10569 ECONOMIA e POLITICA

20130321 21:38:00 guglielmoz

MADE IN ITALY / COMMERCIO ESTERO, COLDIRETTI: CON +21% CIBO CRESCE PIU’ DEL DOPPIO
CRISI. PER CENSIS IL SUD STA PEGGIO DELLA GRECIA
IMMOBILI, IL MERCATO CROLLA: NEL 2012 CALO DEL 30%
INDUSTRIA, ISTAT: A GENNAIO PRODUZIONE +0,8%, -3,6% ANNO
GOVERNO, DEMOPOLIS: SOLO IL 21% VUOLE NUOVE ELEZIONI.

MADE IN ITALY / COMMERCIO ESTERO, COLDIRETTI: CON +21% CIBO CRESCE PIU’ DEL DOPPIO
Roma – Con un balzo record del 21 per cento nel valore delle esportazioni l’agroalimentare Made in Italy fa segnare a gennaio un tasso di crescita piu’ che doppio rispetto alla media (+8,7%) dopo il record di 31,8 miliardi di euro di fatturato all’estero fatto segnare nel 2012. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sui dati Istat del commercio estero, che conferma la strategicità del buon cibo italiano nel trainare la ripresa economica. Il vino – sottolinea la Coldiretti – è il prodotto agroalimentare piu’ esportato con un valore record di 4,7 miliardi di euro nel 2012 seguito dall’ortofrutta fresca, dalla pasta e dall’olio di oliva che sono i componenti base della dieta mediterranea riconosciuta in tutto il mondo per le sue qualità salutistiche. Ma il successo del cibo italiano è dovuto anche al fatto che è diventato sinonimo di qualità con la conquista – continua la Coldiretti – del primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare per il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3 per cento) che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea (1,5 per cento di irregolarità) e addirittura di 26 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità), secondo una elaborazione della Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, su oltre 77mila campioni di 582 alimentari differenti ed appena pubblicate nel Rapporto annuale sui residui di pesticidi negli alimenti.

ECONOMIA, CRISI .PER CENSIS IL SUD STA PEGGIO DE LLA GRECIA
Roma – Il Mezzogiorno? . Sta peggio della Grecia: il 60% dei posti di lavoro durante la crisi sono stati persi al Sud, sanità e università offrono servizi sempre peggiori, i costi per l’istruzione sono più alti del 25%. Sono i dati allarmanti del rapporto Censis sul Mezzogiorno presentato nei giorni scorsi, secondo cui la crisi degli ultimi anni ha allargato il divario Nord-Sud. Tra il 2007 e il 2012 nel Mezzogiorno il Pil si è ridotto del 10% in termini reali a fronte di una flessione del 5,7% registrata nel Centro-Nord. Nel 2007 il Pil italiano era pari a 1.680 miliardi di euro, cinque anni dopo si era ridotto a 1.567 miliardi. Nella crisi abbiamo perso quindi 113 miliardi di euro, molto più dell’intero Pil dell’Ungheria, un Paese di quasi 9 milioni d’abitanti. Di questi, 72 miliardi di euro si sono persi al Centro-Nord e 41 miliardi (pari al 36%) al Sud. Negli ultimi decenni il Pil pro-capite meridionale è rimasto in modo stabile intorno al 57% di quello del Centro-Nord, testimoniando l’inefficacia delle politiche di sostegno allo sviluppo messe in atto, che non hanno saputo garantire maggiore occupazione, nuova imprenditorialità, migliore coesione sociale, modernizzazione dell’offerta dei servizi pubblici. La bassa crescita del nostro Paese, spiega il rapporto, è fortemente influenzata dal dualismo territoriale. Fra i grandi sistemi dell’euro zona l’Italia è il Paese con le più rilevanti diseguaglianze territoriali: Il Centro-Nord (31.124 euro di Pil per abitante) è vicino ai valori dei Paesi più ricchi come la Germania, dove il Pil pro-capite è di 31.703 euro. Mentre i livelli di reddito del Mezzogiorno sono inferiori a quelli della Grecia (17.957 euro il Sud, 18.454 euro la Grecia).
da (NoveColonne ATG)

