favorisce chi cerca di evadere le tasse». Tutte questioni che – dopo il colloquio dell’altro ieri tra Rajoy e Barroso – la Ue ha promesso di approfondire, mandando a Gibilterra una delegazione tecnica. La contesa sui blocchi di cemento sarà invece esaminata dalla Commissione ambientale.
García-Margallo ha poi ricordato l’amicizia tra i due paesi sottolineando che la Spagna è pronta a riprendere il dialogo purché esso sia «bilaterale e rispettoso delle leggi nazionali, internazionali ed europee».
Non risparmia, però, una caustica allusione all’antieuropeismo inglese: «Al contrario del governo britannico – scrive il ministro – quello spagnolo si sente a suo agio nel contesto delle istituzioni internazionali, ha fiducia in esse ed è sempre disposto a compiere i suoi mandati». Il riferimento è ovviamente alla Ue, ma anche all’Onu che si è espresso in varie risoluzioni degli anni sessanta a favore delle continuità territoriale spagnola e contro il diritto all’autodeterminazione degli abitanti dell’enclave. Ma per il governo britannico «la questione sulla sovranità è chiara» mentre quello di cui Londra è unicamente disposta a parlare sono le pratiche di pesca e non la sovranità sulle acque, ha risposto un portavoce del primo ministro David Cameron.
REGNO UNITO
Migliaia di persone hanno partecipato il 16 agosto a una manifestazione a Balcombe, nel West Sussex (nella foto), per protestare contro l’estrazione del gas di scisto.

REGNO UNITO
GIBILTERRA
La Rocca della discordia. Gibilterra / d’oltremare del Regno Unito, è stata al centro di una complessa disputa diplomatica tra Londra e Madrid. La scintilla che ha innescato le tensioni è stata la decisione del governo della Rocca di sistemare a metà luglio 70 blocchi di cemento sul fondo marino per il ripopolamento ittico. La misura è stata contestata dai pescatori spagnoli, e per rappresaglia il governo di Madrid ha rafforzato pesantemente i controlli al posto di confine di La Verja, minacciando di introdurre un pedaggio di 50 euro. Al culmine delle tensioni, il 19 agosto, nelle acque di Gibilterra è arrivata la fregata britannica Hms Westminster, in transito per partecipare a esercitazioni programmate da tempo. Per ri-portare la situazione alla calma è intervenuta l’Unione europea che, con il presidente della Commissione José Manuel Bar-roso, si è impegnata a inviare nella zona una missione per sorvegliare il passaggio di merci e persone al confine con la Spagna. Una decisione gradita a Madrid, scrive La Vanguardia, perché "per la Spagna la cosa più importante è che la missione fermi il contrabbando e controlli il riciclaggio di denaro". Secondo un commento dell’ex ministro britannico Denis MacShane pubblicato da El Pais, l’intera vicenda "rappresenta il perfetto esempio del modo peggiore di fare diplomazia".

REPUBBLICA CECA
Verso il voto anticipato / La camera bassa della Repubblica Ceca ha votato martedì il proprio scioglimento. Si chiude così la crisi politica che si era aperta con le dimissioni a giugno del governo di centrodestra guidato da Petr Necas. Il tentativo del presidente della repubblica Milos Zeman di instaurare un governo sotto il suo controllo, guidato da Jifi Rusnok, ha avuto vita breve. Il parlamento ha infatti negato la fiducia a Rusnok all’inizio di agosto. Ora si andrà alle elezioni anticipate, previste per la fine di ottobre. "Il paese rimarrà per due mesi senza la camera bassa", scrive Respekt, "e sarà guidato dal senato e da un governo senza fiducia". I sondaggi danno in testa i socialdemocratici e in caduta verticale l’Ods, il principale partito di destra.

UNIONE EUROPEA
EUROPEI A META / Dal 1 gennaio 2014 le ultime restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori nell’Unione europea saranno abolite. Alcuni paesi però non si rassegnano: in una lettera aperta pubblicata dalI’Independent e De Volkskrant il ministro olandese del lavoro, Lodewijk Asscher, e il direttore del centro studi britannico Demos, David Goodhart, hanno messo in guardia Bruxel¬les contro le "conseguenze negative", a cominciare dal dumping salariale, provocate dall’ar¬rivo dei lavoratori dall’Europa orientale, in particolare bulgari e romeni. L’iniziativa, ha dichia-rato al quotidiano Presa il ministro bulgaro del lavoro, Hassan Ademov, "ricorda il linguaggio del leader di estrema destra olandese Geert Wilders".

