10762 CHE VERGOGNA IL COMUNICATO A RETE UNIFICATE,,,

20130802 11:40:00 guglielmoz

IL PREGIUDICATO COSTITUENTE ….

LARGHE INTESE CON UNO COSÌ….

GIUSTAMENTE / Adesso B. aspetta la grazia di Re Giorgio

PRESIDENTE NAPOLITANO, FACCIA COME RATZINGER

IRONIE TWITTER / Tutto fumo e niente arresto

IL PREGIUDICATO COSTITUENTE di Marco Travaglio
Oddio, hanno condannato Berlusconi e nessuno sa cosa mettersi. Del resto, chi l’avrebbe mai detto che il compare di Mangano, Gelli, Craxi, Dell’Utri e Previti – per citare solo i migliori – già amnistiato per falsa testimonianza, prescritto due volte per corruzione giudiziaria e cinque per falso in bilancio e una per rivelazione di segreto, tuttora imputato per corruzione di senatori e indagato per induzione alla falsa testimonianza, nonché condannato in primo grado a 7 anni per concussione e prostituzione minorile, avrebbe potuto un giorno o l’altro diventare un pregiudicato? Era tutto un darsi di gomito, uno strizzare d’occhi, un “tutto si aggiusta” all’italiana, con leccatine agli “assi nella manica” del sommo Coppi, dipinto come il mago di Arcella che fa assolvere i colpevoli. Invece da ieri anche la Cassazione, grazie a cinque giudici impermeabili a minacce e pressioni e moniti, ha detto ciò che chiunque volesse sapeva da tempo immemorabile: Silvio Berlusconi è un fuorilegge, un delinquente matricolato, colpevole di un reato – commesso anche da premier e da parlamentare – che in tutto il mondo lo porterebbe dritto e filato in galera per un bel po’. In America, per incastrare il suo spirito guida Al Capone, bastò la frode fiscale. In Italia, grazie anche all’indulto-insulto regalatogli da un centrosinistra così tenero che si taglia con un grissino, Al Tappone finirà ai domiciliari per un annetto. O, se li chiede, ai servizi sociali. I giudici milanesi lo manderanno a prendere dai carabinieri in autunno, non appena riaprirà il Tribunale. L’ignaro Epifani annuncia tonitruante che il suo Pd, se necessario, è pronto a rendere esecutiva la sentenza: non si dia pena, la sentenza è esecutiva a prescindere da lui. Come tutto il resto. Per arrestare un condannato, anche se parlamentare, non c’è bisogno di Epifani, né del Parlamento, né di nessuno. Piuttosto sarebbe interessante sapere con che faccia il Pd possa restare alleato con un pregiudicato prossimo all’arresto purché non faccia troppo casino: come se qualche parola o manifestazione scomposta fossero più gravi che mettere in piedi una monumentale frode fiscale.
E con che faccia il premier Nipote possa restare al governo col sostegno di B., magari per tuonare contro l’evasione fiscale, senza che gli scappi da ridere, a lui e a suo zio. Ma questa è la “separazione dei poteri” come la intendono i nostri politicanti: se un politico è indagato, attendono il rinvio a giudizio; se è rinviato a giudizio, attendono la condanna; se è condannato in primo grado, attendono l’appello; se è condannato in appello, attendono la Cassazione; e se è condannato in Cassazione, imboscano la sentenza in un cassetto perché bisogna separare la giustizia dalla politica. Solo sull’interdizione, quando sarà ricalcolata dalla Corte d’appello e confermata dalla Cassazione (pochi mesi), il Senato sarà interpellato: ma per ratificarla, non per discuterla o ribaltarla (è questa, cari analfabeti, la separazione dei poteri). E comunque i nostri tartufi si scordano un piccolo dettaglio: l’anno scorso Pd, Pdl e frattaglie centriste approvarono la legge “liste pulite” che dichiara decaduti e incandidabili i parlamentari condannati sopra i 2 anni: dunque neppure se fosse interdetto per un solo giorno B. potrebbe restare senatore e ripresentarsi alle prossime elezioni. A meno che, si capisce, l’abrogazione di quella norma giustizialista votata anche da B. non faccia parte delle “riforme della giustizia” invocate da Re Giorgio un minuto dopo la prova che la giustizia funziona. Ora i soliti idioti dicono che la Cassazione ha condannato 10 milioni di elettori del Pdl (che sono molti di meno): no, ha condannato un solo eletto. Ma anche, simbolicamente, tutti quelli che – sapendo chi era- l’hanno legittimato, ricevuto, favorito, riverito, salvato, strusciato, addirittura promosso partner di governo e padre costituente: da Napolitano in giù. Vergognatevi, signori. E rassegnatevi: la legge, ogni tanto, è uguale per tutti.

