10775 (S)CONSOLATI

20130811 18:32:00 guglielmoz

Non si rinnovano i Comites si azzoppa il CGIE si chiudono i Consolati / Sono stati chiusi uffici consolari 24 dal 2007 al 2011, prevalentemente in Europa, mentre a oggi si contano ancora 319 sedi all’estero tra ambasciate, rappresentanze permanenti, uffici consolari ed istituti di cultura fino a quando..)

Chiuderanno
USA,
NEWARK
AUSTRALIA
ADELAIDE & BRISBANE
NEWARK in NEW JERSEY
EUROPA
SION, NEUCHATEL E WETTINGEN IN SVIZZERA,
MONS in BELGIO,
AMSTERDAM in OLANDA,
SPALATO nella CROAZIA appena entrata nella UE,
TIMISOARA in ROMANIA,
TOLOSA in FRANCIA,
CAPODISTRIA in SLOVENIA,
SCUTARI in ALBANIA),
altri negli Usa, in Australia e nell’America centro Meridionale.

Apriranno
(si chiudono ad ovest e si aprono ad est forse stanno preparando una nuova emigrazione)
ASHGABAT in TURKMENISTAN
CHONGQING in CINA
HO CHI MINH CITY in VIETNAM

COMUNICATO STAMPA CONSOLATI, GIACOBBE (PD): RASSICURAZIONI NON BASTANO RESTERO’ VIGILE SU CHIUSURA ADELAIDE E BRISBANE
“Sono due le domande che oggi ho voluto rivolgere al vice ministro Marta Dassù in occasione dell’audizione congiunta delle commissioni Affari esteri di Camera e Senato: su che basi sono state decise le chiusure di Adelaide e Brisbane? Perché pensare ad una chiusura tout court senza immaginare servizi alternativi?”. Così Francesco Giacobbe, senatore del Partito democratico eletto nella ripartizione Africa-Asia-Oceania e Antartide in relazione all’audizione del vice ministro Dassù. “Davanti al vice ministro – spiega Giacobbe – ho criticato la metodologia che è stata messa in atto per prendere queste scelte. Il MAE avrebbe dovuto, quanto meno, interpellare i parlamentari eletti all’estero che, certamente meglio di chi sta a Roma, conoscono le esigenze dei territori. Senza contare – aggiunge Giacobbe – che, come recita l’articolo 3 comma E della legge n. 368 del 6 novembre 1989, il MAE avrebbe dovuto interpellare anche il CGIE che ‘esprime parere obbligatorio sulle proposte del Governo concernenti linee di riforma dei servizi consolari, scolastici e sociali’”.
“Continuo a dire – sottolinea ancora il senatore democratico – che pensare ad un ri-orientamento della rete diplomatico-consolare non deve significare falciare i servizi alla nostra comunità. Dalla Dassù ho avuto qualche piccola rassicurazione circa il futuro di Brisbane e Adelaide ma, è bene precisare, che sempre di promesse si tratta. Per questo – conclude Giacobbe – la mia attenzione rimarrà alta e sarò vigile su ogni cosa per far sì che i nostri connazionali d’Australia non vengano privati di servizi essenziali”. Roma, 8 agosto 2013

– MAE, GIACOBBE (PD): NO A CHIUSURA CONSOLATI ADELAIDE E BRISBANE
"No alla chiusura dei Consolati di Adelaide e Brisbane". Questo l’appello di Francesco Giacobbe, senatore del Pd eletto nella Circoscrizione estero, in relazione all’annunciata chiusura delle due sedi consolari australiane. "Su che basi sono state decise le chiusure di Adelaide e Brisbane?", chiede Giacobbe. "Soprattutto – aggiunge – considerando che, qualora le chiusure previste per febbraio 2014 venissero confermate, la struttura consolare più vicina per i nostri connazionali si troverebbe ad oltre 1000 km di distanza" . "Pensare ad un ri-orientamento della rete diplomatico-consolare non deve significare falciare i servizi alla nostra comunità – sottolinea il senatore democratico -. Piuttosto sarebbe molto più utile pensare a delle strutture di servizio per i nostri concittadini con sedi nelle periferie delle città. Così facendo – conclude Giacobbe – si abbatterebbero i costi senza limitare quei servizi che, oggi più che mai, sono essenziali per la nuova stagione di migrazione. Della chiusura dei consolati, inoltre, si parlerà domani in occasione della riunione del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato".
Roma, 29 luglio 2013