AFRICA & MEDIO ORIENTE
EGITTO
IL CAIRO – BONINO: SODDISFAZIONE PER LA LIBERAZIONE DEI GIORNALISTI ITALIANI / “Soddisfazione” è stata espressa dal ministro degli Esteri Emma Bonino per la liberazione, al Cairo, dei quattro giornalisti italiani. “Ne sono sollevata” ha detto la responsabile della Farnesina alla notizia che i quattro professionisti erano arrivati in ambasciata accompagnati dal console. “Ai nostri diplomatici al Cairo, che con l’assistenza fornita ai giornalisti di Rai e Mediaset hanno dato l’ennesima prova di efficienza e straordinaria professionalità – ha detto ancora Bonino – va la mia gratitudine più sincera.
IL CAIRO – BONINO: PREOCCUPANTE QUADRO DI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI / Quotidianamente “giungono dall’Egitto notizie drammatiche. Continuano le violenze e gli scontri, con un bilancio di vittime sempre più pesante”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino commentando in particolare “l’uso brutale e inaccettabile della forza da parte delle autorità interinali” e il “preoccupante quadro di violazioni dei diritti umani, che contrasta fortemente col dovere fondamentale del governo e dell’esercito di proteggere i propri cittadini e di garantire la sicurezza di tutti i luoghi di culto. In questo modo si allontanano le prospettive di riavvio del processo di transizione verso nuovi assetti democratici nei quali possano riconoscersi tutte le

IL CAIRO – Gamaat al-islamyya/ INTERVISTA /PARLA HUSSEIN ABDEL AAL «I militari sono dei mostri e noi non bruciamo le chiese» – di giu. acc. Sono andate in fiamme 40 chiese in Egitto, sei delle quali ad Assiut. È completamente bruciata la chiesa copta Mar Girgis, le chiese dei villaggi di Abutic e al-Qufeya. Nell’occhio del ciclone per questi incendi le associazioni universitarie gamaat al-islamyya. Abbiamo raggiunto al telefono lo sheykh della moschea Abu Bakr El-Seddek, Hussein Abdel Aal, uno dei politici più in vista del movimento. Proprio in questo gruppo la polizia ha identificato i responsabili degli incendi ma le gamaat – responsabili di numerosi attentati negli anni Ottanta e tra gli ideatori dell’assassinio del presidente Sadat – negano. L’uso della violenza ha prodotto una relazione ambigua con gli islamisti moderati della Fratellanza, impegnati già negli anni Ottanta, ad adottare una visione pragmatica della partecipazione politica. Dopo le rivolte del 2011, le gamaat sono tornate a fare politica legalmente. Hussein Abdel Aal è esponente della Shura (Comitato centrale) del movimento radicale, è entrato in politica nel 1984 e ha passato 15 anni in prigione (in dieci diverse carceri) dal 1991 al 2006 senza nessuna accusa.

CHI HA BRUCIATO LE CHIESE DI ASSIUT? E COSA PENSA DELLO SGOMBERO DI RABAA?
È opera di criminali legati alla Sicurezza di Stato. Non è questo il nostro modo di operare. Dagli anni 90 rifiutiamo la violenza. Lo sgombero di Rabaa è opera di mostri, un crimine di guerra. In nessun altro paese si possono uccidere così persone inermi.
QUAL È LA POSIZIONE DELLE «GAMAAT» IN MERITO AL GOLPE MILITARE?
Le gamaat sono contrarie al golpe e all’operato dei leader delle Forze armate, in particolare di Sisi (ministro della Difesa, ndr): è un doppio-giochista, non si è mai espresso chiaramente con la nostra parte politica. Perciò dobbiamo continuare a occupare le piazze. Anche se i militari ci attaccano, gli islamisti continueranno a gridare al mondo il diritto di Morsi a tornare al suo posto.

SVOLGEVA ATTIVITÀ POLITICA PRIMA DEL 25 GENNAIO 2011?
Con i miei compagni di movimento, abbiamo provato costantemente a entrare in politica, ma il regime di Mubarak lo ha sempre impedito, adducendo come motivazione la questione della lotta armata. In realtà hanno voluto bloccarci, per esempio uccidendo negli anni Novanta a Giza il nostro portavoce, Alaa Maheddin. Tenendomi chiuso in carcere senza accuse per 15 anni, mi hanno proibito di fare politica. Nonostante ciò ho concluso i miei studi sostenendo gli esami in prigione. Non è finita qui, mi hanno impedito di insegnare dopo il mio rilascio fino alla rivoluzione del 25 gennaio 2011. Tra 2006 e il 2011 ho lavorato in industrie tessili al Cairo. E nel frattempo mi occupavo di proselitismo islamico, senza fare politica, tenendo le mie prediche in varie moschee tutti i venerdì.