LARGHE INTESE CON UNO COSÌ? di Antonio Padellaro
La prima cosa che viene in mente è: ma come si permettono di manomettere la Costituzione italiana questi signori delle larghe intese quando il leader primario dell’alleanza di potere nata sul tradimento del voto popolare è da ieri ufficialmente un pregiudicato, condannato in via definitiva dalla Cassazione per il reato gravissimo di frode fiscale? Le 200mila firme raccolte in pochi giorni sotto l’appello del Fatto ora possono diventare rapidamente 500mila. Forza, dimostriamo che la democrazia dei cittadini è più forte dei giochi di palazzo. La seconda considerazione riguarda il pregiudicato Silvio Berlusconi. Che a tarda sera ha lanciato il suo videomessaggio elettorale. L’aria sofferente, lo sguardo lacrimoso, ci ha raccontato la solita barzelletta del grande imprenditore e dell’eccelso statista perseguitato dalle toghe rosse per poi concludere la tiritera annunciando l’intenzione di riprendersi il governo del Paese riesumando il cadavere di Forza Italia. Del resto, un necrologio lo merita anche il governo del Letta nipote che, al di là delle frasi di circostanza sulla tenuta della maggioranza chiamata ad affrontare i problemi del Paese eccetera eccetera, assomiglia molto a un morto che cammina. Già nella primavera prossima in coincidenza con le elezioni Europee si potrebbe tornare alle urne. Una deriva che neppure la riforma della giustizia “allo studio” offerta da Napolitano al leader pregiudicato (proprio la persona giusta) servirà ad evitare. Bisognava pensarci prima: si sapeva dall’inizio che le questioni giudiziarie del miliardario di Arcore erano come una bomba ad orologeria. Ma i grandi strateghi dell’intesa Pd-Pdl non hanno sentito ragioni. Peggio per loro. Gli italiani per bene possono esultare: per la prima volta dopo vent’anni la legge è davvero uguale per tutti.

GIUSTAMENTE / Adesso B. aspetta la grazia di Re Giorgio . di Bruno Tinti

BENE. Adesso sappiamo due cose: che B è un delinquente fiscale; e che ci andranno ancora parecchi mesi per levarcelo dai piedi. Confermata la condanna a 4 anni, rinvio alla Corte d’Appello perché determini il periodo durante il quale B sarà interdetto dai pubblici uffici; il che vuol dire che imperverserà per chissà quanto tempo ancora. A meno che…
MA ANDIAMO CON ORDINE.
È ufficiale: B deve andare in galera per 4 anni. Anzi no, per uno soltanto perché gli altri tre sono condonati dall’indulto del 2006. Anzi no, perché l’uno che gli avanza può farselo commutare in arresti domiciliari in una delle sue ville regali ovvero in un servizio socialmente utile sotto la sorveglianza del servizio sociale. Anzi no, perché – come avvenuto in molto meno illustri precedenti – potrebbe essere pronto l’intervento di Re Giorgio: concedere la grazia al delinquente finora sempre graziato dalla prescrizione nell’interesse esclusivo, si capisce, della stabilità del Paese che, senza il governo dei larghi inciuci, chissà come finirebbe. Quest’ultima eventualità mi sembra la più probabile: B&Co non si sono mai segnalati per timidezza ricattatoria; Napolitano si è fatto rieleggere all’esclusivo scopo di impedire a una maggioranza che comprendesse Sel e i grillini di governare il Paese; di fronte alla minaccia del PdL di far cadere il governo, avallata dall’assenso espresso o tacito del PD, il nostro ineffabile Presidente se ne infischierebbe tout court di Costituzione e Istituzioni (ma perché diavolo un governo deve cadere perché un delinquente che fa parte di uno dei partiti che lo appoggiano è stato condannato?) e correrebbe ai ripari nell’unico modo possibile.
Quanto all’aspetto tecnico, il rinvio alla Corte d’Appello per rideterminare la misura temporale dell’interdizione mi sembra decisione errata. Come ho scritto ieri, l’art. 37 del codice penale prevede che quando la durata dell’interdizione non è espressamente determinata, essa deve essere eguale a quella della pena detentiva. Siccome l’art. 12 della legge 74/2000 che si applica in via esclusiva ai reati fiscali, non contiene una norma che preveda questo caso, non si può applicare il principio di specialità (il sistema chiuso penale tributario si deve applicare a tutto ciò che riguarda i reati fiscali); riprendono quindi vigore i principi generali. B è stato condannato a 4 anni, gli si deve applicare un periodo di interdizione non inferiore a questo termine; siccome l’art. 12 della legge penale tributaria prevede un massimo di 3 anni, ecco che gli si poteva tranquillamente applicare l’interdizione in questa misura. Sia come sia, questa decisione consente a B di perseverare nella sua carriera politica, sottoponendo a sempre maggiori ricatti il Governo e Napolitano.
C’È UN’ULTIMA annotazione (a caldo, mi mancano i riscontri puntuali che, a quest’ora, non trovo). Un caso del genere successe quando facevo il procuratore a Torino. La Cassazione confermò una sentenza per quanto riguardava la pena detentiva e rinviò alla Corte d’Appello perché decidesse su altre questione collaterali. Ebbene, noi considerammo esecutiva la sentenza per quanto riguardava il carcere e avviammo la procedura (complicatissima) per mandarci il condannato. Che appellò, si vide accolto l’appello che però venne definitivamente respinto dalla Cassazione: avevamo ragione noi.
Insomma, intanto B potrebbe finire agli arresti domiciliari o ai servizi sociali (salvo imprevisti interventi presidenziali); stiamocene soddisfatti.