– CONSOLATI, TURANO (PD): NEWARK DIVENTI SPORTELLO CONSOLARE
"Nel calendario delle soppressioni consolari decise dal Ministero degli Affari Esteri figura anche il Consolato di Newark. Una decisione che non condivido e contro la quale il gruppo del Partito Democratico si batterà fino in fondo". Così Renato Turano, senatore del Pd eletto in America settentrionale e centrale, in relazione alla chiusura del Consolato di Newark prevista dal MAE per il 28 febbraio 2014. "E’ bene chiarire – sottolinea Turano – che il ridimensionamento della rete diplomatico-consolare era stato già deciso nel novembre 2011 e quanto disposto oggi dal ministero è soltanto l’attuazione di quelle scelte che per certi versi definirei scellerate. Ad ogni modo è assolutamente inconcepibile una chiusura definitiva della sede di Newark che, ad oggi, serve quasi 30 mila italiani residenti negli stati del New Jersey, New York e Pennsylvania. Più comprensibile, invece, sarebbe la trasformazione del consolato in sportello consolare, garantendo così i servizi ai cittadini anziani che non hanno la possibilità di andare a New York o a chi, per raggiungere Manhattan, dovrebbe perdere un intero giorno di lavoro e sborsare dai 50 ai 100 dollari di parcheggio".
Roma, 29 luglio 2013

– CONSOLATI, GIACOBBE (PD): NOTA AMBASCIATA CANBERRA MI LASCIA ESTERREFATTO
"La celerità e la freddezza con cui l’Ambasciata d’Italia a Canberra ha comunicato la soppressione dei Consolati di Brisbane e Adelaide mi lasciano esterrefatto. E’ una nota che indigna e lascia sbigottiti". Così Francesco Giacobbe, senatore del Partito Democratico eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, commenta la nota con cui l’Ambasciata d’Italia a Canberra ha comunicato ai cittadini la cessazione delle attività delle sedi di Brisbane e Adelaide a partire dal 28 febbraio 2014.
"Perché creare confusione e smarrimento nella nostra comunità?", chiede Giacobbe. "Al di là dell’incomprensibile fretta con cui l’ambasciata ha comunicato la decisione del MAE – sottolinea Giacobbe – è il contenuto della nota che non mi ha convinto. L’Ambasciata, infatti, ha omesso di spiegare nel dettaglio che fine faranno le pratiche dei nostri connazionali, con che modalità dovranno rivolgersi alle nuove sedi riceventi di Melbourne e Sydney e che effetti avranno queste soppressioni sull’efficienza della rete diplomatico-consolare italiana in Australia".
"Come ho già fatto nei giorni scorsi – conclude – voglio ribadire il mio secco ‘no’ alla chiusura dei Consolati di Adelaide e Brisbane. Il ‘ri orientamento’ della rete diplomatico-consolare, infatti, non deve falciare i servizi alla nostra comunità che, semmai, vanno rivisti. La ‘spending review’ non deve diventare metafora di chiusura delle sedi consolari".
Roma, 31 luglio 2013