COSA È CAMBIATO DOPO LE RIVOLTE? E QUAL È ORA LA POSIZIONE DELLE «GAMAAT»?
Dopo la rivoluzione mi è stata concessa libertà di espressione. Con i miei compagni abbiamo formato il partito Binaa w Tammiyya (Costruzione e sviluppo) e abbiamo conquistato 4 seggi alle elezioni parlamentari. Apparteniamo alla stessa corrente del partito salafita El Nour (Luce), tra noi ci sono differenze politiche ma non religiose. Per esempio, loro si sono schierati con l’esercito, noi con i Fratelli musulmani. Ci riferiamo a un’interpretazione più restrittiva della legge islamica rispetto ai salafiti. Per migliorare la vita di tutti ci sono due vie: la politica e la religione, l’una è all’origine dell’altra e sono entrambe mutualmente importanti, per questo non si può fare a meno della partecipazione politica.

COSA PENSA DELLE POLEMICHE PER LA SCARCERAZIONE DI ABUD AL-ZUMAR? L’ESPONENTE DELLE GAMAAT E EX COLONNELLO DELL’INTELLIGENCE MILITARE HA SCONTATO L’ERGASTOLO (PARI A 25 ANNI IN EGITTO) PER COINVOLGIMENTO NELL’ASSASSINIO DI ANWAR AL-SADAT.
Scontata la pena non potevano far altro che rilasciarlo

EGITTO •
IL CAIRO – Hanno catene e bastoni, ma spesso vengono anche armati dalla polizia
I comitati popolari: tra stato e società giu. acc. / Presenza fissa delle notti di coprifuoco sono i comitati popolari. Ieri un carretto sbarrava la strada del quartiere di Aguza alle macchine degli sconosciuti che non rispettavano il coprifuoco. In ogni quartiere sono nati comitati popolari di autodifesa. Purtroppo in questi gruppi di giovani e uomini di mezza età, che si danno il cambio di giorno e di notte, si infiltrano spesso piccoli criminali armati. Portano con sé catene e bastoni o veri e propri arsenali, forniti dalla polizia.
La legge marziale dà alla polizia il diritto di sparare, ma conferisce anche una sorta di potere speciale alla società di adoperarsi in azioni arbitrarie. E i primi a pagarne il prezzo in questo caso sono i Fratelli musulmani. Era successo lo stesso la notte del 28 gennaio 2011, quando in seguito alle manifestazioni di piazza, il ministero
dell’Interno aveva ritirato la polizia dalle strade.
Ma di cosa si occupano i comitati popolari quando le strade sono calme? La ricercatrice Asya El-Meehy ha raccolto testimonianze a Basatin, un quartiere del Cairo, dopo le rivolte del 2011. Qui vivono persone di classe media e lavoratori. Hanno formato comitati popolari persone appartenenti alla classe media. Il primo obiettivo era ristabilire la sicurezza in seguito alle violenze.
Dopo la fine di Mubarak, i residenti hanno dato alle fiamme il comune e hanno ucciso un poliziotto che si era reso responsabile della morte di un conducente di microbus. Per mesi, si sono occupati di pulire le strade, sistemare le fontane e pitturare i palazzi. Il gruppo ha iniziato a occuparsi di politica per esempio per informare i giovani degli emendamenti alla Costituzione proposti
dall’esercito nelmarzo 2011.
Alcuni fondatori del comitato hanno partecipato alle elezioni da indipendenti. Secondo Asya, lo sviluppo dei comitati popolari segue un processo di diffusione dall’alto con lo scopo di mantenere la «pace sociale». Nei villaggi i comitati sono stati spesso formati da uomini di mezza età, selezionati dai sindaci per la loro provenienza, i poveri venivano esclusi, mentre erano inclusi ex esponenti del Partito nazionale democratico. Non hanno creato sistemi decisionali partecipativi, contando su donazioni sporadiche. Ogni comitato si è specializzato in un’attività. L’informalità con cui si sono sviluppati questi comitati ha fatto spesso perdere credibilità ai loro rappresentanti. Anche se la giunta militare ha proposto di fornire delle licenze per le attività
dei comitati, molti gruppi hanno rifiutato di cooperare con l’esercito.
Alcuni comitati popolari hanno firmato protocolli, divenendo organizzazioni non-governative registrate. Questa trasformazione ha spesso limitato la loro efficacia. La formazione dei comitati popolari dimostra come la distinzione tra stato e società sia ambigua
soprattutto in momenti di trasformazione politica come questa. E così lo stato in Egitto è un insieme di pratiche e di effetti più che un monolite.