ECONOMIA / IMMOBILI, IL MERCATO CROLLA: NEL 2012 CALO DEL 30%
Roma – Nel 2012 le unità immobiliari compravendute in Italia sono state 993.339; quasi 330mila unità in meno rispetto al 2011, in calo del 24,8% su base annua (2012 su 2011). In diminuzione anche le quotazioni medie delle abitazioni nelle 12 città con più abitanti nella seconda metà dell’anno. La variazione percentuale del volume di compravendite per l’intero settore immobiliare nel quarto trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente risulta pari al 29,6%. Si tratta della maggiore contrazione, in termini di tasso tendenziale annuo, registrata dal 2004. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate sull’andamento dei volumi delle unità immobiliari compravendute in Italia nel corso del quarto trimestre 2012 oltre alla sintesi dell’intero anno. Nelle maggiori città italiane per popolazione, la flessione delle compravendite di abitazioni registrata nel quarto trimestre 2012 è in linea con il dato nazionale. Con 19.640 transazioni le grandi città registrano complessivamente un tasso tendenziale negativo pari a -25,2%. L’unica eccezione riguarda il dato di Napoli che dopo tre trimestri di cali mostra un segnale di decisa crescita, +19,1%. “Quest’ultimo dato – spiega però l’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate – è da porre senz’altro in relazione con la consistente dismissione del patrimonio immobiliare pubblico del Comune di Napoli”. Diminuiscono inoltre le abitazioni trasferite per la sola nuda proprietà, conteggiate per quota compravenduta (-23,4%) così come i mutui: il capitale complessivamente erogato nel 2012 ammonta a circa 19,6 miliardi di euro, che corrispondono a una riduzione di quasi 15 miliardi di euro rispetto a quanto concesso per i mutui accesi nel 2011, -42,8%.

ECONOMIA / INDUSTRIA, ISTAT: A GENNAIO PRODUZIONE +0,8%, -3,6% ANNO
Roma – A gennaio 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenta, rispetto a dicembre 2012, dello 0,8%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice scende dell’1,9% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Lo rende noto l’Istat. Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l’indice diminuisce in termini tendenziali del 3,6% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2012). Gli indici corretti per gli effetti di calendario segnano, a gennaio 2013, una variazione tendenziale positiva per il solo raggruppamento dei beni di consumo (+0,8%). Diminuzioni significative si registrano per i beni intermedi (-6,0%) e per il comparto dell’energia (-5,0%), mentre una diminuzione più contenuta riguarda i beni strumentali (-4,5%). Rispetto a gennaio 2012, i settori caratterizzati dai maggiori tassi di crescita sono: le industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,8%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+3,7%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+3,5%). Tra i settori in calo, quelli che a gennaio registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-14,2%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,0%).

ATTUALITA’ / GOVERNO, DEMOPOLIS: SOLO IL 21% VUOLE NUOVE ELEZIONI
Roma – Per il 58% degli italiani l’elezione di Laura Boldrini e Piero Grasso alla Presidenza di Camera e Senato è segnale di rinnovamento della politica. Di parere diverso poco più di un elettore su quattro, convinto che si tratti soltanto di una scelta di facciata. Il 15% invece, prescindendo dalla qualità dei neo-presidenti, considera la loro elezione una scelta di parte del Centro Sinistra. Sono i dati che emergono dall’indagine condotta da Demopolis, per la trasmissione Otto e Mezzo (La7), nelle ultime 48 ore. Colpisce l’opinione di una larga maggioranza di elettori del Movimento 5 Stelle che valuta positiva, in termini di rinnovamento, l’elezione della portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dell’ex Procuratore Antimafia ai vertici delle due Camere. Cambiano gli umori nell’opinione pubblica italiana: a fare “tendenza”, nella nuova legislatura appena iniziata – secondo l’analisi dell’Istituto di ricerche diretto da Pietro Vento – sono valori diversi da quelli in voga appena qualche mese fa. Per il 75% è fondamentale oggi il rinnovamento, per oltre i due terzi degli intervistati la trasparenza. Crollano sotto il 50% “competenza” e “serietà”, le due parole più apprezzate nell’era dei tecnici del Governo Monti. Prescindendo dalle complesse alchimie di cui dovrà tener conto Giorgio Napolitano, il 69% degli italiani intervistati dall’istituto Demopolis vorrebbe che si formasse un Governo per dare delle risposte alle crescenti preoccupazioni economiche del Paese. Per appena il 21% dei cittadini sarebbe invece preferibile approvare subito una nuova legge elettorale e tornare alle urne.
da (NoveColonne ATG)

 

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