– CTIM / Coordinamento Nord America / Delusione per annuncio chiusura Consolato di Newark
Accogliamo con estrema negatività l’annuncio emesso dalla Farnesina in merito alla chiusura di alcuni consolati nei vari continenti ed in particolar modo per quanto concerne il nostro territorio , la sede di Newark in New Jersey.
La comunita’ italiana si sente tradita dall’atteggiamento di poco interesse da parte delle istituzioni ,quindi del Governo e del Ministero degli Esteri nell’accelerare una decisione che non sta certamente in linea con gli interessi del Paese e dei connazionali residenti nel "Garden State".
Quali motivazioni abbiano portato ai responsabili del MAE di prendere tale decisione ,sono certo che non giustificano la chiusura di una sede dove risiede un alta densità di Italiani ed Italo Americani, dove i rapporti commerciali con l’Italia sono tra i piu’ alti degli USA, soprattutto nel settore eno-gastronomico, logistico e dei trasporti , quindi delle importazioni e distribuzioni. Eravamo rimasti alla fine del 2011 quando l’allora Amb. Terzi nominato Ministro degli Esteri ebbe il coraggio di imporsi al Governo con il congelamento della chiusura delle sedi consolari a rischio. Erano arrivati all’orecchio la possibilità di chiusura di alcuni consolati negli USA , ma fino ad un mese fa e cioe` dall’ultima riunione del CGIE non si era parlato dell’eventuale cancellazione. Vi erano stati degli allarmi ,interventi messi in atto dal nostro rapp. CTIM Ribaudo che e’ pres. del Comites di Newark e dal Cons. CGIE Sorriso Responsabile del MAIE in USA, perche’ da mesi sia la posizione del console generale che di altre rimanevano vacanti , con il personale ridotto al di sotto dei minimi necessari per soddisfare le richieste da parte dei connazionali. Ricordo che in una lettera il cons. Cgie Sorriso descriveva la reale minaccia di chiusura nel mese di Febbraio, e fu attaccato attraverso i media e criticato aspramente al punto che fu accusato di strumentalizzazione politica, oggi quella preoccupazione ,purtroppo , e divenuta realtà`. Dell’argomento chiusura consolati in USA, il comitato dei presidenti ne ha discusso alle ultime riunioni del New Jersey del 2012 e di Boston nel mese di Aprile 2013,si auspicava la presenza dei nostri parlamentari eletti in nord America proprio per discutere del problema, volevamo che anche loro si interessassero della questione a livello parlamentare ,ebbene , non si presentò nessuno, forse avevano altri impegni piu’ seri , visto gli ultimi annunci para stellari e proposte che non hanno nulla a che vedere con i problemi reali e territoriali che interessano i nostri connazionali, l’efficienza dei servizi, il personale a contratto che svolge un egregio lavoro e cercano di fare il possibile per andare incontro alle richieste che arrivano dal pubblico . Per dare un idea oggi, per prenotare un appuntamento per richiesta cittadinanza o rinnovo passaporto , mi riferiscono, che in alcuni sedi come New York per esempio ma anche in altre sedi, ci vogliono 3 mesi. Da cittadino italiano mi duole il cuore vedere il nostro Bel Paese che regredisce, perche’ per colpa di quei pochi incompetenti che siedono in posti strategici non si riesce a cambiare rotta per andare avanti , trovare soluzioni che servono all’Italia e per tutti gli Italiani .
Qualcuno riferisce decisione presa a causa della spending review , quante volte abbiamo riferito(anni fa) tramite Comites e Cgie alle sedi competenti, di rivedere gli affitti delle sedi ,con un risparmio di milioni di dollari , si potevano e si potrebbero comprare facendo risparmiare allo Stato centinaia di milioni di dollari ,inoltre rimarrebbero come proprietà dello Stato Italiano ,non pagando piu’ l’affitto, cosi come il personale in missione che dovrebbe essere ridotto, assumendo personale in loco riducendo notevolmente le spese. Spending review e’ una scusa! Ci sara’ dell’altro , ed il fatto stesso che la decisione finale sia stata presa in tempi rapidi senza confrontarsi con le realtà locali e della rappresentanza lascia un po’ perplessi.
Le soluzioni si possono trovare, questione di buona volontà, di buona strategia politica, di interesse generale . Il CTIM fara’ intervenire la propria rete, la segreteria generale per affrontare il problema , che guarda caso esce fuori in un periodo che considero "vacanziero" e a conti fatti.
La speranza è l’ultima a morire, ci impegneremo per qualsiasi iniziativa , staremo vicino ai nostri colleghi dei Comites e del Cgie e delle Associazioni del New Jersey per fare il possibile affinché’ questa decisione possa cambiare e quindi essere a favore e nell’interesse specifico delle nostre comunita’ e dell’Italia.