TUNISIA-LIBIA
BENGASI
Stallo e tensioni "L’uccisione del deputato di sinistra Mohamed Brahmi, lo scorso 25 luglio a Tunisi, ha scatenato una rabbia popolare che avrà sicuramente delle conse-guenze sul futuro del paese", politico in Tunisia dopo l’uccisione, a febbraio del 2013, del politico Chokri Belaid. "I partiti dell’opposizione hanno chiesto lo scioglimento dell’assemblea costituente e le dimissioni del governo guidato da Ali Lara-yedh". Il 20 agosto, scrive Jeune Afrique, la Tunisia era ancora in piena crisi politica, nonostante un mese di colloqui diretti e in-direni tra i rappresentanti del governo del partito islamico En-nahda e delle forze dell’opposi¬zione. "Forse il più grande erro¬re di Ennahda", scrive Afrique Magazine, "è aver perso troppo tempo. A due anni dallo storico voto del 23 ottobre 2011 i tunisini non hanno ancora una costitu¬zione".
TUNISI
La situazione politica è tesa anche in Libia, dove nelle ultime settimane ci sono state proteste sindacali nei principali porti. Il 18 agosto, tre mesi dopo aver as-sunto l’incarico, il ministro dell’interno Mohammed al Sheikh si è dimisso, accusando il premier Ali Zeidan di non averlo sostenuto a sufficienza.
Questa settimana Amira Hass è online su internazionale.it.

IRAN
UN ESECUTIVO DIVERSIFICATO / La stampa iraniana ha seguito attentamente il dibattito parlamentare sul nuovo governo di Hassan Rohani (nella foto), il presidente entrato in carica il 3 agosto. Il 15 agosto il parlamento ha approvato la nomina della maggior parte dei ministri, tra cui figurano una donna, molti I tecnici ed esponenti riformisti. I ) mezzi d’informazione iraniani, I però, non hanno parlato del pas-1 sato del ministro della giustizia, I Mostafa Pour Mohammadi. Secondo Iran e Emrooz, Pour I Mohammadi sarebbe tra i responsabili dei massacri avvenuti ‘ nelle prigioni iraniane alla fine ! degli anni ottanta, in cui sono I morti migliaia di dissidenti politici. Secondo alcuni analisti, Ro-hani l’ha scelto per accontenta-I re i conservatori.

IRAQ
II 20 agosto le forze di sicurezza hanno lanciato un’operazione per cercare di mettere fine alle violenze nel paese. Cento-sedici persone sono state arrestate.

ISRAELE-PALESTINA
II 14 agosto sono cominciati a Gerusalemme, grazie alla mediazione del segretario di stato statunitense John Kerry, i negoziati di pace diretti tra Israele e Palestina.

NIGERIA
L’esercito ha dichiarato il 19 agosto che il leader di Boko haram, Abubakar Shekau, è morto tra luglio e agosto per le ferite riportate in uno scontro con i militari.

ELEZIONI AFRICANE
MALI
Entrerà in carica il 4 settembre il nuovo presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita (nella foto), eletto l’u agosto con il 78 per cento dei voti contro il 22 per cento ottenuto dal suo avversario al ballottaggio Soumaila Cissé. Secondo gli osservatori le elezioni sono state "credibili e trasparenti". Keita gode di grande popolarità, scrive ALLAFRICA. Una volta in carica, dovrà risolvere il conflitto con i tuareg, che nel 2012 ha portato all’occupazione del nord del Mali da parte di gruppi jihadisti.

ZIMBABWE
Il 31 luglio Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe dal 1987, ha ottenuto un nuovo mandato presidenziale ottenendo il 62 per cento dei voti alle elezioni. Il suo partito, Zanu-Pf, ha ottenuto una maggioranza dei due terzi alla camera. Il principale avversario di Mugabe, Morgan Tsvangirai (35 per cento dei voti), ha denunciato frodi a favore dello ZanuPf, ma gli osservatori africani hanno avallato il risultato del voto. "Questo la dice lunga sullo stato della democrazia nel continente", commenta The Zimbabwean.

TOGO
Il 25 luglio in Togo si sono svolte le elezioni legislative, rinviate a più riprese dall’ottobre del 2012 a causa delle proteste dell’opposizione che chiedeva una riforma elettorale. Il partito al potere, Unir, fondato dal presidente Faure Gnassingbé, ha ottenuto 62 dei 91 seggi in parlamento, scrive JEUNE AFRÌQUE.

ASIA & PACIFICO
NUOVA ZELANDA
II 19 agosto si sono celebrati nel paese i primi matrimoni omosessuali.