PRESIDENTE NAPOLITANO, FACCIA COME RATZINGER

Signor Presidente Napolitano, l’Inps a gestione “privata” era in attivo prima che il Governo Monti (quello …imposto dall’Europa… e non da lei, immagino) ne stravolgesse i conti. Si possono proclamare sui mezzi di informazione tutti i sofismi dialettici possibili, ma nell’Italia di cui ella è Presidente, per la seconda volta, è soprattutto lo Stato a mancare ai propri doveri, a fingere, a raccontare frottole. Signor Presidente, una persona controversa, e a me non particolarmente simpatica, come Joseph Ratzinger le ha dato una lezione storicamente memorabile ma impietosa, perché ci si può anche dimettere, perfino dal ruolo di Vice Dio, pur di incoraggiare concretamente il risanamento. La dignità del rifiuto a far parte di questo imbarbarimento è mancata a troppi, signor Presidente, dai moniti stranamente generici tesi a difendere lo status quo malgrado gli accenti, quando toccano personalità definite da sentenze dalla Magistratura, che lei rappresenta ancora una volta: i “delinquenti abituali”. Le auguro di potersi liberare presto di questo fardello, signor Presidente, anche, e soprattutto, nel nostro interesse e per il nostro diritto ad una Buona Politica, del tutto diversa. Di Giampiero Buccianti

http://digital.olivesoftware.com/Olive/ODE/IlFatto/server/GetContent.asp?contentsrc=primitive&dochref=ILFT%2F2013%2F08%2F02&entityid=Pc00103&pageno=1&chunkid=Pc00103&pagelabel=1&repformat=1.0&primid=Pc0010300&imgext=jpg&type=Content&for=primitivehttp://digital.olivesoftware.com/Olive/ODE/IlFatto/server/GetContent.asp?contentsrc=primitive&dochref=ILFT%2F2013%2F08%2F02&entityid=Pc01903&pageno=19&chunkid=Pc01903&pagelabel=19&repformat=1.0&primid=Pc0190300&imgext=jpg&type=Content&for=primitive

IRONIE TWITTER / Tutto fumo e niente arresto

LE BATTUTE SULLA RETE E SUL TELEFONINO
Comunque vadano le cose, resterai sempre il nostro leader (Enrico Letta) Fammi sapere a che ora arrivi (Bernardo Provenzano) Ancora non mi accreditano il bonifico di luglio. Gentilmente provvedi (Veronica Lario) A casa tifiamo tutti per te. Un bacio grande anche da zio (Ruby) Siamo sulla stessa barca. Ti abbraccio Guagliò (Francesco Schettino) Tranquillo, hai una vita per rifarti (Nicole Minetti) Vaffanculo (Beppe Grillo) Vaffanculo (Angela Merkel) La vedo male (Maurizio Gasparri) Presidente siamo con te! Saluti da Formentera (Daniele Santanché) Avessi preferito che ti avrebbi imprigionato io. Ma va bene anche così (Antonio Di Pietro) Se te ne vai ora, io chi espello? (Angelino Alfano) Non ti ho cantato io (Mariano Apicella) caducità delle virtù umane trova sfogo nel coacervo delle emozioni (Nichi Vendola) Ti porto sempre dentro di me! In culo alla balena (Giuliano Ferrara) Pensi davvero che l’”Italia è il paese che amo”? Funzioni ancora come inizio? (Matteo Renzi) Ma veramente rischi il carcere? L’ho saputo soltanto ora (Claudio Scajola) C’è ancora il letto come l’hai lasciato tu (Vladimir Putin) Mangano poche ore (Marco Travaglio) Vodafone ti informa che Francesca ha disattivato la promozione You&Me (Messaggio di servizio) Abbi me (Emilio Fede) No, arance niente. Mi avanzano solo banane, appena posso te le porto (Roberto Calderoli) Stai tranquillo, stasera parliamo della depressione da cellulite (Bruno Vespa) Usa solo sapone liquido. Ripeto, solo sapone liquido (Fabrizio Corona) Silvio, sei fuori (Flavio Briatore)

 

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.