SI CHIUDONPO AD OVEST E SI APRONO AL NO RD’EST forse stanno preparando una nuova emigrazione….

Roma – (S)CONSOLATI: MAE GUARDA A EST, RIORGANIZZARE PER INVESTIRE – La Farnesina guarda ad Est, ai nuovi mercati, e si prepara ad aprire nuove sedi diplomatiche in Turkmenistan, in Cina, perfino in Vietnam. L’obiettivo è chiaro: “riorientare” la politica estera italiana, aprendo nuovi uffici nei Paesi dove gli investimenti in termini di risorse dedicate alla politica estera risultano più fruttuosi.
In contemporanea, però, non potendo aumentare le risorse di budget e di personale (attualmente il ministero conta un terzo dei diplomatici rispetto alla Francia, un quarto rispetto alla Gran Bretagna, la metà delle risorse umane complessive rispetto alla Germania), si avviano alla chiusura altre quattordici sedi tra ambasciate e consolati. Una riorganizzazione della rete consolare, allo studio da tempo, che numeri alla mano non sta piacendo molto ai parlamentari eletti all’estero (i deputati del Pd, per esempio, hanno espresso un dissenso “che riguarda il metodo usato per arrivare a questa decisione e la stessa linea di ottenere risparmi continuando a sacrificare servizi consolari. L’Italia ha bisogno di intercettare sul piano internazionale le opportunità di ripresa che non riesce a trovare entro i propri confini e nella stessa Europa”, ma il malumore è bipartisan).
E’ proprio però la volontà di cogliere le nuove opportunità globali la filosofia che guida il progetto di ristrutturazione della Farnesina, che considera assolutamente strategico il nuovo Consolato Generale d’Italia a Chongqing, che avrà un bacino di utenza di duecento milioni di cinesi (venti volte la popolazione della Grecia, trenta volte quella della Svizzera), l’ambasciata ad Ashgabat, per le potenzialità Ashgabat energetiche del Turkmenistan e il Consolato di Ho Chi Minh City, la “Milano” del Vietnam. E altre aperture seguiranno a queste, assicurano in risposta alla critiche fonti ministeriali, in linea ed al servizio degli interessi strategici del nostro Paese. Le stesse fonti che sottolineano come naturalmente, a parità di risorse, per poter aprire occorre anche chiudere.
E a chiudere (o a essere accorpati) saranno uffici consolari situati in aree di emigrazione più tradizionale: molti in Europa, dove le distanze geografiche e culturali con l’Italia sono ormai abbattute (chiuderanno Sion, Neuchatel e Wettingen in Svizzera, Mons in Belgio, Amsterdam in Olanda, Spalato nella Croazia appena entrata nella Ue, Timisoara in Romania, Tolosa in Francia, Capodistria in Slovenia, Scutari in Albania), altri negli Usa (Newark) e in Australia (Adelaide e Brisbane). Sedi che, secondo la Farnesina, dovrebbero essere sostituite da strutture più agili e tecnologicamente avanzate. Non è la prima volta del resto, ricordano dal ministero, che vengono chiusi uffici consolari (24 dal 2007 al 2011, prevalentemente in Europa, mentre a oggi si contano ancora 319 sedi all’estero tra ambasciate, rappresentanze permanenti, uffici consolari ed istituti di cultura). La novità sarebbero semmai le aperture, all’interno di un piano “che permetterà di realizzare significativi risparmi economici ma anche di recuperare risorse umane e finanziarie da reinvestire nella rete stessa, con l’obiettivo di assicurare il loro migliore utilizzo al servizio dei cittadini e delle imprese, e soprattutto a beneficio della complessiva proiezione del Sistema Paese”.

 

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