GIAPPONE
FUKUSHIMA: fuga 300 tonnellate acqua altamente radioattiva – Fuga acqua radioattiva a Fukushima, ‘incidente grave’ Tepco, e’ un problema di primaria importanza
La Tepco, la società giapponese che gestisce l’impianto nucleare di Fukushima, considera il problema della perdita di acqua radioattiva dalla centrale di "primaria importanza". Lo riferisce il vice amministratore delegato della società, Zengo Aizawa, riconoscendo che si tratta di un "fattore di rischio e di pericolo".
FUKUSHIMA: acqua contaminata; esperti, livello gravità 3 – L’autorità nucleare giapponese ha valutato a ”livello 3”, corrispondente a un ”incidente grave”, sulla scala internazionale degli eventi nucleari (Ines) la perdita di 300 tonnellate di acqua altamente radioattiva avvenuta nei giorni scorsi dalla centrale di Fukushima. La classificazione al livello 3 sulla scala che va da 0 a 7 equivale al ”rilascio di una grande quantità di materiale radioattivo all’interno dell’installazione”
FUKUSHIMA, perdite all’impianto nucleare – Ancora guai agli impianti nucleari danneggiati dal terremoto e dallo tsunami che colpirono il Giappone nel marzo del 2011. Una fuga di 300 tonnellate di acqua radioattiva si è verificata a Daiichi a Fukushima, ha reso noto la Tepco, la società che gestisce l’impianto. La perdita potrebbe aver contaminato il suolo.
FUKUSHIMA
"La crisi all’impianto nucleare numero 1 della centrale di Fukushima è tutt’altro che finita: il governo non ha ancora revocato lo stato d’emergenza decretato l’u marzo 2011 e l’acqua radioattiva continua a fuoriuscire contaminando il terreno e il mare", scriveva l’Asani Shimbun in un editoriale il 17 agosto. Quattro giorni dopo, l’agenzia per l’energia atomica giapponese ha alzato il livello di gravità dell’ultima perdita di acqua altamente radioattiva, rilevata alla centrale il 19 agosto. "È chiaro che il disastro nucleare è ancora in corso. Il primo ministro Shinzò Abe ha definito la perdita radioattiva ‘un problema urgente’, assicurando che ‘il governo prenderà misure efficaci per risolverlo’", continua il quotidiano. "Il governo ha commesso un grosso errore delegando la soluzione della crisi interamente alla Tepco (che gestisce l’impianto). Il risultato è stato che le misure per fermare la perdita non hanno avuto effetto e la decisione di Abe di intervenire arriva troppo tardi". La Tepco manterrà l’in-carico delle operazioni di pulizia dell’impianto, il ministero dell’industria coprirà una parte dei costi del congelamento del terreno circostante per conte-nere le perdite. Ma, secondo l’Asahi Shimbun, "cruciale sarà il ruolo dell’agenzia atomica, che dovrà guidare le operazioni".

PENISOLA COREANA
DISGELO TRA LE DUE COREE / Qualcosa si muove tra le due Coree, rimaste in una fase di stallo dopo la crisi dello scorso aprile. Il 14 agosto Pyongyang e Seoul hanno concordato la riapertura del polo industriale di Kaesong, cogestito dai due paesi e chiuso a maggio dal governo nordcoreano. Pochi giorni dopo, inoltre, Pyongyang ha accolto la proposta di Seoul di riprendere a settembre, dopo tre anni, gli incontri tra i familiari divisi dalla guerra del 1950-1953. Presto i due paesi discuteranno anche la riapertura della località turistica sul monte Kumgang, in Corea del Nord, chiusa nel 2008 dopo che un soldato nordcoreano sparò a una turista del Sud, scrive Yonhap.

INDIA
Sull’orlo del collasso / Negli ultimi tre mesi la rupia, la moneta indiana, si è svalutata del 16 per cento rispetto al dollaro statunitense. Inoltre, il mercato azionario è in caduta libera, il deficit commerciale e quello di bilancio peggiorano, i tassi d’interesse sui titoli di stato sfiorano il 10 per cento e, nonostante le misure del governo di New Delhi, sempre più capitali abbandonano il paese (dall’inizio di giugno gli investitori internazionali hanno ritirato dal paese 11,5 miliardi di dollari). "La situazione finanziaria dell’India peggiora rapidamente", scrive il Guardian. "È un classico caso di déjà vu, perché ricorda da vicino la crisi che colpì l’Asia tra il 1997 e il 1998". In realtà, spiega il Tages-Anzeiger, questa crisi sta facendo emergere il vero volto dell’economia indiana: "Un sistema schiacciato dalla burocrazia e dalla corruzione, nel quale brilla ben poco oltre l’informatica. Finora questi problemi erano stati coperti grazie all’afflusso di capitali a basso costo dall’estero. Ma all’improvviso il vento è cambiato". Rapporto tra deficit o surplus commerciale e pil, percentuale
INDIA
TELANGANA – Il nuovo stato divide / La decisione della coalizione di governo guidata dal partito del Congress di appoggiare la crea-zione del nuovo stato indiano del Telangana ha suscitato molte proteste dentro e fuori dal parlamento. Il 30 luglio una commissione interna al Congress ha proposto una risoluzione a favore della formazione del nuovo stato, che separandosi dall’Andhra Pradesh diventerebbe il 290 della federazione indiana. La capitale Hyderabad dovrebbe essere condivisa dai due stati per dieci anni. La risoluzione attende la ratifica dal parlamento. I movimenti pro e contro il Telangana che dal 2009 hanno protestato periodicamente sono tornati in piazza in questi giorni, scrive The Hindu.

CAMBOGIA
II Partito del popolo cambogiano (Cpp) del primo ministro Hun Sen ha vinto le elezioni legislative del 28 luglio. Il leader dell’opposizione Sam Rainsy ha denunciato brogli.

CINA
II 22 agosto è cominciato a Pechino il processo all’ex dirigente comunista Bo Xilai, accusato di corruzione, appropriazione indebita e abuso di potere.
CINA
PECHINO – Servono più figli / "È ora di rimettere la pianificazione familiare nelle mani delle famiglie", scrive Caixin in un editoriale a favore della riforma della politica del figlio unico. L’accenno a "possibili modifiche della legge", fatto all’inizio di agosto dalla Commissione per la sanità e la pianificazione familiare ha riportato in primo piano il dibattito. "Sono trascorsi trent’anni dall’introduzione della norma e il paese è rimasto vittima del suo successo", scrive Caixin. Il tasso di fertilità oggi oscilla tra l’1,04 e l’i,5 e dal 1999 la popolazione cinese ha cominciato a invecchiare, con una conseguente pressione sempre maggiore sul sistema previdenziale e il calo della forza lavoro. I costi della politica del figlio unico sono stati "immensi", continua il settimanale. "In nome dell’applicazione della legge, alcuni funzionari di governo hanno violato i diritti dei cittadini. Consentire alle coppie di avere un secondo figlio avrà benefici a lungo termine perché aiuterà a bilanciare lo squilibrio tra i sessi. In termini economici, la riforma della legge porterebbe tra il 2030 e il 2050 una crescita annua del pil dello 0,2 per cento

PAKISTAN
KARACI – Musharraf sotto processo / Il 21 agosto l’ex presidente pachistano Pervez Musharraf (nel-la foto) è stato accusato dell’omicidio di Benazir Bhutto, assassinata nel dicembre del 2007 durante un comizio elettorale a Rawalpindi. Musharraf, che si trova agli arresti domiciliari dall’inizio dell’anno, ha respinto i tre capi d’accusa di omicidio, complotto e favoreggiamento. La prossima udienza è fissata per il 27 agosto. È la prima volta, scrive The News, che un capo militare in Pakistan è accusato di un crimine.
PAKISTAN
II 30 luglio il parlamento ha eletto l’uomo d’affari Mamnoon Hussain presidente del paese.
PAKISTAN
ALLARME INONDAZIONI IN PAKISTAN, L’IMPEGNO DELLA COOPERAZIONE ITALIANA / E’ allarme inondazioni in Pakistan. Le piogge monsoniche hanno, infatti, causato negli ultimi giorni centinaia di morti e più di 800 feriti. Il bilancio – come fa sapere la Cooperazione italiana allo sviluppo – è stato reso noto dalle autorità di Islamabad, secondo le quali il maltempo ha colpito un totale di 1.700 villaggi e 11.200 abitazioni, costringendo alla fuga 5.055 persone. Le autorità hanno mobilitato l’esercito per portare generi alimentari e medicine nelle aree isolate. Il premier Nawaz Sharif ha visitato le zone alluvionate nel Punjab, chiedendo di velocizzare le operazioni di soccorso. Ai danni già causati dalle piogge potrebbero aggiungersi quelli di una possibile esondazione dei fiumi, con conseguenze potenzialmente disastrose. Nel 2010 e nel 2011 il Pakistan è stato colpito da alluvioni senza precedenti nel nord ovest del Khyber Pakhtunkhwa, e nel Sindh, Punjab e Balochistan, causando un aumento esponenziale del numero degli sfollati, la distruzione delle aree fertili, dei raccolti e dei sistemi d’irrigazione, la perdita degli animali impiegati nell’aratura, degli attrezzi e delle sementi. Nel 2010, in risposta alla catastrofe umanitaria che ha colpito la Provincia del Khyber Pakhtunkhwa, la Cooperazione italiana ha avviato una iniziativa in Pakistan per un ammontare pari a tre milioni di euro finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni vulnerabili e alla ripresa della produzione agricola e dei piccoli allevatori attraverso il ripristino delle abitazioni e dei servizi di base danneggiati. Tali interventi – come si legge sul sito della Cooperazione – trovano sostegno, continuità e completamento con il finanziamento di un milione di euro erogato nel 2012, nell’ambito della seconda fase dell’iniziativa di emergenza in favore delle popolazioni vittime delle alluvioni

AZERBAIGIAN
BAKU – 18 agosto migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Baku per chiedere che le elezioni presidenziali di ottobre siano libere e democratiche.

AMERICA CENTROMERIDIONALE
BRASILE
OSASCO / SANPAOLO – ETERNIT, IL PM CHIEDE MAXI RISARCIMENTO / Il pubblico ministero del lavoro brasiliano (Mpt) ha presentato un’azione civile pubblica a San Paolo contro l’Eternit chiedendo un miliardo di reais (circa 313 milioni di euro) di risarcimento per danno morale collettivo. Il quotidiano «O Globo» precisa che si tratta della maggiore somma di denaro mai richiesta in Brasile da un pm del lavoro, per questo tipo di danno. I procuratori accusano la multinazionale di aver contaminato centinaia di dipendenti dello stabilimento di Osasco (comune nella regione metropolitana di San Paolo). Secondo l’accusa, gli operai sono stati esposti all’amianto e non hanno ricevuto adeguata assistenza medica. La fabbrica di Osasco ha funzionato per 50 anni e ha chiuso nel 1993.

PARAGUAY
TACUATI – I RIBELLI SFIDANO CARTES / 18 agosto cinque guardie di un allevamento a Tacuati, a nord di Asunción, sono state uccise dai ribelli dell’Esercito del popolo paraguaiano (Epp), scrive La Nación. Il gruppo marxista, attivo dal 2007 nelle regioni di San Pedro e Concepción, le più povere del paese, ha causato finora la morte di 31 persone. Tre giorni prima era entrato in carica il nuovo presidente conservatore Horacio Cartes, uno degli uomini più ricchi del paese. Nel suo discorso inaugurale Cartes ha dichiarato guerra alla povertà. Il presidente ha formato un governo di tecnici, scontentando alcuni leader storici del partito Colorado.

ECUADOR
TRIVELLE ÌN AMAZZONÌA / Il 15 agosto il presidente Rafael Correa ha annunciato la fine di un piano di conservazione ambientale che prevedeva la rinuncia a estrarre petrolio nel parco nazionale Yasuni, una regione incontaminata della foresta amazzonica. In base a un accordo con le Nazioni Unite firmato nel 2007, l’Ecuador avrebbe dovuto ricevere in cambio 3,6 miliardi di dollari in dodici anni per il suo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici. Da allora però il paese ha ricevuto dalla comunità internazionale solo lo 0,37 per cento dei fondi previsti. Così Correa ha revocato il piano, precisando che le trivellazioni riguarderanno solo l’i per cento del parco, che si estende su circa un milione di ettari. Dopo l’annuncio migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni di protesta a Quito e in altre città del paese, scrive El Comercio. Secondo i sondaggi, il 78 per cento della popolazione è contrario all’estrazione di petrolio nel parco, dove vivono vari gruppi indigeni.
COLOMBIA
II 19 agosto decine di migliaia di contadini hanno partecipato a delle manifesta-zioni in tutto il paese per chiedere aiuti al governo. Ventidue persone sono state arrestate.
MESSICO
II capo del cartello del Golfo, Mario Ramírez Treviño, è stato arrestato a Rio Bravo, nello stato di Tamaulipas.

AMERICA SETTENTRIONALE
USA
LAS VEGAS – FN PLATFORM, A LAS VEGAS UN NUOVO APPUNTAMENTO CON LE CALZATURE ITALIANE “È così difficile stare dentro le scarpe di una donna sola. Per questo ne servono di veramente speciali. Per camminare un po’ più allegramente”. L’amatissima Carrie Bradshaw ovvero Sarah Jessica Parker, star del popolare telefilm “Sex and the City”, di scarpe se ne intendeva e ne era una grande appassionata. Ma chissà quante altre Carrie esistono nel mondo e sono sempre alla ricerca di scarpe speciali. Sicuramente tante. Sicuramente nei loro sogni ci sono anche le calzature italiane che da sempre si contraddistinguono per qualità, eleganza e stile. Oggi più che mai la scarpa made in Italy guarda con attenzione all’estero. Sono numerosi, infatti, gli appuntamenti promossi in Italia e non solo da Assocalzaturifici, l’Associazione che rappresenta le imprese italiane a carattere industriale che operano nel settore della produzione delle calzature. Assocalzaturifici sostiene, promuove e cura gli interessi dell’industria calzaturiera nazionale nel mondo e per questo dopo il successo registrato in occasione della prima partecipazione delle calzature italiane alla fiera Fn Platform di febbraio, Assocalzaturifici è tornata al Las Vegas Convention Center dove dal 19 al 21 agosto 23 aziende del comparto calzature uomo, donna e bambino hanno esposto le collezioni primavera-estate 2014 all’interno dell’Italian Pavillion. La presenza negli Stati Uniti risulta quanto mai significativa se si pensa che essi rappresentano per l’Italia il terzo mercato in valore e il quarto in volume, con una incidenza del 9,7% sul totale export valore e del 6% in quantità. Infatti, nel 2012, il totale delle esportazioni di calzature made-in-Italy negli Stati Uniti ha raggiunto la soglia di circa 12,9 milioni di paia, il 2,5% in più rispetto al 2011, per un valore complessivo di circa 743 milioni di euro, il 5,2% in più rispetto al 2011 e ben l’11% in più rispetto ai livelli pre-crisi del 2008. Dati che nei primi tre mesi del 2013 hanno conosciuto solo una lieve flessione pari all’1% per quanto riguarda il valore delle esportazione, legata più a cambiamenti nei tassi di cambio che ad un abbassamento della competitività dei prodotti, come testimonia il trend di crescita dei volumi, che hanno raggiunto la soglia di 3,8 milioni di paia, il 5,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2012. Per supportare e potenziare la presenza della collettiva italiana a Las Vegas, Assocalzaturifici ha previsto azioni di promozione in loco in avvicinamento, durante e dopo la fiera prevalentemente rivolte alla stampa, oltre all’installazione di una lounge dedicata. La fiera Fn Platform, presso il Convention Center di Las Vegas, è organizzata in partnership con Footwear News e attrae più di 600 espositori, rappresentando un vero punto di incontro dell’intera area nord americana. Questo evento riunisce, infatti, i più prestigiosi brand e produttori di calzature di tutto il Nord America, con più di 1600 marchi di scarpe per donna uomo e bambino, rappresentando per le imprese italiane un’ importante vetrina a livello internazionale.

USA / SALON – SENTENZA INGIUSTA / Il 21 agosto il soldato Bradley Manning (nella foto) è stato condannato a 35 anni di carcere per aver divulgato documenti riservati. Manning, che ha consegnato a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti sugli illeciti e i delitti commessi dalle forze armate statunitensi, è stato anche congedato con disonore. All’inizio di agosto Manning, 25 anni, era stato dichiarato colpevole di venti capi d’imputazione, tra cui lo spionaggio, ma assolto dall’accusa di collaborazione con il nemico. Ben Wizner, dell’American civil liberties union, ha rilasciato un commento che dà voce ai sentimenti dei difensori dei diritti umani schierati con Manning: "Un sistema giuridico che non fa distinzioni tra le informazioni date alla stampa per motivi di pubblico interesse e il tradimento della patria non solo produrrà risultati ingiusti, ma priverà l’opinione pubblica di informazioni cruciali per il sistema di responsabilità democratica. Per Manning è un brutto giorno, ma è una data triste per tutti gli statunitensi, che hanno bisogno di persone coraggiose e di una stampa libera per avere un dibattito pubblico informato".

USA – GLI ERRORI DELLA NASA La National security agency (Nsa) ha violato le norme sulla tutela della privacy intercettando per errore migliaia di telefonate e email di cittadini statunitensi e stranieri in territorio statunitense, e non lo ha mai riferito ai suoi supervisori. Lo ha rivelato il 16 agosto il Washington Post, sulla base di documenti fomiti da Edward Snowden, la fonte del Datagate. Il 9 agosto Barack Obama aveva promesso di riformare il sistema di sorveglianza dell’Nsa. Il 7 agosto aveva cancellato il vertice di settembre con il presidente russo Vladimir Putin in segno di protesta contro la decisione della Russia di concedere asilo temporaneo a Snowden, che dal 23 giugno è a Mosca. Il 18 agosto David Miranda, il compagno di Glenn Greenwald – il giornalista del Guardian autore delle inchieste basate sulle rivelazioni di Snowden – è stato trattenuto per nove ore dalle autorità britanniche all’aeroporto di Heathrow, a Londra. Era diretto a Rio de Janeiro, in Brasile, dove vive insieme a Greenwald.

USA – La Security and ex-change commission, l’autorità di controllo della borsa statunitense, ha inflitto a Philip Falcone, manager dell’hedge fund Harbinger Capital, il divieto di operare per cinque anni e una multa di 11,5 milioni di dollari. Falcone, diventato famoso per aver scommesso sul crollo im-mobiliare statunitense, ha preso in prestito illegalmente 113 mi-lioni di dollari dal fondo per pagare le sue tasse personali.

( articoli da : Le Monde, NYC Time, Time, Guardian, Clarin, Il Manifesto The Zimbabwean, Jeune Afrìque, Allafrica, Liberation, Independent, De Volkskrant Washington Post , Guardian, El Comercio, The Hindu, La Nación, Internazionale e AGVNoveColonne)

 

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